Spesso i temi proposti nelle creazioni dell'arte ritornano costantemente quasi fossero spinti da un'ossessione, da un bisogno del quale non possono farne a meno.
A volte poi questi "fantasmi mentali" sono generati da un episodio specifico della loro infanzia.
Qualche esempio?
Alcuni dipinti di Max Ernst (Bruhl, 1891 - Parigi, 1976), pittore dadaista e surrealista, ritraggono persone dalla testa di un uccello.
La vestizione della sposa, 1940
Bird people, 1919-1920
La parola o La donna-uccello
da Una semaine de bonte (Una settimana di bontà), collage, 1934
idem
idem
idem
idem
Creò un suo alter-ego sempre con le caratteristiche da uccello e lo chiamò Loplop.
Era il suo animale familiare cioè un animale che possiede doti magiche.
Loplop presenta Loplop, 1930
Era il suo animale familiare cioè un animale che possiede doti magiche.
Ora invece passiamo a Joel Peter Witkin (Brooklin, 1939), fotografo.
Le sue opere vanno molto sull'immaginario freak e spesso reinterpreta dei capolavori del passato.
Avvertimento: le immagini possono essere per alcuni disturbanti.
Witkin e il suo gemello erano sulla strada da bambini e assistettero a un incidente: la loro vicina fu investita da una macchina. Witkin vide che qualcosa rotolava verso di lui e la raccolse: era la testa della bambina. La prima cosa che le venne in mente era di parlarle, ma non ci riuscì perché qualcuno gliela tolse subito.
Per finire passiamo invece a James Matthew Barrie (Kirriemur, 1860 - Londra, 1937), lo scrittore scozzese noto per aver creato Peter Pan.
James Matthew Barrie che gioca con Michael Llewellyn-Davies, 1906
foto di Sylvia Llewellyn-Davies (?)
Michael Llewellyn-Davies come Peter Pan, 1906
foto di James Matthew Barrie
Si sa che per la creazione di tale personaggio, c'entrano anche i bambini della famiglia Llewellyn-Davies (come viene raccontato dal film Neverland - Un sogno per la vita con Johnny Depp e Kate Winslet anche se alcune cose raccontate non sono accadute realmente), ma già qualcosa c'era molto prima di questo incontro.
copertina del 1915
Il tema del bambino che non vuole più crescere nasce da un episodio della sua infanzia: lui e uno dei suoi fratelli maggiori (lui era l'ottavo di nove figli) David, il preferito della madre, andarono a pattinare sul lago, ma il ghiaccio si ruppe e David morì il giorno prima del suo quattordicesimo compleanno. La madre ne rimase devastata e così Barrie si vestì con gli abiti di suo fratello. La madre nel vederlo credette che il suo figlio prediletto fosse ritornato. James Matthew Barrie aveva sei anni all'epoca.
Forse in questi casi aveva ragione Charlie Chivazky, lo scrittore presente in un albo di Dylan Dog (vedi qui): fare arte non significa liberare i propri demoni, ma imprigionarli.
P.S.: C'è una cosa che vorrei aggiungere. E' vero che forse le loro creazioni sono state dettate dall'ossessione però ripensandoci c'è qualcosa che hanno compiuto, un passo in più: la trasformazione (vedi qui).
P.S.: C'è una cosa che vorrei aggiungere. E' vero che forse le loro creazioni sono state dettate dall'ossessione però ripensandoci c'è qualcosa che hanno compiuto, un passo in più: la trasformazione (vedi qui).
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