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lunedì 19 dicembre 2016

Vassilissa la bella e Baba Yaga

Da qualche settimana ho aperto una pagina su Facebook intitolata L'antro della fiaba e ho chiesto a chiunque lo desiderasse, di propormi una fiaba così io sarei andata a cercare le illustrazioni di vari autori e raccoglierle in un album
Così ho pensato di far conoscere a tutti voi questa fiaba inserendo le illustrazioni nel testo.
Nota: Il testo è stato preso da questo sito il quale permette la diffusione affidandone la paternità e non modificando il testo originario.

Siete pronti?



illustrazione di Kinuko Y. Craft nella versione narrata da Marianna Mayer

domenica 8 maggio 2016

Iside, la scandalosa e la magnifica

Premessa: dopo una segnalazione (che ringrazio fortemente) su alcune incertezze nel post, ho ripreso mano al post. Chiedo scusa a chi studia egittologia se non è totalmente completo, ma se volessi raccontare tutto su di lei, un post non mi basterebbe.
Spero almeno che sia un post giusto.



Domenica scorsa ho deciso di realizzare una nuova bacheca su Pinterest e questa volta alla dea Iside (sì, in inglese è Isis e non ha nulla a che fare con il gruppo terroristico omonimo).



di Susan Seddon Boulet


Essa fa parte del pantheon egiziano e il suo nome in origine è Aset. (nota: Isis è la traduzione greco-latina da cui appunto proviene l'italiano Iside. A volte, per un migliore adattamento, viene chiamata Isi.)
Iside rappresenta una forma della Grande Madre. Lei stessa è protettrice della natura, della magia, dell'agricoltura, dei bambini; il suo nome indica in origine la sua posizione regale (il trono) ed una vera regina è pari al suo re.
Suo sposo è il dio Osiride e in alcune pitture lo si può vedere col caratteristico colore verde della pelle.
Entrambi sono figli di Nut, la dea del cielo e di suo fratello Geb, il dio della terra. 



Nut coperta di stelle rappresenta La Via Lattea. Sotto Geb
In mezzo troviamo Shu, figlio di Ra (dio del sole) e padre dei due dei.
Shu rappresenta l'atmosfera


venerdì 15 aprile 2016

Biancaneve di Michelangelo Rossato (+ intervista)

Ormai lo sapete: vado pazza per le fiabe e le reinterpretazioni mi piacciono. A patto che abbiano senso.
Purtroppo non lo si può dire per diversi film che stanno uscendo.
I libri illustrati, in questo caso, possono riservare certe sorprese.
Appena ho visto la copertina della versione di Biancaneve di Michelangelo Rossato, l'innamoramento fu istantaneo e folle e quando mi è capitato questo post, avevo una sola azione da fare: dovevo prendere questo libro a tutti i costi.





Così ho fatto domenica e alla sera lo sfogliai poco prima di dormire.
Sono rimasta stregata dalle illustrazioni e mi sentivo tanto un'esploratrice nello scoprire i simboli delle forme e dei colori oppure nel vedere i tanti rimandi ad alcune popolazioni antiche come nel caso delle pettinature.
Per esempio Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda le donne della popolazione amerinda degli Hopi


di Edward S. Curtis



Così ho contattato l'autore per fargli i miei complimenti e per chiedergli se accettava di essere intervistato da me.
Ecco qui.


Mi trovo qui con Michelangelo Rossato autore e illustratore di Biancaneve edito da il Gioco di Leggere Edizioni. Raccontaci di te Michelangelo e di come hai iniziato ad appassionarti alle fiabe.


