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giovedì 22 giugno 2017

Storie di ispirazioni

C'è una blogger di nome Anna Bernasconi (qui il suo blog) che mi segue e a me piace vedere i suoi lavori di pirografie, le sue foto.
Ebbene qualche giorno fa mi fa sapere che da tre foto condivise da me su Pinterest, si è sentita ispirata per un suo lavoro.
La mia felicità è grande e quando mi fa vedere le tre foto "incriminate", le rispondo "Saranno processati per delitto di ispirazione."

Ecco le tre immagini


di Ota Janecek



di Paul Ziska



di Claudia Moeckel (qui la foto per intero)



Ed ecco ciò che lei realizza:



Le bolle vanno verso il sole o dal sole provengano?
Ogni senso che si vuol dare è giusto.
Della realizzazione, Anna Bernasconi realizza questo post dove mi cita e tutto ciò mi rende orgogliosa perché poi le immagini non sono mie. Io le ho inserite su Pinterest ma non mi appartengono come è giusto che sia.
Inoltre ciò che mi rende orgogliosa è il titolo ovvero Riscoprire come si gioca e io adoro il momento del gioco, attività spensierata e allo stesso tempo presa molto sul serio dai bambini.
Tutto parte dal gioco e il riscoprire a giocare può portare ad esplorare nuove vie, nuovi modi.
E' come se dentro ci fosse quella spinta che dal gattonare, la stessa elevazione ci porta a stare su due piedi. Poi a cadere e ancora a rialzarci perché c'è una meta da raggiungere.


Grazie mille Anna di avermi reso partecipe. Grazie infinite.





P.S.: Metto questa nota a livello preventivo.
Qui non si tratta di plagio. Se vedete lei ha preso più elementi per realizzare la sua opera e in questo caso si può dire che si è ispirata per poi combinarli
Sarebbe stato un plagio se ne avesse preso uno solo.
Inoltre questo non vuol dire che lei non sia originale perché si rifà ad opere già realizzate. Tutta l'arte è un lavoro derivativo. Non c'è un'arte originale al 100% se appunto per originale intendiamo un'arte che è stata creata per prima.
Anche gli artisti più originali, più creativi hanno preso da altri, combinandoli e mettendoci del proprio.

lunedì 22 maggio 2017

Wassily Kandinsky: i colori come suoni

Wassily Kandinsky, pittore russo, nato a Mosca nel 1866 e morto a Neuilly-sur-Seine nel 1944, viene ricordato soprattutto per il suo contributo nell'arte astratta (per vedere sue opere, andate pure su Artsy), ma non solo.
Il colore, usato nella loro forma pura, ha assunto un carattere particolare.


Nel 1911, dopo aver ascoltato a Monaco il Quartetto di archi n°2 di Arnold Schönberg, Kandinsky realizza il dipinto, la trasposizione grafica di ciò che ha sentito.






Impression III (Concerto)


martedì 25 aprile 2017

Mostra di illustrazione di Paolo Domeniconi a Ravenna e intervista

Sabato 22 aprile c'è stata alla Libreria Momo di Ravenna l'inaugurazione della mostra con le illustrazioni di Paolo Domeniconi tratte da Nino e Nina, scritto da Bruno Tognolini ed edito da Giunti Editori, che vede due bambini (appunto Nino e Nina) attraversare i mesi e così le stagioni.
Ecco alcune di queste illustrazioni




