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martedì 13 febbraio 2018

Teatro Accademia Marescotti (ottava parte)





Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte


Ci troviamo all'ottavo appuntamento dei dieci stabiliti e la ricerca del personaggio, della scena, di cosa tagliare e cosa no, ma prima tocca alla voce con la nostra insegnante Valentina Cortesi nella mattina di sabato 10 febbraio.
All'inizio ci fa sentire questo video di Youtube dove Matteo Belli, attore e regista teatrale, ci illustra i risonatori vocali.





La risonanza è dunque il processo attraverso il quale il prodotto primario della fonazione, cioè il suono generato dalla vibrazione delle corde vocali, oltre ad essere rinforzato in intensità, dà luogo, attraverso il passaggio nelle suddette cavità, a quello che è definito il timbro della voce. Le cavità di risonanza sono spazi confinati contenenti aria, la quale è in grado di risuonare, cioè di vibrare, se investita da un’onda sonora, quella appunto prodotta dalla vibrazione delle corde vocali, producendo un suono che è composto da una banda di frequenze (armoniche) le quali contengono alcuni picchi centrati sulle frequenze naturali di risonanza delle cavità attraversate. (...) Vale la pena sottolineare che in realtà ciò che risuona, ciò che realmente costituisce il “risuonatore”, è l’aria contenuta nelle cavità, non le cavità in quanto tali. da Risonanze (sito: La Voce Artistica)

Fisiologia vocale ed espressività dal sito de La Voce Artistica


mercoledì 31 gennaio 2018

Teatro Accademia Marescotti (sesta parte)



Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte


Sesto appuntamento questo di sabato 27 e domenica 28 gennaio 2018.
Ci stiamo avvicinando sempre di più alla fine del percorso che ci sarà a metà marzo ma non è tempo di pensare adesso al finale.
Anche se stiamo preparando le scene apposta, c'è tutto un percorso da fare e questo vuol dire percorrere le parti rimanenti e questo vuol dire mettercela tutta senza stare ad aspettare l'ansia del palcoscenico.



Giunti a questo punto, abbiamo cominciato a vedere gli altri, a conoscerci.
Sabato 27 abbiamo avuto Ivano Marescotti per tutto il giorno e subito, ancora prima di cominciare, ci ha voluto ricordare il testo scritto da Gianfranco Tondini (qui letto da un'allieva), ricordando di evitare la tentazione del giudizio.
Intanto che quella persona cresce nel suo percorso, imparando qualcosa di nuovo, cresce anche chi guarda.
Mi viene da pensare che è come nell'esercizio di fiducia, fatto a volte nel Circolo degli Attori, dove c'è uno che si butta all'indietro e ci sono tutti gli altri che lo prendono, sollevandolo in aria.
Non è soltanto chi si butta a fare tutto il lavoro anche perché chi sta dietro non è uno qualcuno di passivo, anzi partecipa completamente: ogni parte del corpo di chi è sollevato deve essere completamente in asse ed equamente distribuita tra tutti quelli che lo sostengono.
La paura c'è all'inizio per chi si butta senza contare quell'attimo di vuoto tra il momento del buttarsi all'indietro e l'essere presi per non parlare di quando si è sollevati dove c'è la paura di farsi male, sentirsi completamente vulnerabili, alla mercé di altri.
Indipendentemente da ciò che si è vissuto, c'è una sorta di conquista, come aver scalato una montagna. C'è chi magari ci metterà più tempo di un altro, ma non è questo che importa. Non è una gara sul chi arriva prima.
Non dimentichiamo che come tocca ad uno, tocca ad un altro. Nessuno è immune e a ben pensarci, è un lusso questo, potersi fidare in questa maniera, dove la risata non è discriminatoria.
Chi giudica mette dei paletti, non si lascia coinvolgere e questa è una mancanza: se già tra gli attori non c'è coinvolgimento, come lo ci si può aspettare nel pubblico?


