lunedì 24 agosto 2015

L'arte come chiave dell'Universo





La Notte Stellata di Van Gogh, 1889. 
Uno dei quadri più famosi al mondo.
Un giorno spero di poter vedere dal vivo questo capolavoro, per poter ammirare meglio i turbamenti del colore, le movenze...
Si può davvero dire che l'universo stia danzando.
Fantasia?
Non direi. Almeno non dopo aver visto questo video (nota: ci sono anche i sottotitoli italiani)






In sé il concetto non mi sorprende più di tanto nel senso dell'arte come un aspetto della scienza. Basti anche a pensare ai lavori di Vasilij Kandinsky e la sinestesia ovvero una stimolazione che associa due sensi contemporaneamente e nel caso del pittore russo la vista e l'udito. 
Mi chiedo se Van Gogh era consapevole di quanto veritiere e profetiche fossero state le sue sensazioni nel dipingere questo quadro.
Anche perché qui non si tratta solo dell'Universo, ma della percezione del cervello.
Si potrebbe parlare di come si vede e quindi basarci sulla meccanica dell'occhio, ma qui, così come per quello che riguarda il nostro corpo, si va al cervello.
Di Van Gogh si potrebbe parlare semplicemente di genio (Caparezza gli ha dedicato una canzone) ma a parte questo, che questo quadro fosse in qualche modo speciale, lo si poteva intuire anche senza sapere quello che viene spiegato nel video che di certo non ne toglie fascino, ma anzi credo che susciti ancora di più la curiosità come essere maggiormente consapevoli di qualcosa.
Anche magari non considerare la pittura non realistica come qualcosa di semplicemente fantastico e perciò non fattibile nella realtà.
E' anche per questo che mi piace la pittura come quella di Van Gogh: perché va oltre.


1 commento:

Grazie per i commenti

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