domenica 24 aprile 2011

L'universo in un Uovo




L'aurora dall'oceano di Vladimir Kush



Che cosa straordinaria l'uovo: racchiude un Universo.



Sviluppo di un uccello nell'uovo tratto da Das Meer di Matthias Jacob Schleiden, 1867

venerdì 22 aprile 2011

Lode alla Madre Terra



Oggi è la Giornata Mondiale della Terra e quindi un pensierino a questo straordinario pianeta sarebbe doveroso.
Provate a pensare: un pianeta con così grande vastità di differenti ambienti, luoghi e vite soprattutto. Vedere come ogni singolo essere si è dovuto adattare per vivere.
Non starò lì a fare la paternale dicendo che questo pianeta lo stiamo distruggendo perché credo che tutti lo possano vedere e chi non lo vede è peggio dei ciechi.
La Terra è sempre stata vista sin dall'antichità come una Madre, una Dea nel cui grembo nasce la Vita per farla poi crescere e morire e poi ancora, una Dea generosa che elargisce beni, ma può anche togliere, una Dea che risiede in ognuno di noi.
Forse alcuni vedono i terremoti e tutti i disastri naturali come la fine del Mondo, ma in realtà sono segnali che la Terra è viva. Siamo noi che non sappiamo affrontarli nel modo adeguato,
Inoltre segnalo che in Bolivia è stata istituita una legge che tutelerà la Natura chiamata la legge della Madre Terra.

La terra vi concede generosamente i suoi frutti, e non saranno scarsi se solo saprete riempirvi le mani.
E scambiandovi i doni della terra scoprirete l’abbondanza e sarete saziati. Ma se lo scambio non avverrà in amore e in generosa giustizia, renderà gli uni avidi e gli altri affamati.
Quando voi, lavoratori del mare dei campi e delle vigne, incontrate sulle piazze del mercato i tessitori e i vasai e gli speziali, invocate lo spirito supremo della terra affinché scenda in mezzo a voi a santificare le bilance e il calcolo, affinché il valore corrisponda a valore.
E non tollerate che tratti con voi chi ha la mano sterile, perché vi renderà chiacchiere in cambio della vostra fatica. A tali uomini direte: «Seguiteci nei campi o andate con i nostri fratelli a gettare le reti nel mare. La terra e il mare saranno con voi generosi quanto con noi».
E se là verranno i cantori, i danzatori e i suonatori di flauto, comprate pure i loro doni.
Anch’essi sono raccoglitori di incenso e di frutti, e ciò che vi offrono, benché sia fatto della sostanza dei sogni, distillano ornamento e cibo all’anima vostra.
E prima di lasciare la piazza del mercato, badate che nessuno vada via a mani vuote.
Poiché lo spirito supremo della terra non dormirà in pace nel vento sino a quando il bisogno dell’ultimo di voi non sarà appagato.

Il profeta di Kahlil Gibran


Avremmo origine e forme diversi, ma proveniamo da un'unica Grande Madre: la Terra


Io sono la Regina che governa, colei che accumula tesori,
piena di saggezza, la prima di coloro che sono degni di adorazione.
In diversi luoghi le energie divine mi hanno posta.
Io entro in molte case e assumo numerose forme.

L'uomo che vede, che respira, che sente parole pronunciate,
ottiene il proprio nutrimento solo attraverso me.
Pur non riconoscendomi, egli dimora in me.
Ascolta, tu che conosci! Ciò che io dico è degno di fede.

Rig Veda Samhita

Senza nome è l'origine del cielo e della Terra.
Con un nome è la Madre delle innumerevoli creature.

Laozi
 
E come succede nel dipinto di Frida Kahlo, lasciamoci cullare: la Grande Madre è sempre lì.


venerdì 15 aprile 2011

Videocracy - Basta apparire

Già, basta apparire.
A che serve avere un avere un proprio carattere, una propria vita, dei sogni se poi non si è famosi in tv?