Ciao a tutte e a tutti. Mi chiamo Michelangelo Rossato, sono nato vicino a Venezia e fin da bambino ho sempre avuto un grande amore per le immagini dei libri, soprattutto le illustrazioni delle fiabe classiche. Tra i miei primi ricordi ci sono le incisioni di Dorè delle fiabe di Perrault e una splendida Biancaneve illustrata da Kubasta.







mercoledì 16 marzo 2016

10.000 pin: tutte le mie board di Pinterest (seconda e ultima parte) + piccola iniziativa per voi lettori


A volte succede anche questo e non per il motivo che dicevo nel post precedente.
Te ne dimentichi e Pinterest non ti dice che l'hai già pinnato 
perché magari l'immagine viene da una fonte differente


Avete gustato ben bene il post precedente?
Perché come promesso, ecco la seconda parte e questa volta ci saranno anche delle sorprese alla fine, ma prima illustriamo le bacheche con l'immagine che è stata più pinnata.





Partiamo subito con uno dei miei animali preferiti: la lince.
Animale silenzioso e schivo, custode dei segreti nella simbologia, il suo famoso occhio di lince permette di vedere oltre, ma la sua medicina è difficile da avere.



di Chris Achilleos


sabato 27 febbraio 2016

Evviva i colori, evviva la vita (800.000 visualizzazioni)



di Steve McCurry


Ho superato le 800.000 visualizzazioni e così ho pensato di realizzare un post sul colore.
Sin da quando ho aperto questo blog, ho parlato del colore visto che è una mia passione come si può vedere in questo post: La fenomenologia del colore e nel suo seguito.
Sul colore ho realizzato il mio primo spettacolo




(qui dove ne parlo)



domenica 21 febbraio 2016

Spiritualità contro la New Age

Quando ci si interessa all'esoterismo e alla spiritualità dei vari popoli, automaticamente bisogna essere consapevoli che non tutto quello che viene pubblicato è reale, ma viene adattato ai gusti di chi lo legge. La parola "New Age" per me rappresenta qualcosa da stare alla lontana e capisco perché diverse persone che sono venute a conoscenza, anche direttamente, con una cultura specifica siano restii poi a diffondere ciò come poi viene raccontato bene in questo post.



Guaritore Lakota


E in quel post c'è un termine che trovo perfetto ovvero turisti spirituali.
Cercando poi su Google, vedo che il turismo spirituale è davvero un affare, ma lo si considera soprattutto per luoghi di culto cristiani come conventi, duomi e chiese. Inteso spiritualmente in senso generale, questo viaggio potrebbe essere anche una buona cosa dettata dalla curiosità, ma il punto è che ci sono alcune persone che, pensando di avvicinarsi meglio a quella cultura specifica o anche più, usano i loro stessi termini oppure altri che non c'entrano affatto. Credo che abbiamo tutti l'idea di come possa essere uno sciamano: una persona saggia che guarisce e ogni tanto va in trance assumendo sostanze psicotrope.



sciamano siberiano Evenk


lunedì 8 febbraio 2016

L'invasione dei mandala




Stanotte ho visto questo sito dove veniva chiesto di scegliere quale mandala ti ispira.
Oltre ad andarci incuriosita, ho potuto constatare ancora una volta come i mandala e la colorazione di essi stiano imperando sempre di più.
La prima volta che me ne sono accorta è stato tramite la pubblicazione della rivista Riza Psicosomatica nell'agosto dell'anno scorso e presentato nel video qui sotto dal suo direttore, lo psicoterapeuta Raffaele Morelli.




lunedì 12 ottobre 2015

Il Quetzal e la Libertà

Quando ero bambina e leggevo I Quindici (trovate qui la prima parte dei post su questa enciclopedia), rimasi letteralmente folgorata da un uccello, il Quetzal.




