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sabato 14 maggio 2016

R.I.P. Pinuccio Sciola, colui che faceva cantare la pietra




La Sardegna, quest'isola misteriosa e arcana, è ricca di eccezionali maestri che fondano la propria arte sull'antichità della loro terra.
Fanno arte attraverso la natura e ogni volta sembra che stiano pregando in una cerimonia sacra.
In passato avevo parlato di Chiara Vigo, la tessitrice del bisso, di Maria Lai e delle sue dita filanti.
Questa volta invece vorrei trattare di Pinuccio Sciola in una triste circostanza: ieri è morto a causa di una malattia.
Di lui ne avevo già sentito parlare e soprattutto, rimasta incantata da quello che riusciva a fare ovvero far cantare la solida pietra.






sabato 27 febbraio 2016

Evviva i colori, evviva la vita (800.000 visualizzazioni)



di Steve McCurry


Ho superato le 800.000 visualizzazioni e così ho pensato di realizzare un post sul colore.
Sin da quando ho aperto questo blog, ho parlato del colore visto che è una mia passione come si può vedere in questo post: La fenomenologia del colore e nel suo seguito.
Sul colore ho realizzato il mio primo spettacolo




(qui dove ne parlo)



martedì 16 febbraio 2016

Il trionfo di Afrodite

Per San Valentino, ho voluto realizzare un post con foto di cuori presenti nella natura.
Ma non pensate che la natura sia solo una gran romanticona.
Anzi, se lei fosse una persona reale verrebbe criticata tantissimo perché tra le sue opere ci sono imbarazzanti richiami ai genitali, degli espliciti messaggi sessuali non tanto subliminali.
Se fosse un'artista, magari avrebbe vita difficile. Magari verrebbe accusata di oggettualizzare la donna e l'uomo e ogni immagine caricata su Internet verrebbe censurata. Magari le sue mostre attirerebbero guardoni e/o bacchettoni.
Ma lei è la Natura. 
Cosa vuoi che gliene importa delle critiche? A parte il venire annientata.
Se fosse una al quale piace guardare, verrebbe presa in giro perché le direbbero che è una pervertita, che è malata di sesso, che scopa troppo o per niente (e in quest'ultimo caso le direbbero "Scopa di più se in ogni cosa ci devi vedere del sesso!"). Altri inorriditi le direbbero: "Non dirmi che davvero vuoi fare del sesso con... un albero?!?".



di Edward Weston


lunedì 18 gennaio 2016

Lo Psychiatric Circus e l'impatto che possono avere le immagini

Leggendo il blog di Paolo Gambi vengo a conoscenza di questo manifesto, quello che vedete qui sopra.
Che cos'è il Psychiatric Circus?
Ecco cosa si può leggere dal loro sitoUn evento psicotico, un viaggio nella follia, un luogo in cui il senso delle cose è totalmente capovolto.

Nel manicomio del dottor Josef nulla è come sembra.

Non fidatevi di nessuno, perché qui trovano asilo solo i pazzi, e i pazzi, si sa, non conoscono regole. 

Un cast internazionale di artisti di altissimo livello, un gioco di incastri tra acrobatica al suolo e acrobatica aerea, verticalismo, contorsionismo, cabaret, fantasismo e tanta folle comicità per regalare agli spettatori risate di puro terrore.


Ci sono state polemiche su questo spettacolo da alcune associazioni dicendo che insultano i pazienti psichiatrici e che il matto (parola che odio) sia rappresentato come qualcosa di cui ridere.
Personalmente io non posso dire nulla dello spettacolo anche perché non sempre un'immagine racchiude quello che poi si intende (Basti pensare alla foto del bambino e dell'avvoltoio di cui non si è capito niente di ciò che si voleva dire).

martedì 27 ottobre 2015

Intervista a Eraldo Baldini sul folklore romagnolo


Avete mai letto qualcosa di Eraldo Baldini?




