mercoledì 30 dicembre 2015

Augurio per il 2016

Molte, tantissime volte ho inserito i video di Letizia Telesforo (alias Letizia1989 su Youtube) qui nel mio blog perché meritano ampiamente.
Scherzosamente io la chiamo Coreografa, ma neanche tanto per scherzo. Il fatto è che i suoi video non sembrano essere dei patchwork di immagini insieme all'audio. Anzi, immagini e audio sembrano danzare assieme in armonia.
Non contenta, le ho fatto anche un'intervista.
Ed ora desidero chiudere quest'anno con il suo ultimo video




La protagonista del video è la Pace, rappresentata qui nella ragazza che danza. Il suo nastro color arcobaleno è il filo conduttore che unirà ogni popolo ed ogni nazione, in un unico abbraccio.
(dalle informazioni del video)



Sebbene si pensa sempre di più a questo Pianeta che muore, alla povertà, alle guerre (ovviamente tutte questioni importanti) non bisogna però dimenticare quanto ancora di vivo ci sia, quanto la vita si rigenera ogni volta, quanto in questo singolo Pianeta, in questa sfera azzurra che spazia nell'immensità del cosmo, tutto sia ancora così vibrante.

Nonostante tutto.
Le diversità che vediamo rappresentano la sua ricchezza.
Diversi sono i nostri cammini di vita, gli ambienti che vediamo e dove cresciamo eppure c'è sempre l'iniziale trasporto verso la vita, verso gli altri e verso di noi.
Magari se vedessimo la Terra dallo Spazio, potremmo riuscire a percepire l'abbraccio 




Mokuren da Proteggi la mia terra





di Melina del Mar



Eppure dovrebbe già bastare la natura che si rende visibile a noi per sentire quest'abbraccio universale.




L'amoroso abbraccio dell'universo di Frida Kahlo



Sentire la vita come qualcosa di palpabile, non solo come un'entità astratta.
Ed è con questo enorme abbraccio che desidero lasciarvi in questo 2015 aldilà dell'anno che avete vissuto.
Un abbraccio a voi lettori e non solo, che questo 2016 si apra con un abbraccio e un invito ad abbracciare la vostra persona, le vostre luci e ombre.

martedì 29 dicembre 2015

Intervista ad Anna Agati e Alessandro Lonzi





Gli artisti davanti agli stendardi realizzati 
per la Prima Festa Medievale alla Rocca Brancaleone
foto di Giuseppe Lonzi




E dopo aver scritto un resoconto sulla presentazione di un loro murales (leggi qui), questa volta mi è venuto in mente di far loro un'intervista doppia sulla loro arte, su ciò che hanno realizzato quest'anno e su cosa si aspettano dall'anno prossimo.
Eccola qua.




Questo senz'altro è stato un anno ricco di novità per voi. Ma ditemi in cosa è consistito soprattutto per tutti coloro che vi leggono e non vi conoscono.



Anna Agati: Quest'anno è stato ricco di novità in ambito artistico: il mio stile si è evoluto attraverso nuove tecniche, ho scoperto il mondo dell'incisione su pietra che si è sviluppato poi nelle creazioni di gioielli e nella creazione di oggetti in vetro o pietra incisi. Inoltre ho sviluppato uno stile più istintivo a tratti grafico e a tratti fumettistico e sto ampliando il concetto di abito inteso come opera d'arte.
(nota mia: già l'anno passato si erano occupati della connessione tra abito e moda realizzando vestiti per il Ravennopoli in occasione della Candidatura per Ravenna Capitale Europea della Cultura. Qui il progetto dell'abito realizzato da Anna Agati)

Alessandro Lonzi: Il 2015 ha visto per me e Anna il rafforzamento del nostro rapporto lavorativo artistico e ci ha portato a nuove opportunità e nuove sfide. Ci siamo cimentati nella realizzazione di periatti, arredi e scenografie teatrali per Eugenio Sideri e la sua interpretazione de "Il Malato Immaginario" andato in scena al Teatro Rasi a Febbraio e con "I Mattoni del Teatro" per il loro "Il Sangue dei Vinti - Riccardo III". 



