lunedì 21 luglio 2014

L'isola delle pescatrici, di Fosco Maraini





Era da tempo che volevo sapere delle pescatrici Ama.
Chi sono? Gli Ama sono un popolo giapponese che vivono sulle coste e da tempi antichi le donne vanno a pescare in apnea vestite solo di uno slip o di un perizoma.
Così un po' di tempo fa ho comprato L'isola delle pescatrici di Fosco Maraini, scrittore, etnologo, orientalista, fotografo, alpinista e poeta italiano (da wikipedia)
Essendo il libro fuori catalogo, l'ho cercato su Internet e l'ho trovato in una biblioteca (non mi ricordo il nome).
Un passo indietro prima...
Quando si parla delle pescatrici Ama si pensa soprattutto a giovani fanciulle che pescano in apnea le perle, sirene dalla vita breve.
In realtà questa visione romantica va a scontrarsi con l'effettiva realtà.
Il fatto di pescare perle è una leggenda recente portata avanti da Mikimoto Kokichi (il cognome è messo prima), colui che ha ideato la coltivazione perlifera.
Mentre lo leggevo, mi sembrava sempre di più un diario di viaggio ed è stato proprio come immergermi in quei luoghi sperduti e si avverte anche di come diverse tradizioni vengono mandate avanti solo per moda.
Le difficoltà iniziali per trovare ciò che è rimasto come era nell'antichità e poi il riserbo iniziale degli abitanti verso questi stranieri, ma soprattutto lo scontrarsi con una cultura differente dalla nostra ribadendo come noi siamo figli della cultura e non della natura.
L'Italia (riporto le sue osservazioni) è un lembo di terra situato sul Mediterraneo eppure figli del mare lo siamo ben poco vista anche la poca presenza di pesce nella nostra alimentazione.
Tranne rare eccezioni, siamo stati invasi più attraverso il continente. La differenza di come la terra continentale sia più prevalente la si può riscontrare anche nei modi di dire. Se dai noi il cielo è a pecorelle, da loro è a squame di pesce.
In più riporta la sua esperienza in Sicilia dove ha risieduto dopo la guerra. Ricorda donne vestite tutte di nero, lavoratori stanchi e il mare viene vissuto come una minaccia, come un dio temibile.
E leggendo questo mi ha fatto pensare alla canzone Pescatore con Pierangelo Bertoli e Fiorella Mannoia.
Inoltre il rapporto diverso col mare lo si ha anche con la concezione del sacro.
Ne avevo già accennato qui quando parlavo delle polemiche dovute allo spettacolo "blasfemo" (così veniva chiamato) di Romeo Castellucci ovvero Sul concetto di volto nel figlio di Dio.
Dopo diversi giorni, finalmente Fosco Maraini e i suoi collaboratori riescono a vincere il distacco degli Ama.
Grazie a questo stratagemma (che vi invito a leggere se lo trovate), possono seguire il lavoro delle donne e i visi prima indifferenti ora si mostrano con gioia.
Donne che vanno avanti con gli anni, anziane che non ce la fanno a stare ferma e cercano in tutti i modi di pescare le alghe...
Sì perché in realtà le Ama pescano le alghe e tutto ciò che può servire di sostentamento.
Perché solo le donne?
Perché come viene riportato da un anziano del luogo "... le donne sono molto più resistenti di noi! Se noi uomini stiamo in acqua due ore moriamo dal freddo; loro no, sono rivestite di grasso come le foche. (Tipo le selkie?) Poi hanno più fiato. E sono più tranquille. Anticamente si tuffavano anche gli uomini, ma tutti sappiamo che rendevano, e renderebbero, meno delle donne...".
Inoltre assistono alla festa dei morti, da loro in agosto e vengono accolti direttamente nelle case per tre giorni. Vengono cucinati i loro piatti preferiti, messi a disposizione tutti gli oggetti dei quali erano appassionati.
In quei giorni c'era grande burrasca e la cosa sensazionale è che viene accettata così com'è.
Vi lascio con le foto che ha realizzato Fosco Maraini




il ferro serve per estrarre le alghe







gli occhialini hanno due perette per regolare la pressione quando vanno in profondità














L'oceanografo Jacques Cousteau chiamò il mondo sottomarino come Il mondo silenzioso (titolo della sua autobiografia dove racconta le sue prime esperienze) e immagino che immergersi a tal punto dopo un po' ti sembra di essere cullato come se fossi nel ventre materno.
Non so, non ho mai provato l'esperienza. Per ora.



Che cosa posso dire del libro?
Se anche se voi siete affascinati come me delle altre culture, delle altre tradizioni, delle storie ambientate nel mare e oceano credo che non dobbiate perdere questo libro.
Come ho già accennato, è fuori catalogo. Provatelo a cercare in Internet. 
Il libro che ho trovato non ha la stessa copertina di quello che ho riportato.
C'è anche da dire questo.
Dopo che ho finito la lettura, mi sono chiesta E ora? Come sono là?
Guardando le foto mi sembrava che appartenessero a un Paradiso Perduto.
Certo, esiste la fatica, ma viene stemperata dal sorriso.
Vedi i bambini che camminano sugli scogli completamente nudi.
Spero che quegli stessi bambini e le bambine abbiano continuato queste tradizioni perché poi di questo Occidente imperante non è che vengano solo belle cose.
Immagino che neanche l'Oriente sia perfetto. Non so.
Una cosa che spesso i giapponesi accusano è di come la loro terra venga considerata come un luogo onirico e non reale.
All'inizio si percepiva la minaccia della perdita delle loro tradizioni.
Magari le compiono ancora, ma non sanno veramente il motivo.
Oppure lo fanno per attirare turisti e magari si alimentano i loro stessi desideri.
Il pensiero di una donna che pesca le perle magari è più affascinante e onirico di una che pesca alghe eppure immagino, da quello che ho potuto leggere, l'incanto che ha subito Fosco Maraini nel vederle nuotare come se davvero appartenessero all'acqua.
In una pagina diceva che come sembrava che i bambini nascessero direttamente dall'acqua, i vecchi sembravano dissolversi in essa.
Hanno acquisito una tale padronanza, una tale lungimiranza che ormai erano diventati parte del mare stesso.


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