venerdì 25 marzo 2011

Omaggio alle Prime Dive

L'altro ieri è morta Liz Taylor e qualche settimana fa Jane Russell.
Questo mi fa pensare che ormai le ultime dive stanno scomparendo.
Qui allora voglio ricordare le prime dive del Novecento partendo da La Divina.

Sarah Bernhardt (Parigi, 1844 - ivi, 1923) pseudonimo di Rosine Bernhardt



foto di Nadar, 1864 ca.





foto di Nadar, 1864 ca.


foto di Nadar











Sarah Bernhardt come Amleto, Lafayette Photo, 1880-1885









foto di Nadar


foto di Nadar


Sarah Bernhardt come Teodora, foto di Nadar, 1882



Sarah Bernhardt come Cleopatra, foto di Napoleon Sarony, 1891



In una tomba ci sarebbe più spazio...Ma come recita quella Sarah!... ogni palmo di quella figuretta vive e rapisce. Le sue lusinghe, le sue implorazioni di abbracci: è incredibile quali pose sappia assumere e come ogni arto, ogni artcolazione del suo corpo recita con lei. (Sigmund Freud)



litografia di Lorenzaccio di Alfons Mucha, 1896


 dipinto di Louise Abbema, 1875


dipinto di Giovanni Boldini, 1880 ca.


dipinto di Jules Victor Clairin, 1876


Cedo. Ascolto. Sono perduto. (Jean Cocteau)


Ma anche qui in Italia abbiamo avuto le nostre Divine e non si può non ricordare lei, Eleonora Duse (Vigevano, 1858 - Pittsburgh, 1924)



foto di Mario Nunes Vais, 1910 ca.


foto di Aimé Dupont, 1896 ca.



Eleonora Duse. La sua recitazione, anche quella delle mani, è favolosamente fine, sensibile e trascinante; la sua meravigliosa voce è capace di ogni sfumatura e riesce ad essere commoventemente infantile o far gelare il sangue nelle vene. La sua presenza sul palcoscenico è serrata, flessibile e, in ogni istante, di grande effetto plastico. (Hermann Hesse)








 Ritratto di Franz von Lenbach



dipinto di John Singer Sargent, 1893 ca.


Ritratto di Ilya Yefimovich Repin, 1891 ca.





E dal teatro passiamo al cinema con Pina Menichelli (Castroreale, 1890 - Milano, 1984), pseudonimo di Giuseppa Iolanda Menichelli.













Pina Menichelli ne Il fuoco, 1915






 Lyda Borelli (Genova, 1884 - Roma, 1959)











La Borelli è l'artista per eccellenza del film in cui la lingua è il corpo umano nella sua plasticità sempre rinnovantesi (Antonio Gramsci)





foto di Mario Nuneis Vais, prima del 1932


Lyda Borelli come Salomé nel testo omonimo di Oscar Wilde,
foto di Mario Nuneis Vais, prima del 1932



Lyda Borelli ne Rapsodia satanica, 1915



Lyda Borelli ne Rapsodia satanica, 1915






Dipinto di Giuseppe Amisani





E ora l'altra grande diva italiana, Francesca Bertini, pseudonimo di Elena Seracini Vitiello (Firenze, 1892 - Roma, 1885)















E dal cinema passiamo alla danza con lei, Isadora Duncan, pseudonimo di Dora Angela Duncan (San Francisco 1878 - Nizza, 1927), una delle madri della danza contemporanea (nota del 10 novembre 2016: ho messo al plurale perché un'altra pioniera è stata Ruth St. Denis)













Queste sono solo alcune delle più grandi dive. Per quanto riguarda il cinema americano non ho messo per esempio Louise Brooks.
Adesso il termine diva ha un po' un valore dispregiativo: sa solo di capricci e pretese.
E una cosa che molte delle "dive" odierne se la possono scordare è la presenza. Le prime dive avevano una tale forza scenica, una presenza fisica che restavi colpito. Tutto il loro corpo era lì stabile e tu rimanevi inchiodato anche se c'è da dire che molti dei loro gesti oggi sono datati.
Non che le prime dive fossero tutte facili da trattare però una volta erano delle dive, divinità scese dal cielo per incantare chi guardava.



Adieu amici, vado verso la gloria.
(Le ultime parole di Isadora Duncan)

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