Bene, dopo questa premessa di Ivano Marescotti (e la mia digressione dal resoconto), si può partire 

mercoledì 20 dicembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (quarta parte)



Prima parte
Seconda parte
Terza parte



Sabato 16 e domenica 17 dicembre, ultimo weekend del Teatro Accademia Marescotti per il 2017


Sabato è incentrato sulla voce, prima con Valentina Cortesi cantante e insegnante di canto, e poi con Alessandra Frabetti, attrice e insegnante teatrale.
La prima ora è dedicata alla respirazione con Valentina Cortesi e all'inizio ci fa vedere un video delle corde vocali di un soprano lirico, vedendo così come si aprono quando sono rilassate, quando prende respiro e come vibrano quando si canta.


Valentina Cortesi
La foto è stata scattata durante il secondo weekend

lunedì 20 novembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (seconda parte)



Prima parte


Sabato 18 novembre
La campanella suona per i ventiquattro allievi del TAM (Teatro Accademia Marescotti) e in questa giornata si è finito di vedere i monologhi di coloro che erano rimasti fuori la settimana scorsa.
Si chiede la presenza di un'altra persona, una comparsa, ma quando due persone sono in scena, anche se una ha un ruolo minore rispetto ad un altro, non esistono ruoli da sottovalutare.
A differenza del cinema, dove vengono usati molto spesso comparse per fare passanti, nel teatro tutti coloro che sono in scena hanno il loro ruolo, la loro storia. In quel preciso momento, chi è in scena, anche una comparsa, è un protagonista.
Inoltre, diversamente da un personaggio principale, chi ha poche scene, in special modo se ne ha una, ha poche chance di arrivare agli spettatori e se le sbaglia non può recuperare. Così si può anche voler portare a dimostrare a tutti i costi la propria bravura, ma questo porta ad esagerare.
Quindi anche una comparsa non deve essere sottovalutata così come chi ha un ruolo minore.
Non ci si deve sentire più o meno importanti dal quantitativo di battute che si ha. Non si recita con gli altri per competere, per dimostrare così il proprio valore. 


giovedì 16 novembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (prima parte)


Sabato 11 novembre, si riparte.

Dopo aver concluso il 100 ore con Marescotti (qui il primo post), alcuni componenti dei due gruppi più altri nuovi sono riuniti insieme in un'unica classe (in tutto 24), quella del TAM (Teatro Accademia Marescotti) e stavolta non vede solo l'attore romagnolo come insegnante, ma altri lo accompagneranno.
Oltre a lui, c'è Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante de Il Circolo degli Attori, ad occuparsi del corpo, Alessandra Frabetti, attrice e insegnante di recitazione, che si occuperà di dizione, Gianfranco Tondini, attore che già aveva aiutato per gli intermezzi tra una scena e l'altra nel 100 ore, per il rapporto con il testo e l'insegnante e cantante Valentina Cortesi per l'uso della voce.




lunedì 11 settembre 2017

Conferenza stampa del Teatro Accademia Marescotti

L'11 settembre alle 13 si è tenuta la conferenza stampa del Teatro Accademia Marescotti, chiamato anche il TAM, alla definitiva sede del Circolo degli Attori in via Sergio Cavina, 9 sotto il portico della Coop di Via Faentina.
Dopo il "100 ore con Marescotti" (qui la prima parte), che per 8 week-end ha impegnato due classi con l'attore romagnolo Ivano Marescotti realizzando infine uno spettacolo, ora si è giunti alla presentazione ufficiale della scuola.

Alla conferenza stampa hanno partecipato in ordine la direttrice operativa del Circolo degli Attori Deda Fiorini, l'attore e direttore artistico del Circolo degli Attori (nonché insegnante al TAM) Cristiano Caldironi, Ivano Marescotti, l'attore e insegnante al TAM Gianfranco Tondini, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l'assessora alla Cultura Elsa Signorino.
Il tutto viene coadiuvato da Patrizia Cevoli, che si occupa dell'ufficio stampa del Circolo degli Attori ed è anche allieva del TAM



in primo piano: Gianfranco Tondini, Deda Fiorini, Cristiano Caldironi,
Ivano Marescotti, Michele de Pascale, Elsa Signorino


