giovedì 21 novembre 2013

I magnifici Quindici (terza e ultima parte)

L'amico blogger Daniele Riva in uno dei suoi blog realizza un post sulle mie analisi dei Quindici in una sorta di maidelenette di Proust.
E' stata una sorpresa per me e infatti l'ho ringraziato.
Inoltre mi piace quando c'è questo senso di comunione tra i blogger, davvero come fosse una catena.
Quindi ho deciso di realizzare adesso la terza e ultima parte.

Qui la prima parte
Qui la seconda parte



Premessa: come si è riscontrato, nelle varie edizioni i nomi di alcuni volumi possono cambiare e persino gli argomenti così come lo stesso volume può avere una numerazione diversa nelle altre edizioni. L'edizione rappresentata qui sopra è quella che ho io (immagine trovata su Google) e perciò è su questa edizione che io mi baso.


E iniziamo subito dall'undicesimo volume, Feste e costumi
Come dicevo per quanto riguardava il decimo volume Noi e il mondo, uno dei meriti per me di questa enciclopedia è di avermi fatto conoscere le altre culture, i punti di differenza e quelli di contatto.
Le feste rappresentano un punto di comunione per quel popolo e ciò che sembra strano a noi, a loro possono sembrare strane le nostre.
L'importante è che poi non ci sia alcuna "voce" di sottofondo che mi dica cosa devo pensare.
Più che altro mi si dice "Se tu vivessi qui, festeggeresti questo..."
Quindi io sarei potuta nascere in un altro luogo?
Quello che mi rende appartenente a questa cultura è perché io sono nata qui?
(Piccolo aneddoto: viene raccontato che il tipico Santa Claus con la barba bianca e il giubbotto rosso è quello degli Stati Uniti. E per me era strano perché quello era il tipico Babbo Natale che vedevo io nelle raffigurazioni. Allora il concetto di importazione non mi era ancora arrivato (ero davvero piccola) così mi chiesi se vivevo negli Stati Uniti.)
A vedere questo volume così festoso, letteralmente, un adulto potrebbe contestare che un mondo così è assolutamente naif, privo di realtà oggettiva.
Eppure quell'innocenza è parte del bambino così come il senso della paura. Ricordo che nel volume degli animali in estinzione si cominciava parlando degli animali già estinti e si parlava di loro attraverso delle storie come di un bambino che chiede a una persona adulta.
Anche se appartiene a un'altra cultura, un bambino che legge non sente la differenza. Magari è incuriosito perché quell'animale non l'ha mai visto prima però è facile che si identifichi con lui.
Così come quando nel decimo volume, all'inizio dei bambini di diverse culture chiedevano ai loro parenti come era nato il mondo.
Inoltre spesso da quelle pagine non è che si possono trarre delle informazioni vere e proprie ovvero di dati. A volte viene dato il senso di quella festa, da dove prende il nome


immagine presa dal blog dei Topipittori
(cliccate sopra per vedere meglio)


Però non viene detto quando è iniziato tutto questo, perché fu scelto ecc... (Anzi invece di dire la data viene detto Molto tempo fa come se fosse una fiaba)
C'è da dire che senza le immagini, quello che c'era scritto non avrebbe avuto la stessa fascinazione.
Non so quali erano le intenzioni di chi l'ha ideata in questo e negli altri volumi, ma secondo me (e soprattutto basandomi sulla mia esperienza di lettrice) si puntava sulla voglia di incuriosire.

Altre immagini di questo volume (prese sempre dal blog dei Topittori e vi consiglio di leggere i loro post legati a I Quindici.
Cliccate sopra le immagini per leggere meglio







Alla fine del volume c'è uno schema nel quale vengono elencate con la data mese per mese le feste fisse e vengono ricordate anche quelle mobili.


Dodicesimo volume, Luoghi da conoscere
E dalle feste passiamo ai luoghi.
Semplicemente, perché quei luoghi sono da conoscere?
Il volume incomincia ricordando le sette meraviglie del mondo.
Quindi quei luoghi da conoscere sono in realtà legati all'intervento dell'uomo.
L'intervento dell'uomo riguarda anche l'intervento sulla natura e non solo.
Andando avanti, si conoscono luoghi "da conoscere" perché lì è stato compiuto un evento importante (come una battaglia) oppure per ricordare una persona importante (vedi le statue commemorative).
Quindi l'uomo al centro di tutto? L'uomo in una visione del mondo antropocentrica?
Non direi perché comunque viene ricordato anche il ruolo della natura che sconvolge la vita degli esseri umani come la "nascita" di un vulcano nel giardino di un contadino così come vengono ricordati alcuni luoghi spettrali, altri dove alcuni animali vengono lasciate girare indisturbati.
Ci sono anche diverse curiosità come la Bolivia, l'unico Stato che ha due capitali: La Paz e Sucre.
Alla fine del volume ci sono alcuni mappamondi con segnate diverse città e collegate tramite una freccia.
(E io mi chiedevo sempre, ero alle elementari, perché Ravenna non era mai segnata se non in quelle geografiche. Leggo un Atlante e vedo "Ravenna". Chiamo i miei nonni materni per dirglielo. Scopro infine che la pagina riguardava il metano)

