Sono sempre stata una dal carattere forte, lo dicevano tutti quelli che mi conoscevano e non credevo ci fosse un uomo capace di affascinarmi eppure l'ho trovato: è un italiano e ha quattordici anni più di me. Il suo nome è Giuseppe Garibaldi.
Ho voluto lasciare il mio piccolo paese, Laguna, per seguirlo, ma non come donna sottomessa bensì come una sua compagna in tutto per tutto anche nelle battaglie. Ho lasciato anche il mio marito precedente perché sapevo che la mia vita sarebbe stata accanto a questo straniero.
Ho combattutto con gli uomini e per gli uomini. Ho rischiato la mia vita più e più volte. Alcuni uomini sono morti per me.
Non posso guardarmi indietro alle spalle. Posso solo onorare la loro vita combattendo anche per loro.
Giuseppe, perché mi guardi con quella faccia? Sì, sono ancora debole, ma non possiamo fermarci. E poi lo sai Giuseppe che sono una donna forte, una donna resistente. Posso ancora farcela. Non fare quella faccia. Gli altri uomini non ti devono vedere in quello stato. Tu sei un comandante.
Giuseppe so che morirò perciò lasciami qui, a Mandriole, in questo capanno, lasciami qui e vattene. Non guardare indietro. Perché rimani ancora qui? Non rimanere qui un attimo di più e non disperarti, non è colpa tua. Sono stata io a decidere di lasciare tutto. Non mi pento di niente. Potevo invecchiare tranquilla nel mio paese, ma ho scelto di stare con te, solo con te. Mi dispiace solo di non poter più stare al tuo fianco e di non poter partorire questo bambino che porto in grembo.
Del resto sono stata felice, di averti incontrato e di avere vissuto così.
Và via Giuseppe, io muoio su questa terra.
So che un giorno unirai questo Paese. E ci saranno tanti altri che difenderanno questa Italia.
Lo sento.
Come forse qualcuno di voi saprà, Anita Garibaldi è morta a Mandriole vicino a Ravenna e ho voluto ricordare questo 150esimo anniversario in maniera diversa, non ricordando il momento in cui è stata unita, ma molto prima attraverso la voce di una straniera, una brasiliana che ha combattuto ed è morta in terra italiana.
Ho scritto questo racconto basandomi su quello che ho trovato in giro provando a pensare come lei. Molte cose poi non sono chiare. Per esempio si dice che Garibaldi abbia strozzato Anita. Lo si dice a causa della posizione del collo però sembra che sia dovuto a una sepoltura veloce. Inoltre alcuni scritti dicono che Garibaldi si riteneva responsabile della sua morte. Ma, come ho scritto qui, credo che sia perché Anita ha deciso di seguirlo e ha lasciato il suo Paese d'origine, il Brasile.
Comunque domani l'Italia festeggia 150 anni.
Auguri Italia
Italiani oggi e per sempre
1^ quadro: autore e titolo non pervenuti
2^ quadro: Garibaldi e il maggiore Leggiero trasportano Anita morente di Pietro Bouvier, 1864
3^ quadro: La morte di Anita Garibaldi di Francesco Fabbri
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