venerdì 2 giugno 2017

Romeo e Giulietta. Forse de Il Circolo degli Attori

Romeo e Giulietta. Forse, spettacolo ispirato da William Shakespeare, riscritto da Davide Allevi e diretto da Christian Amadori
Con questa opera scespiriana, dopo Audizioni per Molto rumore per nulla e P.d.P (acronimo per Pene d'amor perdute), si è concluso il 30 maggio Il Circolo degli Attori
Come rendere appetibile una storia, una tragedia che la stragrande maggioranza conosce, anche se forse non l'ha mai vista?
Magari alcuni dettagli non si sapranno per esempio che Paride, il promesso sposo di Giulietta, viene ucciso da Romeo davanti alla cripta dei Capuleti, però comunque si conosce la sostanza.
Poi sull'amore di Romeo e Giulietta si potranno avere opinioni discordanti.
Di certo è qualcosa che tocca.
Nel titolo del nostro spettacolo c'è quel Forse.
Che cosa vorrà dire?
Si fa o non si fa Romeo e Giulietta?
Certo che si fa ma l'abbiamo tradita.
Tradita, per modo di dire.
Anzi, non tanto tradita.


Quando si pensa a Romeo e Giulietta, vengono in mente i due giovani amanti (prossima ai quattordici anni lei e poco più grande, forse sedici anni, lui)



di Frank Dicksee, 1884


Ma il fatto è che qui Romeo e Giulietta sono due adulti.
Questo cambiamento di età comporta anche un cambiamento tra le relazioni dei personaggi.
Già in passato si era realizzato un film dove i due protagonisti erano chiaramente degli adulti ovvero Giulietta e Romeo del 1936 diretto da George Cukor.
Ecco lo spezzone di dove si incontrano





I due protagonisti sono interpretati da Leslie Howard (noto soprattutto per aver interpretato Ashley Wilkes in Via col vento) e Norma Shearer. Rispettivamente avevano, al momento in cui il film è uscito, 43 e 34 anni. Si vede troppo che non sono giovani e anche se avessero voluto fare una versione in cui Romeo e Giulietta erano più grandi, non potevano recitare come fossero due ragazzi adolescenti.
Chi è adulto si affaccia a un nuovo amore con intenzioni diverse rispetto a un fanciullo.
Un adulto può anche "incretinirsi" (in senso affettuoso) per l'amore ma rimane comunque un adulto.
Un altro importante cambiamento è il fatto che la storia sia ambientata durante gli anni '70, questo anche un po' per tenere conto del linguaggio arcaico, anche se molte frasi sono state ridotte, cambiate mantenendo però lo spirito.

Il testo è stato riscritto da Davide Allevi portando le modifiche necessarie, cercando di mantenere il linguaggio arcaico ma non troppo.
Lo spettacolo sarebbe stato diretto da lui ma poi ha accettato un lavoro in Spagna quindi è arrivato Christian Amadori. Non si è trattato di un addio questo, ma di un arrivederci.
Prima delle prove, Christian Amadori ci ha spiegato il linguaggio di Shakespeare. Non ci sono sottotesti, ciò che viene detto è quello che si vuol dire. E' come avere il petto aperto, lo stomaco aperto. Tutto viene fatto risuonare, anche con brutalità.
Avere a che fare con il teatro scespiriano è impastarsi le mani direttamente con le debolezze umane (e così le forze), anche quando si tratta di commedie.
Inoltre le opere scespiriane sono visive. C'è un pensiero dopo un altro. Anzi, c'è un'immagine dopo un'altra nelle frasi di Shakespeare.
Vi racconterò lo spettacolo grazie alle foto realizzate da Chiara Roncuzzi e Deda Fiorini, rispettivamente insegnante e direttrice operativa del Circolo.
Le foto si distinguono perché quelle di Deda Fiorini hanno a destra la data e l'orario.
Molte sono state fatte durante l'ultima prova.
Inoltre ci saranno anche le musiche e le canzoni usate per lo spettacolo.
Ascoltatele, soprattutto se non le conoscete, perché sono un aiuto in più per godersi lo spettacolo.


