lunedì 20 dicembre 2010

Storia di una che non è iscritta a Facebook

Mark Zuckerberg, (co)fondatore di Facebook, è "Uomo dell'Anno" secondo la rivista Time, ma tanto non serve a nulla ripeterlo visto che questa notizia è stata data ampiamente giorni fa.
Facebook sarebbe la terza nazione più abitata del mondo se chi si è iscritto, automaticamente avesse preso il soggiorno di questa "utopico" Paese delle Meraviglie.
Io non sono iscritta a Facebook e sono consapevole che questa è una presa di posizione però non è che voglio fare una crociata anti-Facebook: chi si vuole iscrivere, è libero di farlo. Non mi va che ci si iscrive solo perché così si è fuori dal giro. Una volta ho detto a dei miei amici: "Quando chiedo perché mi devo iscrivere su Facebook, mi rispondono Perché lo fanno tutti. Beh, io non sono tutti."
Non sono neanche contro la tecnologia anche perché sarei un'ipocrita: ho un blog e in più un canale Youtube però qui mi sembra davvero di condividere rimanendo un attimo distante perché ormai si confonde la propria vita con quella che scorre in Internet.
Certo magari mi perderò qualche evento, ma non è la fine del mondo e ho comunque una vita sociale con i miei amici. Non è che se non ho Facebook, non ho più una vita.
Comunque, a parer mio, e specifico mio (quindi potrei sbagliarmi), vedo molto Facebook come un volersi sentire molto star, come un vip di tendenza e forse è per questo che in molte foto (non tutte) le donne sembrano delle attricette e gli uomini degli sciupafemmine. Questa cosa viene fuori anche da molte altre cose come Youtube dove basta un video per diventare delle celebrità però credo che mai su Facebook questa cosa risalti.
Poi questa cosa di farsi degli amici. Certo su Youtube succede però mi permette, per come la vedo, di preservare qualcosa in me. E poi su Youtube posso vedere cose che non ho mai visto o rivederle, ho scoperto anche mo(n)di diversi di creatività e artisti che difficilmente passano in tv comprese alcune notizie.
E' chiaro che su Youtube c'è anche del marcio però basta non cercarlo più.
Insomma, per concludere, e per ritornare su Facebook non avverto nessun bisogno per iscrivermi e di certo non lo voglio fare per assecondare una moda o per rimanere, come già ripetuto, fuori dal gruppo. Quest'ultima cosa la trovo molto infantile e poi quale gruppo?
Insomma, vivere senza Facebook si può!!!


Aggiornamento 3 aprile 2013:
Dopo qualche annetto mi sono iscritta. Leggi qui

9 commenti:

  1. io sono pro-facebook e questo tu lo sai già.
    però non vedo differenze ad esempio con youtube, anche lì dipende sempre tutto dall'uso che ne facciamo, dai canali che visitiamo, dagli amici che ci scegliamo.
    con questo non sto cercando di farti iscrivere a facebook, visto che non sono pagato da zuckerberg per farlo, però cerca di non vederlo in maniera così radicale :)

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  2. Si può vivere senza Facebook, ma non lo si può più senza internet. E' una cosa che mi combatte all'interno, mi chiedo se sia utile passare ore e ore davanti ad uno schermo o se è meglio uscire per fare due passi. La domanda non trova risposta, probabilmente la cosa più giusta da fare è trovare una via di mezzo, come per Facebook, usarlo può andarne bene, abusarne no, perché chi ci perde siamo noi.

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  3. @ Marco: non lo vedo in maniera radicale anche se la fine del mio discorso potrebbe far pensare così. Più che altro è l'uso che se ne fa, ossessivo (non di tutti ovviamente) e questa cosa del "Perchè tanto ce l'hanno tutti" che non mi va e credici, lo sento tante volte. Per quanto mi riguarda non sento questa necessità di iscrivermi e alcuni mi hanno come faccio a capire se non l'ho neanche provato. Capisco perché lo sento dentro me stessa.

    @ Eraserhead: Sono d'accordo con te: è il giusto uso che ci salva, il non diventare uno strumento dell'Internet e fare che Internet sia un nostro strumento.

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  4. Io trovo ridicolo che la scelta per l'uomo del l'anno fosse tra il fondatore di Facebook e quello di Wikileax... ma davvero non c'era nessuno che avesse fatto qualcosa di piu' importante da nominare?!?
    Ok, non erano le candidature per il Nobel ma si tratta sempre di gente che cazzeggia in internet e che non ha portato nessun beneficio essenziale all'umanita'!
    Ho l'impressione che stiamo perdendo di vista le cose davvero importanti.

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  5. Mi che hai ragione, ma nel passato Time si è distinta per aver dato questo titolo a personaggi discutibili come Hitler nel 1939 e di certo lui non ha portato nessun beneficio all'umanità.

