Hans Christian Andersen che legge di Elisabeth Jerichau-Baumann, 1862
Spesso mi capita di leggere delle opinioni di un adulto sulle fiabe e sono sempre negative, ma credo che quell'adulto non si renda conto degli errori che fa nel leggere la fiaba.
Proviamo a pensare alla mentalità di un adulto, alla maggior parte degli adulti.
Se il cervello viene diviso in due parti, possiamo immaginare quale sia quella tipica di un adulto.
(clicca per ingrandire)
Eppure molti scienziati hanno trovato la risposta ai loro dubbi nei sogni e ciò che è venuto fuori è stato infine confermato.
Perché sono passata ai sogni?
Perché le fiabe non sono tanto diverse dai sogni.
Quello che può apparire insensato, in realtà ha un suo senso.
Se leggiamo una fiaba alla lettera, prendendo concretamente quello che c'è scritto, allora sì che ne vediamo i difetti. Sì, che non riusciamo a trovare il fuoco sotto la cenere.
Il mondo delle fiabe è un mondo antico, ancestrale addirittura e nel leggere, bisogna abbandonare i vestiti stretti, quelli di tutti i giorni.
Il mondo del bambino è quasi simile a una concezione animista senza che lui se ne renda conto.
Per il bambino, non è tanto difficile pensare che il vento aiuti qualcuno perché tutto ciò che è forza, tutto ciò che è presente E' vivo.
Anche se ogni tanto nel mio blog avete trovato delle mie analisi sulle fiabe, sono perfettamente consapevole che il mondo delle fiabe è sconfinato.
Domenica ho trovato in un mercatino dell'antiquariato e usato un libro di Marie Louise von Franz, psicanalista e collaboratrice dello stesso Jung per diversi anni.
Il libro s'intitola Il femminile nella fiaba.
Spesso viene accusato alle protagoniste delle fiabe di essere passive.
In realtà, come ho anche accennato all'analisi sulla Bella Addormentata (una delle fiabe prese in questione dalla stessa von Franz) si parla di una preparazione interiore.
Lasciamo perdere che la Bella Addormentata sia una donna reale e facciamo finta che sia la terra.
La terra deve essere preparata prima del risveglio.
Non è un caso se prima della primavera c'è l'inverno anche perché la natura non fa niente per caso.
Sono concetti ovvi eppure se collegati alle fiabe, possono dare un nuovo senso a queste, una nuova chiave di lettura.
Le fiabe possono dire molte cose sull'inconscio.
Infatti Marie Louise von Franz parla delle fiabe seguendo gli archetipi junghiani, parlando di Animus e di Anima.
Il mondo delle fiabe è oscuro così come quello del femminile. E' un mondo interiore e dopotutto anche il nostro sesso lo è.
Un errore che spesso capita a chi legge una fiaba è di prendere la versione ridotta, ovvero censurata, e non sto parlando solo di quelle disneyane.
Anche se le versioni disneyane sono piuttosto adattate, bisogna dire che non mancano diversi momenti tragici, momenti da paura, momenti che ti turbano.
...e la lista continua.
Eppure, cosa succede? Che molte di queste scene traumatiche vengono viste male da diversi adulti perché i bambini non devono essere turbati.
Ma i bambini non sono creature sempre allegre e spensierate.
Hanno bisogno di sentire che i loro turbamenti siano reali, hanno bisogno di confrontarsi con questi.
Non si tratta di seminare la paura nelle loro piccole teste, si tratta di conoscerla, di avvicinarsi e di rendersi conto che la paura è un sentimento che va preso in considerazione.
Inoltre sempre su questo punto, è consigliabile leggere questo post sulle considerazioni dell'illustratore per l'infanzia Maurice Sendak, morto un anno fa e noto per Nel paese dei mostri selvaggi.
E poi non sia mai, i bambini devono fare i bravi e fare sempre i compiti. Devono imparare a studiare il pianoforte e tanto altro ancora perché i bambini non possono avere tempo libero, non possono annoiarsi e guai se si sporcano.
E il tempo per esplorare il proprio mondo interiore? Tempo perso?
Davvero?!
Eppure, cosa succede? Che molte di queste scene traumatiche vengono viste male da diversi adulti perché i bambini non devono essere turbati.
Ma i bambini non sono creature sempre allegre e spensierate.
Hanno bisogno di sentire che i loro turbamenti siano reali, hanno bisogno di confrontarsi con questi.
Non si tratta di seminare la paura nelle loro piccole teste, si tratta di conoscerla, di avvicinarsi e di rendersi conto che la paura è un sentimento che va preso in considerazione.