Ora possiamo cominciare.



lunedì 22 maggio 2017

Wassily Kandinsky: i colori come suoni

Wassily Kandinsky, pittore russo, nato a Mosca nel 1866 e morto a Neuilly-sur-Seine nel 1944, viene ricordato soprattutto per il suo contributo nell'arte astratta (per vedere sue opere, andate pure su Artsy), ma non solo.
Il colore, usato nella loro forma pura, ha assunto un carattere particolare.


Nel 1911, dopo aver ascoltato a Monaco il Quartetto di archi n°2 di Arnold Schönberg, Kandinsky realizza il dipinto, la trasposizione grafica di ciò che ha sentito.






Impression III (Concerto)


martedì 18 aprile 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (ottava parte: il mio monologo)


di Debora Penazzi, una mia amica


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte


Il 9 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Cesenatico c'è stato lo spettacolo finale del laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti, organizzato da Il Circolo degli Attori di Ravenna.
Volevo aspettare prima di realizzare questo post.
Volevo avere anche le foto dei miei compagni così da fare un post unico, ma poi ho pensato che sarebbe venuto troppo lungo.
Quindi, in attesa di quelle foto, finalmente posso svelarvi il mio monologo.

Si tratta di Era un ragazzo di Blanche da Un tram che si chiama desiderio. scritto da Tennessee Williams nel 1947.

Ecco il testo che avevo preso in considerazione, trovato qui.

Quando avevo 16 anni, mi innamorai di un ragazzo. Ma così di colpo, e in un modo così pieno, totale! E' come se all'improvviso tu accendi un faro nella penombra, così si trasformò il mondo per me! Ma ero sfortunata. Fu un inganno. Lui aveva qualcosa di diverso, una sensibilità, una mollezza, delicatezza, che non era da uomo, ... Lui cercò aiuto da me. Ma io non sapevo...Io non capii niente ... Sapevo solo di volergli un bene immenso. . . Poi, poco dopo il matrimonio, scoprii tutto. Nel modo più tremendo. Entrando in una stanza che credevo vuota... c'erano due persone a letto... il ragazzo che avevo sposato e un uomo più anziano che da anni era il suo amico... il suo amante. Dopo di che, facemmo finta di niente. Tutti e tre, quella sera stessa, andammo fuori a divertirci, a ballare, e per tutta la sera giù a ridere, a bere, a ballare, a ballare. Ballammo, ballammo tanto! Poi ad un certo punto, nel mezzo del ballo, senza potermi frenare, mi era scappa o detto "ho visto, ho visto tutto... mi fai schifo!". Allora il giovane che avevo sposato si staccò da me e scappò via. Qualche momento dopo, uno sparo! Corsi fuori, tutti corsero fuori, gridavano "Alan! Alan! Il giovane Grey!"… S'era infilato la rivoltella in bocca, e sparato, tanto che il cranio gli era schizzato via.!... E allora il faro che s'era acceso sul mondo, si spense di nuovo e mai più per un solo istante da allora, ha brillato...

martedì 21 marzo 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (settima parte)



Ivano Marescotti con Chiara Roncuzzi,
insegnante de Il Circolo degli Attori e in questo laboratorio assistente


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte

Penultimo appuntamento questo di sabato 18 marzo e domenica 19.
La tensione si fa sentire.
Si faceva sentire anche prima, ma ci stiamo avvicinando sempre di più al giorno dello spettacolo (il 9 aprile a Cesenatico) e abbiamo l'8 ancora per reincontrarci e lavorarci.
Ma anche così non ci si dimentica di divertirci, di ridere assieme e sì, si è creata una bella complicità.
Indipendentemente dai nostri percorsi, da quello che desideriamo fare, si è creato un buon collante.
E' sempre un piacere poi vedere lo sbocciare di una persona. La si vede nel suo splendore, anche nella sua fragilità che sul palco può diventare una straordinaria bellezza.
Buttarsi, spingersi un po' più in là, non accontentarsi dei passi fatti, ma sapere che si può andare avanti.
E' importante che tra le persone di un corso nasca fiducia.
Anche la persona più talentuosa si rivela debole se non prova fiducia nei suoi compagni, se pensa che gli altri siano lì per rubare il suo posto, per togliergli la luce del palcoscenico.
Alla lunga, quella persona si spegne. Non è capace di andare avanti.
Dopo questa premessa, vi parlo delle due giornate.

