domenica 31 gennaio 2010

Il mio primo video

Oltre a avere questo blog, tengo anche un account su Youtube: http://www.youtube.com/user/almacattleya dall'aprile del 2008 e finora, non chiedetemi il perché, non avevo caricato un video.
Pensavo che il primo video che avessi caricato sarebbe stato un frammento di un mio spettacolo teatrale oppure un video su dei dipinti. Invece qualche sera fa stavo passeggiando in centro e vedo questa piccola piuma sostenuta da un filo sottile. Guardavo affascinata questa piccola piuma che delicatamente ad ogni accenno di vento si muoveva. Aveva una grazia incantevole e così ho voluto onorarla facendole questo brevissimo video e intonando un canto per lei.

venerdì 29 gennaio 2010

Tu che custodisci un universo



di 花鈴 /ktbmy



Tu che custodisci un universo, ascolta ciò che non viene ascoltato. Soffermati ogni tanto a guardare il cielo e stupisciti perché tutto quello vedi, tutto quello che puoi immaginare è già dentro di te.
In te c'è un universo con le sue stelle, i suoi pianeti, i suoi satelliti, le sue galassie, il suo Sole.
In te c'è molto di più di quello che pensi svegliandoti la mattina e chiedendoti cosa ci fai.
Pensa a te stesso come un astronauta che esplora questo universo che si chiama esattamente come te.
Tu sei il più grande mistero che ci possa essere nella vita così come tu sei la più grande avventura che ci possa essere.
Tu sei molto più di un pezzo di carne che cammina.
Tu sei un terrestre e un alieno allo stesso tempo.



Aforismi universo:
- Ogni qualvolta che muore un uomo, è un universo intero a venir distrutto. Ce ne rendiamo conto identificandoci con quell'uomo (Karl Popper);
- Tutto l'universo cospira affinché chi lo desidera con tutto se stesso possa riuscire a realizzare i suoi sogni (Paulo Coelho);
- Quando incontriamo qualcuno e ci innamoriamo, abbiamo l'impressione che tutto l'universo sia d'accordo (Paulo Coelho);
- La storia dell'evoluzione insegna che l'universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo (Karl Popper);
- La nostra psiche è costituita in armonia con l'intero universo e ciò che accade nel macrocosmo accade ugualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima (Carl Gustav Jung);
- L'anima è uno specchio di un universo indistruttibile (Gottfried Wilhelm Leibniz);
- Ogni anima è uno specchio vivente dell'universo (Gottfried Wilhelm Leibniz);
- L'uomo ha un universo dentro di sé (Bob Marley).


Tu sei.


P.S.: Con queste mie parole dell'inizio ho poi realizzato questo video



Aggiornato

mercoledì 27 gennaio 2010

La realtà teatrale odierna

Vengo dalla riunione che c'è stata oggi riguardo al Ravenna viso-in-aria e così ho potuto vedere molte delle altre compagnie e singoli che si apprestano a fare questa rassegna in cui partecipo con un mio progetto.
La cosa che più mi è piaciuta è che non c'erano distinzioni tra chi avesse esperienza, anche trentennale, e chi non avesse esperienza ed è all'inizio come me (non sono l'unica però).

Per me è stata un'esperienza formativa e lo sarà ancora di più a maggio. Questa riunione però non sarà l'unica fino a maggio, ma la prima di vari contatti. Infatti, nelle intenzioni della rassegna, si vuole che non solo chi si occupa il lato amministrativo, e anche quello tecnico, abbia delle responsabilità nei confronti della rassegna, ma anche tutti noi attori e non solo riguardo noi stessi, ma anche verso gli altri così come si promuove noi stessi e gli altri.
Ed è questa una cosa in cui la realtà ravennate si distingue perché di solito tra le compagnie teatrali c'è molta ostilità e pensano solo al loro interesse. Però il teatro io lo vedo molto come luogo di comunione non solo della compagnia, ma anche tra le compagnie e la collaborazione è sempre buona cosa naturalmente nel rispetto delle singole persone.