Animale nazionale del Guatemala (infatti compare nella loro bandiera), venerato dai popoli precolombiani questo uccello è caratterizzato nel maschio di avere piume verde iridescenti ed una lunga coda.

mercoledì 8 luglio 2015

Perle, meravigliose perle

Chi lo dice che le perle fanno vecchia?
Queste gemme preziose, tra le più antiche se non quella in assoluto, non ha ancora finito di incantare.


una perla datata di 2000 anni


C'è anche un motivo se desidero parlare delle perle adesso.
Lasciando perdere questo caldo, siamo nel mese del Cancro, un segno d'acqua e governato dalla Luna.
E dalla Luna provengono le perle. Almeno così si riteneva.
Uno dei miti più prevalenti sulle perle è che siano lacrime della Luna.
Questo mito può essere molto probabilmente alla base della superstizione che le perle portino lacrime.
Oppure nata dai raggi lunari che incontrano l'acqua.


di Evelyn de Morgan

sabato 4 aprile 2015

Sirene nel mondo

Quando parliamo di sirene, ci vengono subito in mente, oltre a La Sirenetta, le creature mitologiche dell'Antica Grecia che hanno insediato a lungo i marinai coi loro canti ipnotici.
Naturalmente poi si ricorda che in realtà la sirena come donna con coda di pesce è un'invenzione romantica avvenuta dopo visto che le "vere" sirene avrebbero solo testa e seno di donna e tutto il corpo un uccello.
Questo per noi che abitiamo nell'area mediterranea e che tanto dobbiamo agli Antichi Greci è una cosa normale da considerare.
Eppure...
Eppure esiste solo quel tipo di sirena?
Il mondo è vasto e per di più è coperto in gran parte di acqua.
L'acqua dà la vita, fornisce nutrimento per tutti quelli che ci abitano appresso e allo stesso tempo può essere una forza distruttiva.

Quindi, quali sirene esistono nel mondo?
(Ricordo che delle sirene ne ho parlato anche qui)



Restando in Europa, si potrebbe andare nell'area celtica dove viene ricordata la sirena di Zennor, un paesino della Cornovaglia.
Si narra che un corista di nome Mathey Trewella rimase ammaliato dal canto della sirena e andò a cercarla. Non fece più ritorno e da allora sembra che il canto si senta ancora.
(qui potete leggere la storia completa, in inglese)




La sirena di Zennor di John Reinhard Weguelin, 1900

domenica 19 ottobre 2014

Un anno con Pinterest

E ormai è quasi passato un anno da quando ho aperto Pinterest.
Da quando per via di un corso d'illustrazione mi è venuta voglia di iscrivermi.
Più che voglia, febbre visto che Pinterest stesso mi raccomandava all'inizio di non pinnare troppe immagini nonostante apprezzasse il mio entusiasmo (come ho raccontato qui all'inizio).
E un anno dopo?

Beh, questo è un invito alle mie 39 bacheche.
Ecco la mia board
Ma vediamo una bacheca per una con l'immagine che è stata più condivisa.




Alchemical Illustrations 
37 Pin, 46 Followers


Le illustrazioni alchemiche hanno un grande fascino per me per il loro profondo significato.
Mi piacciono per come le creature appaiano così fantastiche come se non ci fossero confini.