martedì 28 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (sesta parte)


Ivano Marescotti e a destra Chiara Roncuzzi, insegnante de Il Circolo degli Attori


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte


Mancano due fine settimana in cui ci si incontra, poco più di un mese.
Si entra sempre di più nel vivo del saggio finale, esplorando le diverse possibilità, mostrando le scene e capendo che cosa non funziona.
La tensione c'è, ma contemporaneamente ci si diverte come se stessimo giocando.
Questo non vuol dire che non prendiamo sul serio quello che faremo sul palco. Anzi, tutt'altro.
Lo prendiamo tanto sul serio che ci divertiamo.
Può sembrare un controsenso, un paradosso? Può darsi, ma vedete non bisogna pensare che il divertimento sia qualcosa di fine a se stesso, almeno non qui.

martedì 14 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (quinta parte)

Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte


Si avvicina sempre di più lo spettacolo finale. 
Questa volta ad essere portati sono i pezzi che poi si porteranno in teatro. Dalla volta scorsa, alcuni sono cambiati e si è lavorato sempre su diverse intenzioni, modificando le scene, introducendo nuovi elementi.
Questo comporta anche una modifica di ciò che si era prefissati.
Perciò è importante non affezionarsi alle scelte precedenti e modificare i propri ritmi secondo le nuove impostazioni.
All'inizio non sembra facile ma provando e riprovando, adattandosi ai nuovi cambiamenti, si nota poi come anche il nostro corpo cambia.
A proposito di corpo, sabato mattina è cominciato con un allenamento tenuto dal direttore artistico del Circolo degli Attori, Cristiano Caldironi.
All'inizio si è lavorato sul diaframma sentendo il cambiamento della voce quando ci si stacca dal terreno con un salto.
Poi sui sette crescenti livelli di energia.
La camminata neutrale è rappresentata dal terzo livello dove non ci sono preoccupazioni.
Il primo e il secondo livello sono raramente usate e se per la prima ci siamo stesi per terra e ci svegliavamo, per la seconda c'era l'alzarsi con lentezza 
Il quarto livello è l'allerta per avere una maggiore sicurezza (quinto) passando ai livelli sei e sette.
Al sesto si chiedeva di scegliere un'emozione tra rabbia e gioia e poi al settimo lo scoppio totale, che sia voglia di ammazzare o amare.
Ovviamente non ci può essere un'energia zero (se non si interpreta un morto in scena) anche perché qui non si intende un'energia solo fisica, ma anche emotiva. Persino se si deve stare immobili, per esempio mentre si ascolta qualcuno, la presenza è costante e in questo si rafforza l'altro che parla.
L'intenzione di uno che parla ad un altro è differente da uno che parla con se stesso.
Dopo aver esplorato i vari livelli, Cristiano Caldironi ce li ha detti in successione varia quindi da uno stato di esplosione totale si può passare a uno di rallentamento anche perché i livelli sei e sette (soprattutto l'ultimo) non sono molto duraturi nel tempo.
Infine a ritroso così se prima i due livelli energia rappresentavano il risveglio e l'alzarsi, al contrario rappresentano l'essere feriti (secondo) e il momento poco prima di morire (primo).



Galata morente, copia da un originale del III a.C.