lunedì 10 ottobre 2016

Le malattie e i disturbi mentali come i mostri di Toby Allen

Oggi è la Giornata mondiale della Salute Mentale e come per tutti gli eventi che hanno una loro Giornata Mondiale, c'è ancora molto da fare.
Sulla salute mentale c'è poi ancora vergogna, uno stigma che porta quasi a una ghettizzazione.
Da cosa è provocato questo stigma? Da diversi fattori: dall'ignoranza così come il pensare che tu ti stia inventando tutto o tu voglia attirare l'attenzione, dal pensare che poiché sei caduto tipo in depressione allora sei più debole degli altri, dall'immaginare che da un giorno all'altro automaticamente diventi uno di quei mostri da prima pagina, dal pensare che stai solo sprecando la tua vita quando nel mondo c'è gente che soffre più di te (basti pensare al confronto che viene fatto tra chi soffre di disturbi alimentari a quelli che muoiono di fame) oppure persone che hanno perso un arto o qualcos'altro (o sono nate così) e comunque non hanno perso la voglia di vivere.
Tutti questi esempi, e ce ne sarebbero degli altri (per esempio ci può essere anche una paura inconscia di diventare come loro), sono tutte cose che sento spesso in giro e mi disgustano!!!
È un quantificare, un pesare, un dimostrare e come si fanno a raccontare i demoni che abitano nella propria testa? Come si fa a quantificare l'irrazionalità di questi gesti? 
A volte poi sento che matti lo siamo un po' tutti. 
Sinceramente, ne avete mai visto davvero uno? Lo avete mai visto quando ha una delle sue crisi se così vogliamo chiamarle?
Non amo tanto la parola "matto" ma molte volte non si tratta di quella follia sana che porta l'essere umano oltre la gabbia. In molti casi anche questa follia è una gabbia, spesso fatta di sequenze meccaniche di gesti e parole. 
Non è qualcosa di romantico, ma ha quel gusto acre di quando vomiti a lungo e alla fine si rigettano succhi gastrici. 
Una volta si diceva che le malattie mentali erano possessioni del Demonio. 
Togliendo il fattore religioso, si potrebbero quasi pensare alle malattie mentali come a dei mostri, dei demoni e l'illustratore Toby Allen ha realizzato proprio questo: creare dei mostri che fossero le malattie mentali con le loro descrizioni. 









Il mostro ossessivo compulsivo è un marionettista crudele e manipolatorio che usa la paura per controllare le sue sue vittime. Ripetutamente batte il suo bastone per terra e usa le sue piume modellate e i molti occhi per ipnotizzare la sua vittima creando intense e spaventose ossessioni spesso alla salvaguardia di loro stessi o dalle persone vicine a loro. Le vittime sviluppano compulsioni che li portano a fare compiti ripetitivi o atti mentali per prevenire l'ossessione di farli divenire reali o cercano di ridurre temporaneamente la paura.
Il mostro spesso non è mai visto ma la sua presenza c'è quasi sempre. I mostri dell'ansietà e della depressione sono spesso usati dal mostro OCD per avere in pugno le sue vittime

domenica 11 settembre 2016

La via dell'artista, di Julia Cameron

Visto che durante la mostra di Anime senza voce (qui il post che ho realizzato) mi era capitato di avere ore vuote. nell'ultimo giorno avevo portato con me il libro La via dell'artista di Julia Cameron, un manuale per far crescere la propria creatività specialmente quando ci si trova in un blocco creativo.
Era da tempo che ce l'avevo e desideravo parlarne nel blog ma per farlo avevo bisogno di leggerlo tutto




"Sono regista, scrittrice e tengo corsi di creatività." così si presenta Julia Cameron nell'introduzione quando qualcuno le chiede che lavoro fa.
Il dialogo poi continua con l'interlocutore perplesso su due questioni ovvero che tutti sono creativi e sulla parola Creatore che molto spesso viene usata, assieme a Dio, all'interno del libro. Queste due parole però non vanno pensate a livello religioso ma solo in base alla forza ed energia creativa che occorre per sbloccare. Quindi non si tratta di modificare il credo di una persona anche se queste fossero atee o agnostiche.
Tutto ciò che viene esposto è per la creatività, anzi ad abbandonarsi ad essa.
"Dalla mia esperienza e da quella condivisa con altri innumerevoli altri individui, sono giunta a credere che la creatività sia la nostra vera natura e che i blocchi altro non siano che una distorsione innaturale di un processo normale e miracoloso al tempo stesso come lo sbocciare di un fiore su un sottile gambo verde."

martedì 6 settembre 2016

La Freya klimtiana e la Venere di Bouguereau ovvero quando il quadro è mal assegnato

Così come può accadere a certe citazioni, può capitare anche ad alcuni dipinti di non essere assegnati ai loro veri autori e questo è avvenuto anche nel passato. 
In quest'epoca di condivisione virtuale, poi basta poco per generare una rete di informazione che non sempre è corretta.
Si dice che lo stile sia l'impronta dell'artista, ma nel caso di ispirazioni evidenti come capire chi sia il vero autore?
Quasi tre anni fa ho parlato di Vladimir Kush, un pittore russo contemporaneo che come si può vedere dal link ha una chiara ispirazione con i dipinti di Salvador Dalì.
E posso anche capire il fraintendimento. In questo caso una mano può darla il suo sito.


Ora vi faccio vedere questo dipinto.




