A proposito di delicatezza, vorrei parlarvi di un libro che sprigiona un senso di soavità incredibile ed è Neve di Maxence Fermine (edizioni Bompiani, Assaggi di Narrativa).
Anzi, non vorrei parlarvi della storia, ma trascrivere passaggi molto importanti del libro che mi hanno molto colpita anche per la semplicità delle parole, ma forse queste parole sono permeate dell'atmosfera del libro: quella del Giappone, della neve e degli haiku, brevi componimenti poetici nipponici.
Dialogo tra Yuko e suo padre, un monaco scintoista:
"Padre," disse il mattino del suo compleanno, in riva al fiume argentato, "voglio diventare poeta."
Il monaco aggrottò la fronte in modo quasi impercettibile ma tuttavia rivelando una delusione profonda. Il sole si rifletteva nelle increspature dell'acqua. Un pesce-luna passò tra le betulle e poi svanì sotto il ponte di legno.
"La poesia non è un mestiere. E' un passatempo. Le poesie sono acqua che scorre. Come questo fiume."
Yuko tuffò lo sguardo nell'acqua silenziosa e lesta. Poi si voltò verso il padre e disse:
"E' esattamente quello che voglio fare. Imparare a guardare il tempo che scorre."
"Cos'è la poesia?" domandò il monaco.
"E' un mistero ineffabile." rispose Yuko.
Un mattino, il rumore della brocca dell'acqua che si spacca fa germogliare nella testa una goccia di poesia, risveglia l'animo e gli conferisce la sua bellezza. E' il momento di dire l'indicibile. E' il momento di viaggiare senza muoversi. E' il momento di diventare poeti.
Non abbellire niente. Non parlare. Guardare e scrivere. Con poche parole. Diciassette sillabe. Un haiku.
Un mattino, ci si sveglia. E' il momento di ritirarsi dal mondo, per meglio sbalordirsene.
Un mattino, si prende il tempo per guardarsi vivere.
Yuko e il vecchio poeta
"Tu sei poeta. Ma che conosci tu delle altri arti? Sai ballare, dipingere, scrivere in calligrafia, comporre?"
Yuko non seppe cosa rispondere. Si sentì avvampare il viso.
"Io sono poeta. Scrivo in versi. Per onorare la mia arte non ho bisogno di altre cose."
"Ti sbagli. La poesia è innanzitutto pittura, coreografia, musica e calligrafia dall'animo. Una poesia è al tempo stesso quadro, danza, musica e scrittura della bellezza. Se vuoi diventare un maestro dovrai possedere il dono dell'artista assoluto. Le tue opere sono meravigliosamente belle, danzanti, musicali, ma bianche come la neve. Sono prive del colore, della pittura. Tu non sei un pittore, Yuko. E' questo, a mancarti. Nient'altro che questo. Ecco perché, se non mi ascolti, la tua poesia rimarrà invisibile ali occhi del mondo."
Quel vecchio lo annoiava, ma la ragazza che gli stava accanto era bella, e Yuko non voleva deluderla.
"Vi ascolto, maestro."
"Nel sud del Giappone vive un uomo che possiede l'arte assoluta. Scrive meravigliose poesie che sono musica, ma è innanzitutto un pittore. Quest'uomo ammirevole e unico si chiama Soseki. E' stato il mio maestro. Vai a fargli visita da parte mia. Te ne supplico. Ti insegnerà quel poco che ti manca."
Yuko e il maestro
Ma poi, un mattino, in piedi sulla riva del fiume argentato, il vecchio cieco gli disse:
"Yuko, tu sarai completo come poeta solo quando nella tua scrittura fonderai nozioni di pittura, di calligrafia, di musica e danza. E, soprattutto, quando padroneggerai l'arte del funambolo."
Yuko sorrise. Il maestro non aveva dimenticato.
"Perché mai dovrebbe giovarmi l'arte del funambolo?"
Soseki poggiò una mano sulla spalla del giovane, come aveva fatto un mese prima.
"Perché? In verità, il poeta, il vero poeta, possiede l'arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un'opera, di una storia, di una storia adagiata su carta di seta. Scrivere è avanzare passo dopo passo, pagina dopo pagina, sul cammino del libro. Il difficile non è elevarsi dal suolo e mantenersi in equilibrio sul filo del linguaggio, aiutato dal bilanciere della penna. Non è neppure andar dritto su una linea continua e talvolta interrotta da vertigini effimere quanto la cascata di una virgola o l'ostacolo di un punto. No, il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all'altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell'immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola."
Che parole vero?
Come avete potuto ben vedere non vi ho raccontato la trama. Forse avete potuto intuire qualcosa, o qualcosa vi rimane oscuro, ma vi posso assicurare che c'è molto di più in questo piccolo libriccino e che merita di essere letto.
Parole semplici, essenziali, ma che riescono ad aprire brecce nel pensiero e a far fiorire pensieri insoliti e felicemente veritieri: "Il difficile, per il poeta, è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura, vivere ogni ora della vita all'altezza del proprio sogno, non scendere mai, neppure per qualche istante, dalla corda dell'immaginazione. In verità, il difficile è diventare funambolo della parola."
RispondiEliminaAvevi già accennato a questo libro in un post precedente, mi sembra, ma non me lo sono ancora procurato. Ho fatto delle ricerche sul web e ho visto che l'edizione Bompiani di Neve contiene delle illustrazioni di George Lemoine (che non conosco). Questo mi ha incuriosito. Ci puoi dire qualcosa su queste illustrazioni? Come le trovi? Ti piacciono? Corrispondono allo spirito del libro?
Non mi sembra di averne parlato in un post precedente.
RispondiEliminaLe illustrazioni sembrano essere degli acquarelli molto leggeri e quello che più mi colpisce è la predominanza dello spazio. Di solito ti dicono di riempirlo. Le illustrazioni mi colpiscono anche perché con pochi tocchi si riesce a intuire l'atmosfera. Ci sono, così come nel libro, riferimenti erotici, ma non li trovo affatto volgari.
Spero di aver reso l'idea.
Io credo che ogni forma di creazione sia, a suo modo, "arte"... come lo è ogni qualsiasi cosa che viene da noi nel momento in cui ci mettiamo tuta la nostra passione, poiché l'arte non puà essere costruita entro limiti convenzionali... Ed è la vita stesse che ci porta tutti inevitabilmente ad essere funamboli... sospesi tra passato e futuro...
RispondiEliminaIl funambolo è sospeso nel vuoto ma la sua concentrazione forse non è nel suo equilibrio ma nell'emozione che renderà a gli occhi di chi lo guarda ,più sarà grande l'emozione che susciterà più la sua anima si arricchera del bene più preioso di cui ha bisogno.
RispondiEliminaEmozione.
Un Funambolo della fantasia
@ Un Funambolo della Fantasia:
RispondiEliminaSono d'accordo con te. Se si concentrasse sull'equilibrio, cadrebbe. Ma anche concentrandosi troppo su chi lo guarda potrebbe farlo cadere se non è preparato.
L'importante è non pensare, ma sentire tutto quello che c'è attorno.
Almeno così credo.