giovedì 6 marzo 2014

La Bella e la Bestia (2014): recensione e analisi della fiaba


Ho l'impressione che qui non si parlerà solo di noi.
Che ci volete fare, Bestia? Questa qua è una patita delle fiabe


La prima volta che conobbi la fiaba de La Bella e la Bestia, a quanto io mi possa ricordare, fu con la versione delle Fiabe Sonore, molto attendibile, ovviamente escludendo le canzoni, alla fiaba originaria.
Ricordo ancora adesso l'enorme e profonda tristezza che mi provocò il grido di dolore della Bestia quando, per l'ennesima volta, Belle rifiutò di sposarlo.
Se il russare del lupo de Cappuccetto Rosso nelle Fiabe del Beccogiallo, dopo che lui aveva mangiato nonna e nipotina, mi faceva sentire paura, quel ruggito così potente della Bestia mi faceva sentire triste.
Poi ovviamente, ci fu l'uscita della versione disneyana che andai a vedere al cinema.
La cosa che più mi piacque in assoluto è il tempo, la concezione del tempo tra Belle e la Bestia nel conoscersi.
Infine trovai la fiaba originale, quella arrivata da noi ovvero la versione di Madame Jeanne-Marie Leprince de Beaumont che, tra tutte le versioni di tale fiaba, si parla anche di Giambattista Basile, è la più nota.
E infine guardai la versione cinematografica di Jean Cocteau (potete vederla anche voi qui con la prima parte).



Inoltre non bisogna dimenticare il mito greco Amore e Psiche al quale questa fiaba, e non solo, deve molto.
Insomma, con tutto questo bagaglio di versioni, come mi sono approcciata all'ultima?
Innanzitutto, so perfettamente che qualche "tradimento" ci sta bene se è in linea con tutto il resto.
A differenza di Maleficent (film che dovrebbe uscire a breve in Italia con Angelina Jolie che interpreta Malefica, la stessa della versione disneyana de La Bella Addormentata nel Bosco), questa versione de La Bella e la Bestia sembra occhieggiare alla versione originale.
Vedendo il trailer italiano alcune settimane fa, alcuni sembravano dire "Ohhh, finalmente avremo la versione originale" e "...Ma Belle non è bionda!!!"
Oddio mio, la Belle di questo film è bionda?!? 
Siamo perduti, rovinati, bruciamo il film, questo film è indegno di esistere!!!
Nella versione originale della fiaba, niente fa presupporre che Belle sia castana o bruna. Si sa soltanto che era bella e gentile a differenza delle sue sorelle che erano belle sì e tremendamente invidiose, gelose e che si lamentavano per ogni cosa.
Inoltre, un'altra cosa estremamente affascinante della Bestia è che non viene mai descritto il suo aspetto. 
Non si sa che animale sia. Si sa solo che è una Bestia mostruosa.
La fantasia degli illustratori, di fronte al dare un aspetto a questa Bestia, si è sbizzarrita.






di Angela Barrett





di Galya Zilko



di Walter Crane



di Edmund Dulac



di Anne Anderson



 di Gabriel Pacheco


di Hilary Knight



di Anne Romby

... e non sono mica finiti.


Immagino che per realizzare la Bestia, si sono affidati al loro immaginario (scusate il gioco di parole), al loro bagaglio culturale.
Ognuno ci mette il suo per interpretare una fiaba dove spesso molte cose non vengono spiegate proprio per lasciare che siano i lettori a dare un contributo.



Ed è proprio con dei piccoli lettori che si apre il film.
(Avvertimento: ho cercato di spoilerare il meno possibile o almeno evitando le cose che mi sembrano fondamentali.)
Una piccola delizia che sin da subito mi ha conquistato.
Andiamo avanti.
La storia sta per incominciare.
L'inizio sembra davvero rivolgersi alla versione originale con il padre, ricco mercante che, dopo la sventura delle sue navi, è costretto ad andare in campagna con i suoi tre figli e le sue tre figlie.