La realtà ravennate si distingue anche perché non ha un suo teatro, un suo modo di fare. Certo ci sono stati e ci sono anche adesso attori di teatro di fama anche internazionale però storicamente non può competere come succede col teatro partenopeo. Inoltre non ha una sua base storica e sicuramente non è Milano o Roma.
La realtà ravennate di adesso si deve a giovani di allora che volevano far teatro anche nella loro città ed è straordinario come da loro si sia passati di generazione in generazione e sono convinta che succederà ancora.

Questa riunione mi ha portato anche a riflettere sulla questione teatrale odierna. Al grido di "La gente non va più a teatro." si è contrapposto uno che sottovoce ha smentito questa frase.
In effetti se consideriamo i numeri, che puntualmente ogni anno escono, le presenze a teatro sono cresciute, ma qui per teatro non si intende la recitazione, ma il luogo dove adesso alcuni cantanti ambientano molte delle loro tappe in tournee.
Anche il teatro soffre della moda. Adesso va di moda il musical e quindi molte delle produzioni teatrali approfittano di questo trend per sfornare sempre più successi e perciò bisogna stare attenti: non vi fidate troppo perché molti spettacoli presenti puntano soprattutto a far soldi. Adesso non voglio criticare l'aspetto finanziario perché se vuoi fare uno spettacolo successivo devi fare in modo che quello di adesso sia buono però almeno ci metti l'anima. Molti dei spettacoli presenti invece puntano solo sull'effetto della moda, di battere il ferro ancora caldo e così non spiccano certo per originalità. Inoltre c'è anche l'effetto opposto: il pensare che il teatro sia solo musical.
Inoltre l'avvento dei talent-show ha tolto molto del fascino dell'artista, puntando tutto su una competitività, in alcune trasmissioni anche troppo, e generando così il mito del facile successo. La troppa visibilità è un qualcosa che secondo me danneggia gravemente l'artista che lo spinge a puntare come soli qualità la simpatia, l'aspetto fisico, l'essere accattivante ecc... insomma qualcuno su cui sognare e puntare senza stare lì a badare all'aspetto artistico.

C'è però un'altra realtà, anzi due, ed entrambi sono presenti anche qui a Ravenna: il completo snobismo verso le opere teatrali che non sono teatro classico. Di solito sono persone avanti con gli anni, signore tutte impellicciate che vanno a vedere uno spettacolo teatrale soltanto perché c'è qualcuno di punta oppure per trascorrere una serata come un'altra come se lo spettacolo teatrale non porti a loro qualcosa. Quello che sto dicendo è dovuto anche, e soprattutto, a esperienza personale. Circa due anni fa sono andata a vedere uno spettacolo teatrale di una nota compagnia sperimentale ravennate, i Fanny&Alexander. Al loro spettacolo, nella stagione teatrale di Prosa dell'Alighieri, ho potuto assistere a scene davvero incresciose: davanti a me una fila di signori anziani commentavano ad alta voce, e senza alcun rispetto per chi guardava, con frasi come Che vergogna! oppure Sarebbe stato meglio se ci fosse stato Gigi Proietti. Almeno ci saremmo fatti due risate. Queste affermazioni vanno ben oltre le semplici critiche, sono denigratorie e non hanno rispetto per chi recita e per chi ascolta. E' normale che uno spettacolo non possa piacere, questo non lo nego, ma se non ti piace te ne vai o rimani in silenzio. Non ti comporti come se tu fossi l'unico spettatore lì presente. Non sei mica il re. E uscendo ho letto delle cose sconcertanti (lo spettacolo poi si chiamava Sconcerto e non solo come sensazione, ma anche come un omaggio al lavoro di John Cage http://it.wikipedia.org/wiki/John_Cage) sul libro delle note: Queste merde le dovete fare al Rasi e non qui. E' un qualcosa che mi fa imbestialire e mi fa capire ancora di più l'ignoranza di suddette persone che si spacciano invece per degli intellettuali. Forse queste persone non sanno che il teatro classico era d'avanguardia e contemporaneo. Ora non voglio dire che magari chissà io o altri siamo degli Shakespeare o degli Aristofane per andare ancora più indietro per esempio però all'epoca il teatro classico non era certo classico. Era un qualcosa di vivo, pulsante come un cuore che si appresta a correre e non come se fosse tenuto in vita da delle macchine. Uno dei motti del Teatro delle Albe, compagnia ravennate di cui ho parlato spesso in post precedenti, quello che ha iniziato la non-scuola, è quello di mettere in vita l'opera e non di mettere in scena. Anche se l'opera è tratta da un testo classico, questo va trattato come qualunque testo contemporaneo perché come gli autori parlavano attraverso le loro opere ai loro contemporanei così noi parliamo a voi. Ah, naturalmente non tutti i signori che vanno all'Alighieri sono come quelli che ho descritto.