Foto di energia due, ognuno con una diversa intenzione e immagine:


al tavolo Chiara Roncuzzi, insegnante del Circolo degli Attori

martedì 7 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (quarta parte)


io durante il monologo che ho portato
foto di Chiara Roncuzzi, insegnante del Circolo degli Attori


Prima parte
Seconda parte
Terza parte


Siamo giunti al quarto weekend, a metà del percorso.
Si avvicina sempre di più la data dello spettacolo finale e quindi ci è stato chiesto di pensare a cosa portare, di cercare autonomamente.
Essendo da sola e avendo difficoltà nell'incontrare gli altri ragazzi se non durante il corso (alcuni vengono da fuori Ravenna), ho pensato ad un monologo.
Ho chiesto aiuto a Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante del Circolo degli Attori, e mi ha saputo consigliare un monologo che alla fine porterò nello spettacolo. Per questo non vi rivelo di che si tratta perché vorrei parlarvene dopo che è stato fatto lo spettacolo.
Nello spettacolo non reciteremo tutti assieme, Ci saranno scene a due, a tre, anche a quattro forse e monologhi. Avremo pochi minuti a disposizione, ma questo non vuol dire che non siamo partecipi.
E' come una squadra di calcio. Ogni giocatore tocca la palla per pochi minuti oppure no ma questo non vuol dire che non si è giocato (in inglese e in altre lingue la parola che indica giocare e recitare è la stessa)
Sabato 4 si inizia con un'ora di riscaldamento tenuta da Cristiano Caldironi (ricordo che questo laboratorio è organizzato proprio da Il Circolo degli Attori) dove noi, per tutta la stanza, camminavamo tenendo ben in mente che non ci dovevano essere spazi vuoti. Questo per noi rappresentava il sottotesto, qualcosa da tenere in mente anche durante le diverse microazioni.
Infatti ad un battito di mani, ci era chiesto di avere un'emozione, prima la risata, poi la rabbia, poi la tristezza, l'amore.


martedì 22 novembre 2016

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (prima parte)

Una novità di quest'anno del Circolo degli Attori, che frequento per il quarto anno, è quello di un corso teatrale con Ivano Marescotti (qui potete leggere un'intervista che gli è stata fatta) che impegnerà per otto weekend (100 ore appunto) fino ad aprile dove poi ci sarà uno spettacolo teatrale.
Per la grande richiesta, è stato realizzato un altro corso che parte da gennaio.
I partecipanti sono allievi del Circolo degli Attori e altre persone che hanno esperienza teatrale. 
Il laboratorio è ubicato in una stanza della Domus dei Tappeti di Pietra.




Sabato 19 novembre 2016

In tutto siamo 25 e siamo stati impegnati dalle 10 alle 18 con una pausa pranzo di più di un'ora.
Assieme a Ivano Marescotti, ci sono Cristiano Caldironi, direttore artistico del Circolo degli Attori e insegnante, e Chiara Roncuzzi, insegnante.
Al pomeriggio sono arrivati altri tre insegnanti del Circolo ovvero Davide Allevi, Christian Amadori e Martina Seffusatti
L'11 novembre c'è stato un incontro preliminare con partecipanti di tutti e due corsi dove Ivano Marescotti ci spiegava come intendeva fare.

domenica 30 ottobre 2016

Due miei nuovi disegni e sul fare

Ci sono diversi disegni che ho intrapreso e poi non finiti.
Alcuni sono semplici schizzi, fatti così senza avere nessuna idea.
Altri invece sono partiti con un'idea che poi, per un motivo o un altro, sono stati interrotti.
Col trasloco, diversi disegni sono stati radunati in una scatola e quindi ecco che ne vedo alcuni.
Li vedo e, dopo essermi sentita dispiaciuta, mi sono detta "Perché non finirli?"
E così è stato per due disegni


Ecco come si presentava il primo disegno, una delle mie Andriadi (così chiamo queste mie donne metà albero).
Il viso ben definito con un'espressione di serenità, il profilo del seno e dall'altra parte il bambino che prende il latte (o sarà linfa?).





Come continuarlo?

martedì 25 ottobre 2016

Come non essere un artista: false credenze sull'essere un artista

Essere un artista...
Questa parola, artista, è vista molto con soggezione come se chi lo dicesse di sé fosse un presuntuoso.
Oppure viene vista come qualcosa di elitario, come se sin dalla nascita si è stati bagnati nelle sacre acque e luminose della sorgente dell'arte.