Nato a Russi nel 1952, negli anni si è specializzato di antropologia culturale ed etnografia sulla Romagna.
Oltre alla saggistica, scrive romanzi gialli e thriller molte volte ambientate nel ravennate.
Dal suo libro Mal'aria è stato tratto nel 2009 una fiction su Rai Uno con Ettore Bassi come protagonista (qui il dietro le quinte) dove tra i personaggi troviamo la Borda, una sorta di strega leggendaria.
Ed è proprio sul folklore romagnolo che ho deciso di intervistarlo.




1)Mi trovo qui con Eraldo Baldini, scrittore ravennate specializzato in antropologia culturale ed etnografia sulla Romagna.
La Romagna viene citata molte volte come una terra dalle ricche tradizioni la cucina in primis eppure mi sembra che le storie, le leggende, le fiabe legate a questa terra siano meno considerate rispetto ad altre regioni di Italia.
E' questa una mia considerazione errata oppure effettivamente è così?


Direi che non è così. Anzi, sul folklore della Romagna esiste una bibliografia sterminata, brani e studi parziali partono già dal Settecento. Tra l'altro la prima opera organica sulla cultura popolare di una regione o subregione italiana è proprio "Usi e pregiudizi de' contadini della Romagna", scritta da Michele Placucci nel 1818.


lunedì 28 settembre 2015

Luna di Sangue

Siete riusciti a vedere questa Luna?
Verso le 3 poi si dovrebbe essere tinta di rosso sangue. L'avete vista?



di Grant Brummett


Per onorare questa luna, ho deciso di scrivere questo post.

lunedì 24 agosto 2015

L'arte come chiave dell'Universo





La Notte Stellata di Van Gogh, 1889. 
Uno dei quadri più famosi al mondo.
Un giorno spero di poter vedere dal vivo questo capolavoro, per poter ammirare meglio i turbamenti del colore, le movenze...
Si può davvero dire che l'universo stia danzando.
Fantasia?
Non direi. Almeno non dopo aver visto questo video (nota: ci sono anche i sottotitoli italiani)






In sé il concetto non mi sorprende più di tanto nel senso dell'arte come un aspetto della scienza. Basti anche a pensare ai lavori di Vasilij Kandinsky e la sinestesia ovvero una stimolazione che associa due sensi contemporaneamente e nel caso del pittore russo la vista e l'udito. 
Mi chiedo se Van Gogh era consapevole di quanto veritiere e profetiche fossero state le sue sensazioni nel dipingere questo quadro.
Anche perché qui non si tratta solo dell'Universo, ma della percezione del cervello.
Si potrebbe parlare di come si vede e quindi basarci sulla meccanica dell'occhio, ma qui, così come per quello che riguarda il nostro corpo, si va al cervello.
Di Van Gogh si potrebbe parlare semplicemente di genio (Caparezza gli ha dedicato una canzone) ma a parte questo, che questo quadro fosse in qualche modo speciale, lo si poteva intuire anche senza sapere quello che viene spiegato nel video che di certo non ne toglie fascino, ma anzi credo che susciti ancora di più la curiosità come essere maggiormente consapevoli di qualcosa.
Anche magari non considerare la pittura non realistica come qualcosa di semplicemente fantastico e perciò non fattibile nella realtà.
E' anche per questo che mi piace la pittura come quella di Van Gogh: perché va oltre.


domenica 7 giugno 2015

L'arte e l'ispirazione



Verso mezzanotte stavo "gironzolando" su Pinterest, Santo Pinterest (eccomi qua) quando ecco che vedo questo vestito.
Immagino tutti, almeno quelli che hanno visto l'anime, abbiano pensato al famoso abito di Princess Serenity di Sailor Moon.
(sotto manga, illustrazione di Naoko Takeuchi, l'autrice e anime anni '90)