Poi c'è un'altra realtà, collegata a quella precedente, presente credo dappertutto senza distinzioni di piccole o grandi città ed è la gente che non va a teatro. Certo se a loro viene data l'idea che il teatro sia qualcosa di assolutamente noioso e deprimente, non li si può dar torto. Però non è così: il teatro è qualcosa di caldo, potente, puoi sentire gli attori respirare, condividi con loro lo stesso ambiente, è vitale e puoi sentire la loro energia attorno a te.

Quindi magari voi che mi leggete forse non verrete a vedermi, ma almeno andate a vedere qualche spettacolo teatrale. Provate e non arrendetevi se qualche spettacolo non vi è piaciuto. Insistete. Vedere spettacoli teatrali, assistere a delle perfomances apre di molto la mente. Credetemi!


Link delle compagnie citate:



Se poi volete dire anche la vostra e partecipare a questa discussione, fate pure.


P.S.: In questo mio incontro pomeridiano ho potuto scontrarmi con la mia ignoranza tecnica proprio nel senso letterale. Infatti una cosa è averla in mente, un'altra trasportarla nella realtà e non sempre quello che vuoi realizzare è possibile. Ma questo non è necessariamente un male perché ti porta a pensare, a essere più creativo e a non essere ovvio e banale.


Modificato

sabato 23 gennaio 2010

La magia del silenzio

Ho parlato della voce e del canto e così non potevo certo dimenticarmi del silenzio.

Ma che cos'è davvero il silenzio? E' davvero assenza di suoni e di rumori? Oppure anche il silenzio è un suono?
In musica il silenzio, ovvero le pause, viene valutato e ha la stessa importanza di una qualsiasi nota musicale. Il silenzio ha il suo tempo e parlando di tempi non si può non citare i tempi fondamentali nel teatro.
Ma anche senza suonare, cantare o recitare, il silenzio è a portata di mano e di orecchio sicuramente.
Sono convinta che nel silenzio accadano le cose più straordinarie e le più atroci nel mondo. Senza il silenzio, la voce, e così il canto, non avrebbero senso.
A volte si parla della 'voce del silenzio'... A volte si dice che il silenzio parli molto più delle semplici parole... Io sento che nel silenzio riesco a sentire molte più cose e che a volte, davvero, le parole, per quanto elaborate o anche semplici esse siano, non riescono ad afferrare il senso delle mie sensazioni e emozioni.
Attraverso il silenzio, ogni cosa sembra che acquisti senso e credo sia giusto ogni tanto concederci del silenzio. A volte mi succede di voler stare in silenzio, ne ho bisogno per far "respirare" le mie orecchie e la mia mente.
Senza il silenzio, ogni cosa non avrebbe senso.

