Qualche giorno fa mi sono imbattuta in questa foto di Francesca Woodman.
Dire che sono rimasta sbalordita è poco. Il motivo?
La ragazza mi assomiglia in un modo impressionante. (ecco delle foto su di me).
Vederla mi sembra quasi come vedere me stessa: la mia immagine in un caleidoscopio di ripetizioni disordinate e tutte varie.
Sono davvero così spezzata?
Davvero questo vetro rotto rimanda alla mia immagine interiore?
E se invece ciò che sono dentro va ben oltre?
Se invece tutti gli aspetti che mi compongono, persino quelli più scomodi, quelli che magari nascondo più profondamente, si armonizzano in un modo che neppure io saprei immaginare?
E se magari sotto a queste immagini, che potrebbero creare infiniti rimandi se spezzati ancora, ci fosse come un punto sottile, una piccola sfera intoccabile, alla quale importa ben poco di cosa ho passato, di cosa ho dovuto passare, delle mie ferite e cicatrici che riporto sulla pelle e non solo?
Non che quello che è stato sia poco importante, ma se ci fosse come un frammento di stella?
E se fosse l'immagine di questa stella ad essere rimandata come se si stesse propagando dentro il mio corpo come un'eco?
autore non trovato
Stellarscapes by Oriol Angrill Jordà
Una stella che si autorigenera.
Infinite stelle.
Può sembrare utopia tutto questo mio discorso, il cercare una speranza vana nel vaso di Pandora.
Non so voi, ma per me è realtà questa sensazione, la realtà di una che non si arrende a ciò che è stato, di una che non vuole credere che le mie ferite stabiliscano il mio futuro, la realtà di chi non vuole credere che io sia un prodotto del mio passato.
E per voi?
Per me hai assolutamente ragione, è realtà, non siamo il nostro passato.
RispondiEliminaNon so dare risposta.. Ci penso sempre
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