sabato 4 aprile 2015

Sirene nel mondo

Quando parliamo di sirene, ci vengono subito in mente, oltre a La Sirenetta, le creature mitologiche dell'Antica Grecia che hanno insediato a lungo i marinai coi loro canti ipnotici.
Naturalmente poi si ricorda che in realtà la sirena come donna con coda di pesce è un'invenzione romantica avvenuta dopo visto che le "vere" sirene avrebbero solo testa e seno di donna e tutto il corpo un uccello.
Questo per noi che abitiamo nell'area mediterranea e che tanto dobbiamo agli Antichi Greci è una cosa normale da considerare.
Eppure...
Eppure esiste solo quel tipo di sirena?
Il mondo è vasto e per di più è coperto in gran parte di acqua.
L'acqua dà la vita, fornisce nutrimento per tutti quelli che ci abitano appresso e allo stesso tempo può essere una forza distruttiva.

Quindi, quali sirene esistono nel mondo?
(Ricordo che delle sirene ne ho parlato anche qui)



Restando in Europa, si potrebbe andare nell'area celtica dove viene ricordata la sirena di Zennor, un paesino della Cornovaglia.
Si narra che un corista di nome Mathey Trewella rimase ammaliato dal canto della sirena e andò a cercarla. Non fece più ritorno e da allora sembra che il canto si senta ancora.
(qui potete leggere la storia completa, in inglese)




La sirena di Zennor di John Reinhard Weguelin, 1900

venerdì 20 marzo 2015

domenica 23 novembre 2014

Intervista a Mirella Santamato, autrice de Le principesse ignoranti

Capitano quegli incontri dove trovi subito affinità.
Così è stato con Mirella Santamato.



Ebbene, appena ci siamo incontrate e strette la mano, abbiamo subito iniziato a parlare delle fiabe.
Avevo sentito parlare di lei prima da un'amica e avevo visto il suo sito.
Vedo che ha fatto tra l'altro un libro sulle fiabe e uno sulle sirene (qui il mio post chilometrico) e quindi... 

Occhi a cuoricini.

Così quando l'ho conosciuta, sono andata subito al sodo.
E credo di averle fatto una buona impressione perché la conversazione è andata liscia.
Questo qualche mese fa.

Parlando qualche giorno fa, una sua frase mi ha incuriosito (ovvero che Andersen avrebbe scritto delle contro-fiabe) quindi qualche ora fa mi è balenata questa idea: "Perché non chiederle di intervistarla?"
E così è stato.



Sono qua con Mirella Santamato, scrittrice, giornalista e poeta (non si tratta di un errore. E' messo così apposta). Uno dei suoi libri si intitola Le principesse ignoranti dove parla delle fiabe. Mi dica, com'è nato questo amore per le fiabe?

L'interesse è sempre stato presente in me, quasi come se la vita mi dovesse in qualche modo rispondere alla fatidica domanda: Perchè non si riesce a vivere felici???? Dopo essermene dimenticata per 30 anni, alla fine questa domanda è di nuovo balzata fuori dall'inconscio e adesso, da adulta, ho cercato di dare una risposta.

giovedì 2 ottobre 2014

Il velo e la donna

Se vi parlo di una donna che porta il velo che cosa pensate?
Di solito i pensieri vanno o a una suora o a una sposa o una donna musulmana.
Quindi donne che per dovere o piacere indossano il velo.
Se poi andiamo alla donna musulmana, i pareri trasbordano e non importa che il viso si veda o no.
Comunque si pensa a una donna sottomessa, non libera di mostrare la propria testa.
Ebbene la storia della donna è piena di veli sin dai tempi antichi e ogni volta aveva un significato importante.
Anzi il velo poteva testimoniare il suo ruolo nella società, la sua importanza, la sua età, la sua libertà.





Si tratta di una foto di Darla Teagarden e l'altra l'avrete riconosciuta senz'altro.
Vi sembra un accostamento azzardato?
Una sorta di sacro e profano?
Per niente.
Il velo, che simboleggi la sensualità e la l'immacolatezza, ha sempre la stessa importanza.
Tanti veli (metaforici e fisici) costellano la vita di ogni donna.
Anche la luna e l'acqua sono simboleggiati dal velo.

sabato 5 luglio 2014

Quello che il corpo e le cicatrici raccontano...