Questo documentario parte con alcune immagini di un quiz dove se la persona da casa indovinava la risposta, una casalinga si spogliava per poi continuare con immagini che noi tutti conosciamo, che abbiamo sempre sotto gli occhi. Niente di nuovo quindi, ma ci voleva uno svedese, Erik Gandini, per raccontare questo piccolo esperimento nato una trentina di fa, questo colpo di stato tramite la tv. Idea geniale senz'altro, ma perversa.



Non si può certo dire che Berlusconi non sappia quello che fa, convinto delle sue idee, dei suoi modi, ma è come se vivesse nel suo mondo e invita tutti quelli che vogliono a farne parte.
Dalle dichiarazioni che vengono lasciate in questo documentario, viene ritratto come un grande leader, una persona carismatica, di cuore.

Ma è meglio non farsi ingannare dai quei sorrisi perché, come in ogni favola, c'è sempre una parte oscura.
E così vediamo Lele Mora vestito di bianco, in una stanza tutta bianca rivelare tutto entusiasta, con il sorriso dipinto sulle labbra la sua anima nera mostrando la suoneria di Faccetta nera, inno dei Fascisti con immagini di svastiche e altri simboli e di Mussolini dichiarando, sempre col sorriso, inoltre di essere un mussoliniano.



Vediamo Fabrizio Corona che si sente molto un Robin Hood moderno, rivelando le azioni scabrose dei vip, con la sola distinzione che invece di dare ai poveri quello che ruba ai ricchi, se lo tiene per sé.




Inoltre seguiamo un ragazzo che potrebbe anche essere una persona che potremmo conoscere nel suo sogno di sfondare in tv come il Van Damme italiano o anche come un miscuglio tra lo stesso attore belga e Ricky Martin. Ha fatto dei provini, ma non viene scelto e così fa solo parte del pubblico. Dichiara che se fosse stata una ragazza, sarebbe stato più facile e invece è un ragazzo. Dichiara che tutta la gente che va in tv diviene subito famosa però forse si dimentica che con la stessa facilità puoi diventare famoso, puoi anche subito essere dimenticato. Alla fine lo vediamo comparire in X-Factor cantare in un improbabile inglese in un'improbabile imitazione di Ricky Martin.


Quando guardiamo la tv e soprattutto quei programmi televisivi in cui la donna viene raffigurata come una povera muta senza arte né parte, è come se piano piano stessimo entrando nel fantastico mondo di Silvio Berlusconi. Fantastico proprio perché fa parte delle sue fantasie. E' come se vedessimo la realtà attraverso i suoi occhi e la sua mente.



Ma chi guarda è capace di emettere un filtro e non lasciarsi coinvolgere? Chi guarda è capace di distinguere cosa è veramente reale e cosa è virtualmente reale? Chi guarda è capace di guardare alla propria vita e dire "Sì, è questa che voglio."?




Come già detto prima, il documentario non mostra niente di nuovo, non dà risposte, ma dà a noi gli strumenti per capire. Tocca a noi compiere il salto per riflettere in questa fotografia amara dell'attualità italiana.