Appena vediamo Belle, eccola presentarsi con un abito rosso.




Perdonami, figlia mia, ma stiamo facendo La Bella e la Bestia o Cappuccetto Rosso?
La Bella e la Bestia, padre.
Oh, grazie. Con tutte queste fiabe al cinema, credevo di essermi confuso.



Così presentata, sembra che Belle sia la fanciulla destinata ad un sacrificio, che con la sua vita dovrà riporre rimedio a un grave atto.
Il colore rosso ricorre molte volte in questo film e non solo per quanto Belle.


Inoltre ho notato come in diverse versioni cinematografiche delle fiabe, si dia un'enorme importanza ai colori e questa è una buona cosa, ma diventa solo un fattore estetico se dietro ai colori non c'è niente che li supporta.
Andando avanti, il film si stacca sempre di più dalla versione originale dandoci sempre un'occhiata.
Uno degli strappi alla versione originale è la presenza maggiore dei tre fratelli che delle due sorelle.
Nella fiaba originale, le due sorelle si contrapponevano a Belle. 
Tutte e tre sono evidentemente belle, ma la sorella minore (Belle) ha con sé la gentilezza e la disponibilità d'animo che la rendono ancora più bella.
Invece le altre due sorelle hanno dalla loro gelosia, invidia. Seppure questi sono sentimenti comunemente umani, messe assieme con voglia di approfittarsi delle situazioni a loro più congegnali e superbia, le due sorelle sembrano delle persone da non voler incontrare mai.
Belle, da parte sua, non è perfetta. E' ancora una fanciulla inesperta, desiderosa di amore paterno e non ancora pronta a staccarsi del tutto. 
In quel senso, non è ancora matura.
Molte fiabe parlano di uno sposo animale come Il principe ranocchioA est del sole a ovest della luna.
Lo sposo animale rappresenta all'inizio la difficoltà di abbandonarsi all'altro, la paura di un predatore. 
Solo abbandonando la voglia di protezione, tipica dell'infanzia, la fanciulla sarà pronta ad essere donna.


Il padre, dopo aver saputo dell'arrivo della sua nave alla quale vengono presi tutti i tesori, infine si perde nel bosco arrivando al castello della Bestia e avviene quello che succede esattamente nella fiaba: una vita in cambio della rosa.
Una cosa che si può notare è come nel castello non sia arrivata la neve, un'eterna primavera.
Eppure, seppur la primavera sia la stagione del risveglio della natura, tutto in quel castello sembra essere addormentato, fermo a un tempo che non c'è più.





Il castello in rovina lo trovo semplicemente stupendo, con tutte le rose che hanno preso possesso degli ambienti, statue che chissà da dove vengono e cani dal character design che ho trovato estremamente irritante, con lunghe orecchie che mi chiedo come facciano a non cadere.
Questi cani non portano niente alla fiaba.
Almeno i servitori trasformati in oggetti della versione disneyana realizzavano il tipico ruolo degli aiutanti che si riscontrano spesso nelle fiabe, ma questi cani che ci fanno? 
Andando avanti si capisce cos'erano prima dell'incantesimo, ma almeno potevano essere utilizzati meglio se volete che partecipano alla fiaba.
Li vediamo servire alla cena quando arriva il padre di Belle eppure già nella fiaba, così come nel mito greco di Amore e Psiche vediamo come bastava chiedere e tutto veniva pronto.
Nel mito si parla addirittura di voci che non si vedono mai, li si può solo sentire.
E' come se ci fosse una separazione tra il mondo umano e quello divino.
L'unica cosa che mi è piaciuta di questi cani è proprio la loro ritrosia nel farsi vedere e mi sarebbe piaciuto molto di più se la loro presenza fosse stata ancora più nascosta (non solo per nascondere quel character design).