Ieri mi è capitato di vedere questo video in inglese (si possono attivare i sottotitoli) dove c'è lui e la versione di quello che non è o meglio non fa un artista.




Ci sono delle credenze che si dicono facciano un artista, ma sono false.


Se fai fumetti, illustrazioni, graffiti tu non puoi essere un artista e anche perché sono più facili da fare rispetto a un dipinto.
Non dimentichiamo che sia nel fare fumetti, illustrazioni, graffiti o dipingere stiamo usando un media e questo non è indice di grande o piccola arte, distinzione che non ci dovrebbe essere così come tra bella arte o brutta.
Fare arte, usare quel media, esplorarlo e continuare a migliorare.



di Moebius

giovedì 20 ottobre 2016

I film d'animazione, non solo per i bambini

I film d'animazione sono tra i miei preferiti e già all'inizio di quest'anno ho scritto questo elogio.
Qualche giorno fa ho visto questo cortometraggio realizzato da Lou Hamou-Lhadj e da Andrew Coats, due animatori che nella loro carriera hanno lavorato anche per la Pixar e qui hanno per un'altra casa produttrice, la Quorum Films LLC come si può leggere alla fine dei titoli di testa e dal sito del cortometraggio.



(il video era disponibile per un tempo limitato e infatti ora non lo è più)


In questo video spiegano come abbiano voluto portare temi adulti anche nell'animazione.


Sinceramente, non ho mai avuto dubbi su questo.
Non penso che i film d'animazione siano roba solo per bambini anche quando sono diretti a loro oppure un film come Fantasia che per me è un autentico capolavoro assoluto, amato sin da bambina, uno dei miei film preferiti in assoluto e non solo per quanto riguarda quelli di animazione.





giovedì 13 ottobre 2016

La vulnerabilità dell'attore

Sei lì davanti a tutti, davanti ai loro occhi che aspettano e che scrutano ogni tuo movimento e tu ti denudi. Non fisicamente .

Ti mostri vulnerabile.



Marilyn Monroe ne La tua bocca brucia (1952)


Dal 3 ottobre è cominciato Il Circolo degli Attori con diversi cambiamenti e nuovi corsi come quello sulle Arti Circensi con Alberto Zavatta per fare un esempio, ma quello di cui vorrei parlare è stato il primo giorno del Teatro Contemporaneo ed Emozionale con Davide Allevi.
Entrare in contatto con le proprie emozioni per poi usarle, ma questo vuol dire affacciarsi a tutto quello che spesso si segrega in un angolo dove non si guarda mai.
Questo vuol dire allontanarsi dalla propria comfort zone, dalla propria bolla di sicurezza, non puoi stare lì a declamare e neanche accontentarti di una recitazione superficiale.
Essere lì sul palco è come indossare un abito emozionale, l'abito di quel personaggio, e farlo proprio quindi deve essere come cucito su di te.

Che cosa lo muove dentro? Come lo fa agire?

