Da diverse settimane, Cannibal Kid di Pensieri cannibali e Mr. James Ford di White Russian chiedono nella loro rubrica delle uscite cinematografiche della settimana la collaborazione di altri blogger per rinverdire la loro rivalità e questa volta è toccato a me!
Sarò in grado di non patteggiare troppo per l'uno o per l'altro e di essere all'altezza del compito?
Flatliners – Linea mortale
Quindi stavolta tocca a me.
Sì.
D'accordo ma tu chi sei? Cannibal o Ford?
Alma: E cominciamo subito con una botta di vita, con i protagonisti che vogliono ritornare dalla morte. Perché? Rimanere vivi dopo la visione di alcuni film non è più valido? Dite che vedere questo film equivale a ritornare dalla morte? Forse Cannibal è più disposto a rischiare visto che ci sono Ellen Page e Nina Dobrev, ma ricorda: i benefici iniziali li dovrai pagare poi con gli interessi.
Cannibal Kid: Alma va subito a segno e dimostra di conoscermi bene. Guarderò questo film principalmente per Ellen Page e soprattutto per Nina Dobrev, ma non solo. Sono anche incuriosito dal confronto tra questo sequel/reboot e il film originale, un semi-cult anni '90, e in quanto semi-cult anni '90 probabilmente detestato da Ford che in quel periodo ha subito ingenti traumi. Peccato solo che, oltre al film nuovo, devo ancora recuperare quello vecchio e il tempo stringe!
Ford: non ho mai amato particolarmente il sopravvalutato originale anni novanta - il decennio cult di Cannibal del resto è il più sopravvalutato del Novecento - e questo remake pare riuscire nell'impresa di essere di gran lunga peggiore. Passo volentieri la palla al mio antagonista, mentre consiglio Alma di evitarlo come la peste.
Sabato 18 novembre
La campanella suona per i ventiquattro allievi del TAM (Teatro Accademia Marescotti) e in questa giornata si è finito di vedere i monologhi di coloro che erano rimasti fuori la settimana scorsa.
Si chiede la presenza di un'altra persona, una comparsa, ma quando due persone sono in scena, anche se una ha un ruolo minore rispetto ad un altro, non esistono ruoli da sottovalutare.
A differenza del cinema, dove vengono usati molto spesso comparse per fare passanti, nel teatro tutti coloro che sono in scena hanno il loro ruolo, la loro storia. In quel preciso momento, chi è in scena, anche una comparsa, è un protagonista.
Inoltre, diversamente da un personaggio principale, chi ha poche scene, in special modo se ne ha una, ha poche chance di arrivare agli spettatori e se le sbaglia non può recuperare. Così si può anche voler portare a dimostrare a tutti i costi la propria bravura, ma questo porta ad esagerare.
Quindi anche una comparsa non deve essere sottovalutata così come chi ha un ruolo minore.
Non ci si deve sentire più o meno importanti dal quantitativo di battute che si ha. Non si recita con gli altri per competere, per dimostrare così il proprio valore.
Ebbene sì: 101 bacheche.
No, non ho intenzione di stracciare nessun record.
Diciamo che se c'è qualcosa che mi interessa, mi chiedo: "Perché no?" e il più delle volte la risposta è "Perché sì."
Pronti a partire?
Ma prima, ecco gli altri post.
Non è necessario che li vediate tutti adesso.
Sulla luna avevo già realizzato questa bacheca dove ci sono immagini, (dipinti e foto), indicazioni astrologiche e informazioni scientifiche su questo satellite argentato.
Alcune delle immagini ritraevano le dee (alcune anche di altre culture) e così ho pensato di realizzare una bacheca dove le tre dee erano assieme.
Proprio per non favorirne nessuna (ogni fase ha la sua importanza), ho inserito un'immagine che racchiudesse le tre dee e quindi un pensiero alla Fanciulla (Artemide), alla Madre (Selene) e alla Crona (Ecate).
Romeo e Giulietta. Forse, spettacolo ispirato da William Shakespeare, riscritto da Davide Allevi e diretto da Christian Amadori
Con questa opera scespiriana, dopo Audizioni per Molto rumore per nulla e P.d.P (acronimo per Pene d'amor perdute), si è concluso il 30 maggio Il Circolo degli Attori
Come rendere appetibile una storia, una tragedia che la stragrande maggioranza conosce, anche se forse non l'ha mai vista?