Aforismi silenzio:

- Solo il silenzio è grande. Tutto il resto è debolezza (Alfred de Vigny);
- Dicono che il silenzio è proprio della contentezza; ma io vi dico che nel silenzio si celano il rifiuto, il disprezzo e la ribellione (Scritti dell'ispirazione, Kahlil Gibran);
- Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio. Si può raggiungere lo stesso risultato tagliandosi la lingua, ma nemmeno quello sarebbe silenzio. E' silenzioso colui che, potendo parlare, non proferisce alcuna parola inutile (Gandhi);
- Niente rafforza l'autorità quanto il silenzio (Charles de Gaulle);
- Chi non comprende il tuo silenzio probabilmente non capirà nemmeno le tue parole (Elbert Hubbard);
- Quel che amore tracciò in silenzio, accoglilo, che udir con gli occhi è finezza d'amore (William Shakespeare);
- La parola è un'ala del silenzio (Pablo Neruda);
- C'è un silenzio nel cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima, poi c'è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato (Un cuore pulito, Romano Battaglia);
- La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello (Gesualdo Bufalino);
- Più che per la repressione, soffro per il silenzio del mondo (Martin Luther King);
- Fai in modo che il tuo discorso sia migliore del tuo silenzio o taci (Dionisio I di Siracusa);
- Oh, silenzio! Tu sei il mio midollo, la mia melodia dolce e profonda (Gialal ad-Din Rumi);
- L'unico tiranno che accetto di questo mondo è la voce silenziosa dentro di me (Gandhi);
- Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole (Carl Gustav Jung);
- Non cantare più!/ Voglio il silenzio/ per dormire/ qualsiasi ricordo/ della voce udita/ incompresa/ che fu perduta/ perché l'ho udita (Fernando Pessoa);
- Le grandi anime soffrono in silenzio (Friedrich von Schiller);
- Un silenzio improvviso nel mezzo della conversazione ci riporta ad un tratto all'essenziale: ci rivela a quale prezzo dobbiamo pagare l'invenzione della parola (Emil Cioran);
- La vera musica è il silenzio. Tutte le note non fanno che incorniciare il silenzio (Miles Davis);
- Ho sempre pensato che la musica dovrebbe essere soltanto silenzio, il mistero del silenzio che cerca di esprimersi (Marguerite Yourcenar);
- Non per altro: ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo (Alessandro Baricco);
- Il silenzio non è uno stato di quiete, ma una tensione: quella di un gorgo in cui i suoni si avvitano attratti verso il fondo (Erri de Luca).



The sound of silence di Simon & Garfunkel


La voce del silenzio, Mina (1972)




Il silenzio di Kahlil Gibran




Una meravigliosa nascita immersa nel silenzio






Vi lascio con un aforisma di José Saramago che pone un interessante quesito:

Forse solo il silenzio esiste davvero.



Aggiornato

venerdì 22 gennaio 2010

Una piccola avventura

Un anno fa sono andata a Faenza, provincia di Ravenna, per partecipare al concorso Lo Scenario dedicato ai giovani teatranti. Non sono passata perché c'erano altri che passavano ed io ero nei 'forse'. Inoltre c'era un numero prestabilito di progetti che potevano passare. Questo concorso mi ha permesso di capire meglio i punti deboli della mia drammaturgia (=sceneggiatura teatrale per chi non lo sapesse).
Ma non è di questo che voglio parlare. Dopo che sono uscita dal teatro che ospitava il concorso sono andata al parco faunistico e mi sono messa a fare fotografie e devo dire che gli animali presenti mi hanno regalato stupende perfomances:






