domenica 18 maggio 2014

Stage di e con Alejandro Jodorowsky a Milano Marittima sulla Metagenealogia

E così ieri sono andata a Milano Marittima (provincia di Ravenna) per partecipare a uno stage condotto da Alejandro Jodorowsky.
Chi è Alejandro Jodorowsky?




Anima eclettica, sfaccettata e controversa, è noto per la Psicomagia, il Teatro Panico, la lettura dei Tarocchi e per alcuni suoi film come La montagna sacra e El topo (io ho visto il primo).
Mi è capitato di leggere di questo Jodo Tour su Facebook per puro caso e mi sono detta: "Ok, ci devo andare."
E così, invece di andarci per feste vip, sfrenato lusso e goduria, sono andata a Milano Marittima per qualcosa di spirituale.
Dopo aver mostrato il biglietto, entro in questa stanza piena di libri da comprare e io ho pensato: "Meno male che mi sono portata dei soldi in più."
Così passo in rassegna i diversi stand e prendo un po' di libri.
Entro poi nella stanza dello stage e quello che vedo mi fa restare delusa.
Io pensavo che si lavorasse a diretto contatto con lui e con tutti gli altri mentre quello che vedevo erano un palco e delle sedie, tantissime sedie.
Infatti eravamo in tanti, troppi.
250 circa da quanto mi hanno riferito.
Comunque ho sperato che almeno mi sarebbe servito questo stage.
E così è stato.
Anche se seduti, eravamo partecipi dell'altro.
E poi ci faceva fare degli esercizi.


Il tema dello stage era sulla metagenealogia, sulla quale ha scritto un libro, ovvero di come il nome che ci viene dato possa influirci, di come scelte e aspirazioni che i genitori non hanno potuto fare ci possono influire.
Mi è venuto da pensare a quello che si dice nella religione cristiana (alla quale non credo) quando nasciamo con il peccato originale.
Magari non proprio con il peccato però spesso alla nostra nascita ci viene già dato un bagaglio con vestiti alla quale ci si deve adattare.
Spesso cresciamo come proiezioni e non come autentici esseri umani e anche quando si cerca in tutti i modi di non trasmettere il nostro passato e di fare altro, allo stesso modo trasmettiamo le nostre paure inconsce, le nostre catene...
Il primo esercizio era quello di raccontare noi stessi, il nostro vissuto a una persona estranea.
Già io ero come "Che cosa? Io dovrei raccontare me stessa, le mie paure, le mie speranze ad un estraneo?!?"
Infatti ci ho messo un po' per sciogliermi, ma poi ce l'ho fatta.
L'esercizio è stato fatto per altre due volte con altre persone e con durata sempre minore.
Ed era in coppia. Mentre noi raccontavamo, l'altro ci ascoltava. Poi alla fine ci diceva che ci ha ascoltato, ci ha capito (questa cosa del capito mi ha lasciato un po' titubante perché io posso ascoltare una persona, ma capirla, almeno per me, significherebbe comprendere cosa abbia vissuto e quali siano i suoi sentimenti. Vabbé). E poi ci abbracciavamo.
Non so neanch'io quante persone io abbia abbracciato ieri.
Ogni volta era un abbraccio sentito, di quelli "Ci sono io con te... Affidami le tue paure, le tue ansie... Abbi fiducia in me..."
La stessa cosa poi era da fare viceversa ovvero tu ascoltavi e l'altro parlava.
Non è la prima volta che partecipo a un gruppo dove ci si confidava e una volta ho detto "Venendo qua, stando qua, sento di essere protetta e allo stesso tempo di proteggere."
In più l'esercizio della metafora ovvero due persone interpretavano i genitori e tu dicevi a loro cosa ti hanno fatto di male e come li vorresti.
Magari uno può dire che avere i genitori veri davanti è un'altra cosa, ma a livello inconscio funziona perché accetta le metafore.
In più che fare quando uno o entrambi i genitori sono morti? L'esercizio perde di significato?
No perché soprattutto si parla di presenza (non inteso i fantasmi), quella che ti lasciano e tu continui a portare avanti dentro di te anche se non te ne rendi conto.
Ci ha anche parlato delle parole.
La parola "cane" non morde.
La parola non morde, ma può farlo se noi diamo questo potere, se glielo concediamo.
Ci ha parlato della felicità che non è soddisfazione.
La felicità non dipende da quello che tu hai fatto, da quello che si ha, ma da quello che sei.
Quindi anche nella disgrazia, felici di essere come si è.



Pausa pranzo
Mangio e poi mi avvicino a parlare con delle persone.
Una delle cose belle di questi incontri è proprio il voler sentirsi vicino agli altri.
E poi gli esercizi fatti prima credo ci abbiano sciolti un po' tutti.
Una ragazza concorda con me per l'iniziale delusione delle sedie, del palco (e tanti altri poi la confermeranno). Inoltre mi dice che si aspettava, leggendo anche Psicomagia, qualcosa di più strong (un po' come il Teatro Panico) e un po' lo temeva.
Prendo un altro libro.


