domenica 3 aprile 2016

La trilogia del limite, di Suzy Lee

Da domani sarà gran festa per il mondo dell'illustrazione: si apre la Fiera del Libro per Ragazzi (o Bologna Children's Book Fair, qui il sito).
Anche quest'anno starò qui a casa. L'ultima volta, che è poi la seconda in tutto, che ci sono andata è stata due anni fa.
Intanto però desidero parlarvi di un libro che secondo me spiega perfettamente il lavoro dell'illustratore ovvero La trilogia del limite di Suzy Lee, autrice e illustratrice coreana.







Tutto nasce da un'e-mail che le è stata mandata riguardo a un suo libro L'onda e in particolare a questa pagina.







La bambina a sinistra allunga la mano ma questa non si vede nella pagina successiva.
In più si nota come manchino parti dei gabbiani in alto.
Tutto ciò aveva fatto nascere in chi ha scritto l'e-mail il dubbio che qualcosa fosse andato storto nella stampa del libro (evento che qualche volta succede), ma tutti i libri presenti in libreria e anche in quelli di un'altra presentano lo stesso "difetto".

Nel mondo dell'illustrazione c'è una regola non scritto ovvero di non inserire niente che possa essere importante dove le due pagine si incontrano.
Anche se le due pagine sono contrassegnate da un numero differente e presentano quella riga in mezzo, insieme le vediamo come un'unica pagina.
Questa è una regola, ma può essere ignorata o meglio ancora, rotta?
Quello che potrebbe essere quasi scambiato come lo sbaglio di un principiante diventa invece la forza di questo libro e di altri due ovvero Mirror e Shadow.
Insieme questi tre libri compongono quella che verrà poi chiamata La trilogia del limite.

E così quel limite viene usato come un confine che sia uno specchio o il mare o l'ombra e i confini possono rompersi, invadere l'altro spazio ed è sia divertente che illuminante vedere come lo spazio venga modificato.

Inoltre Suzy Lee ci accompagna con un linguaggio chiaro lungo il processo della creazione facendoci leggere le note e facendoci notare piccoli elementi che sembravano essere messi lì per caso e invece hanno una loro importanza. Per esempio il ruolo dei gabbiani ne L'onda e questo lo si può vedere in relazione alla bambina e all'evento diventando come il coro negli spettacoli dell'Antica Grecia.

E a proposito di spettacoli, da quando ho cominciato a interessarmi più seriamente sull'illustrazione, ho notato come questo mondo sia molto vicino al teatro, molto più della pittura (la mia tesi di laurea la feci sul rapporto tra pittura e teatro, leggi qui e qui). Anche se alcuni pittori e correnti artistiche si sono dati al teatro, vedo un rapporto più vivo con il mondo dell'illustrazione.

Tutti e due i mondi sono in relazione a un testo scritto (anche quando non è presente come nel caso dei tre libri di Suzy Lee) e questo può essere rappresentato anche dallo storyboard.
L'illustrazione però non deve rappresentare il testo in maniera didascalica. Anzi, può inserire ciò che nel testo non c'era senza sconvolgerlo.
Ma soprattutto è la relazione con lo spazio.
Molti esercizi di riscaldamento nei laboratori teatrali riguardano appunto la relazione con lo spazio, il muoversi tenendolo in equilibrio; la simmetria e la contrapposizione non solo dei corpi, ma anche nelle reazioni e nelle relazioni tra i personaggi... Tutto deve essere armonico anche quando si rappresentano dei conflitti.
L'illustratore qui diventa una specie di factotum del teatro: regista, attore, drammaturgo... E' un po' come se stesse facendo un teatrino dei burattini.


E il disegno? Il disegno, il suo valore estetico non è il fine ultimo, ma un mezzo. Molti pensano che per fare illustrazione basta piazzare un bel disegno sulla tavola perché tanto verrà ammirato solo quello e solo quello importa, ma così non è.
A tutti quelli che desiderano approcciarsi all'illustrazione, consiglio appunto di fare un corso. Anche quelli brevi di uno o tre giorni possono lasciarti tanto su cui riflettere e lavorare.
Intanto a tutti, anche a quelli che sono già illustratori, a quelli che sono curiosi sul mondo dell'illustrazione, consiglio vivamente questo libro di Corraini Edizioni, 20 euro.
Non ve ne pentirete.

2 commenti:

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