Naturalmente un documentario del genere ha avuto delle controversie. Innanzitutto, il trailer non è stato trasmesso dalla Rai e dalla Mediaset perché criticava il Governo. Ma la risonanza è stata forte ed è volato in classifica nonostante fosse stato distruibito in 70 sale italiane.
Inoltre Striscia la Notizia annuncia che c'è un'irregolarità nel documentario. I primi minuti (quella della casalinga che si spoglia) appartengono a Spogliamoci insieme, un programma di Tele Torino International andato in onda nel 1977-'78. Queste immagini vengono commentate dal regista come "questa era la nascita della televisione del Presidente." ma Silvio Berlusconi acquista solo due anni dopo questo canale.
Erik Gandini risponde così alle accuse: « Sono perfettamente cosciente del fatto che Spogliamoci insieme fosse un programma di Tele Torino International. In questa sequenza, la mia voce narrante non sostiene che Silvio Berlusconi fu l’ideatore dello spogliarello delle casalinghe né tantomeno che fosse il proprietario di Tele Torino International. Dice che quel programma che spogliava le donne in televisione ebbe un enorme successo locale, e che “fu l’inizio della rivoluzione culturale, la nascita della televisione del Presidente”. Ciò perché in Spogliamoci insieme ci sono i semi che germogliando diventeranno elementi forti, fondanti, dell'impero mediatico berlusconiano, Spogliamoci insieme fu, come sostiene lo stesso Maffi, il precursore di Colpo Grosso. I legami tra Tele Torino e Berlusconi non sono peraltro solo tematici. Berlusconi compró successivamente Tele Torino International incorporandolo in ciò che era Telemilano 58, la futura Canale 5. Lo sponsor di Spogliamoci insieme fu lo stesso di Colpo Grosso e uno dei più giovani dipendenti di Tele Torino International, Roberto Giovalli, divenne all’età di 27 anni il direttore generale delle tre reti Finivest. Gli autori di Striscia la notizia hanno interpretato questa sequenza come un errore, e su questo errore hanno costruito un vero attacco al film. Me ne dispiaccio anche perché il materiale da loro concessomi è stato fondamentale, per aver cercato di raccontare in Videocracy il fenomeno delle veline, e per questo li ho ringraziati nei titoli di coda del film.»

(fonte: Wikipedia)

martedì 12 aprile 2011

Chi ha paura delle streghe?

(Nota del 24 gennaio 2016: Capita che col tempo le conoscenze cambino o si rivelino inesatte. Qui parlo di streghe, ma in realtà c'è tutto un mondo dietro che va ben oltre quello che ho scritto qui. Così come alcune figure qui rappresentate, tipo Medea, in realtà possono rivelarsi improprie con l'argomento trattato. Inoltre il satanismo non è solo quello delle Bestie di Satana e ci sono diverse sfumature dove non si persegue l'omicidio e la violenza. Purtroppo ciò che fa più scena alla fine diventa totalizzante. Di certo non sono la persona migliore per spiegare le differenze anche perché non è che sappia tantissimo almeno per scrivere qualcosa. In Internet, se lo si desidera, si trova qualcosa.)




E dall'Ignoto passiamo alle Streghe.



Magico cerchio di John William Waterhouse, 1886

Accusate molte volte di adorare il diavolo, c'è da dire che spesso sono le streghe a dover avere paura.
Innanzi tutto ci sono diversi pregiudizi.
Il primo è proprio quello già citato: il suo rapporto con il Diavolo.


sabato 9 aprile 2011

La bellezza dell'ignoto



illustrazione di Gustav Doré, inizio I canto della Divina Commedia


Il 7 aprile del 1300 Dante si è perso.
Infine ha scritto uno dei pilastri di tutta l'arte la Commedia (Divina è stata aggiunta dopo da Boccaccio). Avrebbe mai Dante scritto qualcosa di simile se non avesse mai incontrato l'ignoto.
Certo fa paura però ti fa scoprire doti che prima magari non ti saresti mai immaginato.
Perdersi per poi scoprirsi rinnovati e più forti.
La paura dell'ignoto rappresenta forse la sensazione più antica dell'essere umano e più si cresce, più, tendenzialmente aumenta.

Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura e la paura più grande è quella dell'ignoto (H. Phillips Lovecraft)

Alcuni però nel perdersi ci rimettono la vita.
Continuare però a percorrere strade già battute dagli altri non ti porta a niente. E poi è inutile cercare di controllare, pianificare tutto perché qualcosa scapperà via.
Inoltre spesso l'ignoto è ciò che spinge una persona a trovarsi delle risposte, a inseguire una religione.