Madre Terra che allatta il Lapis da Atalanta fugiens di Michael Maier, 1618


lunedì 21 luglio 2014

L'isola delle pescatrici, di Fosco Maraini





Era da tempo che volevo sapere delle pescatrici Ama.
Chi sono? Gli Ama sono un popolo giapponese che vivono sulle coste e da tempi antichi le donne vanno a pescare in apnea vestite solo di uno slip o di un perizoma.
Così un po' di tempo fa ho comprato L'isola delle pescatrici di Fosco Maraini, scrittore, etnologo, orientalista, fotografo, alpinista e poeta italiano (da wikipedia)
Essendo il libro fuori catalogo, l'ho cercato su Internet e l'ho trovato in una biblioteca (non mi ricordo il nome).
Un passo indietro prima...
Quando si parla delle pescatrici Ama si pensa soprattutto a giovani fanciulle che pescano in apnea le perle, sirene dalla vita breve.
In realtà questa visione romantica va a scontrarsi con l'effettiva realtà.
Il fatto di pescare perle è una leggenda recente portata avanti da Mikimoto Kokichi (il cognome è messo prima), colui che ha ideato la coltivazione perlifera.
Mentre lo leggevo, mi sembrava sempre di più un diario di viaggio ed è stato proprio come immergermi in quei luoghi sperduti e si avverte anche di come diverse tradizioni vengono mandate avanti solo per moda.
Le difficoltà iniziali per trovare ciò che è rimasto come era nell'antichità e poi il riserbo iniziale degli abitanti verso questi stranieri, ma soprattutto lo scontrarsi con una cultura differente dalla nostra ribadendo come noi siamo figli della cultura e non della natura.
L'Italia (riporto le sue osservazioni) è un lembo di terra situato sul Mediterraneo eppure figli del mare lo siamo ben poco vista anche la poca presenza di pesce nella nostra alimentazione.
Tranne rare eccezioni, siamo stati invasi più attraverso il continente. La differenza di come la terra continentale sia più prevalente la si può riscontrare anche nei modi di dire. Se dai noi il cielo è a pecorelle, da loro è a squame di pesce.
In più riporta la sua esperienza in Sicilia dove ha risieduto dopo la guerra. Ricorda donne vestite tutte di nero, lavoratori stanchi e il mare viene vissuto come una minaccia, come un dio temibile.
E leggendo questo mi ha fatto pensare alla canzone Pescatore con Pierangelo Bertoli e Fiorella Mannoia.
Inoltre il rapporto diverso col mare lo si ha anche con la concezione del sacro.
Ne avevo già accennato qui quando parlavo delle polemiche dovute allo spettacolo "blasfemo" (così veniva chiamato) di Romeo Castellucci ovvero Sul concetto di volto nel figlio di Dio.
Dopo diversi giorni, finalmente Fosco Maraini e i suoi collaboratori riescono a vincere il distacco degli Ama.
Grazie a questo stratagemma (che vi invito a leggere se lo trovate), possono seguire il lavoro delle donne e i visi prima indifferenti ora si mostrano con gioia.
Donne che vanno avanti con gli anni, anziane che non ce la fanno a stare ferma e cercano in tutti i modi di pescare le alghe...
Sì perché in realtà le Ama pescano le alghe e tutto ciò che può servire di sostentamento.
Perché solo le donne?
Perché come viene riportato da un anziano del luogo "... le donne sono molto più resistenti di noi! Se noi uomini stiamo in acqua due ore moriamo dal freddo; loro no, sono rivestite di grasso come le foche. (Tipo le selkie?) Poi hanno più fiato. E sono più tranquille. Anticamente si tuffavano anche gli uomini, ma tutti sappiamo che rendevano, e renderebbero, meno delle donne...".
Inoltre assistono alla festa dei morti, da loro in agosto e vengono accolti direttamente nelle case per tre giorni. Vengono cucinati i loro piatti preferiti, messi a disposizione tutti gli oggetti dei quali erano appassionati.
In quei giorni c'era grande burrasca e la cosa sensazionale è che viene accettata così com'è.
Vi lascio con le foto che ha realizzato Fosco Maraini




il ferro serve per estrarre le alghe


sabato 5 luglio 2014

Quello che il corpo e le cicatrici raccontano...

Ieri vedo su Facebook questa statua che si trova a New York e ne rimango incantata.





Quindi mi informo e scopro che l'artista è Paige Bradley e la scultura si intitola Expansion (vedi qui nel suo sito).
Andando a cercare ne vedo alcune che sono nella stessa posizione, ma non hanno le crepe e sono proprio quelle ad intrigarmi.
Guardandole poi mi viene da pensare al Kintsugi (o Kintsukuroi) ovvero a quella antica pratica giapponese dove per riparare un oggetto in ceramica, lo si fa con l'oro.



