lunedì 27 settembre 2010

Dario Fo al Woodstock 5 stelle di Cesena

Dario Fo (Sangiano, 1926), il mattatore, il giullare teatrale, premio Nobel della Letteratura nel 1997. Non potevo non filmarlo quando, al Woodstock 5 stelle di Cesena, Beppe Grillo l'ha presentato come una delle menti più eccelse (secondo un sondaggio inglese è al settimo posto nei 100 geni viventi).




« Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi. »
(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura 1997)

venerdì 24 settembre 2010

Anche un quadro può cambiare


Qui avevo parlato del quadro come una parte di un assemblamento che sarebbe stato "L'amore è una luce lieve che acceca chi ne ha paura" e questo rappresentava "...che acceca...".
L'ho realizzato nel 2007 e non l'ho mai portato a termine anche se avevo chiaro in mente gli altri tre quadri dell'insieme.
Ebbene, sono passati tre anni e ancora non ho realizzato le altre parti e adesso non lo voglio fare perché non sono più nella disposizione di animo di allora. Quindi, ho preferito lasciarlo così com'è, da solo.
Date il benvenuto a Cascata di Luce.

giovedì 23 settembre 2010

Nuovi quadri e video

Vi ricordate il quadro in Work in Progress?


Ecco, l'ho completamente rivoluzionato in questo, Collina lunare:


Il video:



musica: Lullaby "Wiegenlied" Op. 49 No. 4 di Johannes Brahms



E poi l'ultimo quadro della mostra, l'ultima arrivata. Vi presento Aphrodite:



Il video: 




Musica: Glass Harp di Duncan Pittock

martedì 21 settembre 2010

Ode al mare

Oggi sono andata al mare e l'ho voluto. Era così limpido che sembrava catturarti, così limpido che sembrava rimandarti altre visioni.

venerdì 17 settembre 2010

Incontro con lo scrittore persiano Kader Abdolah

Domenica 12 settembre c'è stato un incontro al Teatro Rasi di Ravenna, un prologo di una rassegna che si chiama ParolErranti. Ospite dell'incontro è lo scrittore persiano, stabile in Olanda, Kader Abdolah considerato secondo uno sondaggio il secondo scrittore olandese più grande.
Era venuto per presentare il suo ultimo libro "Il messaggero" (edito dall'Iperborea come il resto dei suoi libri) che parla della figura di Maometto.
Ho voluto filmarlo così da mostrarlo a tutti voi.






Qui invece il video realizzato da ravennawebtv:




"I romanzi di Abdolah rivelano un grande scrittore, che è insieme politico e poetico.
Uno scrittore da Nobel"
Goffredo Fofi, Il Sole24ore


martedì 14 settembre 2010

Vermilion Souls (2008)

Vermilion Souls è il primo film di Masaki Iwana (questo il suo sito) realizzato nel 2008 ambientato in Giappone anche se il set è stato costruito in Normandia. Inoltre ha partecipato al Festival Internazionale a Rotterdam nel 2009.
Sono riuscita a vederlo grazie al Festival Homunculus di cui ho parlato un post fa, ma non credo che sia ancora disponibile. Infatti era in lingua originale coi sottotitoli italiani.