Tredicesimo volume, Guardando s'impara
Vuoi che una che sin da quando era bambina, era interessata alle arti visive non si interessasse a questo libro? Ma che domande!
Certo che lo leggevo e lo sfogliavo anche se a vedere lo stato del volume non si direbbe visto le condizioni buone. (Forse avevo una sorta di rispetto)
La prefazione invita a soffermarsi prima di giudicare anche per le immagini astratte.
Non avere fretta di capire, ma prima immergiti.
E già il finale della prefazione è incoraggiante: "Fai conto di avere un grande museo a tua disposizione in queste pagine. I musei non sono noiosi e ci si possono fare tante scoperte interessanti. Troverai che non è difficile comprendere perché un quadro o una statua sono belli e importanti. E' sufficiente guardarli con attenzione: perché guardando s'impara."
Al leggere adesso questo finale non mi sembra che si dica: "Ué bambino, scordati il tuo spirito critico.".
Piuttosto era un invito che prima di criticare bisogna prima osservare.
Alcune volte mi è capitato di recente che in alcune illustrazioni che prima non mi piacevano perché ci vedevo solo quelli che mi sembravano difetti, non mi ero accorta che insieme creavano un'armonia. (Parlo di queste illustrazioni).
E' un po' come quando da bambini si schifa un cibo mai assaggiato e la persona adulta dice (o almeno dovrebbe dire): "Prima di dire che non ti piace, assaggialo almeno."
Che sta anche un po' a dire: dopo potrai dire se non ti piace, dopo potrai dire che cosa ne pensi. Non giudicare frettolosamente.
E questo non sta solo nel guardare i quadri o assaggiare i cibi, ma anche nella vita di tutti i giorni. Il che mi fa pensare anche ad una certa libertà di opinione. Quanto di quel fatto hai guardato, assaggiato?
Inoltre anche la pagina dopo che riguarda il foglio bianco e parlano dell'arte. Che cos'è l'arte?
Il libro dice che "...cercherà di fartelo scoprire."
Ma soprattutto alla fine si dice: "Gli artisti e le loro opere possono farti scoprire dove gli oggetti, i paesaggi, gli uomini tengono nascoste le loro qualità più interessanti."
Quindi l'arte serve a tirarle fuori?
Ma soprattutto che cos'è che riguarda questi oggetti, paesaggi e uomini così speciali?
Vai nella pagina dopo e vedi un pittore mentre dipinge. Alla fine si rivela essere de Chirico.
Vai ancora avanti e vedi degli artisti all'opera, degli scultori. Ci sono Henry Moore, Giacomo Manzù, Alexander Calder, Richard Stankiewicz...
Vai ancora avanti e c'è il panorama di luna park stra-pieno
"Come vengono le idee agli artisti? E' semplice: si guardano in giro. Prova anche tu"
E infine quel panorama viene suddiviso in tanti dettagli
"L'artista fa qualcosa di simile. In mezzo a tutto ciò che vede o che gli viene in mente sceglie solo i particolari che gli interessano: o perché sono i più belli o perché sono i più importanti o semplicemente perché lo incuriosiscono."
Il libro continua a guidarti per mano, indicandoti che cosa guardare, cerca di direzionarti lo sguardo e poi alla fine ti chiede: "Che cos'è che preferisci?"
In più c'è una pagina che sarebbe da inserire in tutti i libri di Storia dell'Arte. Ovvero "Che cosa vuol dire moderno?"
Vengono fatti vedere due sculture di due volatili: un piccione e due gru con serpenti.
Il piccione è molto realistico mentre l'altra scultura è stilizzata.
"Forse penserai che il piccione sia più antico e che le gru siano opera di un artista moderno, dato che sono così strane e fantasiose. Ma non è così: il piccione ha solo 200 anni, le gru ne hanno più di 2000!
E in effetti viene da pensare poi quanto gli artisti abbiano guardato sempre al passato reinterpretandolo. Basti pensare a Pablo Picasso e alle due facce stilizzate ne Les damoiselles d'Avignon del 1907


che riprendono i tratti delle maschere africane portate in quel periodo. 




Ci fu proprio una sorta di esotismo generale che comprendeva anche il Giappone e tutti i luoghi che sembravano da favola. Gli artisti si lasciarono ispirare da questi elementi così come viene ricordato più avanti ne Echi dall'Oriente.
Inoltre viene ricordata l'arte come testimone del suo tempo non soltanto per quanto riguarda un avvenimento importante, ma anche, e soprattutto, per quanto riguarda la vita di tutti i giorni.
Magari gli uomini del Paleolitico non si aspettavano che i loro dipinti murale fossero considerati come arte eppure sono un tassello importante della Storia dell'Arte.
In più si invita a leggere il quadro, a soffermarci sui gesti, sulle luci perché molti quadri raccontano una o più storie tutte insieme.
E come se non bastasse, si accenna al rettangolo aureo "...Non è chiamato aureo per il suo colore, ma per le sue proporzioni perfette che lo rendono prezioso come l'oro. Puoi ritrovare la forma di questo rettangolo in molte composizioni e costruzioni."