Ieri vedo su Facebook questa statua che si trova a New York e ne rimango incantata.





Quindi mi informo e scopro che l'artista è Paige Bradley e la scultura si intitola Expansion (vedi qui nel suo sito).
Andando a cercare ne vedo alcune che sono nella stessa posizione, ma non hanno le crepe e sono proprio quelle ad intrigarmi.
Guardandole poi mi viene da pensare al Kintsugi (o Kintsukuroi) ovvero a quella antica pratica giapponese dove per riparare un oggetto in ceramica, lo si fa con l'oro.



giovedì 21 novembre 2013

I magnifici Quindici (terza e ultima parte)

L'amico blogger Daniele Riva in uno dei suoi blog realizza un post sulle mie analisi dei Quindici in una sorta di maidelenette di Proust.
E' stata una sorpresa per me e infatti l'ho ringraziato.
Inoltre mi piace quando c'è questo senso di comunione tra i blogger, davvero come fosse una catena.
Quindi ho deciso di realizzare adesso la terza e ultima parte.

Qui la prima parte
Qui la seconda parte



Premessa: come si è riscontrato, nelle varie edizioni i nomi di alcuni volumi possono cambiare e persino gli argomenti così come lo stesso volume può avere una numerazione diversa nelle altre edizioni. L'edizione rappresentata qui sopra è quella che ho io (immagine trovata su Google) e perciò è su questa edizione che io mi baso.


E iniziamo subito dall'undicesimo volume, Feste e costumi
Come dicevo per quanto riguardava il decimo volume Noi e il mondo, uno dei meriti per me di questa enciclopedia è di avermi fatto conoscere le altre culture, i punti di differenza e quelli di contatto.
Le feste rappresentano un punto di comunione per quel popolo e ciò che sembra strano a noi, a loro possono sembrare strane le nostre.
L'importante è che poi non ci sia alcuna "voce" di sottofondo che mi dica cosa devo pensare.
Più che altro mi si dice "Se tu vivessi qui, festeggeresti questo..."
Quindi io sarei potuta nascere in un altro luogo?
Quello che mi rende appartenente a questa cultura è perché io sono nata qui?
(Piccolo aneddoto: viene raccontato che il tipico Santa Claus con la barba bianca e il giubbotto rosso è quello degli Stati Uniti. E per me era strano perché quello era il tipico Babbo Natale che vedevo io nelle raffigurazioni. Allora il concetto di importazione non mi era ancora arrivato (ero davvero piccola) così mi chiesi se vivevo negli Stati Uniti.)
A vedere questo volume così festoso, letteralmente, un adulto potrebbe contestare che un mondo così è assolutamente naif, privo di realtà oggettiva.
Eppure quell'innocenza è parte del bambino così come il senso della paura. Ricordo che nel volume degli animali in estinzione si cominciava parlando degli animali già estinti e si parlava di loro attraverso delle storie come di un bambino che chiede a una persona adulta.
Anche se appartiene a un'altra cultura, un bambino che legge non sente la differenza. Magari è incuriosito perché quell'animale non l'ha mai visto prima però è facile che si identifichi con lui.
Così come quando nel decimo volume, all'inizio dei bambini di diverse culture chiedevano ai loro parenti come era nato il mondo.
Inoltre spesso da quelle pagine non è che si possono trarre delle informazioni vere e proprie ovvero di dati. A volte viene dato il senso di quella festa, da dove prende il nome


immagine presa dal blog dei Topipittori
(cliccate sopra per vedere meglio)


giovedì 14 novembre 2013

Ravenna capitale della cultura? In attesa della prima selezione (Aggiornato)





vista della Darsena di città
foto presa da qui


Più volte nel mio blog ho parlato di Ravenna e della sua candidatura a Capitale della Cultura 2019.
Ieri è partita una delegazione di 10 persone attive nel mondo della cultura e non solo (leggi qui) che interverranno di fronte ai giudici e questi ultimi sceglieranno domani dalle 4 alle 6 candidate per la prima selezione.
In tutto le città italiane sono 21.
Che dire?
A questo punto si può solo aspettare.


