Come promesso qualche post fa, quando parlai del mio sconcerto su Gina Pane, parlo ora di Frida Kahlo (1907 - 1954).
Parlare per me di Frida Kahlo è come parlare del mio mito, di un mio maestro e forse poteva esserlo visto che la stessa Frida per un periodo ha insegnato.
Ho conosciuto Frida Kahlo molto prima dell'uscita del film Frida del 2002, ma diciamo che è grazie a questo film che l'ho conosciuta. Infatti non ricordo l'anno preciso, un anno o due prima che il film uscisse al cinema, ma nella rivista Lo Specchio si parlava della produzione di questo film e veniva presentata l'attrice Salma Hayek, messicana come Frida. Poi venivano rappresentati lei e i suoi quadri. Uno shock completo, una folgorazione immensa, quei quadri che mi provocarono una ferita dentro e allora lì capì meglio il concetto di bellezza che ferisce.
Ma chi è davvero Frida Kahlo? Tanto si è detto di lei eppure, secondo me, se ne potrebbe parlare all'infinito.
Innanzitutto Frida Kahlo è una donna. Quest'affermazione che può sembrare ovvia e banale, in realtà non lo è. In un mondo maschilista come la pittura, soprattutto una volta, essere una donna vuol dire essere inferiore agli altri pittori (maschi). Essere considerati delle pittrici allora era già quasi una nomea di carità e uno sdegno visto che una donna deve, secondo la "tradizione", essere una musa, quindi un'ispiratrice lei stessa e non essere dall'altra parte della tela. Infine Frida Kahlo è messicana ovvero di una donna che geograficamente risiede nell'America, ma che non viene considerata americana e come terzo fattore è comunista verace.
Con questi tre fattori, sembrava quasi impossibile che Frida Kahlo si imponesse a livello mondiale oltrepassando i confini dell'Oceano Atlantico e venire adorata a Parigi.
Non esiste arte più squisitamente femminile nel senso che, per ottenere il massimo di seduttività, si presta volentieri a farsi di volta in volta assolutamente pura e assolutamente perniciosa (ovvero che comporta danni di grave entità). L'arte di Frida Kahlo de Rivera è una bomba avvolta da un nastro di seta.
Così diceva André Breton, teorico del Surrealismo. Si interessò largamente alla pittura di Frida Kahlo quando soggiornò per un periodo in Città del Messico e la incitò a fare una mostra a Parigi, la mecca del Surrealismo. Ma Frida Kahlo non si riteneva per niente surrealista, come disse lei stessa:
Pensavano che anch'io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni.
Alla fine si lasciò convincere e partì per Parigi. Non fu un viaggio molto idilliaco: i quadri erano stati bloccati alla dogana e ci sono stati dei disguidi con la galleria. Inoltre i suoi quadri erano considerati troppo scandalosi per il pubblico. In mezzo a tutto questo casino l'unico che l'ha aiutata è Marcel Duchamp "...(pittore meraviglioso) che, in mezzo a questo branco di rimbecilliti lunatici figli di puttana (ehm, parole sue) dei surrealisti, è l'unico ad avere i piedi ben piantati per terra..." (dalla lettera per Nickolas Muray, 16 febbraio 1939). La mostra si sistemò, Frida fu ospite in casa Duchamp e partecipò anche agli incontri con i surrealisti. Anche se rimase affascinata e alcuni pittori erano incuriositi da lei e dai suoi vestiti incantando anche la stilista Elsa Schiaparelli, che si ispirò a lei per dei suoi modelli, disprezzava fortemente i bohemien come scrive sempre a Nickolas Muray:
Non hai idea di quanto siano puttane (non ci andava certo per il leggero) queste persone. Mi fanno vomitare. Sono così maledettamente "intellettuali" e guasti che non riesco più a sopportarli. Per il mio carattere è veramente troppo. Piuttosto che avere a che fare con queste "artistiche" puttane parigine preferisco mettermi seduta sul pavimento del mercato di Toluca a vendere tortillas. Stanno per ore al "caffè" a scaldarsi i loro preziosi didietro e parlano senza smettere mai di "cultura", "arte", "rivoluzione" e via di questo passo, convinti di essere i signori dell'universo, sognando i più fantastici nonsense e ammorbando l'aria di teorie e teorie che tanto non diventeranno mai realtà. Il mattino dopo, a casa non hanno nulla da mangiare perché nessuno di loro lavora e vivono come parassiti di quel manipolo di ricche puttane che ammirano il loro "genio" di "artisti". Sono merda e nient'altro che merda. Non mi è mai capitato di vedere Diego o te sprecare il vostro tempo in pettegolezzi stupidi e in discussioni "intellettuali". Ecco perché siete veri uomini e non "artisti" da quattro soldi. Per dio! Valeva veramente la pena di venire fin qui se non altro per vedere come mai l'Europa stia marcendo perché tutta questa gente. buona a niente, è la causa di tutti gli Hitler e di tutti i Mussolini. Scommetto sulla mia vita che odierò quel posto e la sua gente fintanto che vivrò. In loro c'è qualcosa di così falso e irreale da farmi impazzire.
Forse è proprio il suo essere non europea, anche se i suoi nonni paterni lo erano, ad avere incantato maggiormente i parigini. Non dimentichiamo che è proprio il periodo in cui tutto ciò che poteva sembrare esotico riscuoteva successo come le stampe giapponesi o le maschere africane che hanno ispirato un sacco di artisti. Lo stesso Pablo Picasso scrisse a Diego Rivera: Né Derain, né tu, né io siamo capaci di dipingere una testa come quelle di Frida Kahlo.