lunedì 9 giugno 2014

R.I.P. Mandiaye Ndiaye


E' morto ieri nella sua terra d'origine, il Senegal, Mandiaye Ndiaye, attore del Teatro delle Albe.
E' morto per un arresto cardiaco.
Partito dal Senegal, finito come vù cumprà, incontra poi Marco Martinelli, regista, drammaturgo e uno dei fondatori della compagnia.
Un incontro che sembrava segnato da una scoperta che le Albe avevano fatto ad una conferenza tenuta dal geologo dell'Università di Bologna, Franco Ricci Lucchi
Ecco cosa racconta Marco Martinelli (citazione presa dal loro sito)


Nel settembre 1986 le Albe hanno fatto una scoperta decisiva. Hanno scoperto che la Romagna è Africa. La Romagna è un pezzo di Africa andato alla deriva nella notte dei tempi, una zattera nera che ha veleggiato fin quassù, e si è venuta a incastrare tra le nebbie europee. Questa è scienza, non fantascienza, è qualità costante nel tempo, è un dato geologicamente dimostrabile, rilevato da diversi studiosi: il sottosuolo, lo strato più profondo che regge le città romagnole, è africano. Quando abbiamo rivelato questa scoperta a Bagnacavallo, piccolo centro della Bassa Romagna a 20 km da Ravenna, all’interno del progetto "Romagna mia", realizzato insieme alla Società Raffaello Sanzio e al Teatro Due mondi, le facce dei romagnoli in platea erano perplesse. Scure. Siamo tutti marocchini? Si, siamo tutti marocchini. Il razzismo nei confronti dei vu cumprà è forse espressione dell’odio verso i padri che ritornano, tornano alla loro terra. Non c’è niente da fare, il nord sta cambiando colore: il processo è irreversibile.
(...) 


La Romagna come un frammento di Africa. 


E così, ispirati da questa scoperta, andarono nelle spiaggie e presero con sé alcuni griot senegalesi che portarono in diversi spettacoli della compagnia atmosfere della loro terra.

Tra le persone assunte si distinse Mandiaye Ndiaye: sembrava che il teatro gli fosse familiare.
Nacquero spettacoli come Ruh. Romagna più Africa uguale del 1988 e soprattutto l'Ubu roi di Alfred Jarry (considerato uno dei capisaldi del teatro moderno)  dove Mandiaye interpretava Padre Ubu accompagnato da Ermanna Montanari che interpretava Madre Ubu.va,
Lo spettacolo fu un successo e le Albe lo replicarono per diversi anni.
Inoltre qualche anno fa, lo spettacolo fu portato in Senegal come Ubu buur




Ideazione, immagini e regia: Alessandro Renda
Montaggio: Giovanni Belvisi e Alessandro Renda

Nel 2003 decise di ritornare nella sua terra d'origine e fondò il Takku Ligey Theatre. Le prime due parole in lingua wolof significano "Darsi da fare assieme" (preso da qui)
Così come Pablo Picasso portò la raffigurazione delle maschere africane nei suoi dipinti così la terra africana si poteva sentire in diversi spettacoli per esempio dirigendo questo spettacolo presentato anche al Ravenna festival 3 anni fa.




Ieri era l'ultimo giorno a Ravenna del Festival delle Culture.
Mandiaye è morto nel suo villaggio d'origine Diol Kadd
Quando muoiono persone così (io non lo conoscevo bene, a tratti ho parlato con lui) si può solo semplicemente dire grazie soprattutto per averci ricordato la nostra origine ancora più arcaica, il nostro antico canto.




P.S.: Il suo spettacolo da lui diretto Opera Lamb sarà messo in scena il 23 giugno a Ravenna alle Artificerie Almagià (zona Darsena) in occasione del Ravenna festival.
Più informazioni le potrete trovare qui.


giovedì 21 novembre 2013

I magnifici Quindici (terza e ultima parte)

L'amico blogger Daniele Riva in uno dei suoi blog realizza un post sulle mie analisi dei Quindici in una sorta di maidelenette di Proust.
E' stata una sorpresa per me e infatti l'ho ringraziato.
Inoltre mi piace quando c'è questo senso di comunione tra i blogger, davvero come fosse una catena.
Quindi ho deciso di realizzare adesso la terza e ultima parte.