"Il Moro" per il Malato Immaginario

giovedì 24 dicembre 2015

Riscoprire il Natale quando si è adulti

E alla fine domani è Natale.
Oltre ad aver preparato i regali e sapere (o no) cosa si mangerà domani a pranzo, ditemi: la sentite l'atmosfera natalizia?
No, non sto parlando dei regali, ma di tutto ciò che lo precede, l'attesa, la meraviglia...



dal film Le 5 leggende


Ormai quando si è adulti e si è in qualche maniera consapevoli dei giochi che ci sono sotto, si vorrebbe fare in modo che questo famoso spirito natalizio duri il più possibile nei bambini (anche se sentendo tutte quelle polemiche delle recite natalizie nelle scuole, la vedo brutta. Comunque questa è un'altra faccenda e finisco dicendo di lasciare ai bambini la scelta di cosa desiderano fare).
Magari poi si ostenta una facciata cinica, ma può capitare che alla fine ci sia un solo desiderio: ritornare ad essere bambini, ritornare a quando la vita sembrava essere più semplice.
In questo blog ho parlato diverse volte del bambino interiore (recentemente in questo post) ed io spero tanto che riusciate a connettervi con il vostro.


martedì 22 dicembre 2015

Murales di Anna Agati e Alessandro Lonzi al Quake di Ravenna

Qualche giorno fa sono stata invitata in veste di blogger alla presentazione di un murales a un Centro Giovani, il Quake.
In pratica, i due artisti ovvero Anna Agati e Alessandro Lonzi esporranno i murales fatti ai giovani che frequentano questo centro dove peraltro ospita e ha ospitato diverse realtà ravennati.
Per esempio, l'Arcigay "Frida Byron" ha qui la sua base e qualche anno fa ho partecipato come pittrice al suo primo compleanno.
Ma ritorniamo a noi.
Questi due artisti, oltre a dipingere e organizzare eventi, sono attivi dal 2013 come muralisti partecipando anche a festival e bandi come è successo qualche mese fa.



i due artisti con alle spalle un lavoro di Anna Agati


E gli spettatori sono proprio i giovani che quotidianamente frequentano questo centro, giovani dei dintorni, di diverse età, di diverse religioni e anche provenienza, loro e/o le loro famiglie.
Insieme.
E della diversità, della correlazione tra più popoli e culture sono ciò che accomuna questi due artisti al Centro.

Ma andiamo alle foto...

Dimmi piccolo pettirosso




Dimmi piccolo pettirosso, hai preso tu il sole?
E' per questo che sei così ardimentoso e combattivo?
A vedere il tuo aspetto non si direbbe eppure ho sentito di te che hai la potenza di un guerriero.
Quasi un guerriero del sole.
Ma non è solo questo il tuo ruolo.
Sei fugace come un lampo e ci si ricorda di questa chiazza rossa.
E' il Solstizio,
Presto sarà Natale.
E tu porti il sole con te assieme a tutti gli altri pettirossi.
E' per questo che sei un animale solitario?
Se vi riuniste tutti in un solo luogo sarebbe come ricreare il Sole.
Ho sentito leggende su di te, della tua morte.
Anche questo è uno dei tuoi compiti?
Di inscenare ogni anno la tua morte per far sì che ci sia il nuovo anno?
Qualunque siano i tuoi compiti, ciò che devi fare,
ti ringrazio,
perché la tua visione mi fa gioire l'anima.
Sei come un compagno fedele 
che ad ogni inverno si ripresenta.




by Val Corbett



di Ross Hoddinott



by Roy Jackson




Le foto provengono da Pinterest

P.S.: Sulla leggenda inglese (una filastrocca) vi invito a riscoprirla qui e qui sul blog Le figure dei libri 

