giovedì 30 giugno 2011

Omaggio a Pina Bausch

Due anni fa in questi giorni il mondo piangeva la morte di Michael Jackson e così pochi si accorsero che un altro artista se n'era andato: la danzatrice e coreografa tedesca Pina Bausch.




Non m'intendo di danza però mi affascinava il suo modo di stare sul palcoscenico. Infatti lei negli anni '70 approdò al Tanzetheater ovvero Teatro-danza. Si tratta di un modo diverso di vedere il balletto staccandosi dalla tradizione e attingendo alla danza contemporanea, danza libera, mimo e anche cabaret a volte.
E' questa una delle contaminazioni che ha visto il Novecento come un periodo fiorente, un periodo in cui si sperimentavano nuove arti, ma mentre alcune di queste contaminazioni prevedevano un uso della tecnologia (in un certo senso la tecnologia ha contribuito al fiorire di alcune arti), nel Teatro-danza si cercava una dimensione più libera del balletto e anche più selvaggia e proprio in questo si può ricordare di due altre grandi danzatrici, Isadora Duncan e Marta Graham che rifiutarono i dettami rigidi della danza classica, si spogliò di ogni orpello dando così vita a quella che sarebbe poi diventata la danza moderna.






Qui per maggiori informazioni sulla sua vita


Alcuni dei suoi spettacoli:





Pina Bausch ha partecipato anche a dei film.


Federico Fellini l'ha voluta nel film E la nave va, un film omaggio a Maria Callas, per la parte della principessa cieca Lherimia





E Pedro Almodovar l'ha voluta per il film Parla con lei






Diresse anche un film nel 1989 che s'intitola Il lamento dell'imperatrice





Inoltre Wim Wenders, ipnotizzato dalla sua danza, preparò un film in 3D per lei, ma Pina Bausch morì prima della fine delle riprese.
Così questo film, che partecipò anche alla Berlinale 61 (cioè di quest'anno) in concorso, divenne alla fine un memoriale, un testamento.
Il film s'intitola semplicemente Pina





Balliamo, balliamo altrimenti saremmo persi.
(Pina Bausch)


Aggiornamento 27 ottobre 2011: Il film Pina sarà presente alla Festa del Cinema di Roma e l'uscita sembra che sia il 4 novembre 2011. Alleluja


domenica 26 giugno 2011

Venere nera (film)

Ci sono film che ti chiedono una bella dose di coraggio per guardarli perché possono essere insostenibili. Sono film che nell'arco della loro durata ti fanno pensare di voler lasciare il posto eppure no, perché quei film anche se insopportabili vanno visti. Questo perché raccontano una storia che deve essere tramandata, una storia vera e drammatica.
E' questo il caso di Venere nera, film del regista tunisino Abdel Kechiche, già autore dell'acclamato film Cous Cous.


giovedì 23 giugno 2011

RomagnaCreativeDistrict

Stamattina prendo un mensile all'edicola e cosa ci trovo?
Un articolo sulla local revolution e tra i vari esempi c'era anche quello di RomagnaCreativeDistrict, l'agenzia creativa più grande d'Italia, come si legge nel giornale, parole pronunciate dall'ideatrice di questo network Barbara Longiardi.
Allora mi sono detta perché no? Dopotutto sono romagnola e penso di essere una creativa.
In genere non amo i network però qui si tratterebbe di lavoro e poi forse avrei più occasioni, più possibilità.

Chi lo sa...

foto che ho messo nel profilo



P.S:: Il mensile non era affatto d'arte. Era uno di quei femminili. Guarda un po' te cosa ci si può trovare.

mercoledì 15 giugno 2011

Duetto di Maria Callas

E così non sono passata neanche a questa pre-selezione.
Il 7 giugno 2011 sono andata a Milano per la pre-selezione del Premio Hystrio 2011 per la Vocazione redatto dalla rivista Hystrio (questo il sito).
Vabbé.

