lunedì 19 aprile 2010

Frida: il film

Dopo aver parlato di Frida la pittrice vorrei parlare di Frida il film, diretto da Julie Taymor, anche se bisognerebbe intitolarlo Frida Kahlo in Rivera poichè gran parte del film viene dedicata al rapporto d'amore tra Frida Kahlo e il pittore messicano Diego Rivera e ai loro continui tradimenti reciproci, separazione, per poi riallacciarsi nuovamente con il secondo matrimonio.





ATTENZIONE SPOILER

Così come spesso capita nei film-biografie di pittori, viene data molta importanza, forse anche troppa, all'aspetto sessuale come se fosse l'unica cosa degna di nota.
Non viene data importanza all'infanzia di Frida Kahlo, al suo essere solitaria. Non vengono neanche menzionati il rapporto che aveva con i genitori: un forte attaccamento col padre, di cui non viene neanche accennata l'epilessia, e una soggezione verso la madre. Tutte queste cose non vengono affrontate così come alcuni eventi della sua vita come il suo periodo breve da insegnante.
Se uno guarda il film, potrebbe pensare che Frida Kahlo è una di quelle donne che vivevano in funzione del marito, ma ciò non è esattamente vero. Frida Kahlo era una donna piena di continue contraddizioni.
Inoltre il periodo storico: Frida Kahlo si riteneva figlia della Rivoluzione Messicana, ma ciò viene solo accennato vedendo il suo fervore comunista.

Il film è tratto, come si può leggere dai titoli di testa, dalla biografia di Hayden Herrera, la stessa che ho usato per trarre le citazioni nel post precedente, ma sembra più un riassunto molto striminzito e che ha come punto centrale la presenza di Diego Rivera anche se nel film spesso fa un passo indietro riconoscendo il valore di Frida, cosa che poi è vera, ma comunque la presenza di Diego Rivera sembra quasi subdola.

Inoltre, come ho già accennato prima, la sessualità è tenuta in gran conto e qui abbiamo persino una pittrice bisessuale che, a quanto s'intuisce dal film, và a letto anche con le amanti di Diego Rivera come se anche qui ci fosse un gioco sottile. Inoltre dei tanti amanti di Frida, viene data importanza alla figura di Leon Trotsky, politico russo esiliato, ospite della stessa pittrice.

La sceneggiatura è molto povera e l'ultima parte della vita di Frda Kahlo è anch'essa striminzita facendo quasi pensare che la stessa Frida fosse isterica e non sofferente.

Una cosa buona del film è il voler tradurre in realtà i suoi dipinti così dando credito che lei dipingeva la sua realtà e non i suoi sogni. Così possiamo assistire al suo processo creativo che parte ancora prima da quando va sulla tela. Una nota di merito va anche a Salma Hayek e il suo cercare di immedesimarsi sempre di più in Frida Kahlo non solo per la somiglianza fisica (grazie anche ai costumi e al make-up, vincitore quest'ultimo di un Academy Award),




ma anche nel volersi immergere completamente, peccato solo che la sceneggiatura non le permetteva più di tanto, nel suo mondo dipingendo lei stessa i dipinti che si vedono nel film e che l'ha portata infine a prima donna latinoamericana a ricevere la nomination dall'Academy Award da come risulta. Inoltre la colonna sonora, vincitrice di un Academy Award, è superba.

E poi c'è la sequenza in stop-motion che segue l'incidente in autobus realizzata dai fratelli Quay permeata della cultura messicana.




Insomma, credo che Frida sia da vedere per quei piccoli frammenti dei dipinti che diventano realtà e per la colonna sonora, ma per conoscere meglio la storia di Frida Kahlo è meglio affidarsi a qualcos'altro.

Curiosità: Non è la prima volta che la storia di Frida Kahlo viene raccontata lo schermo poiché esiste un film messicano del 1986, o del 1983 come riportano alcuni, diretto da Paul Leduc che s'intitola Frida, naturaleza viva

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