lunedì 9 giugno 2014

R.I.P. Mandiaye Ndiaye


E' morto ieri nella sua terra d'origine, il Senegal, Mandiaye Ndiaye, attore del Teatro delle Albe.
E' morto per un arresto cardiaco.
Partito dal Senegal, finito come vù cumprà, incontra poi Marco Martinelli, regista, drammaturgo e uno dei fondatori della compagnia.
Un incontro che sembrava segnato da una scoperta che le Albe avevano fatto ad una conferenza tenuta dal geologo dell'Università di Bologna, Franco Ricci Lucchi
Ecco cosa racconta Marco Martinelli (citazione presa dal loro sito)


Nel settembre 1986 le Albe hanno fatto una scoperta decisiva. Hanno scoperto che la Romagna è Africa. La Romagna è un pezzo di Africa andato alla deriva nella notte dei tempi, una zattera nera che ha veleggiato fin quassù, e si è venuta a incastrare tra le nebbie europee. Questa è scienza, non fantascienza, è qualità costante nel tempo, è un dato geologicamente dimostrabile, rilevato da diversi studiosi: il sottosuolo, lo strato più profondo che regge le città romagnole, è africano. Quando abbiamo rivelato questa scoperta a Bagnacavallo, piccolo centro della Bassa Romagna a 20 km da Ravenna, all’interno del progetto "Romagna mia", realizzato insieme alla Società Raffaello Sanzio e al Teatro Due mondi, le facce dei romagnoli in platea erano perplesse. Scure. Siamo tutti marocchini? Si, siamo tutti marocchini. Il razzismo nei confronti dei vu cumprà è forse espressione dell’odio verso i padri che ritornano, tornano alla loro terra. Non c’è niente da fare, il nord sta cambiando colore: il processo è irreversibile.
(...) 


La Romagna come un frammento di Africa. 


E così, ispirati da questa scoperta, andarono nelle spiaggie e presero con sé alcuni griot senegalesi che portarono in diversi spettacoli della compagnia atmosfere della loro terra.

Tra le persone assunte si distinse Mandiaye Ndiaye: sembrava che il teatro gli fosse familiare.
Nacquero spettacoli come Ruh. Romagna più Africa uguale del 1988 e soprattutto l'Ubu roi di Alfred Jarry (considerato uno dei capisaldi del teatro moderno)  dove Mandiaye interpretava Padre Ubu accompagnato da Ermanna Montanari che interpretava Madre Ubu.va,
Lo spettacolo fu un successo e le Albe lo replicarono per diversi anni.
Inoltre qualche anno fa, lo spettacolo fu portato in Senegal come Ubu buur




Ideazione, immagini e regia: Alessandro Renda
Montaggio: Giovanni Belvisi e Alessandro Renda

Nel 2003 decise di ritornare nella sua terra d'origine e fondò il Takku Ligey Theatre. Le prime due parole in lingua wolof significano "Darsi da fare assieme" (preso da qui)
Così come Pablo Picasso portò la raffigurazione delle maschere africane nei suoi dipinti così la terra africana si poteva sentire in diversi spettacoli per esempio dirigendo questo spettacolo presentato anche al Ravenna festival 3 anni fa.




Ieri era l'ultimo giorno a Ravenna del Festival delle Culture.
Mandiaye è morto nel suo villaggio d'origine Diol Kadd
Quando muoiono persone così (io non lo conoscevo bene, a tratti ho parlato con lui) si può solo semplicemente dire grazie soprattutto per averci ricordato la nostra origine ancora più arcaica, il nostro antico canto.




P.S.: Il suo spettacolo da lui diretto Opera Lamb sarà messo in scena il 23 giugno a Ravenna alle Artificerie Almagià (zona Darsena) in occasione del Ravenna festival.
Più informazioni le potrete trovare qui.


3 commenti:

  1. Lo sai che quello che ho letto qui mi ha davvero stupito? Io frequento una località dell'Appennino tosco-romagnolo che da bambino immaginavo come un frammento, pensa un pò, di Australia.

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  2. Di Australia non so, forse sarà un po' difficile :D Però chissà... E poi l'idea che le nostre terre fossero una sola è davvero affascinante.
    E' davvero come se avessimo la stessa origine.

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  3. Non lo ricordavo e lo dico con un po' di vergogna..
    Grazie di averlo fatto tu , un abbraccio!

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Grazie per i commenti

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