Il 13 giugno non è stata solo la vittoria dei SI' (L'Italia s'è desta), ma è stato anche il mio ventottesimo compleanno.
Ho tenuto una festa e ho voluto esibirmi in uno dei due monologhi che ho presentato, assieme a una poesia, al concorso del Premio Hystrio.
L'esibizione che vedete è la seconda che ho fatto perché nella prima non c'erano tutti i presenti.
Ringrazio il pittore che mi ha filmato.




sabato 11 giugno 2011

Domani si vota: libertà è partecipazione

Domani si vota e si chiede ad ognuno di noi un atto di partecipazione.
Votare SI' per dire NO è un atto di libertà.

1)L'acqua non ha nessun proprietario, l'acqua è di chi ha sete, di chi la beve, di chi ne ha bisogno.
L'acqua è di tutti e di nessuno.






giovedì 9 giugno 2011

Bad Art?!




E così la scultura di Oliviero Rainaldi dedicata a Giovanni Paolo II a Termini sta facendo discutere parecchio.
La gente non la vuole, non riconosce in quella statua il volto del Papa beatificato e la giudica "brutta".
I giudizi nel mondo dell'arte cambiano lungo i secoli.
Forse tutti voi avete studiato alle medie che il movimento dell'Impressionismo, appena nato, era giudicato orrendo tanto che i pittori impressionisti debuttarono nel 1864 al Salon des Refusés. Potete ben immaginare dal nome del Salone come venivano considerati. Infatti, questa mostra, in contrapposizione a quella ufficiale, era composta da dipinti rifiutati tra i quali



Impressione, levare del sole di Claude Monet

Non voglio comparare affatto i dipinti impressionisti e la scultura del Papa. Voglio solo dire che non sempre un giudizio permane per sempre. Non sempre qualcuno che viene bollato indecente, lo rimarrà per sempre.
Molti artisti erano considerati oltraggiosi perché osavano andare contro le regole, contro il conformismo dell'epoca e solo gli anni futuri hanno dato loro ragione.


Se il parere su questa statua cambierà non si può sapere. Intanto è probabile che sia smantellata. Comunque l'interesse per l'arte brutta è tale che esiste un Museo of Bad Art (questo il sito) che ha una propria collezione.
Ecco qualche quadro:





Quando state per giudicare un'opera (qualunque essa sia) pensate se vi piace o no, bella o brutta che sia poiché il Bello e il Brutto non sono quasi mai assoluti.

mercoledì 1 giugno 2011

Arrestato il presunto killer di Anna Politkovskaja

"Il ceceno Rustam Makhmudov, il suo presunto killer, se ne stava tranquillo nella casa dei genitori nel distretto di Achki-Martan: solo 30 km a ovest di Grozny, la capitale del regno caucasico di Ramzan Kadyrov, il «luogotenente» di Putin che ostenta un controllo pieno del territorio e che all’epoca era tra i bersagli preferiti della Politkovskaia, insieme all’attuale premier russo."

(da La Stampa.it)
 
 
La prima volta che sentii il nome della giornalista Anna Politkovskaja fu in uno spettacolo teatrale visto qualche mese fa: Donna non rieducabile con Ottavia Piccolo.
 
 

Anna Politkovskaja

 
Ottavia Piccolo
 
 
Basata sulla drammaturgia omonima di Stefano Massini, già autore di Processo a Dio sempre con la Piccolo, si segue la vicenda di questa piccola donna che denunciava gli orrori della guerra cecena, criticava l'allora presidente russo Vladimir Putin e si impegnava per i diritti umani.
Proprio per questo la bollarono come "una donna non rieducabile", come un'ingrata che si opponeva al suo stesso Paese, una non-patriota.
Ma lei riconobbe gli errori-orrori che sia i russi e i ceceni compivano: stupri, rappresaglie, omicidi...
Intervistava tutti quelli che vollero parlare con lei, anche ragazzi che ammisero di avere ucciso il "nemico" oppure testimoni di qualcosa che non doveva essere comunicato.
Questi ultimi, molto spesso, venivano uccisi dopo la confessione.
 
