Selkie di John Duncan
Ci sono tante fiabe che non fanno parte della nostra cultura.
E una di queste è proprio quella che riguarda le Selkie ed è una fiaba che è più una leggenda.
Che cos'è una Selkie? E' una creatura leggendaria che appartiene alle culture dell'Irlanda, Scozia e Islanda, una foca che nelle notti di luna piena, si toglie la sua pelliccia rivelando una donna nuda e balla con le sue compagne in una grotta.
Se qualcuno si appropria della sua pelliccia, lei sarà vincolata a restare con lui, a sposarlo, ad amarlo finché non trova la sua pelliccia.
trailer del film Song of the sea di Tomm Moore, regista del film candidato all'Oscar The secret of Kells
Nella storia più famosa, citata ne Donne che corrono coi lupi, così succede ma vediamo meglio la storia.
Provate a immaginare che la vostra solitudine sia desolante come una distesa ghiacciata dove non cresce niente, dove sfidare la Natura equivale a suicidarsi. Provate a vivere in quel luogo.
Penserete di credere che così vivrete fino alla fine e un giorno sentite ridere.Le voci provengono da una grotta. Vi avvicinate perché voci così gioiose non le avete mai sentite oppure non vi ricordate di averle mai udite.
Ed eccole là, donne nude che ballano dalla pelle nivea e di una bellezza indimenticabile. Sentite l'amore sorgere dentro di voi.
Lì vicino ci sono delle pelli di foca e così l'uomo capisce: quelle donne non sono umane, sono delle Selkie, foche che alla notte di luna piena lasciano la loro pelle per danzare.
E così l'uomo, spinto dal desiderio e disperato per la solitudine provata, ruba una pelle.
Quando le donne ritornano alle loro pelli, una di loro non la trova e così si avvicina l'uomo. Alla proposta di matrimonio lei rifiuta, non può rimanere, ma quando lui le mostra la pelle di foca allora accetta.
Senza pelle non si può ritornare a casa.
Passano anni e lei ebbe un bambino. In fondo amava quell'uomo e il bambino, ma ormai dopo sette anni il corpo della Selkie si stava disfando, sgretolando.
Doveva tornare a casa, ma senza la pelle non poteva.
Nella versione raccontata da Clarissa Pinkola Estés, autrice del libro sopracitato, è il bambino a trovare la pelle, in altre invece è proprio lei a ritrovare la pelle rinchiusa in un baule.
L'uomo cercò di fermarla e così anche il bambino. Non era una scelta facile per lei, ma ormai era ora, non si poteva più aspettare.
Indossò la sua pelle di foca e ritornò nelle sue profondità.
Schull Selkie di Liam Sharp
Indossò la sua pelle di foca e ritornò nelle sue profondità.
Ogni tanto però una foca si affacciava nella superficie e tutti che la videro dissero che aveva degli occhi così commoventi da sembrare umani.
di Alan Lee
Eccovi una canzone di Heather Dale
(qui il testo)
Ecco un'altra canzone sulle selkie cantata da Cécile Corbel, la cantante bretone che ha composto colonna sonora e la canzone del film Arrietty dello Studio Ghibli.
(qui il testo)
Su questa leggenda è basato un film, Il segreto dell'isola di Roan. Eccovi il trailer
Parlando delle Selkie, abbiamo una donna che nasconde una pelle di foca, ma ora passiamo per la parte inversa ovvero di un asino che nasconde una donna.
Stiamo parlando ovviamente di Pelle d'asino.
di Harry Clark, 1922
di Nadezda Illarionova
Così come nella prima storia abbiamo un uomo disperato che costringe una donna, in questo caso una ragazza, a sposarlo.
A peggiorare le cose, qui abbiamo un re che dopo la morte della sua amata regina chiede, sotto disposizione della moglie di sposare l'unica donna che la eguagli in bellezza e bontà, di sposarlo nient'altro che a sua figlia!
Disperata la figlia per la richiesta (e vorrei ben vedere) chiede consiglio alla sua fata madrina e questa le dice che la fanciulla potrà sposarlo solo se le confezionerà un vestito che sia uguale al Tempo.
