mercoledì 13 novembre 2013

Le scelte che compiamo (10 anni col teatro)

A volte ci sono delle scelte che ti pongono in una strada e dopo diversi anni ricordi quella data con enorme affetto come se fosse una data importante di tutta la tua vita.
Ed è così per me il 13 novembre del 2003.
Non è neanche il giorno dello spettacolo, ma quello del primo giorno di laboratorio della non-scuola.
Perché ho scelto questa data quando non quella dello spettacolo?
Dopotutto lo spettacolo rappresenta il brivido, l'emozione, si sta sul palco e senti ogni tua emozione spandersi.
Ci si può sentire in bilico come camminare sul filo e, nel frattempo, senti l'adrenalina.
Quindi perché oggi?
Ovviamente il mio primo spettacolo con un laboratorio della non-scuola rappresenta per me una tappa fondamentale.
Ricordo ancora adesso la grinta che avevo, quando presi la sedia e a furia di dire "Merda, merda, merda" la sbattevo per terra.
Interpretavo Herna de Le presidentesse di Werner Schwab, una signora bisbetica, molto bigotta, che desidera solo dei nipotini da suo figlio ed è innamorata del macellaio Wottila.
In quel frangente, non ne potevo più di sentire "Merda, merda, merda" da un'altra delle "presidentesse", molto lasciva e così (parlo ovviamente di me come personaggio), mi alzai, gridando "Basta!!!!", facendo cadere indietro la sedia e riprendendola, alzandola e sbattendola.
Nelle prove era qualcosa di molto più calmo e sereno. 
Allo spettacolo ero una furia tanto che le guide (ovvero chi gestisce il laboratorio e che appunto ci guida) hanno temuto che rompessi la base che ci sopraelevava.
Ricordo adesso vari momenti e poi quello dove prendevamo gli applausi, uno ad uno e quelli che ho ricevuto erano immensi.
Diversi ruoli poi si sono succeduti fino a qualche anno fa quando ho deciso di smettere perché ormai quella fase era finita.
Quindi perché il 13 novembre?
Perché tutti noi prima o poi ci poniamo delle scelte da fare e non sappiamo come andrà a finire.
Io mi appassionai al teatro, mi resi conto che il gioco del teatro era molto familiare a me e inoltre che ormai il teatro faceva parte di me.
Si aprii un mondo per me fatto di sensi, un mondo istintuale ed io non è che decisi di farne parte, sentivo di doverci essere.
E' come accorgersi di avere i sensi di un animale selvatico e in effetti stare sul palco è come se la tua vista si ampliasse, senti gli odori di ciò che è intorno, l'intuito si amplifica...
E' come una scuola di istinto.
Ma questo non riguarda solo il teatro.
Ogni volta che si fa una scelta e ci accorgiamo che la nostra natura si sta rivelando... Beh, allora sarebbe da sciocchi non seguirla.
Per questo ricordo il 13 novembre e con questo ogni giorno che sono stata là, ogni giorno che ho continuato con testardaggine.
Ricordo di aver lasciato entrare il teatro nella mia vita, di avermi influenzato tanto nella mia vita e la sua influenza continua ancora adesso.
Che cosa succederà adesso?
Non lo so. Al momento sto cercando di finire un progetto teatrale, il secondo dopo L'eretica.
E ovviamente c'è anche la pittura.
Inoltre mi sto interessando anche all'illustrazione e grazie ai corsi che ho fatto (prima con Simone Rea, dove oltre alla pittura con l'acrilico ci ha fatto fare un esercizio di illustrazione, e poi con Morena Forza e Alessandra Fusi) mi sto accorgendo che per illustrare, non basta disegnare.
E' una continua trasformazione questa e vedere dove ti porta.


di Christian Schloe


idem


Anche perché per rivoluzionare la propria vita non è necessario compiere grandi imprese che debbano entrare nel Guinness dei Primati.
Basta anche un piccolo cambiamento.


E voi? Quali sono le scelte che vi hanno portato in una strada diversa da come credevate fino a un attimo fa?




Qui il post sul mio primo laboratorio e qui su tutti i laboratori della non-scuola che ho fatto.

3 commenti:

  1. Oggi una mia collega mi ha chiesto se mi andava di fare un provino per una parte in un recital della mia università... Mi piacerebbe tantissimo, ma l'idea di essere giudicata mi spaventa... Non so mettermi in gioco.

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  2. Ciao,
    sono reduce da uno spettacolo( il mio primo e ultimo).
    Ho interpretato il Barone Von Vonderburg ne " Carmilla" di le Fanu.
    Un anno e mezzo di prove,sudore e rabbia.
    Io da solo davanti alla platea con una sciabola da cavalleria che pesa come un macigno, a gridare la mia rabbia contro la vampira in due monologhi (che duravano poco più di un minuto ma a me sembravano eterni).
    Due spettacoli per cira 300 persone (avevo scritto 3000,manie di grandezza?), con un paio di standing ovation e applausi ad ogni buio.
    Poi la doccia gelata: nel meeting post spettacolo la regista che ci tratta come merdacce e nessuno che dice nulla.
    Niente di nuovo a dire il vero...ma questa volta ho detto basta,ho salutato gli amici e continuino pure per la loro masochistica strada.
    Ora mi sto separando da mia moglie e sono senza lavoro e un posto dove andare.
    Le scelte che ho fatto non mi sembrano poi così belle ma a volte di scelta non ne hai,fai solo del tuo megli.

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  3. @ Merlino: E' vero. A volte facciamo del proprio meglio e non siamo molto consapevoli delle scelte che facciamo dopo un certo periodo di tempo. Anche perché magari ciò che credevamo che succedesse alla fine non succede nella realtà.
    E a volte è anche una scelta abbandonare quella strada.
    Ti dirò alcune guide che ho avuto a pochi giorni dal debutto erano piuttosto irruenti per non parlare del giorno stesso, ma ci stava e comunque non ci hanno trattato da merdaccia.
    Se mi fosse successo una cosa simile, non so cosa avrei fatto. Ma ti posso dire questo: ho un problema alle caviglie che m'impedisce molti movimenti e qualche anno fa a un laboratorio avevo preso una storta perché si chiedeva di andare veloci. Dolorante, ero stanchissima che ogni volta io abbia del male e non possa fare certe cose (certi spettacoli non li ho potuti fare perché richiedevano per esempio corse). Mi sono stesa nel prato (provavamo in un giardino) e, guardando il cielo e pensando se avessi abbandonato il teatro, mi sono resa conto poi di quanto questo sia importante per me.
    Sembrerò masochista, ma fare teatro per me è molto importante.
    Adesso poi sono in una situazione nella quale non lo sto facendo come vorrei. Nel frattempo lavoro al secondo progetto teatrale, dipingo e cerco di migliorare nel disegno.
    Sono sicura che prima o poi qualcosa succederà. Una frase che mi ha salvato in molte situazioni difficili è che in natura prima o poi cambia. Però a volte siamo noi stessi a non permettere questo cambiamento, a bloccare il corso degli eventi. (Io con questa frase non mi sto rivolgendo direttamente a te poiché non ti conosco).
    E so che a volte è difficile non porre giudizi soprattutto su noi stessi quando le cose ci vanno male.
    Quindi...
    Merda!!!!
    (scongiuro teatrale per chi non lo sapesse)

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