venerdì 3 maggio 2013

Aspettando domani (assieme a Marija Gimbutas)

Domani parte la mia mostra dedicata al femminile.
L'influenza non mi è ancora sparita, ma se crede che domani me ne resterò a casa, allora non ha capito con chi abbia a che fare.
Ebbene più volte ho citato Clarissa Pinkola Estés e il suo Donne che corrono coi lupi, ma questa volta voglio parlarvi di un'altra donna ovvero l'archeologa lituana Marija Gimbutas, autrice soprattutto de Il linguaggio della Dea, un libro che ho letto qualche anno fa e che consiglio alla stragrande a tutti voi, femminucce e maschietti.




domenica 3 marzo 2013

Alla scoperta della sessualità con La Bella Addormentata nel Bosco

Una delle mie fiabe preferite è La Bella Addormentata nel Bosco che molti ritengono l'elogio della passività della donna. Eppure così si toglie alla fiaba molto del suo significato nascosto.
Diverse fiabe raccontano il sesso ovvero di come stare attenti al predatore (Cappuccetto Rosso, Barbablù), raccontano di uno sposo animale (La Bella e la Bestia in primis) e non fa eccezione questa fiaba.
Il sesso per i bambini è un mistero, una scoperta e anche loro hanno una propria sessualità, anche i bambini toccano il proprio sesso.
Ovviamente si tratta di una cosa che non va vista con quella malizia tipica degli adulti.
E non starò qui a discutere, poiché merita un discorso a parte e più volte ne ho parlato, di quando un adulto invade con prepotenza la sessualità del bambino.
Si tratta di una cosa delicata e ovviamente una fiaba non può raccontare in maniera sfacciata la scoperta della sessualità.
Il mondo del bambino appartiene all'oscurità, al segreto, all'intimità. E' un mondo dove i mostri stanno lì nascosti. 
Le fiabe non intendono spiegare cosa siano quei mostri, non intende dire cosa siano. Un bambino non capisce il significato della parola "rabbia", ma comprende la sensazione di "sputare fuoco", sa che cosa vuol dire.
Il mondo delle fiabe, così pieno di simboli, asseconda il mondo interiore del bambino e gli fa capire che quello che sta vivendo è importante.
Molte fiabe raccontano il punto di vista femminile, ma per i bambini più piccoli non c'è ancora una differenza sostanziale.
Per questo vedere le fiabe dal punto di vista adulto spesso le svilisce e trovo ingiusta questa moda di rendere le fiabe più adulte. Semmai si adattano le fiabe agli adulti, ma il più delle volte perdono quell'incanto iniziale. E' come se le stessero inaridendo.
Comunque adesso passiamo alla fiaba de La Bella Addormentata nel Bosco


di Millicent Sowerby, 1909

sabato 26 gennaio 2013

La dittatura del carino


Chi mi conosce bene lo sa: detesto la parola carino.
La trovo squallida, priva di vitalità, senza alcuna espressione, così addomesticata che rasenta l'insopportabilità.    
Fa parte di quelle parole comode che possono andare bene con tutto. Il problema è che spesso quel tutto diventa un niente. Se poi la mettiamo assieme all'arte, allora lì la mia insopportazione aumenta: l'arte può essere carina???
Così un utente di Youtube, che conosce bene questa mia repulsione, mi ha inviato questo articolo.
Io ve lo riporto qua sotto

La dittatura del carino
L'interessante, il buffo e altri esorcismi della bellezza: le categorie (minori) che anestetizzano la bellezza