Inoltre sempre su questo punto, è consigliabile leggere questo post sulle considerazioni dell'illustratore per l'infanzia Maurice Sendak, morto un anno fa e noto per Nel paese dei mostri selvaggi.
E poi non sia mai, i bambini devono fare i bravi e fare sempre i compiti. Devono imparare a studiare il pianoforte e tanto altro ancora perché i bambini non possono avere tempo libero, non possono annoiarsi e guai se si sporcano.
E il tempo per esplorare il proprio mondo interiore? Tempo perso?
Davvero?!
Inoltre ogni piccolo turbamento non per forza deve essere negativo. Anzi.
E' come l'acqua inerte di uno stagno dove affiora una creatura acquatica (un esempio che spesso ricorre nei sogni).
La fiaba è come un rito, è come un lasciapassare verso un mondo oscuro, abissale e consiglio agli adulti di approcciarsi alle fiabe dimenticando quel lato cinico e razionale, quella vocetta insulsa e sempre pronta a giudicare.
Inoltre, se a qualcuno possa interessare, consiglio di leggere libri simili a quello della von Franz.
Comunque di dedicare del tempo alla fiaba perché è un tempo creativo.
E il tempo creativo si sa è un tempo sacro.
Non è mai troppo tardi per leggere una fiaba.
Non si è mai troppo vecchi.
E ovviamente consiglio di leggere le fiabe ai propri bambini, di magari far scegliere a loro perché magari istintivamente sentono che quella fiaba è giusta per loro.
Anche se un bambino non racconta i suoi stati d'animo per filo e per segno non vuol dire che non li stia vivendo.
Ma invece di preoccuparsi, il bambino istintivamente trova la soluzione. E spesso, la trova nelle fiabe e nei racconti.
Se per caso, poi ve la chiede di leggere di nuovo, voi fatelo, accettate la sua richiesta.
E' come l'acqua inerte di uno stagno dove affiora una creatura acquatica (un esempio che spesso ricorre nei sogni).
La fiaba è come un rito, è come un lasciapassare verso un mondo oscuro, abissale e consiglio agli adulti di approcciarsi alle fiabe dimenticando quel lato cinico e razionale, quella vocetta insulsa e sempre pronta a giudicare.
Inoltre, se a qualcuno possa interessare, consiglio di leggere libri simili a quello della von Franz.
Comunque di dedicare del tempo alla fiaba perché è un tempo creativo.
E il tempo creativo si sa è un tempo sacro.
Non è mai troppo tardi per leggere una fiaba.
Non si è mai troppo vecchi.
E ovviamente consiglio di leggere le fiabe ai propri bambini, di magari far scegliere a loro perché magari istintivamente sentono che quella fiaba è giusta per loro.
Anche se un bambino non racconta i suoi stati d'animo per filo e per segno non vuol dire che non li stia vivendo.
Ma invece di preoccuparsi, il bambino istintivamente trova la soluzione. E spesso, la trova nelle fiabe e nei racconti.
Se per caso, poi ve la chiede di leggere di nuovo, voi fatelo, accettate la sua richiesta.
Da parte mia, continuerò ad esplorare il mondo delle fiabe come ho sempre fatto.
Il libro della Von Franz mi intriga, e non poco. Ma a proposito di junghiani, hai mai letto qualcosa di Clarissa Pinkola Estes?
RispondiEliminaDevo dire che il libro è fatto molto bene. Lo consiglio.
RispondiEliminaDella Clarissa Pinkola Estés ovviamente non poteva sfuggirmi Donne che corrono coi lupi: http://almacattleya.blogspot.it/2011/08/donne-che-corrono-coi-lupi.html
L'ho letto anch'io, e quando ho letto questo post ho capito subito che chi lo aveva scritto aveva un qualche legame con la Estes!
RispondiEliminaQuel libro per me è come una Bibbia :D
RispondiEliminaPenso che, crescendo, si tenda inevitabilmente a diventare più razionali, e dunque ad approcciarci alle fiabe molto più con raziocino che con una mente aperta all'interpretazione. Certo è che le fiabe vanno molto oltre quel che potrebbe sembrare ad una semplice e superficiale lettura... ed è in questo che si racchiude la loro forza e la loro longevità.
RispondiEliminaOvviamente non dico che bisogna abbandonare il lato razionale. Più che altro sto dicendo di non abbandonare il lato fantasioso e creativo. Non sono due lati che si combattono, anzi possono convivere perfettamente.
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