domenica 17 gennaio 2010

Il canto dell'Universo

Dopo aver trattato della scoperta della voce in me e nel volerla seguire come via personale, qui voglio parlare del canto, ma non inteso come performance canora, bensì di un canto che risiede nelle nostre radici profonde, nell'antichità.
Mi spiego meglio. Quando vedo i documentari che trattano dei popoli cosiddetti primitivi, rimango sempre affascinata di quanto i canti siano presenti nelle loro vite. Se noi ci mettessimo a cantare liberamente, a piena voce, gli altri ci guarderebbero stupiti, chiedendosi se siamo diventati matti e chiamerebbero il 118 oppure si chiederebbero se sono in mezzo alle riprese di un film musical. Questi popoli, che spesso vengono disprezzati e derisi dalla "nostra imperante civiltà", hanno un canto per ogni avvenimento della vita così ogni momento per loro ha un suono specifico e così mi sembra che il suono sia un filo strettamente collegato alla vita stessa. Facendo vibrare quel filo, facendolo cantare cosa succede?
Si dice che in ognuno di noi risiede una scintilla del Big Bang e secondo alcune ricerche recenti l'Universo "canta". Se l'Universo davvero canta, credo che assomiglierebbe al canto delle balene, quel suono così ipnotico. Ma noi comuni mortali possiamo riprodurre quel canto? Chissà se ci si può ricongiungere a questo canto primordiale. Dicono che il suono AUM sia il seme del suono dell'Universo.
Un canto primordiale che risiede in noi, il canto che ha generato la vita... E anche il contrario dopotutto il pianto di quando si nasce non può assomigliare ad un canto? Questo argomento mi affascina tantissimo perché come ho scritto varie volte, non solo cerco la mia voce, ma anche qualcosa che sia bestiale e allo stesso tempo sublime e penso che i cosidetti canti primitivi possano aiutarmi, canti che assomigliano a preghiere pagane.
Naturalmente queste sono mie supposizioni e non so dove mi condurranno, ma sono sicura che sarà qualcosa di assolutamente meraviglioso.


Link utili a chi fosse interessato questo argomento:

il canto;
il canto primordiale;
canto come preghiera;
il suono dell'Universo;
Il suono seme dell'Universo, l'AUM.

Ed ora dei video:

sabato 16 gennaio 2010

Scoprire la voce

Come ho già precedentemente scritto, il laboratorio in cui interpretai Maria Callas, e non nel canto ci tengo a precisare, mi ha portato a scoprire sempre di più la voce tanto che poi ho cominciato a studiare canto e così ho imparato a usare sempre di più il diaframma (indispensabile per chi vuol fare teatro), a cantare veramente di testa (dei mal di testa terribili, a momenti svenivo le prime volte), a far dei suoni rotondi e a cantar usando tutto il corpo. Un giorno avevo un male lungo il basso schiena. Normale, mi rispose l'insegnante, perché hai usato pienamente il diaframma. Cavolo, non sapevo che facesse così male.
Ma scoprire la voce per me non è solo saper cantare, ma anche scoprire la propria via come se la voce mi potesse indicare il mio cammino.
Nell'estate del 2007 ho fatto un esercizio che mi era stato suggerito da Ermanna Montanari, attrice del Teatro delle Albe: scrivere una specie di diario in cui riflettevo o meglio ponevo l'attenzione sui vari aspetti legati al teatro e in una pagina ho scritto: Sono una ragazza, un'aspirante attrice che vuole scoprire la propria voce. Ebbene in un libro consigliato da Ermanna, Pietre d'acqua di Julia Varley, attrice dell'Odin Teatret, edito da Ubulibri (se c'è qualcuno a cui interessa), dove sono scritte queste esatte parole nella pre-fazione: Accetto questa responsabilità, quella di scrivere questo libro, nell'illusione che queste pagine possano essere utili a un'attrice in cerca della sua voce.
Sono rimasta esterrefatta: è come se ci fosse stata una connessione, è come se, ingenuamente pensavo, avesse scritto questo libro appositamente per me.
La voce per me rimarrà sempre un mistero però è uno dei primi strumenti che uso per sondare un personaggio, per avvicinarmi a lui.

Poesia scritta da me (estate 2007):

La mia voce

La voce,
nasce dalle viscere del nostro corpo,
come se nascesse dal Centro della Terra.
Tutti la possiedono
anche chi non la può usare.
La voce
è la musica che esce
dal nostro strumento, il corpo.
Tutti la possiedono
anche chi non la può usare.