La religione è una gruccia per coloro che non sono abbastanza forti per affrontare l'ignoto senza aiuto.
(Robert Anson Heinlein)

Però bisogna ricordare cosa è successo a Psiche: è stata abbandonata da Eros non appena lei l'ha scoperto.
Il terreno dell'ignoto è quello più arduo, ma anche quello più fertile: prima di sbucare alla luce, le piante aspettano dentro la terra buia.
E non solo per i sentimenti, ma anche per la mente l'ignoto è un concime.

La mente ama l'ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto (René Magritte)

L'ignoto è stato spesso rappresentato in passato come se fossero dei mostri, persino nelle mappe geografiche dove si pensava che il male celasse orribili creature.



Carta Marina


Carta Marina di Sebastian Munster, 1544

Tutto ciò che è ignoto, s'immagina pieno di meraviglie (Tacito)



In altre parole oltre al noto e all'ignoto, che altro c'è? (Harold Pinter)

lunedì 4 aprile 2011

Lady Oscar, il film



Chi di voi non si è emozionato guardando l'anime Lady Oscar? Chi di voi non ha riso e, soprattutto, pianto (parlo anche a voi maschietti) guardando, e leggendo, le avventure di questa eroina francese?
Ebbene vi scongiuro: non guardate il film. Rimarrete tramortiti dallo scempio che ne è stato fatto soprattutto se, come me, avete seguito le sue avventure in tv sin dalla sua prima comparsa.

Venuto prima dell'anime, il film (diretto da Jacques Demy) ha gli unici pregi nei costumi e nell'avere come senografia l'autentica Reggia di Versailles. Del resto è un autentico macello.
Innanzitutto, come si fa a sintetizzare tutto l'intreccio di questa storia, la complessità dei personaggi in poco più di 2 ore?!

Prendiamo madamigella Oscar (perché poi Lady?! Siamo in Francia, non in Inghilterra. Ah sì vero, la Merdaset): nell'anime, e ovviamente nel manga, è una donna coraggiosa, impetuosa, imperfetta e che cosa abbiamo nel film? Interpretata da Catriona MacColl c'è una donnetta presuntuosa, arrogante, spocchiosa e così anche il resto dei personaggi è tratteggiato nel suo peggio.



Non basta poi aver inserito le voci dei doppiatori dell'anime per ingraziarsi i fan di Lady Oscar. Anzi, così appare più irritante.
Avevano tra le mani una sceneggiatura con cui potevano fare faville e invece...




Vai Oscar, distruggi tutto e non lasciare traccia del film


Aggiornamento 28 aprile: E' morto il 17 aprile Osamu Dezaki a 67 anni per un tumore ai polmoni. Forse per voi il nome non vi dirà niente (e anche a me a essere onesta fino a qualche giorno fa) però vi basta sapere che lui era il regista della serie Lady Oscar. Altre sue serie di successo sono: Astro boy, Kimba, il leone bianco, Rocky Joe, Jenny la tennista... Anche se il soggetto era di altri, ha saputo dare a queste storie un tocco personale: le scene oblique e angolate come nel cinema Espressionista, l'atmosfera di fondo, il fermo immagine su disegni particolarmente accurati che lui definiva "cartoline". Inoltre ha introdotto lo split screen ovvero lo schermo diviso in più inquadrature.

sabato 2 aprile 2011

Gran concerto dell'Università di Ravenna

Giovedì 31 ho avuto il debutto della non-scuola.

Pensavo di non farla quest'anno perché con il mio spettacolo L'eretica stavo iniziando un percorso e adesso sono sto realizzando, non è completo, un nuovo progetto. Un giorno sono andata a vedere le prove del laboratorio e alla fine, coinvolta come è sempre stato, ho partecipato a una delle prove e la gioia è grande così come il coinvolgimento che alla fine ho chiesto alle guide Alessandro Argnani, Roberto Cascioli e Giulia Torelli di partecipare.
Era anche un periodo che a livello teatrale non facevo niente: dall'anno scorso non ho più replicato L'eretica (ma un giorno lo rifarò) e il progetto nuovo non aveva superato (ancora!) le selezioni del Premio Scenario.
Si pensava prima di fare delle opere di Vladimir Majakovskij, ma alla fine, grazie anche a una prova, si è passati allo Tingeltangel di Karl Valentin (Monaco, 1882 - ivi, 1948).