"Certe volte, le persone pagano con la vita il fatto di dire ad alta voce ciò che pensano. Infatti, una persona può perfino essere uccisa semplicemente per avermi dato una informazione. Non sono la sola ad essere in pericolo e ho esempi che lo possono provare."
(durante una conferenza sulla libertà di stampa denuncia a Vienna nel 2005)
 
Più si andava avanti con lo spettacolo e più riconoscevo luoghi che conoscevo avendoli visti in tv: la strage del Teatro Dubrovka avvenuta a Mosca tra il 23 e il 26 ottobre 2002 dove vennero sequestrati 450 civili da parte di 40 soldati ceceni chiedendo il ritiro immediato delle Forze russe in Cecenia.
Questo ciò che dichiarò un terrorista: "Ogni nazione ha diritto al suo destino. La Russia ha sottratto questo diritto alla Cecenia e oggi vogliamo rivendicare questi diritti, che Allah ci ha dato, nella stessa maniera in cui li ha dati a qualsiasi altra nazione. Allah ci ha dato il diritto alla libertà e il diritto a scegliere il nostro destino. Gli occupanti russi hanno inondato la nostra terra con il sangue dei nostri bambini. Le persone sono ignare degli innocenti che stanno morendo in Cecenia: i leader religiosi, le donne, i bambini e i deboli. Quindi, abbiamo scelto questo approccio. Questa scelta è per la libertà del popolo ceceno e non c'è differenza in dove moriamo, quindi abbiamo deciso di morire qui, a Mosca. E porteremo con noi le vite di centinaia di peccatori. Se moriamo, altri verranno e ci seguiranno — i nostri fratelli e le nostre sorelle disposti a sacrificare le loro vite secondo il modo di Allah, per liberare la loro nazione. I nostri connazionali sono morti ma la gente dice che loro, i nostri connazionali sono terroristi e criminali. Ma la verità è che la Russia è il vero criminale."
(fonte: wikipedia)
 
In quel momento è stata chiamata la Politkovskaja per negoziare con i sequestratori.
Purtroppo quel che seguì è noto (potete leggere qui).
 
E poi è arrivata la strage di Beslan, il massacro avvenuto nella scuola tra il 1 e il 3 settembre 2004.
 
E' come se la mia memoria stesse tracciando una mappa con i luoghi, le dichiarazioni lasciate, i volti delle vittime e dei loro parenti.
 
Anna Politkovskaja è sfuggita a tentativi di farla fuori per le dichiarazioni raccolte e quelle che lei comunica e al telefono sente il figlio che le raccomanda di fare attenzione.
Un civile è stato ucciso perché l'assassino credeva che fosse lei.
La giornalista sapeva che prima o poi sarebbe morta, ma continuava a denunciare sempre col suo nome in contrapposizione a chi tentava di screditarla e non metteva il suo nome.
 
Il 7 ottobre del 2006, giorno di compleanno dell'allora presidente Vladimir Putin, Anna Politkovskaja venne ritrovata morta, uccisa alla testa con un proiettile.
La sua morte diede un'ulteriore scossa non solo in Russia, ma in tutto il mondo.
Nello spettacolo non viene rappresentata la sua morte. La giornalista si sta avviando verso il buio della sala, in fondo.
Ora il presunto assassino, ma è molto probabile che sia lui, è stato trovato però il figlio si aspetta di trovare il mandante dell'omicidio.
 
 
Grazie ad uno spettacolo ho conosciuto una figura così importante, una giornalista, e non potevo non dedicarle un post, avendo saputo questa notizia, visto le emozioni che mi ha lasciato, visto ciò che lei ha fatto.
 
 
Sensibile al dolore degli oppressi, incorruttibile, glaciale di fronte alle nostre compromissioni, Anna è stata, ed è ancora, un modello di riferimento. Ben oltre i riconoscimenti, i quattrini, la carriera: la sua era sete di verità, e fuoco indomabile. 
André Glucksmann


Aggiornamento 5 giugno 2011:

qui viene riportato il suo ultimo articolo Ti chiamiamo terrorista
qui si parla di un graphic novel basata sulla sua vita con introduzione di Ottavia Piccolo

Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me.

Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie.
Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci.

(una delle sue ultime dichiarazioni)
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