La voce
la puoi sentire vibrare in te,
però io non la conosco,
non so qual è il suo aspetto,
i suoi colori, la sua forma.
E così la sto cercando,
sto cercando la mia voce
lungo le vie di questa vita.
Sto cercando la mia voce
per far sapere a tutti che ci sono,
che non sono finita,
per conoscere il mio futuro
e la vera me stessa.
E quando l'avrò trovata,
la espanderò in tutto il mondo
e poi chissà
se qualcuno risponderà al mio eco.

Dietro ogni angolo,
si nasconde una gioia
o un pericolo,
ma io cercherò ovunque
la mia voce.


Mi auguro che, anche voi tutti che mi leggete, sarete accompagnati nel vostro cammino della vita dalla propria voce.

giovedì 7 gennaio 2010

Aggiornamento blog

Nel voler sempre migliorare questo mio blog, ho voluto così aggiungere dei video che completano i miei post e per ciò ringrazio Cécile per avermi detto come fare.

Ho già aggiornato quattro miei post precedenti e sono:

http://almacattleya.blogspot.com/2009/07/la-bellezza.html (Ho aggiunto il video della scena del sacchetto di American Beauty, quella che mi ha portato a scrivere il post);

http://almacattleya.blogspot.com/2009/11/ciao-alda.html (Aggiunta una delle ultime interviste di Alda Merini, poetessa morta di recente in cui parla della sua esperienza in manicomio e lettura di sue due poesie, Terra Santa e L'albatro);

http://almacattleya.blogspot.com/2009/11/elogio-alla-diversita.html%20Aggiunto (Aggiunto un video omaggio del film Freaks di Tod Browning (1932) con la canzone de La donna cannone);

http://almacattleya.blogspot.com/2009/12/il-nuovo-laboratorio-teatrale.html (Aggiunto il video della scena in cui Re Lear, nel film omonimo di Peter Brook del 1971, divide il regno tra le figlie, scena che abbiamo affrontato in teatro).

E anche nei post futuri ci saranno video quindi occhio!
Aggiornato

Il mio progetto teatrale

Chi mi legge da un bel po' di tempo sa benissimo di questo mio progetto, ma visto che molto probabilmente ci saranno sempre nuovi lettori, è meglio precisare la cosa.
A maggio debutterò con un mio spettacolo teatrale, scritto e interpretato da me, nella rassegna di Ravenna-viso-in-aria.
L'altro ieri mi è arrivata questa e-mail e, con il loro permesso, ho deciso di volerla riprodurre qui.


A tutti gli artisti di Ravenna viso-in-aria 2010

Carissimi,

vi ringraziamo di aver accettato di partecipare a questa prima edizione di Ravenna viso-in-aria concentrato in tre giorni (venerdì 21, sabato 22 e domenica 23 maggio 2010).
Un'occasione per dare visibilità alla moltitudine delle realtà artistiche che in città risiedono e producono. Una felice anomalia, quella ravennate, che si rispecchia non solo nella varietà dei linguaggi attraversati ma anche nel dialogo fra gli artisti. Anche per questo motivo non vogliamo che vi sentiate "ospiti" di un festival, ma che ne siate creatori assieme a noi. Ci piacerebbe infatti che ciascun gruppo o singolo artista si faccia promotore di questa tre giorni, ciascuno attraverso i propri canali e con le proprie parole e che, oltre a curare il proprio lavoro, curi anche il progetto generale.
Il lavoro di mappatura delle realtà artistiche cittadine è stato lungo e non è ancora terminato. Avevamo detto a ciascuno di voi che nel pieghevole del Nobodaddy che uscirà fra pochi giorni sarebbero apparsi i nomi di ogni gruppo ma, non avendo ancora concluso la ricognizione, abbiamo optato per un testo che spieghi ciò che vedremo in questa tre giorni, senza per ora l'elenco completo degli artisti che parteciperanno a Ravenna viso-in-aria.
Ecco quindi che, alla sezione Ravenna viso-in-aria leggerete:
__________________________
da venerdì 21 maggio a domenica 23 maggio Ravenna luoghi da definire