Qui la prima parte
Qui la seconda parte



Premessa: come si è riscontrato, nelle varie edizioni i nomi di alcuni volumi possono cambiare e persino gli argomenti così come lo stesso volume può avere una numerazione diversa nelle altre edizioni. L'edizione rappresentata qui sopra è quella che ho io (immagine trovata su Google) e perciò è su questa edizione che io mi baso.


E iniziamo subito dall'undicesimo volume, Feste e costumi
Come dicevo per quanto riguardava il decimo volume Noi e il mondo, uno dei meriti per me di questa enciclopedia è di avermi fatto conoscere le altre culture, i punti di differenza e quelli di contatto.
Le feste rappresentano un punto di comunione per quel popolo e ciò che sembra strano a noi, a loro possono sembrare strane le nostre.
L'importante è che poi non ci sia alcuna "voce" di sottofondo che mi dica cosa devo pensare.
Più che altro mi si dice "Se tu vivessi qui, festeggeresti questo..."
Quindi io sarei potuta nascere in un altro luogo?
Quello che mi rende appartenente a questa cultura è perché io sono nata qui?
(Piccolo aneddoto: viene raccontato che il tipico Santa Claus con la barba bianca e il giubbotto rosso è quello degli Stati Uniti. E per me era strano perché quello era il tipico Babbo Natale che vedevo io nelle raffigurazioni. Allora il concetto di importazione non mi era ancora arrivato (ero davvero piccola) così mi chiesi se vivevo negli Stati Uniti.)
A vedere questo volume così festoso, letteralmente, un adulto potrebbe contestare che un mondo così è assolutamente naif, privo di realtà oggettiva.
Eppure quell'innocenza è parte del bambino così come il senso della paura. Ricordo che nel volume degli animali in estinzione si cominciava parlando degli animali già estinti e si parlava di loro attraverso delle storie come di un bambino che chiede a una persona adulta.
Anche se appartiene a un'altra cultura, un bambino che legge non sente la differenza. Magari è incuriosito perché quell'animale non l'ha mai visto prima però è facile che si identifichi con lui.
Così come quando nel decimo volume, all'inizio dei bambini di diverse culture chiedevano ai loro parenti come era nato il mondo.
Inoltre spesso da quelle pagine non è che si possono trarre delle informazioni vere e proprie ovvero di dati. A volte viene dato il senso di quella festa, da dove prende il nome


immagine presa dal blog dei Topipittori
(cliccate sopra per vedere meglio)


martedì 3 settembre 2013

La Donna Cervo


Dimmi Donna, 
perché vuoi adornare il tuo bel capo con corna appuntite di cervo?




Estate di Catrin Arno


Mi chiedi il perché?

domenica 28 luglio 2013

Gli amanti farfalla

Del fatto che la farfalla possa rappresentare l'anima ne avevo già parlato qui (Psiche in greco vuol dire sia anima sia farfalla).
Ora vi voglio raccontare di una leggenda cinese ambientata a Ningbo che parla di due amanti sfortunati come Romeo e Giulietta ovvero Zhu Yingtai, giovane fanciulla, e Liang Shanbo.
Se poi ci mettiamo che Zhu Yingtai si traveste da ragazzo per studiare, dopo aver convinto suo padre, e che Liang Shanbo capisce solo più tardi la vera identità della ragazza, beh oltre a "Romeo e Giulietta" mi sa che abbiamo anche un po' di "Come vi piace".
Comunque dopo aver scoperto che Zhu Yingtai è una fanciulla e che dovrà andare in sposa ad un altro, la salute di Liang Shanbo ne risente tanto da morire.
Così Zhu Yingtai decide di andare alla sua tomba chiedendo di unirsi a lui.
Alla fine si vedono due farfalle uscire dalla tomba, libere di volare insieme.




autore non trovato

domenica 7 luglio 2013

La festa del Tanabata

Certe leggende di altri nazioni sono davvero particolari e una di queste è il Tanabata, festeggiata il 7° giorno del 7° mese (in certi posti si festeggia ad agosto)



Tanabata di Bertha Lum

Che cosa racconta questa leggenda di origine cinese?

