martedì 7 febbraio 2012

Sacro e Profano


(cosiddetto) Amor sacro e Amor profano di Tiziano, 1515 ca.


Sentendo questo video sulle polemiche suscitate dallo spettacolo di Romeo Castellucci (vedi qui)






sono rimasta basita dalle parole a 2:10
Bestemmia significa mescolare il sacro col profano, il puro con l'impuro e che cosa c'è di più puro del sacro volto di Gesù Cristo (...) e che cosa c'è di più basso e impuro di un uomo delle sue feci?


Vorrei dire a quest'uomo che se Gesù fosse esistito veramente anche lui non avrebbe resistito al richiamo della  natura.
Questa separazione poi fa parte del mondo occidentale. 
Sentite cosa dice Fosco Maraini (padre della scrittrice Dacia) nel suo libro L'isola delle pescatrici (libro che ho trattato qui)

In Giappone, generalmente parlando, si ha un senso meno ieratico e solenne del sacro che da noi. Quando in un villaggio mancano locande od alloggi privati è cosa normale trovare posto in un tempio buddista, dove poi si compiono con la massima naturalezza tutti gli atti della vita quotidiana, vestirsi, consumare i pasti, riposare, studiare e, per i bambini, giocare. La distinzione tra sacro e profano è un tratto culturale dell'occidente; in oriente il divino è come dappertutto diffuso; quasi una corrente d'umile voltaggio, silenziosa e continua, ma d'immensa capacità.


Credo che questa frase sia esemplare e fa riflettere anche perché la concezione del sacro in Occidente mi sembra che offenda la natura umana che sì è anche fatta di escrementi, di liquidi, di tutto ciò che è corporeo e materia in noi, ma non è solo questo. E' un po' come la divisione tra mente (sacro) e corpo (profano), ma nell'uno risiede anche nell'altro, l'uno non può vivere senza l'altro.


Inoltre il concetto di sacro nel Cristianesimo è più simile a quello di santo.
Infatti nell'antichità nel concetto di sacro c'era non solo la parte "alta", ma anche quella più "bassa". Erano contemplate assieme così come il sublime contempla assieme il divino e il terribile.

Provate a pensare un po' all'albero (scusate se ritorno sempre lì).

In alto i rami, in mezzo il tronco e in basso le radici. 



dipinto di un acero in autunno di Tosa Mitsuoki, 17° secolo


Credete che un albero tenga più ai rami che alle radici? Eppure sia i rami sia le radici prendono il loro nutrimento. Il tronco serve come tramite. 
E c'è un motivo se i rami stanno in alto nell'aria e le radici in basso e coperte. E non credo proprio che i rami, se potessero pensare, si sentirebbero più elevate nello spirito e considerassero le radici solo come delle poveracce. Un albero così smetterebbe di vivere.
Può anche capitare che alcuni alberi hanno le radici aeree, ma tutto questo sta nella sopravvivenza dell'albero e non perché le radici "invidino" i rami.


Da parte mia, io non disdegno né l'alto né il basso e ci tengo alla mia natura umana che è fatta sia di bestialità sia di spiritualità.
Non penso proprio che queste due parti siano in conflitto tra di loro.


E voi che cosa ne pensate?


Aggiornamento 8 febbraio 2012:

Ho trovato un racconto zen che trovo particolarmente adatto per questo post. Si chiama Il sacrilegio.

Un maestro Zen si trovava di notte durante un freddo inverno in cammino e sulla sua strada trovò un tempio. Vi si rifugiò e, per non morire congelato, prese una statua lignea che raffigurava il Buddha all'interno del tempio e la bruciò. Sentito il rumore delle fiamme, si svegliò il sacerdote e accorse spaventato credendo che fosse scoppiato un incendio. Vedendo invece il maestro che aveva deliberatamente bruciato la statua, diede in escandescenze, chiamandolo sacrilego e uccisore del Buddha. Allora il maestro prese un bastone e iniziò a rimestare tra le braci.
"Che cosa credi di fare" chiese il sacerdote scandalizzato "Non riuscirai a recuperare la statua!"
"Sto cercando le ossa del Buddha." fece serafico il maestro.
"Ma le statue non hanno ossa!" esclamò il sacerdote.
"Allora portami un'altra statua da bruciare perché ho ancora freddo!"


fonte: Sentieri di luce dell'uomo in cammino edizioni Del Baldo


4 commenti:

  1. Mi sembra una bella e profonda riflessione.
    Grazie!
    Ciao,
    Lara

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  2. Era una cosa che ci tenevo di scriverla e di condividerla con tutti voi.
    Grazie a te.

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  3. Mi associo al commento di Lara, ottima e intelligente riflessione che tocca più le affinità che non le differenze fra sacro e profano. Complimenti Elena!

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  4. "...che tocca più le affinità che non le differenze tra sacro e profano..."
    Sono davvero felice perché è proprio quello che volevo dire.
    Grazie a te per essere passato e ritorna quando vuoi.

    RispondiElimina

Grazie per i commenti

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