Magari alcuni dettagli non si sapranno per esempio che Paride, il promesso sposo di Giulietta, viene ucciso da Romeo davanti alla cripta dei Capuleti, però comunque si conosce la sostanza.
Poi sull'amore di Romeo e Giulietta si potranno avere opinioni discordanti.
Di certo è qualcosa che tocca.
Nel titolo del nostro spettacolo c'è quel Forse.
Che cosa vorrà dire?
Si fa o non si fa Romeo e Giulietta?
Certo che si fa ma l'abbiamo tradita.
Tradita, per modo di dire.
Anzi, non tanto tradita.
Quando si pensa a Romeo e Giulietta, vengono in mente i due giovani amanti (prossima ai quattordici anni lei e poco più grande, forse sedici anni, lui)
di Frank Dicksee, 1884
Ma il fatto è che qui Romeo e Giulietta sono due adulti.
Questo cambiamento di età comporta anche un cambiamento tra le relazioni dei personaggi.
Già in passato si era realizzato un film dove i due protagonisti erano chiaramente degli adulti ovvero Giulietta e Romeo del 1936 diretto da George Cukor.
Ecco lo spezzone di dove si incontrano
I due protagonisti sono interpretati da Leslie Howard (noto soprattutto per aver interpretato Ashley Wilkes in Via col vento) e Norma Shearer. Rispettivamente avevano, al momento in cui il film è uscito, 43 e 34 anni. Si vede troppo che non sono giovani e anche se avessero voluto fare una versione in cui Romeo e Giulietta erano più grandi, non potevano recitare come fossero due ragazzi adolescenti.
Chi è adulto si affaccia a un nuovo amore con intenzioni diverse rispetto a un fanciullo.
Un adulto può anche "incretinirsi" (in senso affettuoso) per l'amore ma rimane comunque un adulto.
Un altro importante cambiamento è il fatto che la storia sia ambientata durante gli anni '70, questo anche un po' per tenere conto del linguaggio arcaico, anche se molte frasi sono state ridotte, cambiate mantenendo però lo spirito.
Il testo è stato riscritto da Davide Allevi portando le modifiche necessarie, cercando di mantenere il linguaggio arcaico ma non troppo.
Lo spettacolo sarebbe stato diretto da lui ma poi ha accettato un lavoro in Spagna quindi è arrivato Christian Amadori. Non si è trattato di un addio questo, ma di un arrivederci.
Prima delle prove, Christian Amadori ci ha spiegato il linguaggio di Shakespeare. Non ci sono sottotesti, ciò che viene detto è quello che si vuol dire. E' come avere il petto aperto, lo stomaco aperto. Tutto viene fatto risuonare, anche con brutalità.
Avere a che fare con il teatro scespiriano è impastarsi le mani direttamente con le debolezze umane (e così le forze), anche quando si tratta di commedie.
Inoltre le opere scespiriane sono visive. C'è un pensiero dopo un altro. Anzi, c'è un'immagine dopo un'altra nelle frasi di Shakespeare.
Vi racconterò lo spettacolo grazie alle foto realizzate da Chiara Roncuzzi e Deda Fiorini, rispettivamente insegnante e direttrice operativa del Circolo.
Le foto si distinguono perché quelle di Deda Fiorini hanno a destra la data e l'orario.
Molte sono state fatte durante l'ultima prova.
Inoltre ci saranno anche le musiche e le canzoni usate per lo spettacolo.
Ascoltatele, soprattutto se non le conoscete, perché sono un aiuto in più per godersi lo spettacolo.
Il 9 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Cesenatico c'è stato lo spettacolo finale del laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti, organizzato da Il Circolo degli Attori di Ravenna.
Volevo aspettare prima di realizzare questo post.
Volevo avere anche le foto dei miei compagni così da fare un post unico, ma poi ho pensato che sarebbe venuto troppo lungo.
Quindi, in attesa di quelle foto, finalmente posso svelarvi il mio monologo.
Si tratta di Era un ragazzo di Blanche da Un tram che si chiama desiderio. scritto da Tennessee Williams nel 1947.
Ecco il testo che avevo preso in considerazione, trovato qui.