Anticamente sulle sponde del Fiume Celeste (Via Lattea) viveva il sovrano di tutti gli dei e imperatore del cielo, Tentei, la cui figlia Orihime (Vega) passava le giornate a tessere e cucire stoffe e vestiti regali per le divinità.
Lavorava talmente tanto che non aveva neppure il tempo di pensare a se stessa e ai propri interessi. Giunta all'età adulta però, il padre mosso da pietà, poiché alla figlia non era mai stato concesso altro che lavorare il fuso, le scelse un marito: era un giovane mandriano, di nome Hikoboshi (Altair), anch'egli un gran lavoratore, la cui attività consisteva nel far pascolare buoi attraverso le sponde del Fiume Celeste.
Per i due giovani fu amore a prima vista. Essi si innamorarono follemente l’uno dell’altra ed erano talmente felici che, presi dall’amore e dalla passione, trascorrevano ogni giornata insieme, dimenticandosi di tutto il resto, anche dei loro doveri. Di conseguenza, Orihime non tesseva più la sua tela, lasciando gli dei senza abiti, e i buoi di Hikoboshi vagavano senza controllo per tutto il cielo. Questo scatenò la rabbia di Tentei, che non poteva tollerare questa situazione e, per porvi rimedio, fu costretto a punire severamente i due sposi. Orihime e Hikoboshi furono separati ai due lati del Fiume Celeste e costretti a tornare ai loro doveri.
La principessa era disperata, non poteva vivere senza il suo amato e continuava piangere ininterrottamente. Tentei, commosso dalle lacrime della figlia, consentì allora che i due si potessero incontrare, ma solamente una volta l’anno, il settimo giorno del settimo mese. Da allora, uno stormo di gazze giunge ogni anno, ed esse creano un ponte con le loro ali, cosicché Orihime possa attraversare il Fiume Celeste e riabbracciare il suo tanto amato Hikoboshi.
fonte: Wikipedia

venerdì 3 maggio 2013

Aspettando domani (assieme a Marija Gimbutas)

Domani parte la mia mostra dedicata al femminile.
L'influenza non mi è ancora sparita, ma se crede che domani me ne resterò a casa, allora non ha capito con chi abbia a che fare.
Ebbene più volte ho citato Clarissa Pinkola Estés e il suo Donne che corrono coi lupi, ma questa volta voglio parlarvi di un'altra donna ovvero l'archeologa lituana Marija Gimbutas, autrice soprattutto de Il linguaggio della Dea, un libro che ho letto qualche anno fa e che consiglio alla stragrande a tutti voi, femminucce e maschietti.




mercoledì 17 aprile 2013

Fioriscono i ciliegi e il cuore si espande

Vedo i ciliegi fiorire e sento che il mio cuore si sta per espandere.
Penso al Giappone, a tutti quei giardini colmi di fiori rosa, quelli che ho visto tante volte negli anime e provo col pensiero di vederli qua tutti assieme.
Tutti i ciliegi del mondo che fioriscono per poi assistere alla caduta dei petali e li vedo danzare.
E' una danza lieve che non fa pensare ad una morte tragica.
Anzi forse sì, forse è la tragedia della bellezza: così fugace, così effimera.
Il vento può spazzare i rami in un attimo, la tempesta può spezzare i rami eppure è come se li vedi ondeggiare.




Il Monte Fuji attraverso i ciliegi in fiori di Katsushika Hokusai

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