In questo mio blog mi sono spesso occupata di film che raccontino la vita degli artisti ed eccoli qua:
Frida Kahlo (pittrice)
Séraphine de Senlis (pittrice)
John Keats (poeta)
Arthur Rimbaud e Paul Verlaine (poeti)
Gustav Klimt (pittore)
Diane Arbus (fotografa)
Ora un altro artista si aggiungerà a questa lista ed è Jean-Michel Basquiat, protagonista del film Basquiat appunto.
Premetto subito una cosa o meglio mi sento di fare una raccomandazione a tutti coloro che si avvicinano al mondo dell'arte.
Un film, il più delle volte, non racconta la verità su quell'artista. Molte cose vengono storpiate per il bene del film o per altro. Se volete conoscere la sua biografia, affidatevi a un libro oppure anche a un catalogo. E' molto meglio accompagnare la sua storia personale con quella delle sue opere.
Benissimo, fatta questa raccomandazione, che forse per diversi sarà completamente inutile, mi accingo a presentarvi Basquiat e vi dico già che lo ritengo uno dei bei film biografici su artisti che abbia visto.
Basquiat, un'anima selvaggia rappresentata in quadri che si rifanno all'Art Brut di Jean Dubuffet, quadri dai colori violenti con un segno infantile, ma forte, quadri che si rifanno ai graffiti.
Ed è proprio dalla strada che vediamo partire Basquiat lasciando segni con lo pseudonimo di SAMO. Sarà poi l'incontro con Andy Warhol, interpretato qui da David Bowie, ma soprattutto la sua sicurezza a farlo emergere in poco tempo. Ma come in poco tempo è passato alla ribalta, in minor tempo è caduto vittima di droga e alcool e muore nel 1988 a 27 anni.
Voleva essere considerato un pittore, non il pittore nero più famoso.
Questa in breve la sua storia raccontata, ma non è stato questo a farmi innamorare del film.
Innanzitutto anche il regista è un pittore e quindi è già a stretto contatto con le immagini.
Inoltre anche lui fa parte del Neo-Espressionismo così come Basquiat e l'ha conosciuto anche se erano rivali.
Ecco Schnabel e alcuni suoi dipinti:
Gufo, 1980
Ragazza senza occhi, 2001
Untitled (Indian 5), 2002
Ho voluto introdurre questi dipinti per provare a farvi pensare com'è il suo immaginario, come usa le immagini.
Ogni inquadratura è da sé un piccolo quadro: le opere di Basquiat sono assolute protagoniste, con il suo modo barbaro e violento come certi bambini sanno essere.
Inoltre, si è saputo tradurre lo spirito della visione, dell'ispirazione e inoltre non ci si deve dimenticare della colonna sonora di John Cale che è molto variegata nel senso che spazia dalla musica classica (Renata Tebaldi) passando per Van Morrison, Tom Waits per finire con il rock (Rolling Stones).
Il film poteva essere trattato come la solita parabola di un giovane pieno di buone speranze e talento che raggiunge il successo e che da questo verrà distrutto, ma Schnabel ha avuto l'accortezza per non cadere nel pietismo e di cercare la persona dietro gli scandali e la droga.
Questi sono i quadri di Basquiat, il suo mondo e alla fine una piccola chicca.
Io non penso all'arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita
Non ascolto ciò che dicono i critici d'arte.
Non conosco nessuno che ha bisogno di un critico per capire cos'è l'arte
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