Masaki Iwana ritiene che Vermilion Souls sia un film sulla “capacità della vita che osa vivere la morte”, cosa fondamentale della danza butoh che parte dalle sue origini.
Infatti in questo film sono presenti, sin dall'inizio, un senso di desolazione, un senso di morte, di voler abbandonare la vita, ma ci sono momenti in cui la vita si fa sentire ancora una volta.
Attenzione spoiler
Giappone, anni '50. Un bambino, seguendo un volantino, trova una postazione segreta gestita da un soldato zoppo. Costui deve far da guardia a cinque persone che stanno aspettando la morte. Una è fuggita e ha trovato la morte, anche un'altra è morta. Ne rimangono così tre: un ex prostituta, una ragazza che non parla e non si muove e un calligrafo che per una malformazione delle mani scrive con la bocca. Ognuna di queste persone è sfuggita alla morte e la sta aspettando nel totale segreto e nel totale buio visto che loro non possono uscire alla luce del sole essendo allergici. Anche il soldato è sfuggito alla morte, a un attacco kamikaze dove è rimasto illeso e vuole unirsi all'esecuzione anche lui.
Cinque persone però hanno diritto all'esecuzione, né una di più né una di meno.
Il bambino decide di unirsi anche lui, ma, ovviamente, gli altri sono contrari.
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Decido di finire qui.
Mi rendo conto che non è facile vedere un film dove si sente la morte sin dall'inizio. Ma ciò che può sembrare noioso e pesante, si manifesta solo come uno sogno.
Ottima la fotografia in bianco e nero e si sente il respiro dell'atmosfera nipponica. I frammenti di danza butoh li ho visti come una danza di libertà, una danza che ti faceva percepire visibile il vento. C'è una tale delicatezza a volte e in altre un'assenza di pudore, una vicinanza estrema al personaggio e non parlo solo delle scene di sesso anche esplicite. Il tutto però calibrato bene.
La mia sensazione era poi che il film non avesse fine. Mi spiego meglio: quando credevo che fosse giunta la fine (come una volta per un climax della musica), il minuto dopo il film era lì a dirmi "No."
Non mi sono mai annoiata questo a dimostrare che i film giudicati lenti e pesanti non sono da buttare a priori. Anzi, certi pregiudizi ti distolgono dalla visione del film.

Masaki Iwana ha completato il suo secondo film A Summer Family

sabato 4 settembre 2010

Stage di danza butoh con Masaki Iwana

E' da poco iniziato settembre ed era ora!!!
Vabbé, ecco che vi parlo dello stage di danza giapponese butoh con Masaki Iwana. Tutto ciò è stato possibile grazie al Festival Homunculus dei Tanti Cosi Progetti (qui il sito)
Sapete che cos'è? Eccovi la pagina di butoh anche se, consultandola prima di fare lo stage, non ci ho capito molto e, a dir la verità, non vi saprei neanche dire cosa sia e, continuando a leggere, capirete il perché.
I giorni dello stage erano dal 22 al 25 giugno, quattro ore ogni giorno (tranne l'ultimo che erano tre), lezioni in inglese.
Le prime ore erano basate sull'allenamento, un duro allenamento che ricordava molto anche lo yoga, ma c'erano tanti altri esercizi mai affrontati prima, esercizi che andavano a smantellare la poca conoscenza che si ha del corpo nella concezione occidentale.
Per esempio: prima ci ha fatto camminare lungo il perimetro della stanza e poi camminare all'indietro. Naturalmente guardavamo all'indietro per vedere dove andavamo e lui ci ha subito fermato: non era necessario tutto ciò per svoltare. E quindi ci ha fatto riprovare: dritti, la testa che sembra tirata su da un filo e ragazzi, provateci! Può sembrare una cosa sciocca, ma ci si accorge che non si conoscono per niente le possibilità del nostro corpo. Altro esercizio: camminare davanti e poi indietro al battito delle mani
Poi ancora esercizi che servivano per eliminare il superfluo, quello che Masaki Iwana chiamava "rumore". Un altro esercizio era: gambe parallele, ginocchia piegate, braccia tese e procedere di lato senza fare "rumore" e far 1, 2, 3, e fare che il 3 poi diventi 1 quando si cambia gamba quando si vuole andare avanti dirigendosi sempre di lato.
Poi improvvisazioni... Masaki non ci ha mostrato direttamente cos'è la danza butoh, ma ci ha lasciato delle suggestioni con le quali lavorare. La prima è stata la Fioritura. Non ci ha detto nient'altro solo di fiorire.
Tutti stesi a terra, supini, con la musica scelta direttamente da Masaki, e tutti noi dovevamo fiorire.
Solo che non eravamo in un incontro di prendere coscienza di noi stessi, ma in uno stage di danza butoh e quindi Masaki Iwana, giustamente, ci ha dato le indicazioni:

- Non muovere solo le braccia e il busto. L'energia proviene dal basso. Non dimenticarsi delle gambe e dei piedi e soprattutto dei fianchi;
- Troppi movimenti distolgono l'attenzione;
- Il movimento non è danza. La danza è qualcosa che parte dall'interno;
- Il tempo della musica e il tempo che noi sentiamo possono non coesistere;
- Sentire il "profumo" attorno a noi, nell'aria;
- Essere fluidi nella danza e non bloccati;
- Finire quello che si è iniziato.

Insomma, la danza butoh è una danza interiore.


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