sabato 19 dicembre 2015

Tenere un blog

All'improvviso noto che nel blog "Farfalle eterne" tutto d'un botto se ne sono andati 7 lettori (piccola nota: un lettore ha subito commentato dicendo che questo calo dei folowers è un problema tecnico comune ad altri blogger. Questo mi rincuora un po')
Dopo un attimo penso "Ma poi di tutti questi che sono segnati come followers, quanti ti scrivono? Quanti commentano? Anche una sola volta?" 
Io ringrazio enormemente chi commenta e amo lasciare a ognuno di loro un messaggio di ringraziamento.
Però a volte mi chiedo se alla fine tutto questo dipende da me poiché anche le visualizzazioni sono crollate.
Perché dico questo? Ci sono molti che parlano del mio blog come se fosse sconclusionato, senza un vero e proprio fil rouge.
Insomma, ci sono i blog di cucina, i blog di cinema, i blog di letteratura, i blog esoterici, i blog di moda ecc... e poi c'è il mio.
Il mio blog non ha un'accezione specifica.
Si potrebbe quasi dire che sia un blog d'arte, ma non c'è solo quello.
Il fatto è che, come può dirlo chi mi conosce, io ho molteplici interessi e davvero non saprei proprio quale scegliere per dare un'impronta al mio blog.
Inoltre ho fatto anche alcune iniziative per promuovere il mio blog e Aulonia, ma non è che ho ricevuto un forte riscontro. E' vero che sono stati condivisi, e a loro ovviamente va il mio ringraziamento, però alla fine... Ricordavo e ricordavo sempre qui e su Facebook tanto che mi sembrava di spammare. Qualcuno dirà magari che non era il periodo giusto. Vai a vedere altri blog e vedi che invece le condivisioni, i commenti fioccano tanto da rendere difficile la scelta finale. 
Poi, ci sono diversi che hanno una scaletta, che sono metodici. Davvero, questo non fa per me. Almeno per ora.
Forse, a qualcuno sembrerà che io adesso stia attenta solo ai numeri ma il fatto è che se scrivo, lo faccio sempre verso qualcuno.
Per questo mi piace cercare il più possibile, mettere le immagini migliori, impiegare ore per realizzare un post, modificare post passati e magari sostituendo video.
Si potrebbe dire quasi un lavoro vero e proprio e ho visto che diversi lo mettono accanto al proprio lavoro.
Io adesso non sto facendo niente (nel senso di lavoro) nonostante stia cercando in qualche maniera di pubblicizzarmi.
Sto facendo un corso di teatro che è come una scuola per perfezionarmi.
Con la pittura va che i miei quadri vanno via solo se desidero regalarli.
Le cose adesso stanno andando così.
Qualcuno mi potrebbe dire di cercare un lavoro che non sia artistico, ma credetemi se vi dico che molti lavori, la maggioranza, per me sono proibitivi a livello fisico e non lo dico per fare la vittima.
Si potrebbe dire "E' la crisi. Siamo tutti nella stessa barca." però poi vedi, e qui parlo di non privati che spendono soldi per invitare ospiti che di certo non sono lì per il suo valore artistico.
E questo non lo dico solo per me, ma anche per tanti amici che conosco e che cercano in tutti i modi di sopravvivere.
Internet è una grande risorsa, ma alla fine non è tutto.
Cosa c'entra tutto questo il mio blog? Col fatto che diversi se ne siano andati?
A dir la verità, sto scrivendo come se mi stessi sfogando (permettetemelo per favore) e si sa che lo sfogo è come un fiume in piena quando lasciato libero.
Di sicuro, non è uno sfogo urlato ma diciamo con una punta di rammarico e immagino che certi momenti capitano anche a diversi miei colleghi blogger.
Se a qualcuno è venuto il dubbio, non intendo chiudere il blog ma solo desideravo comunicare questo.
Un po' si pensa al blogger come a qualcuno in rapporto al suo pubblico e a volte ti accorgi che stai parlando al vuoto o a una, due persone.
Parlando di teatro, è una cosa che potrebbe capitare e quando ho realizzato il mio primo spettacolo de L'eretica che era per 20 persone sia la prima volta, sia le altre due (quest'ultime nella stessa giornata) le persone non raggiungevano la metà.
Non puoi scacciare le persone che ti seguono e di certo non puoi dare una piccola parte visto che non hai raggiunto il numero che desideravi.
In ogni caso, devi dare il meglio di te se decidi di farlo ed è così per il blog.
Con questo desidero finire questo post, anche perché non vorrei annoiarvi troppo, e grazie.
Ve lo dico sinceramente, senza alcun sarcasmo.



Aggiornamento 22 dicembre 2015:
E un altro grazie va a tutti coloro che hanno voluto commentare questo mio attimo di sconforto e non solo a loro. E' stato un attimo di sconforto che può capitare.
L'importante è che poi si va avanti e vi ringrazio ancora per le vostre parole.

venerdì 18 dicembre 2015

Forte come la fragilità


"Sei grande!" "Sei tutti noi." "Madonna, quanto sei bravo!"
Frasi come queste possono solleticare il tuo orgoglio, ma poi si è a casa e tutte quelle frasi ti sembrano vuote. Magari sono anche vere, ma ti sembrano rumore.
E ti senti fragile.
Ci si vuole sempre sentire al meglio delle proprie forze come se ogni giorno ci fosse sempre una sfida, una maratona da fare.
E ti senti in procinto di spezzarti.
Ma così come siamo in grado di rispondere grazie a tutti quelli che ci fanno i complimenti, riusciamo a guardare in faccia le nostre debolezze, le nostre fragilità, a guardarle e a non seppellirle?
Recentemente ho scoperto che dentro un cristallo si formano arcobaleni se sono presenti delle fratture.
Potete credere o no alla cristalloterapia, ma questo è un dato di fatto.
E allora ho pensato "Che cosa meravigliosa."
Ho pensato all'essere umano e alle fratture che portiamo.
Quali incredibili arcobaleni possano nascere?
E intanto...
Si riesce a sostenere lo sguardo con la nostra parte debole e più fragile?