Quando avevo 16 anni, mi innamorai di un ragazzo. Ma così di colpo, e in un modo così pieno, totale! E' come se all'improvviso tu accendi un faro nella penombra, così si trasformò il mondo per me! Ma ero sfortunata. Fu un inganno. Lui aveva qualcosa di diverso, una sensibilità, una mollezza, delicatezza, che non era da uomo, ... Lui cercò aiuto da me. Ma io non sapevo...Io non capii niente ... Sapevo solo di volergli un bene immenso. . . Poi, poco dopo il matrimonio, scoprii tutto. Nel modo più tremendo. Entrando in una stanza che credevo vuota... c'erano due persone a letto... il ragazzo che avevo sposato e un uomo più anziano che da anni era il suo amico... il suo amante. Dopo di che, facemmo finta di niente. Tutti e tre, quella sera stessa, andammo fuori a divertirci, a ballare, e per tutta la sera giù a ridere, a bere, a ballare, a ballare. Ballammo, ballammo tanto! Poi ad un certo punto, nel mezzo del ballo, senza potermi frenare, mi era scappa o detto "ho visto, ho visto tutto... mi fai schifo!". Allora il giovane che avevo sposato si staccò da me e scappò via. Qualche momento dopo, uno sparo! Corsi fuori, tutti corsero fuori, gridavano "Alan! Alan! Il giovane Grey!"… S'era infilato la rivoltella in bocca, e sparato, tanto che il cranio gli era schizzato via.!... E allora il faro che s'era acceso sul mondo, si spense di nuovo e mai più per un solo istante da allora, ha brillato...
Mancano due fine settimana in cui ci si incontra, poco più di un mese.
Si entra sempre di più nel vivo del saggio finale, esplorando le diverse possibilità, mostrando le scene e capendo che cosa non funziona.
La tensione c'è, ma contemporaneamente ci si diverte come se stessimo giocando.
Questo non vuol dire che non prendiamo sul serio quello che faremo sul palco. Anzi, tutt'altro.
Lo prendiamo tanto sul serio che ci divertiamo.
Può sembrare un controsenso, un paradosso? Può darsi, ma vedete non bisogna pensare che il divertimento sia qualcosa di fine a se stesso, almeno non qui.
Siamo giunti al quarto weekend, a metà del percorso.
Si avvicina sempre di più la data dello spettacolo finale e quindi ci è stato chiesto di pensare a cosa portare, di cercare autonomamente.
Essendo da sola e avendo difficoltà nell'incontrare gli altri ragazzi se non durante il corso (alcuni vengono da fuori Ravenna), ho pensato ad un monologo.
Ho chiesto aiuto a Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante del Circolo degli Attori, e mi ha saputo consigliare un monologo che alla fine porterò nello spettacolo. Per questo non vi rivelo di che si tratta perché vorrei parlarvene dopo che è stato fatto lo spettacolo.
Nello spettacolo non reciteremo tutti assieme, Ci saranno scene a due, a tre, anche a quattro forse e monologhi. Avremo pochi minuti a disposizione, ma questo non vuol dire che non siamo partecipi.
E' come una squadra di calcio. Ogni giocatore tocca la palla per pochi minuti oppure no ma questo non vuol dire che non si è giocato (in inglese e in altre lingue la parola che indica giocare e recitare è la stessa)
Sabato 4 si inizia con un'ora di riscaldamento tenuta da Cristiano Caldironi (ricordo che questo laboratorio è organizzato proprio da Il Circolo degli Attori) dove noi, per tutta la stanza, camminavamo tenendo ben in mente che non ci dovevano essere spazi vuoti. Questo per noi rappresentava il sottotesto, qualcosa da tenere in mente anche durante le diverse microazioni.
Infatti ad un battito di mani, ci era chiesto di avere un'emozione, prima la risata, poi la rabbia, poi la tristezza, l'amore.
I film d'animazione sono tra i miei preferiti e già all'inizio di quest'anno ho scritto questo elogio.
Qualche giorno fa ho visto questo cortometraggio realizzato da Lou Hamou-Lhadj e da Andrew Coats, due animatori che nella loro carriera hanno lavorato anche per la Pixar e qui hanno per un'altra casa produttrice, la Quorum Films LLC come si può leggere alla fine dei titoli di testa e dal sito del cortometraggio.
(il video era disponibile per un tempo limitato e infatti ora non lo è più)
In questo video spiegano come abbiano voluto portare temi adulti anche nell'animazione.
Sinceramente, non ho mai avuto dubbi su questo.
Non penso che i film d'animazione siano roba solo per bambini anche quando sono diretti a loro oppure un film come Fantasia che per me è un autentico capolavoro assoluto, amato sin da bambina, uno dei miei film preferiti in assoluto e non solo per quanto riguarda quelli di animazione.
