venerdì 23 dicembre 2011

Volete bene agli alberi?

Chi mi segue da tanto lo sa e per quelli che invece mi seguono da poco, lo ripeto: io amo gli alberi!
Immagino che molti di voi abbiano già addobbato l'albero di Natale.
Da piccola l'albero che avevo era finto e a me andava benissimo così: mi preoccupava molto cosa ne sarebbe stato di lui dopo il Natale. Tagliare un albero, addobbarlo per poi buttarlo via non era il massimo per me.
Purtroppo ci accorgiamo che ci sono degli alberi a Natale perché ci servono.
Questa tradizione è antica, addirittura pre-cristiana ed era di buon auspicio per la stagione fredda.
Gli alberi hanno rappresentato molto nella cultura antica. Non solo fornivano il legname come ancora adesso, ma erano considerati al pari degli dei.
Poi hanno cominciato ad essere divinità minori come le ninfe degli alberi, le driadi e le amadriadi (c'è una sostanziale differenza: le driadi potevano muoversi lontano dal loro albero mentre le amadriadi no vivevano dentro esso e morivano con esso).


La Driade di Evelyn de Morgan

Uscite da' vostri alberi, o pietose Amadriadi, sollicite conservatrici di quelli, e parate un poco mente al fiero supplicio che le mie mani testé mi apparecchiano. E voi, o Driadi, formosissime donzelle de le alte selve, le quali non una volta ma mille hanno i nostri pastori a prima sera vedute in cerchio danzare all'ombra de le fredde noci, con li capelli biondissimi e lunghi pendenti dietro le bianche spalle, fate, vi prego, se non sète insieme con la mia poco stabile fortuna mutate, che la mia morte fra queste ombre non si taccia, ma sempre si estenda più di giorno in giorno ne li futuri secoli, acciò che quel tempo il quale da la vita si manca, a la fama si supplisca. (da Arcadia di Iacopo Sannazaro)




Oltre ai greci anche le popolazioni celtiche rispettavano profondamente gli alberi tanto da creare un calendario che al posto del segno zodiacale, e con differenti giorni da quello che conosciamo, c'è un albero anche se io ne ho trovato due differenti: in uno sono un carpino e nell'altro una quercia.
Inoltre anche le popolazioni scandinave li rispettavano molto come l'Yggdrasyl ovvero l'albero cosmico.



(da un manoscritto islandese del 17simo secolo)

So che un frassino s'erge
Yggdrasill lo chiamano,
alto tronco lambito
d'acqua bianca di argilla.
Di là vengono le rugiade
che piovono nelle valli.
Sempre s'erge verde
su Urðarbrunnr

(Edda Poetica - La Profezia della Veggente)

La tradizione dice che l'Yggdrasil è un frassino, ma in alcuni tradizioni è un tasso o quercia. In origine rappresenta l'albero sul quale Odino (Ygg) rimase appeso per sacrificarsi nove giorni e nove notti e questo albero sorregge i nove mondi (per altre informazioni e per sapere dei mondi vi mando alla sua pagina di Wikipedia)

Potrei continuare all'infinito con altri esempi però una cosa si può dedurre: l'albero ha da sempre rappresentato l'uomo, inteso in senso generale e così anche il mondo: le radici che per nutrirsi devono stare sotto terra, il tronco che si erge, solido e poi i rami.
Ogni albero poi ovviamente ha la sua forma, ma alla fine queste sono le sue parti.

Vi lascio con dipinti di alberi in inverno.



Inverno di Ivan Shishkin, 1890


Paesaggio invernale con cervi e corvi di Heinrich Gogarten, 1893


Paesaggio forestale in inverno di Karl Roux


Paesaggio forestale in inverno di Conrad Alexander Müller-Kurzwelly


Tramonto nella foresta di Sophus Jacobsen, dopo il 1878


Rasputitsa (Mare di melma) di Alexei Savrasov, 1894


Nel Selvaggio Nord di Ivan Shishkin, 1891


Foresta in inverno di Konstantin Kryzhitsky


2 commenti:

  1. Grazie per le info di questo post, un sacco di cose non le sapevo...
    Sai che anch'io quand'ero piccola avevo l'alberello di natale finto in casa?!... Ora è un bel po' di anni che non lo faccio più, però...

    RispondiElimina

Grazie per i commenti

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