Credevate che il quadro fosse di Klimt vero? Non è così perché si tratta di Lacrime d'oro di Anne Marie Zilberman.
Il fatto che il quadro presenti dell'oro non è sufficiente a definirlo klimtiano. Anzi, se andate a vedere tutta l'opera completa del pittore austriaco, potrete vedere come diversi suoi quadri non abbiano una traccia d'oro così come Pablo Picasso non è stato solo cubista.
Lo stile non è qualcosa di fermo nella vita di un artista.
Ma vi pongo un altro fattore ovvero il confronto.
Qui sotto abbiamo un dettaglio da Il bacio di Gustav Klimt del 1907-1908 e in specifico il viso di lei.
I due visi in questione sembrano simili essendo allungati e la presenza degli occhi chiusi sembra ancora di più confermare questa somiglianza.

sabato 14 maggio 2016

R.I.P. Pinuccio Sciola, colui che faceva cantare la pietra




La Sardegna, quest'isola misteriosa e arcana, è ricca di eccezionali maestri che fondano la propria arte sull'antichità della loro terra.
Fanno arte attraverso la natura e ogni volta sembra che stiano pregando in una cerimonia sacra.
In passato avevo parlato di Chiara Vigo, la tessitrice del bisso, di Maria Lai e delle sue dita filanti.
Questa volta invece vorrei trattare di Pinuccio Sciola in una triste circostanza: ieri è morto a causa di una malattia.
Di lui ne avevo già sentito parlare e soprattutto, rimasta incantata da quello che riusciva a fare ovvero far cantare la solida pietra.






lunedì 2 maggio 2016

Intervista a Maja Rogulich, un'anima preziosa

Ci sono alcune persone che anche il solo conoscerle, averle come amiche, ti fa dire "Come sono fortunata."
Persone con le quali hai un'affinità incredibile e non importa da dove venite o quanto sia la differenza di età.
Una di queste che sto presentando tramite quest'intervista, è una mia carissima amica che quest'anno compie 60 anni, ma al vederla, al sentirla, non glieli daresti.
Si chiama Maja Rogulich (il cognome ha l'accento sulla o e il ch si pronuncia come una c dolce), è nata a Spalato (Split) in Croazia e dall'età di 4 anni è stabile qui a Ravenna. Ha una vivacità mentale che la fa sembrare più giovane e nello stesso tempo una profondità di animo.
Tutto ciò potrebbe sembrare che siano delle frasi fatte anche perché si tratta di una delle mie più care amiche.
Per questo preferisco passare subito all'intervista





Ciao Maja. Eccoci qua. Per favore, parlami del tuo percorso artistico.

Il primo incontro artistico è stato con Maria Greco, Maestro di musica che a quel tempo dirigeva la Corale Polifonica di Ravenna. Questo perché mio padre, che cantava alla Corale di Spalato, ne cercò una a Ravenna. Quindi andando alle prove con mio padre, ho incominciato coi canti di polifonia di Giovanni da Palestrina (nota: uno dei più grandi compositori musicali del 1500, compositore di madrigali, magnificat...)



venerdì 15 aprile 2016

Biancaneve di Michelangelo Rossato (+ intervista)

Ormai lo sapete: vado pazza per le fiabe e le reinterpretazioni mi piacciono. A patto che abbiano senso.
Purtroppo non lo si può dire per diversi film che stanno uscendo.
I libri illustrati, in questo caso, possono riservare certe sorprese.
Appena ho visto la copertina della versione di Biancaneve di Michelangelo Rossato, l'innamoramento fu istantaneo e folle e quando mi è capitato questo post, avevo una sola azione da fare: dovevo prendere questo libro a tutti i costi.





Così ho fatto domenica e alla sera lo sfogliai poco prima di dormire.
Sono rimasta stregata dalle illustrazioni e mi sentivo tanto un'esploratrice nello scoprire i simboli delle forme e dei colori oppure nel vedere i tanti rimandi ad alcune popolazioni antiche come nel caso delle pettinature.
Per esempio Biancaneve ha un'acconciatura che ricorda le donne della popolazione amerinda degli Hopi


di Edward S. Curtis



Così ho contattato l'autore per fargli i miei complimenti e per chiedergli se accettava di essere intervistato da me.
Ecco qui.


Mi trovo qui con Michelangelo Rossato autore e illustratore di Biancaneve edito da il Gioco di Leggere Edizioni. Raccontaci di te Michelangelo e di come hai iniziato ad appassionarti alle fiabe.


