lunedì 5 settembre 2016

Anime senza voce, arte e incontri per dare una voce ai bambini vittime di violenza

Anime senza voce, anime frammentate dal quale escono grida silenziose che percorrono tutto il corpo e la psiche, rompendo tutta l'armonia. 
E così ieri è finita la mostra
Dal 2 al 4 settembre la Rocca Brancaleone di Ravenna pullulava di arte. 





Oltre a opere che già avevamo fatto, c'era una molto particolare ovvero quella dedicata all'argomento del tema: la violenza sui bambini.
Organizzata da Brigitte Ostwald (qui il suo sito), con la collaborazione di Agnes Illes e il patrocinio del Comune di Ravenna, questo progetto sbarca a Ravenna dopo essere stato presentato alla Vernice Art Fair di Forlì di quest'anno.
Come ha specificato nella rassegna stampa dell'evento, noi artisti non possiamo fare altro che sensibilizzare, dare una voce a chi non ce l'ha.
Non è la prima volta che nel blog mi occupo della violenza come potete vedere qui e qui ma questa volta non ho voluto realizzare l'immagine in maniera cruenta.



Eccolo qua.





Anche in virtù della testimonianza affidatomi, ho voluto inserire nel quadro una rinascita interiore.
Ed è quello che spero per tutti coloro che hanno dovuto subire violenza. Non sarà facile perché può capitare nel corso della vita di sentire ancora quel senso di impotenza, di ineluttabilità, il fantasma di quegli eventi a pesare ma anche sprofondando nel baratro, anche in quella rabbia, vergogna e disperazione che si avvicendano e a volte non sapere come fare per poter risalire, io confido che si possa risalire, limpidi, come un fior di loto
Per non essere solo dei sopravvissuti. Per vivere e sentire la vita come un dono. 
Nonostante tutto. Nonostante quello che è successo.
Guarire dalla violenza


Ma questo evento non era solo composto da opere d'arte bensì è stato un luogo di approfondimento e di dibattito.
Per esempio ho assistito alle dimostrazioni di Simone Gianneschi, sociologo e atleta di kick-boxing sull'autodifesa.
Innanzitutto ha ricordato a tutti noi che più grande e grosso non è sinonimo di più forte e quello che possiamo fare è usare la sua forza contro di lui così come un nostro gesto preciso. 

Che cosa si può fare allora? Mi rendo conto che è più istruttivo vedere dal vivo che leggerlo qui però qualcosa posso mettere:

- Il respiro è fondamentale e per far sì che non si vada in panico è fondamentale respirare col diaframma e quindi inspirare ed espirare col naso cercando di far arrivare il respiro in fondo e non soltanto al torace.
- Affidarsi ai due sensi esterocettivi ovvero la vista e il tatto. 
- Dare meno sagoma di sé all'altro

Fondamentale è anche percorrere il più possibile strade dove ci siano telecamere di sorveglianza così, nel caso di aggressione, è anche possibile identificare quella persona.


Sabato c'è stata la fisioterapista Regine Mohr dove persone si stendevano su un lettino e lei con massaggi anche plantari sentiva lo stato del nostro corpo parlando anche di fisioterapia per bambini con traumi psichici.
Inoltre segnalo un incontro alle 11 sia sabato che domenica al quale non ho assistito ovvero Manovre di disostruzione da corpo estraneo e rianimazione cardiopolmonare nel bambino da AIEMT (Associazione Italiana Tecnici Emergenza Sanitaria) di Ravenna.
Domenica è finita con un dibattito intitolato Diamo volto, voce e aiuto ai bambini vittime di violenza al quale hanno partecipato la giornalista e scrittrice Carla Baroncelli, Simone Gianneschi, Tiziana Valer del CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi Contro il Maltrattamento e l'Abuso nell'Infanzia), l'assessore Massimo Cameliani e le associazioni Dalla parte dei Minori, Linea Rosa e Muoviti Coop Libra. 
Veronica Verlicchi ha condotto il dibattito che è cominciato con la lettura di Carla Baroncelli di un racconto presente nel suo libro Storie sui fili, un libro sulla violenza assistita (qui un post sulla presentazione del libro) ovvero il bambino che assiste alla violenza di un genitore.