Infatti, proviamo ad immaginare come si deve sentire Belle.
Decide di abbandonare la sua casa per sempre, la sua famiglia per salvarli (quel suo Non dimenticatemi quando si rivolge ai suoi fratelli per andarsene l'ho trovato davvero significativo) soprattutto perché la richiesta della rosa, il dono proibito, era sua (nella fiaba lei dice che tanto la vita non le importa più ma molto probabilmente lo dice perché non desidera rattristarli ancora di più).
Parte con il pensiero che verrà uccisa e appena arriva, vede i vestiti più belli e le si dice che dovrà cenare con la Bestia.
A che gioco stiamo giocando? 
In più la casa esaudisce ogni sua richiesta (questo nella fiaba)
Belle all'inizio si è trovata a lasciare la casa, quella ricca e sfarzosa, per una casa di campagna. L'ultima rispecchia di più il suo modo di essere, semplice e umile, ma soprattutto ha con sé la sua famiglia.
Avrebbe affrontato chissà quale cosa pur di stare assieme.


Una delle cose che più mi piacciono di questa fiaba è la sottigliezza, l'inquietudine iniziale proprio come quando si entra a contatto con una Bestia, un mistero inspiegabile, una paura che ti fa tremare e nel contempo cerchi di trattenerti, ma è più forte di te.



E' un momento carico di pathos e tutto deve essere soppesato.
E' come qualcosa che ti serpeggia intorno e lo senti a pelle.


Una delle cose che il film cerca di spiegare, o almeno di dare un senso, è il motivo perché quella rosa sia così preziosa, qual è il mistero dietro quella rosa che vale una vita.
Anche in Raperonzolo succedeva qualcosa di simile dove dei raperonzoli vennero scambiati alla fine con la bambina che sarebbe nata così come nella fiaba di Tremotino dove venne scambiata la sua abilità di tramutare la paglia in oro per il primogenito che sarebbe nato.
La facilità con cui viene chiesto simile scambio può far vivere uno sconcerto a quella persona che, per paura, accetta.


Nelle fiabe spesso vengono narrati di misteri che per l'uomo sono inspiegabili e che li deve accettare così come sono (basti pensare alla fiaba russa Vassilissa la Bella dove la protagonista incontra Baba Jaga)
Attenzione, non sto parlando di misteri legati alla religione, ma di qualcosa ancora più sottile.


Il mistero legato alla rosa può far pensare al passato della Bestia del quale nella fiaba si sa ben poco solo quello che dice alla fine ovvero che una cattiva fata l'aveva condannato in quelle sembianti, ma di più non si sa e magari il bambino si chiede quale orribile cosa abbia fatto quel principe per essere condannato con quell'aspetto.
In questa versione cinematografica si parla di una grave offesa che il principe, seppur inconsapevolmente, ha fatto e c'entra anche il mondo soprannaturale.



Questa versione mi ha fatto pensare in qualche maniera a La Sirenetta, la cecità di fronte a tali comportamenti che magari più di un bambino si è chiesto "Come ha fatto a non accorgersene?"
Il mondo soprannaturale, seppur oscuro e misterioso, è trasparente e credo che sia anche per questo che è connesso al mondo del bambino.


Personalmente ho trovato il motivo di tale mistero dietro la rosa (lascio a voi la scoperta) possibile.
Personalmente, non ho percepito una rottura.


La conoscenza tra i due è travagliata: qualche attimo di fiducia e comprensione, poi qualche passo indietro.
In più Belle, piano e piano e in diversi punti, viene a conoscere il passato della Bestia.
Ma l'imminente ritorno a casa sta per arrivare e qui arriviamo a un punto del quale parlavo prima.
Lo sviluppo maggiore dei fratelli rispetto alle due sorelle porta a una sottotrama che, personalmente, faceva meglio a non esserci togliendo del tempo ai due protagonisti, il tempo per far sì che la conoscenza sia più approfondita.
Inoltre mi chiedo a cosa voglia portare quella sottotrama? Alla sete di potere, alla cupidigia tipica dell'uomo? Che novità!

