Ditemi, che cosa ci vedete nella candela?
(pausa)
Qualche giorno fa un amico su Facebook, l'operatore esoterico Pasquale Battista noto anche come Pascual Alistar, aveva chiesto questo ovvero di scrivere che cosa ci vediamo noi.
Tra la maggioranza dei commentatori, mi ero sentita banale.
Che cosa ci vedevo io?
Una candela.
Mi sono concentrata sulla fiamma fissandola e "vedevo" la sua luce spandersi ed affievolirsi.
Sono anche consapevole del fatto che può essere benissimo un effetto ottico dovuto magari al battere delle ciglia, allo spostamento sottile dell'occhio.
Magari poi sento qualcosa però la candela rimane.
Alla fine Pasquale Battista ha svelato l'inghippo spiegato poi in suo post successivo "Ognuno vede quello che vuole vedere. Sostenere il mondo desiderato con la propria volontà personale è magia, lasciarlo andare è Iniziazione."
Spesso si tende a disperderci.
Mi viene in mente quando alcuni anni fa ho fatto un laboratorio sullo stato artistico del suono e l'insegnante, la cantante e musicista Roberta Guidi, tra le sue indicazioni c'era quello di rimanere nella domanda, di non disperdermi nella risposta.
Questa faccenda del vedere la percepisco molto anche nella pittura.
Non so perché ma alcuni dicono di più, fanno un lungo discorso per non parlare di certi pittori quando spiegano.
Mi ricordo di uno che diceva su una figura tonda "che assomiglia alla particella dell'acqua". Molti che ascoltavano erano come in un "Oooh non ci avevo mai pensato" e io "Eh?!?".
Che poi non vuol dire che io non abbia immaginazione, che non capisca il simbolismo (magari di alcune cose non ancora) o le metafore, che non veda le illusioni ottiche o le pareidolie ma a volte trovo fuorviante questo voler caricare le immagini di significati e di sensi.
Mi sembra che si svia
Può essere una mia impressione, ma mi sembra che alla fine il voler caricare troppo un'immagine la fa diventare vaga.
Non credo proprio che il caricare di pensieri un'immagine, la faccia diventare talmente interessante da essere ammirata.
E' salutare anche il guardare senza per forza pensare a qualcos'altro.
Sei lì, guardi e stai in quel momento senza pensare a niente.
Se non l'avete mai fatto, provateci e poi sappiatemi dire.
Non per forza un albero è la rappresentazione della Grande Madre e allora me la immagino con questi bei capelli fluenti, il seno florido e lo sguardo amorevole.
Magari posso anche ritrarla così, ma nella realtà quell'albero è quell'albero e non sarà mai come un altro tipo di albero.
Non so se comprendete ciò che ho scritto e spero di essermi spiegata bene.
Del resto non è che qualcosa debba essere solo una o l'altra.
Del resto non è che qualcosa debba essere solo una o l'altra.
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