Questo è quello che scritto proprio un anno fa preciso su Facebook.
Capita a volte che la mia parte più fragile prorompa e credo che lo abbiate capito da alcuni miei post, anche recenti.
Di certo la mia forza non sta nell'essere indistruttibile e di certo non mi autoinganno dicendomi che sono una roccia.
Non è quella la mia forza.
La mia vera forza sta anche nell'accogliere la fragilità, ma soprattutto di accorgermi di lei.

domenica 13 dicembre 2015

Gli artisti e le nomine ai premi: un rapporto a volte travagliato

In questi giorni mi sto interessando molto alla faccenda di Silvia Calderoni, attrice teatrale dei Motus e la sua "diaspora rabbiosa" (come si legge in questa intervista all'attrice) contro il Premio Eleonora Duse Social.
Che cos'è il Premio Eleonora Duse Social? Come dice la parola stessa "social", la vincitrice viene scelta tramite i social network tra le tre attrici che sono state scelte tramite una giuria ovvero Candida Nieri, Monica Piseddu e Silvia Calderoni.
Da subito, Silvia ha espresso la sua volontà di essere tolta da questa terna perché (parole sue) Chiedo pubblicamente di essere tolta da questo meccanismo. Trovo imbarazzante essere esposta nuovamente a una pseudo votazione "dal basso". Il teatro non va votato, non va premiato, il teatro va vissuto, va visto, va programmato. Io dico BASTA. Voglio stare fuori da questi giochetti. E quei 5000 euro che ci sono come premio, usateli per produrre teatro, non produrre dinamiche orribili e piccoli abusi di potere. BASTA.


La sua scelta di non far parte, soprattutto a una premiazione che non valuta il merito (infatti non compaiono motivazioni per la scelta di quei tre nomi) ma solo il nome, non mi stupisce più di tanto.

Silvia Calderoni si è sempre distinta per scelte azzardate, di confine.



Questa è l'intervista che le è stata fatta cinque anni fa, dopo che è stata premiata ai Premi Ubu come Miglior Attrice Under 30







mercoledì 9 dicembre 2015

Le 5 leggende

C'era una volta una bambina che chiese a suo padre se Babbo Natale e il Coniglio Pasquale fossero amici.
Il padre si chiama William Joyce e da quella semplice domanda di sua figlia Mary Katherine vennero creati I Guardiani dell'Infanzia (da Guardians of the Childhood).
Da quel libro fu trasposto il film di cui andrò a parlare ovvero Le 5 leggende (The Rise of the Guardians in originale), un film d'animazione della Dreamworks diretto da Peter Ramsey.




Uscito a fine 2012, la sua realizzazione viene molto prima di Avengers eppure se qualcuno lo vede adesso per la prima volta, non può fare a meno di pensare a quel film.
E ci sta anche perché guardi alcune scene con combattimenti, effetti speciali di questo film e ti sembra di vedere un film di supereroi
L'errore grave sarebbe pensare che questo film sia una copia dei film di supereroi, pensare che è stato realizzato appositamente per poter attrarre sempre più gente solo per una questione di marketing.

giovedì 3 dicembre 2015

Davvero siamo delle anime così infrante?




Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa foto di Francesca Woodman.
Dire che sono rimasta sbalordita è poco. Il motivo?
La ragazza mi assomiglia in un modo impressionante. (ecco delle foto su di me).
Vederla mi sembra quasi come vedere me stessa: la mia immagine in un caleidoscopio di ripetizioni disordinate e tutte varie.
Sono davvero così spezzata?
Davvero questo vetro rotto rimanda alla mia immagine interiore?
E se invece ciò che sono dentro va ben oltre?
Se invece tutti gli aspetti che mi compongono, persino quelli più scomodi, quelli che magari nascondo più profondamente, si armonizzano in un modo che neppure io saprei immaginare?
E se magari sotto a queste immagini, che potrebbero creare infiniti rimandi se spezzati ancora, ci fosse come un punto sottile, una piccola sfera intoccabile, alla quale importa ben poco di cosa ho passato, di cosa ho dovuto passare, delle mie ferite e cicatrici che riporto sulla pelle e non solo?
Non che quello che è stato sia poco importante, ma se ci fosse come un frammento di stella?
E se fosse l'immagine di questa stella ad essere rimandata come se si stesse propagando dentro il mio corpo come un'eco?




autore non trovato



Stellarscapes by Oriol Angrill Jordà


Una stella che si autorigenera.
Infinite stelle.


Può sembrare utopia tutto questo mio discorso, il cercare una speranza vana nel vaso di Pandora.
Non so voi, ma per me è realtà questa sensazione, la realtà di una che non si arrende a ciò che è stato, di una che non vuole credere che le mie ferite stabiliscano il mio futuro, la realtà di chi non vuole credere che io sia un prodotto del mio passato.

E per voi?

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