Ciao a tutte e a tutti. Mi chiamo Michelangelo Rossato, sono nato vicino a Venezia e fin da bambino ho sempre avuto un grande amore per le immagini dei libri, soprattutto le illustrazioni delle fiabe classiche. Tra i miei primi ricordi ci sono le incisioni di Dorè delle fiabe di Perrault e una splendida Biancaneve illustrata da Kubasta.







mercoledì 6 aprile 2016

Mostra "I volti e la storia" di Biagio Piccolo a Ravenna

Qualche giorno fa sono stata contattata via e-mail da Alessandra Maltoni per chiedermi una collaborazione e io sono sempre emozionata in ciò.
Dice di aver visto il mio blog e che le piacerebbe un mio interessamento al suo Centro Servizi Culturali (qui la sua pagina FB) informandomi anche di una mostra in via Massimo d'Azeglio, 2.
Bene, ci incontriamo.
Mi fa sapere che ha letto la mia intervista fatta alle libraie della libreria Momo.
Tutto ciò mi riempie di orgoglio e le chiedo di parlarmi di questo Centro che ha.
Mi risponde che l'ha aperto proprio da poco dopo varie esperienze nella didattica e il suo intento è creare una scuola privata con corsi sulla cultura e sulle lingue.
Intanto, si prodiga anche nella presentazione di eventi e mostre come a questa che mi ha invitato.
Entrare è stato come essere accolta dal colore.





domenica 3 aprile 2016

La trilogia del limite, di Suzy Lee

Da domani sarà gran festa per il mondo dell'illustrazione: si apre la Fiera del Libro per Ragazzi (o Bologna Children's Book Fair, qui il sito).
Anche quest'anno starò qui a casa. L'ultima volta, che è poi la seconda in tutto, che ci sono andata è stata due anni fa.
Intanto però desidero parlarvi di un libro che secondo me spiega perfettamente il lavoro dell'illustratore ovvero La trilogia del limite di Suzy Lee, autrice e illustratrice coreana.



martedì 29 marzo 2016

Innocenza


di Laura Makabresku


Parlare di innocenza in questi tempi.
Sarò ingenua? Sentimentale? No, consapevole.
L'innocenza non è solo il contrario di colpevolezza.
Non è solo una qualità che appartiene ai bambini, ignari di come possa essere il mondo.
Negli archetipi, l'Innocente è il punto di inizio del viaggio dell'Eroe.
E' l'apertura, la fiducia nel mondo ed è facile vedere in ciò un bambino, ma per proseguire il suo viaggio, l'innocente dovrà assaggiare sperimentare il mondo e assaggiare così l'amarezza.
Molte volte si parla appunto della perdita dell'innocenza e nelle fiabe spesso viene rappresentata nel perdersi nel bosco e/o affrontare il personaggio cattivo o comunque l'antagonista.
Quindi poi l'innocenza sarà perduta per sempre?



                                                                     di Laura Makabresku

Io non direi.


giovedì 25 febbraio 2016

Intervista a Simona Sanfilippo e storia di una sua creazione

Galeotto fu il bassotto.
Quale bassotto?
Ma quello mostrato nel blog Roba da Disegnatori, del quale il bassotto è il simbolo, in questo post.
Grazie al bassotto, ho potuto conoscere Simona Sanfilippo.
La seguivo già da prima per il blog incantaMenti, ma quel bassotto mi ha spinto a contattarla,
Di Simona Sanfilippo ne avevo già parlato in questo mio post parlando di un suo giveaway
L'idea di trasformare Aulonia in un pupazzetto è collassata, ma non poteva finire qui: volevo che mi creasse qualcosa! Lo desideravo tanto!
E così le ho chiesto di crearmi un animale.
All'inizio è stata una dura decisione, ma posso dire che Simona mi ha messo a mio agio.
Alla fine l'animale scelto, nato dopo un dialogo intenso, dove si parlava di animali che possano rappresentare la propria anima, fu il cervo e chi mi segue da tempo sa quanto io amo questo animale.
Ed il cervo era completamente bianco
Così a Simona ho fatto vedere la mia board di Pinterest sui cervi e quello che l'aveva colpito di più era questo



di Catherine Hyde

domenica 17 gennaio 2016

Come nasce un testo comico? Stage di sceneggiatura, tempi comici e costruzione del personaggio con Claudio Fois



foto presa qui


La risata... Quale prorompente forza che scaturisce dall'interno e si espande per tutto il corpo.
Ma per suscitarla cosa serve?
Che cosa funziona e cosa no?