Sono le 15 ed è ora di ricominciare.
Questa volta si parla dei quattro stadi: intellettivo, emozionale, sessuale e corporeo.
L'anima è ciò che li collega, ciò che comunica tra di loro.
Provate a pensare questi quattro stadi come le quattro dita (indice=intellettivo, medio=emozionale, anulare=sessuale e  mignolo=corporeo). L'anima è il pollice, che tocca ogni dito.
Che cosa vogliono questi stadi? L'intellettivo di essere visto, l'emozionale di essere amato, il sessuale di essere desiderato, il corporeo di saper stare.
Per i primi due stadi ci sono stati delle persone che sono salite sul palco tra le quali anch'io.
Desideravo tantissimo poter lavorare direttamente con lui e che lui mi guidasse (come penso tutti quelli che hanno partecipato). 
Quindi ho preso la palla al balzo e ho alzato la mano.
Salgo sul palco e tremo già.
Sono davanti a tantissime persone che non conosco e sto raccontando la mia vita, la mia esperienza.
Alla fine Jodorowsky chiede a delle persone di sollevarmi e io sono stesa.
Sentirmi così, sollevata, mi ha fatto uno stranissimo effetto.
In più mi ha detto di cantare e io ho cantato La donna cannone.
Alla fine la voce non mi tremava più così tanto.
Vedevo le persone davanti a me che mi applaudivano, esultavano... 
E' stata un'emozione incredibile non per vanità da palcoscenico (ero pur sempre su un palco che stavo cantando ad un microfono), ma semplicemente perché mi sentivo sommersa da loro.
Era proprio come se tutti mi stessero abbracciando allo stesso momento.
Tornata al mio posto, ho guardato gli altri e vedevo come erano vulnerabili, coraggiosi nel mostrarsi.
Pensavo a quanto siamo abituati ormai a quelle storie che per forza ci vogliono emozionare insistendo su alcuni momenti topici e spesso sono tutte storie decise a tavolino. Così abituati che spesso non ci fanno nessun effetto.
Quelle persone erano lì davanti a me e non dubitavo su quello che dicevano.
Nella pausa, e anche dopo che era finito lo stage, alcuni si sono complimentati con me, per come ho cantato, per il coraggio di essermi "denudata" così davanti a tutti, per la mia voce e io, come sempre come quando faccio teatro, ringrazio.
Mi stringo tra le spalle facendomi piccola e con un sorriso ringrazio.
Anche se ormai sono alcuni anni che salgo sul palco, ogni volta che ci salgo è come se stessi rievocando l'emozione della prima volta, come se rinnovassi una promessa fatta a me stessa.
In più non sapevo che mi avrebbe chiesto di cantare. Avrebbe potuto dirmi anche altro.
Inoltre che noi non siamo le emozioni, noi non siamo i pensieri, i desideri, il nostro corpo, il nostro sesso.
Questi elementi ci percorrono.
Percorrono il nostro stato essenziale che non ha lingua, identità, nazionalità.

Finito lo stage mi dirigo con una ragazza conosciuta lì ad un tendone dove c'è un concorso di bodypainting. Vado lì e vedo altri mercatini.
Ecco, dovevo portare altri soldi :)
Prendo alcune cose, guardo la sfilata, la premiazione e a poi casa.


In più mi faccio firmare da Jodorowsky un suo libro preso là ovvero La danza della realtà








Venerdì c'era anche il film in prima mondiale tratto dal libro, ma alla fine ho preferito fare una scelta ovvero solo lo stage.
Ecco il trailer:





Altri libri che ho preso:




Le fiabe rilette in chiave astrologica. Potevo non prenderlo?
(nota: in realtà mi sono sbagliata. Mi sono lasciata ingannare dalla parola "Costellazioni". Comunque lo ritengo valido perché parla di riconoscere se stessi nelle fiabe, quando alcuni elementi risvegliano in noi emozioni legati alla nostra vita)




Ovvero le dee originarie intese nel mondo pre-olimpico. Per esempio, Pandora in realtà dispensava doni.




Amo la danza del ventre e quindi questo libro mi ha colpito




Beh, mi sento legata alla luna e quindi mi sono sentita di prenderlo.


L'avevo detto che ho fatto rifornimento!
Mi sa che per un po' sono a posto.


Com'è stata l'esperienza? 
A parte quella cosa "no", mi è piaciuta e mi ha dato alcuni spunti sui quali puntare.

Com'è Alejandro Jodorowsky?
Non posso dire di averlo compreso in quel poco tempo.
Quando lo guardavo mi sembrava davvero come una creatura neutra.
Non so se è una mia impressione, se è così e magari se è così se è proprio lui oppure è così perché sta conducendo lo stage.
In pratica, l'ho trovato un mistero.
Comunque si vede che ha fatto teatro, che è una persona che usa i sensi anche il tatto.
Dimenticavo poi di dire che lui poi parlava in spagnolo e la traduzione veniva fatta da Antonio Bertoli con il quale collaborano da anni e insieme hanno fatto altri incontri su altri argomenti.






Ecco invece un esercizio che ha fatto anche con noi, quello del battito del cuore preso dal canale youtube dello Jodo Tour





Vedendolo magari vi sembrerà strano, ma quando c'è una persona che non chiede altro di essere accolta, che non chiede altro che per un minuto di essere bambino e di essere cullato, allora lo stato emozionale diventa immenso.
Perché magari uno può anche fare il gradasso ma quando si troverà da solo con le sue paure, anche la persona più strafottente trema come un bambino spaventato.

Anzi, forse sono proprio loro quelli che ne hanno più paura.



Comunque se volete sapere qualcosa di questo Jodo tour credo che la miglior cosa sia proprio di tenersi informati.
Basta cliccare appunto "Jodo Tour" su Google e verrete condotti. Poi magari informatevi, anche fra un po' di tempo.
Spero anche che quello che scritto vi possa essere utile in qualche modo.


4 commenti:

  1. Grande Jodorowsky ... il suo cinema è unico, la sua cultura varia e viva... una fortuna averlo seguito.

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  2. Sì. Alla fine sono contenta di averlo fatto questo corso :)

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  3. Complimenti per l'articolo. Mi è piaciuto molto e spero di conoscerti presto.

    Michele Amato

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Grazie per i commenti

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