L'impresa sembra ardua e il re obbliga tutti i sarti a confezionare tale abito. La sorpresa e l'amarezza della principessa raddoppiano al vedere che il vestito sembra proprio assomigliare al Tempo. E così chiede ancora consiglio alla fata e questa le dice che potrà sposarlo solo se avrà un vestito che abbia lo splendore della Luna, ma anche questa richiesta sembra essere soddisfatta così come per il vestito uguale alla magnificenza del Sole.
Allora la fata madrina propone una richiesta che il re non potrà mai soddisfare ovvero sacrificare l'asino. La richiesta non sembra essere così difficile se non si tiene conto che l'asino provvede all'economia del regno sputando fornendo monete d'oro dalle cavità.
Purtroppo per l'asino, la richiesta viene esaudita e così la principessa indossa la pelle del povero animale e scappa.
Cerca rifugio in una fattoria e fa i lavori più umili. Tutti la prendono in giro per quanto è sporca e la chiamano Pelle d'Asino.
Qui la pelle d'animale serve per tenere nascosta la sua identità.
Anche sotto questa veste, lei non dimentica la sua dignità di principessa. La pelle la nasconde, ma non la cancella.
Anche sotto questa veste, lei non dimentica la sua dignità di principessa. La pelle la nasconde, ma non la cancella.
Infatti la sua fata madrina ha fatto in modo che, quando la principessa lo volesse, le arrivi un baule (ecco che ritorna questo elemento) con dentro i suoi vestiti più belli così che lei li potesse indossare quando è tutta sola.
Caso vuole che un principe si fermi nella fattoria e sente il canto della principessa. Incuriosito, la guarda dallo serratura e rimane sorpreso da quanto è bella. Va chiedere alla fattrice rispondendole che quella è la stanza di Pelle d'Asino, una sudicia ragazza.
Il principe rimane esterrefatto "Lei, una sudicia ragazza?". Dopo qualche giorno il principe si ammala e nessun dottore sembra guarirlo. Così il re e la regina gli chiedono cosa desidera e il principe chiede qualcosa preparato da Pelle d'Asino. Nonostante la sorpresa per tale nome, viene chiesto a Pelle d'Asino di cucinare qualcosa.
Lei si toglie la pelle, si pulisce, si mette il suo vestito più bello e inizia a cucinare. Fa cadere inoltre nel piatto il suo anello che per poco non fa soffocare il principe rimanendo poi meravigliato per quanto è piccolo.
Così viene chiesto a tutte le fanciulle, nobili e contadine, di indossare l'anello, ma tutte hanno delle dita troppo grosse. Per ultima si fa avanti Pelle d'Asino e tutti rimangono disgustati da quella visione, ma poi rimangono meravigliati quando da quella pelle si vede una mano candida con delle dita così sottili che fanno presto ad avere l'anello infilato.
La meraviglia aumenta quando gli spettatori vedono che Pelle d'Asino si toglie l'ingombrante pelle rivelando una fanciulla bellissima in un abito sontuoso.
Le nozze arrivano subito a viene invitato anche il padre di Pelle d'Asino, rinsavito da quella pazzia.
Su questa fiaba è stato tratto il film omonimo di Jacques Demy con una giovane Catherine Deneuve che interpreta la protagonista e Jean Marais, l'attore feticcio di Jean Cocteau, che ne interpreta il padre.
La nostra pelle è la mappa che racconta del nostro vissuto e a volte anche molto più di quanto vorremmo. A volte ci sentiamo senza pelle, disintegrati nell'anima, a volte siamo costretti a "nasconderla" per proteggere la nostra anima.
L'importante è che non dimentichiamo mai quanto sia importante la pelle e quanto questa rappresenta.
N.B.: Pelle d'Asino è la più nota, ma esistono tantissime altre versioni della fiaba come Millepelli, Pelle di gatto ecc... e alcune hanno sostanziali differenze.
Pelle d'Asino la conoscevo da bambina, ma io amo le favole e le fiabe quindi ne conosco parecchie... Pero' quella della foca no, e' di una tristezza disarmante
RispondiEliminaIn effetti chissà perché queste storie come quella de La Sirenetta debbano essere così malinconiche. Forse è per il clima.
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