Puoi fare il giro più largo, perderti per ore tra scaffali e biblioteche, ma alla fine la risposta che cercavi ti attende sempre lì, nelle strisce di Charlie Brown. La scena è questa: Schroeder, il biondino con il culto di Beethoven, è chino sul suo pianoforte a coda giocattolo; Lucy, la tirannica sorella maggiore di Linus che lo corteggia senza dargli pace, è appollaiata all’altro capo del piano, e legge una descrizione del compositore da ragazzo: spalle larghe, collo corto, testa grossa, naso carnoso… «Ha l’aria carina», commenta. Schroeder lancia uno di quegli urli cubitali che nei fumetti di Schulz mandano i bambini a gambe all’aria: «Beethoven non era carino!».

venerdì 15 luglio 2011

Io sono per Ravenna Capitale della Cultura 2019



Chi mi segue da tempo sa quanto ci tengo alla mia città Ravenna, a quanto mi fa piacere la candidatura per Ravenna Capitale della Cultura 2019, ma anche alla mia volontà di far conoscere una Ravenna diversa dallo stereotipo di città del mosaico anche se ne riconosco il valore.
Non solo per me, ma anche per tutti i miei concittadini (di nascita e/o di residenza) che non fanno mosaico.

Per chi mi segue da poco ecco link di post precedenti:



Ebbene, è stata una grande gioia sapere che ero stata convocata, assieme a tanti altri, alla riunione al Teatro Alighieri per presentare il programma e ancora più gioia è stata nel sentire che non verranno fatte distinzioni di realtà culturali e artistiche tanto che alla fine ho anche parlato al microfono esprimendo questo mio sentimento.
Alcuni si erano lamentati che la riunione era più sul teorico, ma io la considero come un primo passo di molti che ne verranno.

Ci hanno fatto compilare un foglio per attestare la nostra partecipazione e qualche minuto fa, attraverso una lettera, ho saputo che posso utilizzare il marchio di Ravenna Capitale 2019 a titolo gratuito per ogni attività culturale e artistica che io farò in modo da promuovere questa iniziativa.
Questo mi fa un enorme piacere e quindi ho intenzione di promuovere anche qui il programma


'MOSAICI di CULTURA: Creare nuove visioni per l'Europa'

Ravenna si candida a Capitale Europea della Cultura per il 2019 con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Prefetto di Ravenna, Provincia di Ravenna, Comuni di Rimini, Forlì, Cesena, Cervia, Lugo, Faenza e Comuni dell'area faentina, Russi e Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Ravenna e le città della Romagna che ne sostengono la candidatura costituiscono un unicum territoriale, ovvero un vissuto di storia e storie, che si pone come esempio operativo per creare nuovi progetti di cultura a livello europeo.
In particolare, Ravenna ha generato in passato visioni artistiche che sono pietre miliari nella storia d'Europa e oggi, attraverso la metafora mosaici di cultura, vuole proporre nuove visioni per l'Europa.
Forte di un trascorso glorioso e di una tradizione civica che affonda le proprie radici in un capitale sociale tra i più elevati in Italia e nel panorama europeo, la città ha l’ambizione, grazie al Progetto Ravenna 2019, di stimolare un riequilibrio nel rapporto tra antico e contemporaneo, abbozzando un profilo di identità nel quale il passato viene reinterpretato in modo innovativo, senza nostalgie e senza retaggi puramente conservativi, ma come base storicizzata e fonte di ispirazione di un futuro da costruire.
Tutto questo attraverso la capacità di mettersi in discussione, partendo anche dalle criticità della città e del territorio, e tramite un percorso di analisi delle origini e del genius loci, al fine di ridefinire la propria identità e proiettarla nel futuro, trasformando l'intero territorio in una capitale innovativa e all’avanguardia.

I Temi della Candidatura:

Ravenna e la Visione: Ravenna si contraddistingue per la vocazione immaginifica che nei secoli ha alimentato suggestioni, atmosfere, ispirazioni da parte di artisti, poeti, scrittori, intellettuali (Dante, Wilde, Byron, D’Annunzio, Borges, Jung, Montale, Pascoli, Boccaccio, Botticelli, ecc.).