Ieri e oggi ho partecipato qui a Ravenna, al Nuovo Circolo Aurora, ad uno stage di sceneggiatura, tempi comici e costruzione del personaggio con Claudio Fois e organizzato dal Circolo degli Attori.
Claudio Fois è, per chi non lo conoscesse, un autore televisivo di programmi come Zelig e Crozza nel Paese delle Meraviglie.
Innanzitutto si può dividere la comicità in verbale o fisica, e spesso può capitare che alcuni comici ce l'hanno entrambe ma ne hanno una predominante.
Inoltre una questione da tenere a mente è: che cos'è la comicità?
A volte si pensa che basti qualcosa di divertente per far ridere, ma non è così. La comicità è la rottura del pensiero lineare tramite il pensiero largo.
E' qualcosa che non possiamo prevedere.
Ma anche per quanto riguarda la comicità, non è che questo sia l'assoluto perché ci possono essere certe situazioni prevedibili che però ci possono far ridere.
Per esempio, l'annaffiatore annaffiato




giovedì 14 gennaio 2016

R.I.P. Alan Rickman




Purtroppo un altro grande se ne è andato, l'attore inglese Alan Rickman.
Da meno di un'ora infatti è stata data la notizia che è morto a 69 anni dopo un cancro.

Senz'altro lui è conosciuto per il suo ruolo di Severus Piton, l'insegnante di Pozioni di Harry Potter.
Il suo personaggio è uno di quelli che mi è piaciuto ed è impossibile immaginarsi un Severus Piton (o Severus Snape come è segnato nell'originale) diverso da Alan Rickman.
Inoltre anche il fatto che per tutto questo non si capiva bene lui da che parte fosse e poi con l'ultimo film, coi suoi ricordi si capisce tutto l'inganno celato dietro di lui, il suo dover nascondere i suoi veri sentimenti e agire come un traditore.

"Sempre" è una parola che in questo caso si ricollega a lui.



(qui lo potete sentire in originale)


Ma Alan Rickman non è stato solo Severus Piton.


lunedì 11 gennaio 2016

R.I.P. David Bowie





Qualche giorno fa era il suo compleanno e vedevo su FB  una gif che condensava tutte le sue trasformazioni. Ogni tanto ci cliccavo sopra per fermarla e vedere quel volto, ma era difficile vedere tutti i volti.
In più un disegno vedeva lui, nato l'8 gennaio del 1947, e Stephen Hawking, nato l'8 gennaio del 1942, festeggiare assieme il compleanno. Pensai subito a come queste due persone nate lo stesso giorno e a qualche anno di differenza, hanno guardato allo spazio seppure in maniera diversa.
Non avrò vissuto il periodo del Glam Rock, non avrò vissuto lui come Ziggy Stardust o altro.
Di certo l'ho vissuto più come Jareth, il re dei Goblin in Labyrinth però anche se magari non ricordo tutte le sue trasformazioni, tutta la sua carriera che l'ha portato sempre nell'altrove (dal teatro al mimo, dalla musica rock a quella sperimentale passando per i film), la sua immagine, la sua androgina figura, è diventata un'icona ricordata anche poi dal film Velvet Goldmine di Todd Haynes.
Sentendo stamattina della sua morte, beh credo abbiamo sperato tutti che si fosse trattato di una stupida bufala.
Inoltre altri miti della musica se ne sono andati, persone delle quali onestamente non ne sapevo niente e il mio "ricordo" della loro morte sarebbe stato pressoché inutile.


martedì 29 dicembre 2015

Intervista ad Anna Agati e Alessandro Lonzi





Gli artisti davanti agli stendardi realizzati 
per la Prima Festa Medievale alla Rocca Brancaleone
foto di Giuseppe Lonzi




E dopo aver scritto un resoconto sulla presentazione di un loro murales (leggi qui), questa volta mi è venuto in mente di far loro un'intervista doppia sulla loro arte, su ciò che hanno realizzato quest'anno e su cosa si aspettano dall'anno prossimo.
Eccola qua.




Questo senz'altro è stato un anno ricco di novità per voi. Ma ditemi in cosa è consistito soprattutto per tutti coloro che vi leggono e non vi conoscono.