Forse molti di voi non lo conoscono, ma lui è stato uno dei comediografi e cabarettisti più importanti di questo secolo, stimatissimo da persone come Bertolt Brecht che dichiarò: Quando nel chiasso di una qualsiasi birreria di Monaco di Baviera, tra i rumori confusi dei boccali di birra, delle cantanti e delle gambe delle sedie, entrava Karl Valentin con la sua faccia funerea, si aveva immediatamente la netta sensazione che quell'uomo non avrebbe fatto dello spirito. Lui stesso è una battuta di spirito. Quell'uomo è davvero un'autentica freddura. Possiede una comicità del tutto asciutta, interiore, che non ha nulla di particolarmente bonario. Viene messa in chiaro l'inadeguatezza di tutte le cose , compresi noi stessi. Quest'uomo, uno dei personaggi culturalmente più penetranti del nostro secolo, incarna agli occhi della gente semplice la connessione che esiste tra placidità, stupidità e gusto di vivere. Non si capisce perchè non si dovrebbe mettere Karl Valentin sullo stesso piano del grande Chaplin , con il quale ha in comune ben più della quasi totale rinuncia alla mimica ed agli psicologismi a buon mercato....
Alto e magro, già la sua figura pareva surreale e la sua comicità nonsense e dadaista dava un tocco leggero ai testi che lui scriveva e compariva come attore.
Infatti nel testo del Tingeltangel il suo nome compariva come personaggio.

Che cos'è il Tingeltangel? Con questo termine si indicavano quelle taverne dove spesso gli attori di quel periodo debuttavano. Erano posti non raccomandabili nelle quali se non attiravi l'attenzione dei clienti, questi ti potevano scaraventare gatti morti e bottiglie. Erano come dei banchi di prova.


Tingeltangel di Rudolf Schlichter, 1919

Il testo parla di uno spettacolo che si sta avviando con il direttore d'orchestra che arriva tardi, Karl Valentin che lo interrompe sempre e musicisti, soubrette e cantanti.
Noi abbiamo cercato di seguire il testo senza dimenticare però chi siamo ovvero tirare fuori noi ragazzi con le nostre personalità.
Il personaggio di Karl Valentin ce lo siamo divisi noi tra musicisti e coristi e il povero direttore, un incompetente, è stato interrotto e "malmenato" continuamente anche dalla moglie.
Io chi ero? La Sirenetta.
Può sembrare assurdo, ma ho cantato davvero la prima canzone di Ursula (sì, sto parlando della versione Disney) quella che comincia con: In passato sono stata un po' cattiva, a una strega assomigliavo in verità con voce roca e potente al direttore, sballottolandolo di qua e di là. Ero una furia e ho ricevuto uno degli applausi più forti dello spettacolo.
Comunque, tutto lo spettacolo è stato divertente, molto differente da quello dell'anno scorso ovvero dal Woyzeck, e il pubblico si è rallegrato molto.
Alla fine sono stata davvero felice di averlo fatto e di aver conosciuto un autore così particolare.



P.S.: Il percorso della non-scuola non è mai lineare però, grazie anche all'intervento di Marco Martinelli, abbiamo deciso, a poco più di una settimana dal debutto, di rincominciare dall'inizio lo spettacolo.


Ecco a voi una foto dello spettacolo. Il fotografo è Stefano Pelloni


Aggiornato


Aggiornamento domenica 24 giugno 2012:

Volete vedere uno spezzone dello spettacolo dove c'è una mia performance? Clicca qui

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