Andiamo avanti e, dal mio punto di vista, sta diventando decisamente ridicolo che facevo fatica a trattenermi e stiamo parlando di scene di battaglie.
Mi chiedo sempre perché ci debbano essere sempre delle scene di battaglie.
Quando si parla di fiabe, spesso si parla della lotta del Bene contro il Male eppure leggendo le fiabe, questa lotta non è così palese, anzi non ci sono!!!!!
Il più delle volte le battaglie sono ridicole (quella invece finale della Bella Addormentata della Disney no, quella è fighissima oltre ogni misura!).

Inoltre, c'è una cosa che non capisco. 
Sin da quando si entra nella foresta, si capisce che questa è viva.
Andando avanti, si sentono le manifestazioni di rabbia della foresta.
Più si va avanti, più non capisco perché sia così necessario palesare le presenze della foresta (sto parlando di quelle che si vedono durante la battaglia e già si era accennato quando è stata presa la rosa)
Dare un aspetto a uno spirito o dio della natura è qualcosa di molto arduo perché è molto facile è entrare il ridicolo.
Miyazaki l'ha fatto splendidamente ne Princess Mononoke e da lì ha segnato la fine di tutti i film successivi che hanno cercato di dare un aspetto animistico alla foresta (vedi Biancaneve e il cacciatore) come se l'avesse inventato lui quando l'aspetto animistico della foresta è presente da secoli e lo è in diverse fiabe.


Una cosa che più mi straziava il cuore nella fiaba originale è il fatto che la Bestia, così mostruosa, fosse in realtà così buona e gentile e tremendamente sola.
Ed io, piccola bambina solitaria, avrei tanto voluto abbracciarlo, avrei tanto voluto farlo sentire meno solo.
Quando poi, fuorviata dalle sorelle, Belle rimane a casa qualche giorno di più e sogna della Bestia morta, lì allora Belle arriva a capire di più il suo sentimento che prova per la Bestia.
All'inizio sembrava che la Bestia ricavasse qualcosa di più dalla presenza di Belle, dalle cene che passava con lei, ma con il passare del tempo, anche lei, nonostante i ripetuti rifiuti alla proposta di matrimonio, capisce di non poter fare a meno della Bestia, ma ancora il suo essere acerbo non le fa vedere in modo chiaro il sentimento.
La Bestia che si lasciava morire per me bambina era davvero un'immagine forte.



di Gabriel Pacheco



di Warwick Goble


di Arhur Rackham



di Edmund Dulac


di Walter Crane



di Angela Barrett


Gli eroi tutti d'un pezzo, quelli così duri da non mostrare le proprie emozioni perché sono dei duri non mi hanno mai intrigato.


L'incantesimo si è spezzato, la Bestia ritorna al suo aspetto di principe.
Tutto va a finire bene.

E il film?

Devo dire che non tutto il finale è da buttare.
Il dialogo tra Belle e la Bestia prima che quest'ultima si trasformi l'ho trovato significativo così come alcune corrispondenze tra l'acqua e la musica.
In più il racconto della fiaba finisce e i due bambini chiedono cosa è successo poi.
Per un bambino, la fiaba non finisce con la parola "fine". Continua a vivere e continuerà fino a chiedere la lettura della fiaba ancora e ancora.


