mercoledì 18 aprile 2018

Teatro Accademia Marescotti (decima ed ultima parte)


E' passato un mese dal saggio finale del TAM (Teatro Accademia Marescotti) ed ecco qui il decimo post, quello finale.



foto di Steven Bortolussi



Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte
Ottava parte
Nona parte



In inglese la parola play sta sia per giocare che per recitare così come suonare.
Così sembra che recitare abbia lo stesso valore del gioco.
Un gioco ha i suoi partecipanti, le sue regole e non può essere perpetuato all'infinito: ha un inizio, uno sviluppo e una fine.
Dire che in teatro stiamo giocando per me non equivale a sminuire quest'arte. Anzi, per me equivale ad esaltarla.
Ma il gioco non si compie solo in questo. Assumere altre identità, altri panni, potrebbe sembrare come il gioco del "Facciamo che io ero...", portare quello che è stato nell'adesso e così in teatro: si sta raccontando qualcosa che è successo ma ve la facciamo vedere adesso. E' l'arte del racconto ma qui non si tratta solo di narrare bensì di ricreare, di far vivere in scena.
Così è stato per i 23 allievi del Teatro Accademia Marescotti che assieme all'attore romagnolo hanno portato domenica 18 marzo 2018 a Fusignano, in provincia di Ravenna, il saggio conclusivo Olio su tela.
Ma prima di tutto questo, c'è ben altro.

Sabato 17 si è andato a vedere il luogo dove avremmo tenuto lo spettacolo.



di Chiara Roncuzzi


Si fa il punto della situazione, con gli ultimi ritocchi di alcune scene per poi passare alle prove tecniche dove si sistemano le luci e l'audio e si correda il pavimento del palco di tanti piccoli pezzi di scotch di carta dove sopra viene segnato il nome della scena. Quest'ultima operazione serve per sapere dove posizionare i mobili che costituiranno la scena.
Così come è stato per il 100 ore con Marescotti, non ci sarà uno spettacolo unico che coinvolgerà allo stesso tempo gli allievi, ma 13 scene sul palco (monologhi, scene a due o più persone) più 11 scene che saranno localizzate agli angoli, vista la struttura del palco, e servono per riempire quei pochi minuti che servono per togliere, o spostare, i mobili della scena precedente e preparare quella successiva. In alcune di queste ci sarà lo stesso Ivano Marescotti.



di Chiara Roncuzzi 




di Chiara Roncuzzi


Dopo le ultime indicazione dateci da Ivano Marescotti e scaturite fuori dalla prova generale, ci si sistema per entrare in scena.
Esce dal sipario chiuso Ivano Marescotti che spiega a chi non sa come è strutturato lo spettacolo e chiede a tutti gli spettatori di spegnere i loro cellulari. Non si tratta solo della suoneria, dice, ma anche della luce che illumina il viso e visibile da coloro che sono sul palco.




di Chiara Roncuzzi



di Chiara Roncuzzi


Dopo la presentazione, lo spettacolo può cominciare ed elencherò ogni scena, non importa se sul palco o sul proscenio, escludendo gli interventi di Ivano Marescotti, e per ciascuna scena ci sarà la fonte (ricordo che la stragrande maggioranza delle scene è stata modificata, ridotta) incluso i partecipanti in ordine alfabetico e in questo non importa se sono gli attori principali o le "comparse". Ci sarà anche un breve riassunto giusto per sapere almeno un po' quello che succede.
Le foto mi sono state gentilmente concesse dai loro autori e perciò li ringrazio enormemente.
(nota: Ho deciso di tenere sospeso il riassunto di alcune scene perché c'è qualcosa riconducibile alla fonte originaria e che avviene come sorpresa)

Si parte.