Di lui e della sua arte ve ne ho parlato altre volte sul mio blog (vedi qui. qui e qui).
Chi è Clizia?
(da Wikipedia) Clizia è una ninfa della mitologia greca. Ripudiata dall'amato, il Sole, viene raffigurata nelle vesti di una fanciulla piangente oppure mentre si compie la sua trasformazione in girasole anzi per la precisione in Eliotropio tipo di pianta conosciuta ai tempi dei Greci.
Clizia è una delle giovani amate dal Sole. Il dio però si innamora di Leucotoe, figlia del re Orcamo, e, assunte le sembianze della madre della ragazza, si introduce nella sua stanza e la seduce. Ingelosita e offesa, Clizia riferisce l'accaduto al padre di Leucotoe, che, in preda all'ira, ordina di seppellire la figlia viva in una buca profonda. Disperato, Apollo cosparge il luogo della sepoltura di un nettare profumato; dalla terra inumidita nascerà la pianta dell'incenso. Clizia, ripudiata da Apollo, passa i giorni a seguire con lo sguardo il percorso del carro del Sole, finché, consumata dal dolore, si trasforma in girasole, il fiore sempre rivolto verso il Sole.
Proprio tre anni fa scrissi un post intitolato Miei pensieri sul fantasy. Anzi all'inizio, al posto di "pensieri" c'era "riflessioni" ma alla fine cambiai perché poi quello che c'era scritto rappresentava una mia esternazione, condivisibile o no, ma che poi mi resi conto che nella parola "fantasy" ci sono tanti di quei sottogeneri che magari uno non ci pensa neanche (come io del resto qualche anno fa).
Da tempo, da quando vidi per la prima volta il film animato L'ultimo unicorno, desideravo leggere il romanzo omonimo di Peter S. Beagle dal quale è tratto il film.
Purtroppo un altro grande se ne è andato, l'attore inglese Alan Rickman.
Da meno di un'ora infatti è stata data la notizia che è morto a 69 anni dopo un cancro.
Senz'altro lui è conosciuto per il suo ruolo di Severus Piton, l'insegnante di Pozioni di Harry Potter.
Il suo personaggio è uno di quelli che mi è piaciuto ed è impossibile immaginarsi un Severus Piton (o Severus Snape come è segnato nell'originale) diverso da Alan Rickman.
Inoltre anche il fatto che per tutto questo non si capiva bene lui da che parte fosse e poi con l'ultimo film, coi suoi ricordi si capisce tutto l'inganno celato dietro di lui, il suo dover nascondere i suoi veri sentimenti e agire come un traditore.
"Sempre" è una parola che in questo caso si ricollega a lui.
Qualche giorno fa era il suo compleanno e vedevo su FB una gif che condensava tutte le sue trasformazioni. Ogni tanto ci cliccavo sopra per fermarla e vedere quel volto, ma era difficile vedere tutti i volti.
In più un disegno vedeva lui, nato l'8 gennaio del 1947, e Stephen Hawking, nato l'8 gennaio del 1942, festeggiare assieme il compleanno. Pensai subito a come queste due persone nate lo stesso giorno e a qualche anno di differenza, hanno guardato allo spazio seppure in maniera diversa.
Non avrò vissuto il periodo del Glam Rock, non avrò vissuto lui come Ziggy Stardust o altro.
Di certo l'ho vissuto più come Jareth, il re dei Goblin in Labyrinth però anche se magari non ricordo tutte le sue trasformazioni, tutta la sua carriera che l'ha portato sempre nell'altrove (dal teatro al mimo, dalla musica rock a quella sperimentale passando per i film), la sua immagine, la sua androgina figura, è diventata un'icona ricordata anche poi dal film Velvet Goldmine di Todd Haynes.
Sentendo stamattina della sua morte, beh credo abbiamo sperato tutti che si fosse trattato di una stupida bufala.
Inoltre altri miti della musica se ne sono andati, persone delle quali onestamente non ne sapevo niente e il mio "ricordo" della loro morte sarebbe stato pressoché inutile.
Ormai quando si è adulti e si è in qualche maniera consapevoli dei giochi che ci sono sotto, si vorrebbe fare in modo che questo famoso spirito natalizio duri il più possibile nei bambini (anche se sentendo tutte quelle polemiche delle recite natalizie nelle scuole, la vedo brutta. Comunque questa è un'altra faccenda e finisco dicendo di lasciare ai bambini la scelta di cosa desiderano fare).