RAVENNA VISO-IN-ARIA

Come una città che esplode di teatro, Ravenna presenta in tre giorni la moltitudine di gruppi e singoli artisti della scena contemporanea - quasi trenta - che qui si sono originati per diverse generazioni. Una costellazione di piccoli e grandi allestimenti in diversi spazi del centro e della periferia.
___________________________


Questa è la prima parte. La seconda parte comprende delle domande tecniche che non sto qui a riprodurle.
Sicuramente promuoverò questa rassegna non solo con le persone che mi vivono accanto, ma anche qui dove mi è possibile. Anche se magari non vi sarà possibile vedermi, non importa. Credo sia giusto tenervi sempre informati. Dopotutto è un impegno, per niente gravoso, che ho preso da quando ho deciso di tenere questo blog.

martedì 5 gennaio 2010

Arte=creatività?

Arte e creatività...

Spesso sento persone che mi dicono che, visto che non possiedono alcun lato artistico, non possiedono quindi la creatività come se queste due cose (arte e creatività) fossero la stessa cosa. Personalmente però non la penso così.
Partiamo prima dalla creatività. Come si può ben notare 'creatività' deriva da creare che condivide in latino con crescere la radice KAR. In sanscrito (lingua ufficiale dell'India) KAR-TR è colui che fa (dal niente), il creatore (fonte:wikipedia)
La creatività è una cosa che accomuna animali (e non solo i Primati) ad uomini, bambini ad adulti. 'Creare' è qualcosa di universale perché accomuna anche i vari popoli. Anzi, credo che senza la creatività l'uomo non si sarebbe sviluppato poi così tanto nella storia dell'evoluzione però questo non basta.
Sin dall'inizio dai tempi, la creatività ha sempre portato l'uomo a trovare soluzioni ad ogni problema, ma cosa succede se l'uomo si crea domande?
Credo che il cercare ogni risposta al suo 'perché' sia stato determinante e il tentare di avvicinarsi al lato divino di tutto ciò che gli circondava, della Natura, abbia portato l'ominide ad un passo in più verso l'evoluzione.
Il sapere che attraverso i suoi gesti e le sue parole, l'uomo possa raggiungere una forma molto più alta, quasi divina...
Ed è qui che entra in gioco l'arte.

Secondo gli Antichi Greci, l'arte era rappresentata dalle muse:

Calliope, la Poesia Epica;
Clio, la Storia;
Erato, la Poesia Amorosa;
Euterpe, la Poesia Lirica;
Melpomene, la Tragedia;
Polimnia, il Mimo;
Talia, la Commedia;
Tersicore, la Danza;
Urania, l'Astronomia.

Queste nove Muse, anche se anticamente si dicevano che erano tre, erano figlie della Memoria, letteralmente, poiché discendevano appunto da Mnemosine, e l'Arte ha bisogno della Memoria. Non è un qualcosa che si possa distruggere nell'arco di pochi mesi, non è qualcosa che si assoggetta al Tempo e alle sue regole. Ma solo la Memoria non basta, l'Arte ha bisogno del divino. Infatti le nove Muse oltre ad essere figlie di Mnemosine, discendevano anche da Zeus, il più grande dio greco.

Ecco questa è una mia personalissima riflessione e mi rendo che ci saranno cose da dirne. Se anche voi volete condividere le vostre riflessioni su questa questione, ve ne sarei molto grata.