Ravenna e il Cambiamento: una città e un territorio che, partendo dalla consapevolezza della propria particolare identità, da sempre multiforme e in divenire, decidono di mettersi in gioco, al fine di definire se stessi in modo innovativo; al centro di questo processo si pone l’ambizione di articolare, proprio attorno al valore della cultura, una forte e specifica vocazione.

Ravenna e la Cultura Europea: Ravenna come motore di ricerca sulla cultura europea, una capitale della cultura che dia valore al fatto stesso di interrogarsi - e soprattutto di interrogare tutti i Paesi europei che rappresenterà per un anno - attraverso iniziative che stimolino risposte internazionali (artistiche ma non solo) alla domanda “Che cos’è la cultura?”, e più in specifico “Che cos’è la cultura europea?”. A tal fine si prospetta l'idea di una Casa Europea della Cultura (ma anche Officina, Laboratorio, Darsena...) quale luogo di incontro di pensatori, artisti, cittadini ravennati, romagnoli, italiani ed europei, un vero e proprio laboratorio permanente per la produzione/creazione di cultura nel futuro sociale e politico europeo.

Ravenna e il Mosaico infinito: la metafora del mosaico infinito rappresenta sia una declinazione del titolo Mosaici di cultura, che la vision ispiratrice del Progetto Ravenna 2019. Il mosaico è infinito perché lascia infinito spazio sia al generale che al particolare: non vuole avere bordi né confini, ed è pronto ad ampliarsi, accogliendo persone e idee nuove, senza mai chiudere frontiere; ed è infinito anche nel particolare, perché al suo interno non pone limiti al numero di tessere; è un mosaico in continuo movimento, capace di diventare sempre più ricco. Il mosaico è infinito perché è impossibile da saturare.

 
Inoltre nel sito di Ravenna&dintorni, il giornale che ha pubblicato la mia lettera, (andare qui) esiste da tempo un forum dove diversi rappresentanti della cultura e dell'arte di Ravenna dicono la loro su Ravenna Capitale.



Insomma... IO SONO PER RAVENNA CAPITALE DELLA CULTURA 2019


giovedì 24 marzo 2011

Reintegrato il F.U,S. (Fondo Unico dello Spettacolo)

Lunedì 28 ci sarebbe stata una mobilitazione, consistente in un'azione pubblica dove ci sarei stata anch'io, riguardo ai tagli del Governo nella Cultura, ma è notizia di ieri che "...il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri un decreto per il ripristino del F.U.S. alla stessa quota del 2010. Per questo motivo l'Agis e le altre associazioni dei comuni e delle regioni hanno sospeso per il momento le giornate indette a livello nazionale di mobilitazione a favore della cultura e dello spettacolo. Abbiamo ritenuto opportuno per ora fermarci e rinviare l'azione pubblica, prevista lunedì 28 marzo alle 17, in quanto inserita nell'ambito di queste tre giornate. Parliamo di rinvio perché siamo convinti della necessità di tenere alta l'attenzione sulla questione e di aprire il più possibile il confronto alla cittadinanza in quanto detentrice del diritto alla cultura. La grande adesione riscontrata fra tutti inoltre non può essere cancellata e vorremmo immaginare insieme a voi che l'atto di resistenza prenderà altre forme e si declinerà in maniera differente." (dall'e-mail che ho ricevuto)

La crisi economica ha colpito l'Europa, e anche il resto dei Paesi industriali nel Mondo, però l'Italia è l'unico paese europeo in cui si è pensato di tagliare la Cultura. Siamo l'unico Paese in cui viene dichiarato che con la Cultura non si mangia, parola di Tremonti.
Cultura deriva dal latino e significa "coltivare". Che cosa vogliono coltivare questi potentucoli? La gramigna per caso?
Per adesso il F.U.S. è stato reintegrato e la cosa mi fa un enorme piacere, però questo non vuol dire che siamo al sicuro.



Io, come tutti i teatranti di Ravenna e del resto d'Italia, ci impegnamo a realizzare spettacoli che siano di Qualità.




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