sabato 5 luglio 2014

Quello che il corpo e le cicatrici raccontano...

Ieri vedo su Facebook questa statua che si trova a New York e ne rimango incantata.





Quindi mi informo e scopro che l'artista è Paige Bradley e la scultura si intitola Expansion (vedi qui nel suo sito).
Andando a cercare ne vedo alcune che sono nella stessa posizione, ma non hanno le crepe e sono proprio quelle ad intrigarmi.
Guardandole poi mi viene da pensare al Kintsugi (o Kintsukuroi) ovvero a quella antica pratica giapponese dove per riparare un oggetto in ceramica, lo si fa con l'oro.





Questo perché le ferite rendono unici chi le porta e la bellezza qui equivale all'imperfezione.
Anche se sono diversi (nella statua la luce scaturisce dall'interno mentre nel Kintsugi l'oro viene aggiunto) c'è però questa concezione del corpo non come materia intatta e perciò incorruttibile ma come di qualcosa che si modifica con il passare del tempo.
Soprattutto la concezione di queste crepe o cicatrici come portatrici di bellezza.
Ogni cicatrice che portiamo racconta una storia, racconta che siamo ancora qui e vivi.
Per non parlare di quelle cicatrici che ci portiamo dentro.
Ma così come dall'esterno così anche l'interno...




 da Mars (immagine presa da qui)


Kira (lei) e Rei hanno appena fatto l'amore e qui Kira chiede a Rei (nella pagina precedente) sulle cicatrici che lui si è procurato in un incidente di moto.
Da destra a sinistra: (mia traduzione) I corpi delle persone si rigenerano sempre quando vengono feriti. Magari non saranno belli come prima, ma nuova pelle cresce e copre la ferita. Le persone sono davvero straordinari. E' grandioso... essere vivi.
Ed è con questo spirito che ho voluto realizzare questo mio quadro Survivor




Magari alcuni direbbero che avrebbe un bel decolleté se non fosse per quella cicatrice.
Eppure la cosa più essenziale è il suo sorriso.
Tutto di lei si espande!


Alcuni vedendo la statua che sta facendo yoga e il kintsugi potrebbero pensare che, essendo pratiche orientali, sono lontani dal nostro modo di vivere eppure il corpo è uno solo.
Anche attraverso popoli, culture, ideologie, teorie... alla fine il corpo è uno solo nonostante le differenze.
E se per caso ci sono delle mancanze (tipo arti, organi ecc...), la base è sempre la stessa, la vera essenza del corpo.
Poi è chiaro che ci sono persone che col proprio corpo possono fare meraviglie ma non ci sarebbe differenze se le stesse le pratica un orientale o un occidentale.
Guardate queste meraviglie:





Lei si chiama GuiGui Zheng e fino al 2008 non ha mai suonato il piano. Il video è del 2011.






Ritornando alle cicatrici, posso comprendere che quelle che custodiamo all'interno siano difficili da far guarire, ma in voi sta questa forza.
Abbiate cura delle vostre cicatrici.
Se noi stessi ci possiamo fare del male, possiamo anche farci altrettanto del bene.

Confido nella forza che si può trovare anche quando ci si sente così male che si desidera solo morire.
Forza che non è prepotenza o arroganza, ma è la vita stessa.
Forza che non è il contrario di fragilità, ma la accompagna.


Siete delle meravigliose creature anche con quelle cicatrici dovunque esse siano.
La vostra bellezza è la stessa della vita.


E se per caso quelle cicatrici ve le procurate, ricordatevi che in realtà non vi rappresentano e sono sicura che siete molto altro e che quella rabbia con la quale si marchia la pelle potete trasformarla in qualcosa che vi faccia del bene e che dopo l'atto non vi sentite in colpa.





Freedom di Paige Bradley



P.S.: Andando a cercare per il post trovo questo post. Evidentemente non sono stata l'unica ad aver associato la statua con il Kintsugi.




Aggiornamento 6 agosto 2014:
Un post da leggere sul tema delle ferite, cicatrici.

2 commenti:

  1. Sono molto d'accordo col tuo discorso finale, sul fatto che le ferite interiori sono quelle più lente a cicatrizzare, e che il ruscire a farlo dipendo in fondo da noi stesse...
    Eppure non ci vedo tutta questa bellezza nelle cicatrici - e sì che ne ho tante, visibili e non. Forse perchè certe cose preferirei non averle vissute, piuttosto che portarne il residuo.

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  2. Le cicatrici... nel corpo e nell'anima. La riprova che non tutto si può dimenticare. Ho letto qualche giorno fa dei vasi riparati con l'oro e mi ha fatto molto piacere leggere questo post.

    RispondiElimina

Grazie per i commenti

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