venerdì 1 gennaio 2010

Affresco Moreschiano

Voglio aprire questo anno nuovo con un post su un laboratorio teatrale, successivo a quello de Il sogno del Vecchio Maggiore, che per me è stato qualcosa simile a un'illuminazione, una rivelazione perché mi ha permesso di scoprire sempre di più quanta forza e ricchezza ho nella voce. Mi rendo conto che parlare degli aspetti della voce sia molto difficile perché non permetto a voi di poter ascoltare, ma spero con le mie parole di farvi visualizzare tutto lo spettacolo.
Lo spettacolo, intitolato appunto Affresco Moreschiano, è basato sul testo di Merda e luce, edito da Effigie, dell'autore contemporaneo, e vivente, Antonio Moresco. Piccola nota: ho avuto la fortuna di conoscerlo visto che ha presentato il libro proprio nella serata del primo giorno.
Infatti, "contravvenendo" ad una regola fondamentale della non-scuola, lo spettacolo non è nato per poi morire nello stesso giorno sul palco, ma è durato per tre giorni consecutivi e per me è stata la prima volta avere, in un certo senso, una tournee. Ma questa piccola contravvenzione ha un suo perché: lo spettacolo non è stato fatto al teatro Rasi come le altre volte, ma alla galleria Ninapì, un luogo usato spesso per mostre contemporanee e qualche volta anche a spettacoli teatrali, ma non permette una grande adiacenza di pubblico e così abbiamo replicato lo spettacolo per altri due giorni.
Lo spettacolo è stato concepito come una visita in una mostra dove al posto dei quadri c'eravamo noi ragazzi quindi erano gli spettatori a muoversi per vederci.
Il mondo di Merda e luce è fatto di creature strane e surreali: una luna partoriente, vari siparisti, una stella e personaggi realmente esistiti come Alessandro Magno, Gengis Khan e Maria Callas.
Io chi ero? Maria Callas.
Quando mi è stato dato il copione, che è stato preso pari pari dal libro con alcune parti mancanti, e ho visto il nome del mio personaggio, ovvero Callas, ho esclamato sorpresa: "Quella Callas?!"
Una leggenda sulla Callas dice che lei per dimagrire, si è ingoiata letteralmente una tenia ed è proprio questa parte ad essere il fulcro del "quadro" Maria Callas: lei e la sua tenia.
Infatti Antonio Moresco aveva immaginato che Maria Callas chiedesse alla tenia di divorarle il lardo per far sì che solo la sua voce potesse risplendere e così la tenia (un'altra ragazza) risponde che, al contrario di chi ascolta la Callas, lei mangia la voce dall'interno e non dall'esterno e che ormai sa a memoria ogni sua aria e alla fine se ne va dicendo che finalmente ha una voce tutta sua.
Naturalmente non ho cantato, il copione non lo richiedeva e poi avrei già perso in partenza, ma attraverso la mia voce volevo far visualizzare il testo proprio perché il testo mi suggeriva ciò quindi quando Maria Callas parlava delle grandi aquile che volano tra le montagne, la mia voce era imponente e "allargavo" ad ogni vocale, soprattutto la 'a'. Poi era il turno dell'"oscura civetta" e così la mia voce era tenebrosa e viscerale. Infine i "grilli sull'asfalto" e la mia voce era squillante fino ad essere un verso acuto e con le dita mimavo dei movimenti scattanti. E tutti questi cambiamenti erano in conseguenza senza alcuna interruzione.
All'inizio del testo poi, mentre la Callas parlava del suo canto, lei si chiedeva se qualcuno avesse mai risposto al suo canto come se questo fosse un richiamo d'amore e così la voce si faceva metà tra il parlato e il cantato. Il tono era suadente ed era lo stesso testo a suggerirmi ciò naturalmente sotto la supervisione della mia guida, Maurizio Lupinelli.
Per la prima volta cercavo di dipingere il testo con la mia voce e questa scoperta per me è stata fondamentale e mi ha permesso di capire che io, con la mia voce, potevo giocare, sperimentare e tutto ciò mi entusiasmava tanto che poi mi ha spinto a iscrivermi a un corso di canto per sviluppare meglio la mia voce.
Spero più avanti di poter postare il video della mia esibizione così per permettere a tutti voi di guardarlo e magari anche dirmi "Guarda che hai sbagliato completamente nello scrivere questo post."
Scherzo ovviamente.
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