lunedì 10 ottobre 2016

Le malattie e i disturbi mentali come i mostri di Toby Allen

Oggi è la Giornata mondiale della Salute Mentale e come per tutti gli eventi che hanno una loro Giornata Mondiale, c'è ancora molto da fare.
Sulla salute mentale c'è poi ancora vergogna, uno stigma che porta quasi a una ghettizzazione.
Da cosa è provocato questo stigma? Da diversi fattori: dall'ignoranza così come il pensare che tu ti stia inventando tutto o tu voglia attirare l'attenzione, dal pensare che poiché sei caduto tipo in depressione allora sei più debole degli altri, dall'immaginare che da un giorno all'altro automaticamente diventi uno di quei mostri da prima pagina, dal pensare che stai solo sprecando la tua vita quando nel mondo c'è gente che soffre più di te (basti pensare al confronto che viene fatto tra chi soffre di disturbi alimentari a quelli che muoiono di fame) oppure persone che hanno perso un arto o qualcos'altro (o sono nate così) e comunque non hanno perso la voglia di vivere.
Tutti questi esempi, e ce ne sarebbero degli altri (per esempio ci può essere anche una paura inconscia di diventare come loro), sono tutte cose che sento spesso in giro e mi disgustano!!!
È un quantificare, un pesare, un dimostrare e come si fanno a raccontare i demoni che abitano nella propria testa? Come si fa a quantificare l'irrazionalità di questi gesti? 
A volte poi sento che matti lo siamo un po' tutti. 
Sinceramente, ne avete mai visto davvero uno? Lo avete mai visto quando ha una delle sue crisi se così vogliamo chiamarle?
Non amo tanto la parola "matto" ma molte volte non si tratta di quella follia sana che porta l'essere umano oltre la gabbia. In molti casi anche questa follia è una gabbia, spesso fatta di sequenze meccaniche di gesti e parole. 
Non è qualcosa di romantico, ma ha quel gusto acre di quando vomiti a lungo e alla fine si rigettano succhi gastrici. 
Una volta si diceva che le malattie mentali erano possessioni del Demonio. 
Togliendo il fattore religioso, si potrebbero quasi pensare alle malattie mentali come a dei mostri, dei demoni e l'illustratore Toby Allen ha realizzato proprio questo: creare dei mostri che fossero le malattie mentali con le loro descrizioni. 









Il mostro ossessivo compulsivo è un marionettista crudele e manipolatorio che usa la paura per controllare le sue sue vittime. Ripetutamente batte il suo bastone per terra e usa le sue piume modellate e i molti occhi per ipnotizzare la sua vittima creando intense e spaventose ossessioni spesso alla salvaguardia di loro stessi o dalle persone vicine a loro. Le vittime sviluppano compulsioni che li portano a fare compiti ripetitivi o atti mentali per prevenire l'ossessione di farli divenire reali o cercano di ridurre temporaneamente la paura.
Il mostro spesso non è mai visto ma la sua presenza c'è quasi sempre. I mostri dell'ansietà e della depressione sono spesso usati dal mostro OCD per avere in pugno le sue vittime

giovedì 1 settembre 2016

Anime senza voce, mostra contro l'abuso minorile dal 2 al 4 settembre

Dal 2 al 4 settembre si terrà alla Rocca Brancaleone la mostra internazionale Anime senza voce dedicata agli abusi infantili (dove partecipo anch'io) organizzata da Brigitte Ostwald con la collaborazione di Agnes Illes e con il patrocinio del Comune di Ravenna, 
Testimonial dell'evento è Andrea Muccioli.
Com'è nata questa mostra?
Ieri c'è stata la conferenza stampa condotta da Veronica Verlicchi e alla quale ci sono rappresentanti delle associazioni che partecipano e contribuiscono alla realizzazione dell'evento.
Comincia Brigitte Ostwald raccontando del suo senso di impotenza di fronte a questi abusi e di come troppo spesso nei media e nelle persone ci si concentra su coloro che effettuano le violenze ma poco a chi ha subito.
Come vivono? Che cosa resterà in loro?
Queste domande possono pesare come macigni ma non sono niente al peso che portano coloro che hanno dovuto subire violenza e che da questa si sentono segnati, influenzando la propria vita.
Perché una mostra?
Brigitte Ostwald è lei stessa una pittrice e specifica: "Noi artisti non possiamo cambiare il mondo o evitare la crudeltà (...) ma con la nostra arte possiamo sensibilizzare, dare una voce a chi non ce l'ha."
Ad ogni artista è stata affidata una testimonianza di chi ha subito violenza senza violare la loro privacy perché, come ricorda la stessa organizzatrice, "molto in loro è stato violato.".
Su questa testimonianza, gli artisti hanno creato una loro opera (tra pittura, scultura o fotografia) che sarà esposta alla mostra assieme ad altri loro lavori.
La mostra conta su 50 artisti, 42 italiani e 8 stranieri. Uno viene per esempio da San Paolo in Brasile. 




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