Magari poi si ostenta una facciata cinica, ma può capitare che alla fine ci sia un solo desiderio: ritornare ad essere bambini, ritornare a quando la vita sembrava essere più semplice.
In questo blog ho parlato diverse volte del bambino interiore (recentemente in questo post) ed io spero tanto che riusciate a connettervi con il vostro.
In questi giorni mi sto interessando molto alla faccenda di Silvia Calderoni, attrice teatrale dei Motus e la sua "diaspora rabbiosa" (come si legge in questa intervista all'attrice) contro il Premio Eleonora Duse Social.
Che cos'è il Premio Eleonora Duse Social? Come dice la parola stessa "social", la vincitrice viene scelta tramite i social network tra le tre attrici che sono state scelte tramite una giuria ovvero Candida Nieri, Monica Piseddu e Silvia Calderoni.
Da subito, Silvia ha espresso la sua volontà di essere tolta da questa terna perché (parole sue) Chiedo pubblicamente di essere tolta da questo meccanismo. Trovo imbarazzante essere esposta nuovamente a una pseudo votazione "dal basso". Il teatro non va votato, non va premiato, il teatro va vissuto, va visto, va programmato. Io dico BASTA. Voglio stare fuori da questi giochetti. E quei 5000 euro che ci sono come premio, usateli per produrre teatro, non produrre dinamiche orribili e piccoli abusi di potere. BASTA.
La sua scelta di non far parte, soprattutto a una premiazione che non valuta il merito (infatti non compaiono motivazioni per la scelta di quei tre nomi) ma solo il nome, non mi stupisce più di tanto.
Silvia Calderoni si è sempre distinta per scelte azzardate, di confine.
Questa è l'intervista che le è stata fatta cinque anni fa, dopo che è stata premiata ai Premi Ubu come Miglior Attrice Under 30
C'era una volta una bambina che chiese a suo padre se Babbo Natale e il Coniglio Pasquale fossero amici.
Il padre si chiama William Joyce e da quella semplice domanda di sua figlia Mary Katherine vennero creati I Guardiani dell'Infanzia (da Guardians of the Childhood).
Da quel libro fu trasposto il film di cui andrò a parlare ovvero Le 5 leggende (The Rise of the Guardians in originale), un film d'animazione della Dreamworks diretto da Peter Ramsey.
Uscito a fine 2012, la sua realizzazione viene molto prima di Avengers eppure se qualcuno lo vede adesso per la prima volta, non può fare a meno di pensare a quel film.
E ci sta anche perché guardi alcune scene con combattimenti, effetti speciali di questo film e ti sembra di vedere un film di supereroi
L'errore grave sarebbe pensare che questo film sia una copia dei film di supereroi, pensare che è stato realizzato appositamente per poter attrarre sempre più gente solo per una questione di marketing.
Qualche settimana fa mi capitò di vedere nella mia bacheca di Facebook il finale di una puntata di Doctor Who con Vincent Van Gogh che visitava una mostra di suoi dipinti.
Credo che chi è appassionato della serie, sappia cosa io stia intendendo. Per tutti gli altri ecco la scena.
I film sulle fiabe aumentano sempre di più e ora non basta più fare un film reinventando una sola fiaba.
Ne possiamo combinare quante ne vogliamo anche di origine diversa.
Insomma, delle fanfiction (Dopotutto 50 sfumature di grigio deriva da una fanfiction di Twilight)
Ed è così per il film che deve ancora arrivare ovvero Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio, prequel de Biancaneve e il Cacciatore.
In pratica qui abbiamo la regina di ghiaccio (o delle nevi) sorella della matrigna di Biancaneve, la fiaba di Hans Christian Andersen assieme a quella dei Grimm.
Capite ora perché la sto chiamando fanfiction?
Oggi chattavo su Facebook con Marco Goi del blog Pensieri Cannibali sul film che avevo visto ieri sera ovvero Into the Woods (lui realizzò questa recensione quando il film è uscito).
Ed ecco cosa gli ho scritto (ATTENZIONE: Pericolo Spoiler)
Si capisce dal poster che prenderò pieno possesso del film?
Allora innanzitutto ero incuriosita da questa trasposizione non solo perché viene da un musical ma soprattutto perché da quel che ho letto è ispirato a un saggio sulle fiabe che viene considerato un must ovvero Il mondo incantato di Bruno Bettelheim.