Partenone 








una galassia a spirale

Un'armonia perfetta.

E credo che sia un finale perfetto per questo volume.
Comunque all'inizio ci diceva che cercava di farti capire che cosa sia l'arte.
Alla fine l'abbiamo imparato? Chissà, però di sicuro mi ha guidato e continua a farlo e di sicuro, almeno per me, ciò che alla fine tirava fuori le qualità nascoste (come diceva nelle pagine iniziali) è il mio sguardo, uno sguardo che si sofferma. Senza contare la mia esperienza personale, il mio vissuto.
E voi che cosa ne dite?
(P.S.: Qui c'è Ravenna. E su cosa se ne parla? Ma sul mosaico ovviamente. Che domande.
P.P.S.:Del fatto che Ravenna sia ricordata come la città del mosaico non è che mi stia bene. Non nego che siano davvero dei mosaici davvero belli, con una luce calda e che in alcune basiliche la luce del sole che filtra cambia l'effetto. Non mi piace questa esclusività che si dà.)


E dal guardare passiamo all'impasticciare con il quattordicesimo volume, Fare e costruire
Immagino che tutti i bambini che hanno letto e amato i Quindici, qui si saranno divertiti un casino.
Giochi per tutti i giorni, creazioni, che giochi fare durante le feste, quando si è ammalati e non solo giochi, ma anche cucina. Anche la spiegazione di alcuni trucchi magici e alla fine si parla di illusioni ottiche.
Credo che più che stare a parlare in generale o specificatamente su un argomento (come ho fatto finora) sia necessario mostrare

Cliccate sempre sull'immagine per vedere meglio




immagini prese da qui


(immagine presa da qui)


(immagine presa da qui)


(immagine presa da qui)




Si passa all'ultimo volume, Voi e il vostro bambino
In realtà questo è un volume più per i genitori che per i loro bambini.
Anche al primo approccio si nota la differenza. La scrittura è molto più piccola e ordinata e ci sono poche immagini.
E' come un dizionario visto che le parole sono suddivise per lettera e quindi vengono spiegate le malattie, i comportamenti di alcuni bambini, tutto quello che potrebbe essere utile.
Ora sulla validità di quanto dice non saprei dire perché non l'ho mai letto tutto e negli anni si va avanti con la pedagogia (o almeno si dovrebbe ma vedendo come si comportano alcuni genitori non saprei dire)
Comunque sfogliandolo adesso, mi sono soffermata su una frase: Non aspettatevi la perfezione.
E io dico anche Non aspettatevi che il bambino sia una creatura modellata a vostro piacimento e con i vostri interessi. 
Il bambino è un bambino non un adulto in miniatura e merita di essere considerato e guidato nel rispetto delle sue esigenze.



E così ho finito questa madeleinette.
Se volete condividere i vostri ricordi o altro ancora, fate pure. 
Sentitevi liberi.

4 commenti:

  1. Una meravigliosa esposizione. Molti dei disegni e manufatti inseriti nel volume "Fare e costruire" li ho sperimentati. Purtroppo non c'è nella mia edizione il volume sui pittori, che compaiono qua e là nei "Personaggi da conoscere". Comunque, qualsiasi cosa stimoli all'incontro con altre culture è di per sé positiva. È lo spirito dell'esploratore, di Odisseo che scopre terre ignote. E a volte basta davvero poco.

    RispondiElimina
  2. Per me è stato così.
    Eh sì a volte basta davvero poco.

    RispondiElimina
  3. Ciao Alma, ti avevo espresso giorni fa la mia delusione per non avere più in casa con me i miei I Quindici. Ebbene, è successo oggi qualcosa di incredibile: sono appena rientrato in possesso di quasi tutta l'enciclopedia proprio nell'edizione del 1967 che avevo io. Ad eccezione, purtroppo, dei primi due volumi: "Poesie e rime" e "Fiabe e Racconti". Per di più, tutti i volumi presenti sono nuovi di zecca, come se non fossero mai stati letti. E' andata così: stamani mi sono recato, come faccio spesso, nella biblioteca del mio quartiere e quando sono arrivato i bibliotecari stavano appunto per gettare via I Quindici. Purtroppo, come ho scritto sopra, qualcun altro era arrivato alcuni minuti prima di me e si era già preso i volumi 1 e 2.

    RispondiElimina
  4. Ne sono felice :D
    Troverai anche i primi due lo spero.
    Sono andata a vedere su ebay e c'è la collezione completa del 1967

    RispondiElimina

Grazie per i commenti

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...