venerdì 30 marzo 2012

Una fiaba africana sul ragno

Come sapete, immagino, nel mio secondo blog la protagonista è la (ex) bambina ragno.
I ragni mi piacciono tantissimo e già una volta (clicca qui) l'avevo considerato l'animale artista per eccellenza. Inoltre hanno una potente simbologia (clicca qui) nel bene e nel male.


Ragno che piange di Odilon Redon, 1881


Rileggendo dei libri contenenti delle fiabe e favole, ci sono delle fiabe africane, raccolte dall'antropologo e etnografo Paul Radin, dove una spiega



Come fu che la parte posteriore di Kwaku Ananse il ragno diventò grossa a spese della sua testa che è piccola

Dicono che una volta c'era una gran fame e che Kwaku Ananse, il ragno, disse che sarebbe andato in cerca di carne e legumi e li avrebbe portati a casa, così lui e la moglie Aso avrebbero avuto da mangiare. Entrò in un torrente e là incontrò certe persone. Ma queste persone, con rispetto parlando, erano spiriti.
Quando Ananse li incontrò, gli spiriti stavano nell'acqua ed erano intenti ad aggottare (nota mia: significa togliere l'acqua) per prosciugare il letto del torrente e prendere i pesci. Kwaku Ananse disse: Fratelli, posso venire ad aggottare un po' anch'io?
Gli spiriti dissero: Vieni .
Ananse andò e vide che quelli aggottavano l'acqua coi loro crani. Gli spiriti dissero: Hai visto con cosa vuotiamo il torrente. Permetti che ti togliamo il cranio, così potrai vuotare anche tu?
Ananse disse: Ma certo, toglietemelo pure.
Parola mia, gli spiriti glielo tolsero e glielo diedero. Kwaku Ananse e gli spiriti si misero a vuotare il torrente per prosciugarne il letto. Mentre aggottavano, gli spiriti intonarono un canto:

Quando noi, gli spiriti, vuotiamo il torrente
per prenderne i pesci,
coi nostri crani aggottiamo l'acqua.
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.

Il ragno disse: E' bello questo canto, posso cantarne un po'? Gli spiriti dissero: Cantane un po'. E lui modulò la voce:

O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.
Prendiamo la nostra testa per aggottare l'acqua.
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.
Da quando il Creatore ha fatto le cose,
noi prendiamo la nostra testa per aggottare l'acqua?
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.
Oggi io prendo la mia testa per prosciugare l'acqua.
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.

Ananse finì di cantare e gli spiriti gli dissero così: Abbiamo aggottato, abbiamo preso il pesce e a te ne tocca una corba (nota mia: significa una cesta grande di vimini intrecciata coi manici). Prenditelo e và a mangiartelo. Prenditi il cranio, rimettitelo sul corpo e vattene. Ma dobbiamo farti una raccomandazione speciale: bada che, se appena ti provi a cantare un brano di quel canto, il cranio ti si spacca e ti ruzzola giù dalle spalle.
Il ragno disse: Pesce in abbondanza è l'unica cosa che voglio e voi me l'avete dato; quanto al canto, beh, perché diamine dovrei cantarlo?
Gli spiriti dissero: Va bene, vattene.
Allora il ragno se ne andò. Anche gli spiriti radunarono tutte le loro cose e a loro volta se ne andarono. Quando tutti gli spiriti arriveranno laggiù, se così si può dire, subito intonarono il loro canto:

Quando noi, gli spiriti, vuotiamo il torrente 
per prendere i pesci,
coi nostri crani aggottiamo l'acqua.
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.

E appena il ragno sentì quel canto, subito attaccò a sua volta:

Da quando il Creatore ha fatto le cose
noi prendiamo la nostra testa per aggottare l'acqua?
O gli spiriti, noi stiamo aggottando l'acqua.

Ma aveva appena finito che il cranio gli si spaccò e gli ruzzolò giù dalle spalle. Ananse lo prese e lo strinse al petto. Disse: Spiriti, spiriti, mi è ruzzolata giù la testa.
Gli spiriti lo sentirono e dissero: Questo è il ragno. Non ha voluto darci retta e adesso ci chiama. Torniamo un po' a sentire che cosa vuole.
Ed ecco arrivare Ragno tutto scalmanato. Disse: Puo! Figli di mio padre! La testa mi si è spaccata e mi è ruzzolata giù! Ve ne scongiuro, se vi ho fatto torto perdonatemi. Avete proprio ragione, ma prendete la mia testa e rimettetela a posto.
Gli spiriti la presero e la rimisero al suo posto suo. Gli dissero: Bada che se ricominci a cantare questo canto e la testa ti ruzzola giù di nuovo, quando ci chiami noi non ti risponderemo. Perciò pensa bene a quello che fai! E poi se ne andarono.
E strada facendo cantavano il loro canto. E daccapo Ananse si mise a cantare e kutukum! la testa gli si staccò e ruzzolò a terra. Lui la raccolse e - scusate la mia volgarità - se la strinse contro il sedere e balzò sul ciglio della strada. Sora! fece l'erba dividendosi mentre lui vi si cacciava dentro. Lui disse: Strada, salvami! Quando spunterà il giorno che diventerò ricco, te ne darò un poco!
Ecco perché Ananse ha la testa piccola e il didietro enorme. Tutto perché aveva le orecchie dure.



Ragno sorridente di Odilon Redon, 1891


Tra le qualità associate al ragno c'è anche l'astuzia, ma qui invece fa una magra figura per via di non aver ascoltato ciò che gli è stato detto e questa è una cosa comune a molte fiabe e leggende.
Questa fiaba poi assomiglia molto a un mito. Di solito sono i miti a voler spiegare le origini di qualche animale ed ecco un modo curioso per spiegare come mai il ragno è formato così.


Prossimamente desidero parlare delle fiabe di un autore irlandese famoso per il suo dandismo e per un certo ritratto.
Credo abbiate capito di chi sto parlando.

2 commenti:

  1. Una volta ho letto che i ragni sono gli unici animali che riescono a sopravviviere all'incendio di una foresta... Li trovo intriganti.

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  2. Non lo so, ma io li trovo sorprendenti comunque.

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Grazie per i commenti

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