Anna Agati: Quest'anno è stato ricco di novità in ambito artistico: il mio stile si è evoluto attraverso nuove tecniche, ho scoperto il mondo dell'incisione su pietra che si è sviluppato poi nelle creazioni di gioielli e nella creazione di oggetti in vetro o pietra incisi. Inoltre ho sviluppato uno stile più istintivo a tratti grafico e a tratti fumettistico e sto ampliando il concetto di abito inteso come opera d'arte.
(nota mia: già l'anno passato si erano occupati della connessione tra abito e moda realizzando vestiti per il Ravennopoli in occasione della Candidatura per Ravenna Capitale Europea della Cultura. Qui il progetto dell'abito realizzato da Anna Agati)

Alessandro Lonzi: Il 2015 ha visto per me e Anna il rafforzamento del nostro rapporto lavorativo artistico e ci ha portato a nuove opportunità e nuove sfide. Ci siamo cimentati nella realizzazione di periatti, arredi e scenografie teatrali per Eugenio Sideri e la sua interpretazione de "Il Malato Immaginario" andato in scena al Teatro Rasi a Febbraio e con "I Mattoni del Teatro" per il loro "Il Sangue dei Vinti - Riccardo III". 



"Il Moro" per il Malato Immaginario

martedì 22 dicembre 2015

Murales di Anna Agati e Alessandro Lonzi al Quake di Ravenna

Qualche giorno fa sono stata invitata in veste di blogger alla presentazione di un murales a un Centro Giovani, il Quake.
In pratica, i due artisti ovvero Anna Agati e Alessandro Lonzi esporranno i murales fatti ai giovani che frequentano questo centro dove peraltro ospita e ha ospitato diverse realtà ravennati.
Per esempio, l'Arcigay "Frida Byron" ha qui la sua base e qualche anno fa ho partecipato come pittrice al suo primo compleanno.
Ma ritorniamo a noi.
Questi due artisti, oltre a dipingere e organizzare eventi, sono attivi dal 2013 come muralisti partecipando anche a festival e bandi come è successo qualche mese fa.



i due artisti con alle spalle un lavoro di Anna Agati


E gli spettatori sono proprio i giovani che quotidianamente frequentano questo centro, giovani dei dintorni, di diverse età, di diverse religioni e anche provenienza, loro e/o le loro famiglie.
Insieme.
E della diversità, della correlazione tra più popoli e culture sono ciò che accomuna questi due artisti al Centro.

Ma andiamo alle foto...

domenica 13 dicembre 2015

Gli artisti e le nomine ai premi: un rapporto a volte travagliato

In questi giorni mi sto interessando molto alla faccenda di Silvia Calderoni, attrice teatrale dei Motus e la sua "diaspora rabbiosa" (come si legge in questa intervista all'attrice) contro il Premio Eleonora Duse Social.
Che cos'è il Premio Eleonora Duse Social? Come dice la parola stessa "social", la vincitrice viene scelta tramite i social network tra le tre attrici che sono state scelte tramite una giuria ovvero Candida Nieri, Monica Piseddu e Silvia Calderoni.
Da subito, Silvia ha espresso la sua volontà di essere tolta da questa terna perché (parole sue) Chiedo pubblicamente di essere tolta da questo meccanismo. Trovo imbarazzante essere esposta nuovamente a una pseudo votazione "dal basso". Il teatro non va votato, non va premiato, il teatro va vissuto, va visto, va programmato. Io dico BASTA. Voglio stare fuori da questi giochetti. E quei 5000 euro che ci sono come premio, usateli per produrre teatro, non produrre dinamiche orribili e piccoli abusi di potere. BASTA.


La sua scelta di non far parte, soprattutto a una premiazione che non valuta il merito (infatti non compaiono motivazioni per la scelta di quei tre nomi) ma solo il nome, non mi stupisce più di tanto.

Silvia Calderoni si è sempre distinta per scelte azzardate, di confine.



Questa è l'intervista che le è stata fatta cinque anni fa, dopo che è stata premiata ai Premi Ubu come Miglior Attrice Under 30







domenica 29 novembre 2015

Onore a Vincent Van Gogh

Qualche settimana fa mi capitò di vedere nella mia bacheca di Facebook il finale di una puntata di Doctor Who con Vincent Van Gogh che visitava una mostra di suoi dipinti.
Credo che chi è appassionato della serie, sappia cosa io stia intendendo. Per tutti gli altri ecco la scena.



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