- Bon anniversaire (ispirato da Il compleanno di Harold Pinter con Chiara Burnacci, Viviella Costantino, Samuele Perini e Luca Ricci)

La vita in una pensione con un unico cliente può essere monotona vista dal di fuori, ma si intrecciano relazioni ed equivoci, il tutto completato da una torta.




di Steven Bortolussi




di Steven Bortolussi




di Steven Bortolussi



- Una notte di Salomé (tratto dal testo omonimo di Emanuele Vacchetto) con Giovanni Dalpozzo, Linda Fabbri e Chiara Elisabetta Wehlte


In una bettola a tarda notte, mentre la proprietaria sta pulendo dopo la chiusura, irrompe una nota diva del cinema con una grande borsa che nasconde qualcosa di segreto.



di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi




- Il povero Ettore (ispirato da Un nome equino di Anton Cechov) con Rita Caravita, Debora Cavessi e Wilmer Pasi


Un ascesso non dà pace ad Ettore con la conseguenza che anche sua moglie ne risente. Un fraintendimento diventa la goccia che fa traboccare il vaso.  



di Steven Bortolussi




di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi



- Le scale, di e con Annalisa Puletti 

Quante scale si sono fatte nella vita, scale di ogni tipo, quelle di palazzi vecchi e moderni, a chiocciola, scale che rientrano nella nostra vita quotidiana e poi si può giungere ad un punto dove non si riesce più a farle.



di Steven Bortolussi


- L'amante (riduzione del testo omonimo di Harold Pinter) con Enrico Batarra e Simona Brunazzi


L'intricato rapporto di due giovani dove ciò che sembra incomprensibile e assurdo porta poi a chiedersi a che gioco stanno giocando.



di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi





- L'attesa (tratto allo sketch omonimo di Franca Valeri) con Rita Lugaresi


Una donna vistosamente abbigliata si prepara ad un appuntamento ripassando le frasi e comportandosi come una pantera, ma un'amara sorpresa la aspetta.



di Steven Bortolussi



- Arsenico e merletti (scena tratta dal film Arsenico e vecchi merletti di Frank Capra  basato sull'omonima commedia di Joseph Kesselring) con Giulia Baraldo, Chiara Burnacci, Patrizia Cevoli e Wilmer Pasi


Una giovane ragazza va a trovare le sue due adorabili zie e scopre, suo malgrado, che sono coinvolte in un'abitudine alquanto bizzarra.


di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi


- La voce umana (tratto dal testo omonimo di Jean Cocteau) con Paola Gentilini


Una telefonata tanto attesa  ma ormai chi riceve la telefonata ha già attraversato un punto di non ritorno.


di Steven Bortolussi



- La prostituta d'alto bordo (monologo tratto da La Locandiera di Carlo Goldoni) con Samuele Perini e Elena Vignoli


Un militare decide per la prima volta di andare da una ben rinomata prostituta d'alto bordo credendo di trovarci del piacere, ma non immaginava che, dopo una telefonata, si sarebbe ritrovato nelle sue grinfie



di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi




di Steven Bortolussi



- Famiglia Loman (riduzione di Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller) con Enrico Battarra, Tristano Onofri, Annalisa Puletti e Luca Rondinini


Una telefonata spezza per sempre il sogno di una vita finalmente agiata di un onesto commesso viaggiatore scatenando così un crescendo dove vengono rinfacciati i fallimenti di una famiglia e portando ad un tragico finale.



di Steven Bortolussi




- Kamaserta (tratto dal monologo La ninfomane di Gloria Calderón Kellett nella raccolta Accessories) con Rita Caravita e Wilmer Pasi

Un'ingenua signora confessa candidamente i suoi desideri peccaminosi al prete che si rivela essere curioso.



di Steven Bortolussi


- Guarigione avvenuta (idea di Flaviana Betti riarrangiata da Gianfranco Tondini) con Emma Benini, Flaviana Betti ed Elena Vignoli

Una giovane paziente assume identità altrui trovandosi a fare da dottoressa ad un'altra paziente e dichiarandosi guarita dalla sua dottoressa.



di Steven Bortolussi





di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi


- Coppia aperta (tratto da Coppia aperta, quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame) con Giovanni Dalpozzo, Erika Leonelli e Luca Rondinini


In un rapporto di coppia chi tiene le redini dell'altro? Uno dei due? Entrambi? O una volta è uno e poi l'altro?



