Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.
Purtroppo è morto all'età di 87 anni, per un malore nella sua casa nelle Canarie, José Saramago, unico scrittore portoghese ad aver vinto, nel 1998, il premio Nobel per la scrittura.
Ieri una signora mi stava raccontando di Cecità, uno dei suoi romanzi, e manifestava apertamente la sua meraviglia e il suo amore per il libro che si apre con un evento normale che viene sconvolto nella sua quotidianità. Mi era stato consigliato anche per trarre degli spunti per il mio monologo L'eretica e, leggendo il riassunto su Wikipedia, mi ero stupita di alcune coincidenze verso questo libro che non avevo mai letto.
Proprio adesso apprendo della sua morte.
Teneva un blog, un quaderno come lo chiamava, tradotto anche in italiano (http://quadernodisaramago.wordpress.com/) dove scriveva anche della sua avversione verso Berlusconi e per questo fu molto contestato così come con la Chiesa avendo riscritto il Vangelo con il suo punto di vista assolutamente razionale e per il suo sostegno verso i palestinesi ricevendo così l'accusa di antisemita.
Un altro grande signore se n'è andato.
Silenzi
Oggi non era giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c'era strada che fosse nostra.
A definirci bastava un solo atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch'io non posso.
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