Purtroppo questo tipo di violenza non è ancora riconosciuto come reato, ma solo come aggravante.
Si è anche raccontato all'interno del dibattito di come spesso le donne che denunciavano raccontavano di come il partner fosse un marito violento, ma un padre esemplare.
Raccontando così però si sottovaluta che anche la violenza indiretta (ovvero non subita in prima linea) abbia effetti traumatici e devastanti nella psiche allo stesso modo di tutti quei bambini che la subiscono in prima persona.
Si sottovaluta anche il bambino, la sua capacità di osservare.
Sarà minorenne ma non per questo è minore, soprattutto se parliamo dei suoi diritti. Questo vuol dire che c'è ancora molto da fare.
Si è parlato della sfiducia che il bambino acquisisce per gli adulti e che parlerà solo quando si sentirà sicuro e anche di come l'espressione sia importante perché ciò che non viene espresso si imprime nel corpo e nella psiche.
Si è ribadito ancora una volta che il maltrattante può essere chiunque, anche quello insospettabile e di come il silenzio omertoso non faccia altro che fomentare ancora di più la violenza anche perché non dimentichiamo che questa viene alimentata nella segretezza più assoluta facendo sentire il bambino ancora più solo perché non creduto. 
Purtroppo succede anche che quando il bambino parla, non viene appunto creduto oppure le sue parole vengono sottovalutate così come si sottovalutano i segnali indiretti che il bambino manda per esempio un cambiamento del carattere come una chiusura totale.
Anch'io ho partecipato al dibattito specificando che come il maltrattante può essere chiunque, può anche essere una donna, anche una parente, anche una madre.




foto scattata da una mia amica


Non possiamo pensare al mostro tipo, caratterizzato come avrebbe detto Lombroso ovvero deforme, con la gobba come diceva Simone Gianneschi nel suo intervento.
La violenza è diventato come un linguaggio da trasmettere, anche nei più piccoli gesti e ci sono diverse sfumature.
Spesso può capitare anche che il maltrattante, chiunque sia, dica di essere cambiato e si mostri docile ma ciò non vuol dire che sia cambiato del tutto perché purtroppo capita che poi ritorni come prima.


La fine del dibattito ha segnato la fine della mostra. In questi giorni ho avuto il piacere di parlare con alcuni artisti, vedere poi le loro opere (potete vederle qui in questo album FB. Spero che gli artisti coinvolti si tagghino nelle foto dove sono presenti le loro opere o almeno commentino) e anche pranzare con alcuni di loro domenica.
E' stata un'esperienza piacevole anche in quel senso. Per esempio mentre sabato facevo le foto di allestimento, un pittore, Walter Reggiani, si è avvicinato a me dicendomi "Farfalle eterne?". All'inizio non avevo capito, poi quando l'ha ripetuto sì. Mi sono sentita emozionata nell'essere riconosciuta per il mio blog e soprattutto quando mi ha detto il motivo che l'ha condotto al mio blog ovvero le fiabe. 
Inoltre ho parlato in inglese con un pittore tedesco, Reinhard Stammer, e mi ha detto che è la prima volta che veniva qui a Ravenna e gli è piaciuta molto.
Come ravennate non nego che la mia città ha alcuni difetti però la amo e non sapete quanto io desideri che Ravenna sia una città creativa, ancora di più, e quindi come faccio a non amare un'iniziativa del genere?

Grazie Brigitte!!!



Per finire vi allego questa mia frase e non soltanto per rimandare al mio blog o anche alla mia arte, ma per ricordare anche a tutti coloro che hanno subito violenza quanto in noi ci sia un potere immenso.




Posso capire che non sarà facile perché magari si pensa che la violenza sia diventato un fattore determinante della vita, forse anche il filo conduttore ma così non è. 
C'è vita al di fuori della violenza.
Magari all'inizio non si saprà come fare, non si ha gli strumenti (e non parlo solo della denuncia ma anche di vivere dopo) però anche piano, si può percorrere il proprio sentiero.




P.S.: Più avanti ci sarà un'asta con le opere donate da alcuni artisti organizzata dal Lions Club di Ravenna e il ricavato sarà devoluto alle associazioni che hanno partecipato a questo evento. 
Questo è il quadro che ho deciso.





P.P.S.: Avrei preferito che ci fosse stata una maggior affluenza di persone ma spero che questa mostra e tutto sia per quelli che sono venuti così come nel futuro una pietra lanciata nell'acqua con le increspature che si allargano.

4 commenti:

  1. Era una meravigliosa evento, saluti da Graz/Austria

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  2. Deve essere stata un'esperienza molto densa e significativa. Lo si vede dal post e dalle tue parole. Tu e gli altri artisti avete dato voce a chi troppo spesso non ne ha e porta con sé oltre al peso della violenza, anche quelli del silenzio, della colpa, dell'abbandono. E non è semplice riuscire ad accettare pezzi così ingombranti del passato, soprattutto quando sei un bambino e ti è più difficile capire perché tanta cattiveria può venire a cercare proprio te e cambiarti per sempre.

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    1. Già ed è anche per questo che nel mio quadro ho voluto dare un segnale di speranza per far credere che la felicità è possibile.

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Grazie per i commenti

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