venerdì 6 gennaio 2012

L'origine della Befana

Fra i personaggi che animano la fantasia popolare  vi è una strega che merita una condizione particolare: la Befana. Essa non è quasi mai presente nelle fiabe: un'assenza non dovuta a dimenticanza, ma al fatto che nell'antichità era ritenuta una presenza certa.
L'origine di questo personaggio, che ancora oggi caratterizza l'immaginario infantile, si perde nella notte dei tempi e affonda le sue radici nel paganesimo. L'Epifania, termine che deriva dal greco epiphaneia, che significa apparizione, era una cerimonia pagana che concludeva un periodo di feste che nell'antica Roma cominciavano il 25 dicembre. In questo giorno si celebrava il dies natalis sol invicti, la nascita del sole poiché il calendario giuliano fissava per quel giorno, il solstizio d'inverno.
Le feste di inizio anno erano celebrate in onore del dio Giano (piccola nota: il dio bifronte) e della dea Strenia, che fu per i bambini dell'antica Roma quello che poi la Befana rappresentò per i bambini dell'età moderna. Con la diffusione del cristianesimo, ci fu l'esigenza di sapere quando fosse nato Cristo. Ma non essendoci notizie sui Vangeli, la Chiesa stabilì che Gesù fosse nato il 25 dicembre, anche per cancellare la festa pagana del "Sole Invicto", riconoscendo nel 6 gennaio la celebrazione della manifestazione di Gesù agli uomini come il Messia: il 6 gennaio, la Cristianità ricorda l'arrivo dei Re Magi, che rappresentano tutte le genti del mondo, alla grotta di Betlemme.



Adorazione dei Magi di Luca di Tommé, tra il 1360 e il 1365


Dal 25 dicembre al 6 gennaio vi sono dodici notti, quindi quella fra il 5 e il 6 gennaio veniva anche chiamata "la dodicesima notte" (piccola nota: esiste una commedia di Shakespeare che si chiama appunto La dodicesima notte e si riferisce proprio alla notte di Epifania). Una tradizione, diffusa in molte regioni d'Europa e che risale ai primi secoli dell'epoca medioevale, attribuisce strani e misteriosi poteri a queste dodici notti. Si trattava di un periodo particolarmente delicato e critico per il calendario popolare, poiché di molto seguente alla seminagione, quindi carico di speranze ed aspettative per il raccolto ancora lontano a venire, ma dal quale sarebbe dipesa la sopravvivenza del nuovo anno.

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Nella Grecia antica era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante le dodici notti del solstizio.



Giunone fa piovere doni a Venezia (dettaglio) di Paolo Veronese, tra il 1554 e il 1556


Si diceva anche questi voli notturni portassero le figure femminili verso convegni dove non c'era traccia di esseri maligni e stregoneria. Ben presto però queste figure ebbero una connotazione negativa perché vennero collegate ai riti che le matrone romane tributavano in onore di Diana, simbolo della Luna, che la Chiesa aveva condannato come pagane, stimolando così la fantasia popolare.
Diana divenne una divinità infernale, malvagia e dissoluta, votata a Satana.


Diana come personificazione della Notte di Anton Raphael Mengs, 1765 ca.


Presso i tedeschi del Nord, Diana in volo fra Natale e l'Epifania diventò "Holda", più nota come "Holle" che contiene in sé il bene e il male: benevola con i giusti e i retti, malvagia e crudele con chi fa il male ed è prepotente.



Holda, la buona protettrice di Friedrich Wilhelm Heine, 1882


Nella Germania del Sud prese il nome di "Frau Berchta", la signora Berchta; in lei predomina l'elemento negativo, infatti è crudele e spaventosa, anche se talvolta è capace di pietà e animata dal senso della giustizia.


Frau Holle, o Berchta e il suo corteo, 1873


Fra le tante figure dall'aspetto ambiguo e crudele "ecco che finalmente prende il volo sulla sua scopa una strega di buon cuore: la Befana" (piccola nota: da La Befana vien di notte di Giorgio Mauri). In lei confluiscono, per rinascere sotto una nuova luce, tanti elementi di figure che l'hanno preceduta: la generosità della dea Strenia, i concetti di fecondità e fertilità di Diana, il truce aspetto derivato da certe streghe e una punta di crudeltà trasmessole dalla sorella tedesca Berchta. Insomma, nella Befana rivivono culti pagani, tradizioni magiche pre-cristiane, antiche consuetudini, che la rendono una delle figure più affascinanti e misteriose dell'immaginario infantile e adulto.



Queste informazioni derivano dal libro Le Streghe in Romagna - un viaggio nel paese della fiaba e della cultura popolare di Patrizia Danesi ed. Il Ponte Vecchio


Aggiornamento 6 gennaio 2016: tra le sue vesti, si cela anche la Grande Dea, Madre Natura (vedi qui)

2 commenti:

  1. E' veramente interessante leggere come tutto subisca una trasformazione nel tempo... dove affondano le loro radici personaggi che fanno parte della nostra cultura... E vedere che, in fin dei conti, non abbiamo innovato niente, ma solo rielaborato...

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  2. Nell'arte si dice sempre che nulla si inventa, ma tutto si elabora. Immagino che questo valga anche per il resto delle cose.

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Grazie per i commenti

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