Giudizio finale?
Nobile tentativo, almeno lontano da Hansel e Gretel che vanno a caccia di streghe (da quel film mi sono tenuta ben lontana e se mai lo vedrò, sarà soltanto per la curiosità di vedere come hanno ridotto la fiaba).
Sarebbe potuto essere un film migliore se si fosse concentrato sui due protagonisti.
Tutta la faccenda legata ai fratelli l'ho trovata dispersiva.
Inoltre credo che il character design dei cani, degli spiriti della foresta siano tutti da rivedere perché li trovo molto kitsch.
La colonna sonora mi è piaciuta in diversi punti tipo quando il padre vede il castello per la prima volta e si sente come una presenza pesante dell'organo (almeno mi sembra che sia l'organo).
I costumi sono splendidi e sontuosi anche se ammetto che non sono molto ferrata in questo. Non so se sono attendibili secondo quell'epoca. 
Léa Seydoux l'ho trovata incantevole e ho trovato credibile la Bestia.
Potrebbe piacere?
Ho trovato diverse critiche che lo stroncano, ma secondo me il film non è così brutto come lo si vuol far sembrare.
Inoltre, credo che molto dipenda dal rapporto che si ha con le fiabe.
Personalmente non sono una purista assoluta (il passato della Bestia l'ho trovato, in qualche maniera, attendibile) però quando qualcosa mi disturbava, il mio pensiero andava alla versione della fiaba.
In questo senso, trovo che la versione disneyana, in tal senso, sia migliore appunto perché si vede come il rapporto tra i due cambia.
Anche in questo film si vede però, appunto come ho detto prima, se si fosse concentrato un po' di più sarebbe stato meglio.
Così sembra che tutto sia a scatti, si vede solo qualche accenno.
Inoltre, avrei preferito anche che si fosse concentrato sulla Bestia. Siamo venuti a conoscere sul suo passato, ma come ha vissuto?  Lo si vede sempre come un estraneo eppure come dice il titolo, riguarda tutti e due.
Non lo vediamo mai da solo, ma solo in rapporto a Belle. 
E, anzi, la sua fragilità non credo sia stata ampiamente mostrata.
Queste sono mancanze che per me sono gravi.


Comunque non lo stronco del tutto e forse potrebbe piacere qualcuno.
Prendete queste mie osservazioni come quelle di una patita delle fiabe, poi sappiatemi dire.
Sono curiosa di sapere le vostre considerazioni.


Intanto...




Oddio, ha finito.
...
Credo proprio di essermi persa



5 commenti:

  1. ammazza, che super post! :)

    io, da ignorante delle fiabe, penso che me lo guarderò senza fare troppi confronti. e il fatto che non sia una porcatona un pochino mi rassicura...

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  2. Come ho detto alcune cose mi hanno lasciato allibita.
    Però ho apprezzato il tentativo.

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  3. Premetto che questo è un film che vorrei andare a vedere, quindi mi sono letta solo la prima parte del post (fino alle diverse raffigurazioni della Bestia) per non togliermi la sorpresa... Il mio primo approccio con questa fiaba è stato il cartone animato della Walt Disney... e quello che mi piace di più è proprio il messaggio racchiuso nella scansione temporale, visto che Belle s'innamora della Bestia dopo averla conosciuta davvero, riuscirendo ad andare oltre l'apparenza, cosa che è veramente improtantissima...

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  4. Grazie del bel post, Alma. Penso vedrò il film, anche solo perché adoro il cinema francese e le fiabe filmate con protagonisti in carne e ossa. Inoltre finora non mi son mai perso un film con Léa Seydoux.
    Spero sia almeno all'altezza delle rivisitazioni di fiabe di Catherine Breillat. Ho amato sia la versione di Barbablù che quella della Bella Addormentata (ma in realtà la storia è tratta soprattutto dalla Regina delle nevi di Andersen) di questa regista.

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  5. @ Veggie: Allora, se ti va, quando l'hai visto di farmi sapere cosa ne pensi ;)

    @ Ivano Landi: Di Catherine Breillat non ho visto niente. Ho visto una rivisitazione di Pelle d'Asino di Jacques Demy con una giovane Deneuve che fa la protagonista e Jean Marais che fa il padre. E' stata una visione piuttosto stramba anche perché ricorrevano diversi oggetti moderni mischiati con un ambiente di alcuni secoli fa.

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Grazie per i commenti

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