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  6. Ti risponde un'altra che non ha un account su FaceBook...
    Personalmente, non sono nè pro ne contro FaceBook, comunque... semplicemente, è un tipo di social network che non fa per il tipo di persona che sono io... Poi, come altri han già commentato prima di me, sono anch'io dell'idea che non è il mezzo in sè, quanto l'uso che se ne fa. Citando, non è una pistola che spara, è l'uomo. In ogni qualsiasi cosa, dalle più complesse alle più banali, si può trovare del bene e del male... semplicemente perchè queste qualità non sono insite nella cosa in sè, ma semplicemente nell'uso che si decide di fare della cosa...
    Anch'io ho blog e canale YouTube, però non vivo 24 ore su 24 attaccata a un computer: studio, lavoro... e immagino che sia lo stesso anche per chi ha FaceBook... Poi c'è chi esagera e passa troppe ore attaccato al PC, e confonde la vita reale con quella del web, ma in quel caso si tratta di persone che hanno problemi diversi, al di là dell'avere un account FaceBook o meno...

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  7. Concordo pienamente con quello che dici però, sentendo alcuni che conosco, sembra quasi impossibile sfuggire a Facebook perché molta della loro vita si basa su quello.
    Naturalmente non voglio fare di tutta l'erba un fascio.

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  8. Quello che intendevo dire è che a volte parlo con persone che hanno un account FaceBook, e mi sento dire cose del tipo: “Non ci crederai, ma con FB sono riuscita a ritrovare una mia compagna di classe delle elementari! Saranno stati 15 anni che non ci risentivamo!”
    (e, dico io, se erano 15 anni che non la risentivi ci sarà pure stato un motivo, no?!)
    No, decisamente, è una cosa che non mi attira…

    A prescindere da questo… Parlando di divario tra “vita reale” e “vita virtuale”… Non credo che poi questo sia così profondo come a prima vista possa sembrare. Lo scarto tra noi e gli altri comincia sempre nel momento in cui siamo noi a decidere ciò che di noi stessi agli altri vogliamo mostrare. Che non necessariamente è una porzione più ampia nella vita reale che non sul web.

    Ho passato anni ed anni a raccontare cazzate su di me per giustificare qualcosa che preferivo non si venisse a sapere. Mi sono cucita addosso un personaggio, e di fronte agli altri ho recitato la mia parte. Magari l’ho fatto così bene che gli altri vedendomi, hanno pure creduto che quella persona fossi io, ma non lo ero. Agli occhi degli altri io ero “la ragazza dal kimono d’oro”, quella celiaca e con problemi ti ipertiroidismo, quella che sta assente da scuola per via del lavoro, quella che ha 5 gatti che ogni tanto giocando con lei la graffiano, quella che ha l’allergia al tessuto dei pantaloni, quella che ha l’allenamento di karate tutte le sere, quella che va sempre tutto alla grande, quella che ha la media del 9 e tanto basta per giustificare tutto il resto. Questa è vita reale? Questa è stata per tutti vita reale. Per tutti quelli a cui l’ho raccontata. Vita reale per tutti tranne che per me. Perciò non posso fare a meno di chiedermi: c’è poi così tanta differenza tra l’andare a sciorinare balle in giro e il costruirsi una vita sul web?

    Tengo un blog, e lì sono mille volte più sincera di quanto non riesca ad esserlo nella vita quotidiana. Diciamo pure perché s’interpone uno schermo, diciamo pure perché non solo sola, diciamo pure perché non sono esposta… ma almeno lì sono me stessa. Con tutte le limitazioni del caso, ma sono me stessa. Molto più me stessa e molto più reale di quanto, giorno dopo giorno, vado a lavoro e magari dico che ho le occhiaie perché non ho dormito bene la notte quando in realtà so benissimo che quelle occhiaie vengono da tutt’altra parte. Perciò, non si vive solo nella realtà. Si vive solo nei momenti in cui siamo noi stessi. Sulla Terra come On-line.

    È vero, l’importante non è il mezzo, ma l’uso che si decide di farne. Quanto si decide di dare di noi stessi. Quanto si decide di essere noi stessi. Ho visitato blog nati forse da persone migliori di me, ma sicuramente scopi molto peggiori dei miei. Ho cercato di ribaltare le carte in tavola, e di dare un senso a quello che stavo facendo. Sapendo che chi ha un “perché” per fare qualcosa sopporta qualsiasi “come”. Un mezzo è solo un mezzo. Sono le persone che ci stanno dietro che decidono tutto, che possono fare in modo che la stessa cosa sia “bianco” o “nero”, o, per usare una metafora a me più congeniale, “tutto” o “nulla”. Parafrasando una frase che una volta ho letto da qualche parte, “non sono le armi che uccidono. Sono le persone”. Una pistola, come FB, come un blog… sono solo oggetti. Un qualcosa d’intransitivo. Un qualcosa che di per sé è privo di connotazione positiva/negativa. Siamo noi che decidiamo che uso farne. Siamo noi che dobbiamo cercare di trarre il meglio possibile dai mezzi che abbiamo… per fare di ogni piccola cosa il nostro capolavoro.

    (Scusa la prolissità… Non mi hai mica letta fin qui, vero??!)

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  9. Sì ti ho letto e sono le 23.05 :D
    Si potrebbe discutere all'infinito di questa cosa però una cosa vorrei dirla: Facebook mi sembra una di quelle cose in cui è facile divenire preda, una di quelle ossessioni che magari all'inizio non se ne rende conto e hanno la dipendenza da Facebook.
    E' importante l'uso e che sia consapevole.
    Poi quello che tu dici delle maschere che portiamo, questo c'è sempre stato, anche prima di Facebook.

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Grazie per i commenti

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