martedì 16 settembre 2014

Un anno con Kai

E così il 14 è passato un anno da quando Kai è qui con noi.
Chi è Kai? E' un cane e se ho aspettato un anno prima di parlarne è perché ha una storia un po' complessa come un po' tutti i cani che provengono dal posto da dove l'abbiamo preso: il canile.
A dir la verità ho accennato di lui nell'ultimo post del dicembre scorso.
Per me è la prima volta che tengo un cane in casa.
Il primo cane in famiglia era quello dei miei nonni, un bastardino che si chiamava Kim, morto quando io ero ai primi anni delle elementari.
Al canile c'è andata prima mia madre e disse di aver trovato il cane per lei.
Possiamo dire che si è trattato di innamoramento a prima vista.
Ci andai anch'io al canile assieme a mio fratello e alla sua morosa.

Immagino che il primo impatto con il canile sia stato attraverso questa scena.




Ciò che c'era era molto peggio.

Il canile era gestito bene, ma c'erano alcuni cani che sapevi che sarebbero rimasti lì per sempre.
Cani rabbiosi (non nel senso della malattia), molto più che selvatici oppure cani a pezzi.
Mi ha fatto tenerezza vedere un cane anziano con una zampa assolutamente malandata correre per avere delle coccole. E lui era uno dei più affettuosi.
Mi ricordo un cane bianco che se ne stava al buio e all'improvviso è saltato su. Tra me e lui c'era una porta con una grata.
Era impressionante.
Poi un cane di piccola statura che aveva la mandibola troppo avanti ed abbaiava furiosamente.
Lo guardi, guardi quello che c'è scritto sul foglio della gabbia e non puoi che provare una profonda tristezza: giudicato irrecuperabile.
E poi siamo arrivati a Kai.



(queste foto sono state scattate prima che io l'abbia visto)

Sapevamo ben poco di lui.
Era stato trovato all'aperto con suo fratello che è stato preso poco dopo.
Mia madre dice che quando l'ha visto, lui le faceva le feste.
(aggiornamento: ho tolto una frase perché poi si è rivelata inesatta)

Io piuttosto ero preoccupata perché in casa avevamo già altri animali ovvero Chicco, il gatto grande, Pepe, la coniglietta nana e Totoro, gatto che all'epoca aveva pochi mesi.
Il fatto è che Kai era affettuoso con gli umani, ma malsopportava gli animali.
Li attaccava.
Così è stato deciso che i due gatti e la coniglietta se ne sarebbero stati nella camera di mio fratello.
Mi è dispiaciuto per Totoro proprio perché aveva pochi mesi, ma ero decisa che presto sarebbero stati liberi in casa come prima.
Ovviamente poi non li lasciavamo da soli e andavamo spesso da loro.
Molte cose con Kai le abbiamo dovuto imparare al momento e non solo come si gestisce un cane.
Ci siamo interpellati ad esperti, iniziato a leggere libri e ad interessarci.
All'inizio tenevamo le porte chiuse a chiave soprattutto quella di casa per evitare che in preda al panico, lui scappasse di nuovo.
Infatti Kai ha una paura estrema dei fulmini. Può darsi che in passato lui si sia trovato in mezzo ai temporali.
Inoltre si trova in stato di agitazione alla presenza dei piedi. Se un piede è troppo vicino a lui, si innervosisce.
Piano piano gli abbiamo concesso sempre di più gli spazi.
Capitava che ci svegliavamo più volte la notte perchè lui voleva aprire la porta chiusa a chiave.
Intanto cercavamo di far avvicinare i gatti a Kai e capitava che dovevo lanciare in aria Totoro perché Kai gli afferrava la coda.
Passavano i mesi e intanto si prendeva confidenza.





Era un po' una battaglia, anche per portarlo fuori.
In presenza di altri cani, abbaiava furiosamente e noi a tirare il guinzaglio.
Spesso capitava in presenza di altri cani liberi dove il padrone non capiva che doveva portare via il suo cane anche se noi glielo dicevamo.
Intanto l'educazione con Chicco e Totoro andava avanti e alla fine ce l'abbiamo fatta. Anzi, ce l'ho fatta facendoli avvicinare un po' quasi ogni giorno.
Ora convivono tranquillamente.
Kai è molto geloso, ma allo stesso tempo ha trovato un compagno di giochi in Totoro e sembra davvero che abbia un profondo rispetto per Chicco.
Alla fine, dispiaciuta che Pepe se ne stesse da sola nella camera, ho introdotto anche lei e ci sta.
La teniamo nella gabbia e lì Pepe si sente sicura e protetta.
Piano piano, Kai si gestisce un po' da solo.
Quando ci sono temporali o rumori forti e improvvisi, lui va nel bagno piccolo e lì si sente protetto.


L'educazione sua (e nostra ovviamente) non è certamente finita.
Avere Kai ha portato anche a me nel confrontarmi e vedere come a volte il conflitto non sia qualcosa di irreparabile.
Vedere adesso Kai e Totoro giocare assieme, annusarsi e pensare a come era il loro rapporto agli inizi... beh, è gratificante vedere come sono adesso. 
Inoltre mi ha insegnato l'importanza dell'olfatto, un senso poco sviluppato in me almeno per ora.
In più l'istinto. Quando l'istinto è la cosa giusta da fare e quando invece non lo è?


Se qualcuno ha intenzione di prendere un cane dal canile, consiglio di riflettere a lungo.
Già avere un cane è un impegno, figuriamoci con un cane preso al canile.
C'è da dire che i volontari del canile hanno fatto l'inserimento. Ovvero se una persona è interessata a prendere un cane, le si fa trascorrere del tempo con il cane che le interessa.
Non si va al canile, si decide il cane e poi lo si porta a casa subito.
Questo inserimento è importante per far prendere familiarità tra la persona interessata e il cane.
E poi così come fuori dal canile, anche questi cani sono diversissimi tra di loro.
Inoltre hai degli animali in casa? Come si adattano ai cambiamenti?
Per quanto ci riguarda, è stato un azzardo e ci è andata bene, ma purtroppo non va a finire così, con la semplice convivenza.
Inoltre mai affrettare i passi.
Ogni cane porta con sé una storia e molte volte la si impara poco a poco.
L'ultimo consiglio è quello di non farvi vincere dalla pietà.
Non serve a niente e non lo aiuta a stare meglio.
Alla fine creerà un cane viziato che è una cosa terribile.


Adesso Kai è il cane di casa.

2 commenti:

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