di Steven Bortolussi





di Steven Bortolussi



 di Steven Bortolussi



- L'omino del borgo di sotto, di e con Wilmer Pasi


Un signore si avvicina a un mobile riferendosi ad esso come se fosse una femmina, qualcuna che conosceva e poco a poco svela il segreto che nasconde, qualcosa di inquietante che ha a che fare con dei bambini



di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi





di Steven Bortolussi




- Monologo tratto da La signorina Giulia di August Strindberg con Emma Benini e Tristano Onofri


Una ragazza urla la sua rabbia, la sua disperazione verso il suo amore prima di venire decapitata.



di Chiara Roncuzzi




- Trio comico (liberamente ispirato alle scene Omicidio in Casa Smith e Processo per l'omicidio in Casa Smith (prima udienza) de Il Trio Lopez-Marchesini-Solenghi) con Viviella Costantino, Giovanni Dalpozzo, Rita Lugaresi e Samuele Perini


Una situazione assurda tira l'altra con sketch e gag comiche con un finale che si scopre essere assurdamente logico come può essere il teatro.



di Steven Bortolussi



di Steven Bortolussi



E con questa ultima scena si conclude lo spettacolo



di Chiara Roncuzzi


In molte scene, viene rappresentata la vita quotidiana. Si potrebbe pensare che questa sia noiosa, dove il tran tran fa da padrone e questo potrebbe anche essere in parte vero. Ma capita che in queste vite abitudinarie succeda qualcosa che sconvolge il tutto, che ribalta le carte sul tavolo e in molti di queste scene, come forse avrete notato, è una telefonata, una voce lontana fisicamente che però agisce come se fosse presente in scena senza però il contatto fisico e il vedere le conseguenze e il più delle volte capita anche senza il telefono, anche stando vicini fisicamente.
Semplicemente una voce, che sente le parole (significato), ma non ne percepisce il tono che queste portano (significante). Ma così facendo il significato delle parole viene dimezzato e quindi non capisce che in realtà quel "Non ti preoccupare, sto bene." in realtà vuol dire tutt'altro. 
Gli spettatori invece lo vedono (se chi recita è bravo in questo). Capiscono dal tono, dai gesti quello che spesso nella vita reale non si coglie.
In tante scene poi c'è un gioco dei ruoli, un gioco che può essere crudele, anche quando è sottile. Ciò che può essere forte diventa debole, chi può sembrare succube poi alla fine si scopre essere lui il burattinaio.
Il teatro non può fare la morale (scrivo questo anche in merito ad alcuni cambi di finale come quello successo alla Carmen di Bizet). Può denunciare sì, ma non facendo la morale.
Questo varrebbe per tutti i media, ma purtroppo così non è e adesso anche il teatro sembra esserne contagiato.


Ritornando a noi, tante pennellate hanno composto questo Olio su tela (il nome dello spettacolo), dai colleghi di spettacolo, da Ivano Marescotti, dal TAM e dai suoi professori, dal Circolo degli Attori, da chi ci ha ospitato, da Marco Valtancoli che assieme a Chiara Roncuzzi ha composto la parte tecnica dello spettacolo, da chi venuto a vedere e adesso anche da voi che leggete.
(nota: non sono in ordine di importanza)


Spesso ci viene ripetuta la frase Lo spettacolo più bello è quello che non si vede riferendosi allo spettacolo che verrà, ma lo leggo anche in un'altra maniera ovvero Lo spettacolo più bello è ciò che ci sta dietro, la preparazione ad esso e spero che in questi dieci appuntamenti anche voi che leggete vi siate sentiti partecipi così come ci si può sentire partecipi quando si assiste allo spettacolo finale.

2 commenti:

  1. I vari media dovrebbero soprattutto aprirci gli occhi su nuovi punti di vista ma se noi gli permettiamo di ragionare al posto nostro è il delirio.

    Interessante riflettere sul "gioco"... in effetti siamo abituati ad associare quella parola ad un momento di divertimento, di svago, invece può anche essere altro... ad esempio pensiamo al significato di "mettersi in gioco"! Quindi, certo, dire che avete giocato non sminuisce affatto, anzi significa che vi siete impegnati appassionatamente in qualcosa.

    Congratulazioni per questa avventura e... alla prossima! 😊

    RispondiElimina

Grazie per i commenti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...