Diego Rivera, oltre a essere stato suo marito per ben due volte, era un pittore come credo che voi sappiate ed era il suo più grande fan. Poco dopo che Frida ritornò dal suo viaggio a Parigi, scrisse: Più rigorosi erano i critici, più entusiastica era la loro reazione. Kandiskij fu così commosso dai quadri di Frida che, davanti a tutti, la sollevò tra le braccia e la baciò su entrambe le guance e sulla fronte mentre lacrime di schietta emozione gli scorrevano lungo il viso. Persino Picasso, il più difficile dei difficili, cantò le lodi delle qualità artistiche e personali di Frida. Dal momento del loro incontro fino al suo ritorno a casa, Picasso rimase sotto l'incantesimo di Frida.
La stessa Frida scriverà successivamente: ...un mucchio di gente al vernissage e molte congratulazioni per la "chicua", tra le altre un grande abbraccio da Juan Mirò e grosse lodi per i miei quadri da Kandiskij, congratulazioni da Picasso e Tanguy, da Paalen e dagli altri "gran caca" del surrealismo. Insomma, posso dire che è stato un successo e, tenendo conto della qualità del pubblico (vale a dire il gruppo di quelli che mi facevano le congratulazioni), credo che la cosa sia andata abbastanza bene...
Ma la cosa che più le premeva era di fare una mostra in Messico e la ottenne quando ormai era chiaro che era in fin di vita: il terribile incidente d'autobus che ebbe a 18 anni non la uccise, ma le compromise per sempre la vita. Infatti da quell'incidente ottenne che la colonna vertebrale si spezzò in tre punti della regione lombare, spezzati anche l'osso del collo e la terza e la quarta costola. Inoltre la gamba sinistra riportò undici fratture e il piede destro, già compromesso per la poliomelite avuta a sette anni, si dislocò e si schiacciò. Infine la spalla sinistra uscì dalla sede e le pelvi si ruppero in tre punti: uno scorrimano le attraversò letteralmente il corpo uscendo dalla vagina.
Da allora in poi la sua vita fu un lento scendere all'Inferno e Frida lo rese colorato e intenso. Quando finalmente Frida ottenne la sua mostra, non si poteva neanche alzare dal letto così Frida ci andò col suo letto. Fu un'incredibile festa come Frida voleva, una festa chiassosa e allegra, ma sapeva troppo di un addio alla vita. Tutti gli spettatori della mostra, amici e vicini, le stavano attorno e si accorsero che ormai Frida era prossima alla morte. Frida recitò fino alla fine il suo ruolo folkloristico.
Un critico del Time scrisse: Dopo aver visto la sua mostra una settimana fa, il Messico si è reso conto della dura realtà di Frida Kahlo. E sta diventando persino più dura. Di recente, le sue condizioni hanno continuato a peggiorare: gli amici che la ricordano come una donna florida e vigorosa sono sconvolti dal suo aspetto macilento. Ormai non riesce a stare in piedi per più di dieci minuti alla volta e c'è una minaccia di cancrena a un piede. Ma anche adesso, ogni giorno, si trascina a fatica fino alla seggiola per dipingere, anche se solo per poco. "Non sono malata" dice "Sono spezzata. Ma, finché riesco a dipingere, sono felice di essere viva."
Dopo la mostra, Frida entrò in un delirio, divenne violenta per via delle droghe che le davano per combattere i dolori. Inoltre le amputarono la gamba destra. A cosa servono i piedi se ho ali per volare? scrisse Frida nel suo diario che tenne in questi ultimi anni di vita.
Il suo diario divenne più che un confidente, divenne un oggetto a cui affidare gli ultimi brandelli colorati di vita.
Un critico del Time scrisse: Dopo aver visto la sua mostra una settimana fa, il Messico si è reso conto della dura realtà di Frida Kahlo. E sta diventando persino più dura. Di recente, le sue condizioni hanno continuato a peggiorare: gli amici che la ricordano come una donna florida e vigorosa sono sconvolti dal suo aspetto macilento. Ormai non riesce a stare in piedi per più di dieci minuti alla volta e c'è una minaccia di cancrena a un piede. Ma anche adesso, ogni giorno, si trascina a fatica fino alla seggiola per dipingere, anche se solo per poco. "Non sono malata" dice "Sono spezzata. Ma, finché riesco a dipingere, sono felice di essere viva."
Dopo la mostra, Frida entrò in un delirio, divenne violenta per via delle droghe che le davano per combattere i dolori. Inoltre le amputarono la gamba destra. A cosa servono i piedi se ho ali per volare? scrisse Frida nel suo diario che tenne in questi ultimi anni di vita.
Il suo diario divenne più che un confidente, divenne un oggetto a cui affidare gli ultimi brandelli colorati di vita.
Arbol de la Esperanza
La Vida callada
dadora de mundos.
Venados heridos
Ropas de Tehuana
Rayos, penas, Soles
ritmos escondidos
"La nina Mariana"
frutos ya muy vivos,
la muerte se aleja -
lineas, formas, nidos,
las manos construyen
los ojos abiertos
los Diego sentidos
lagrimas enteras
todas son muy claras.
Cosmicas verdades
que viven sin ruidos.
Arbol de la Esperanza
mantiente firme.
La Vita ammutolita.../ datrice di mondi./ Cervi feriti/ Abiti da tehuana/ Raggi, pene, Soli/ ritmi nascosti/"La piccola Mariana"/frutti un tempo molto vivi,/ la morte si allontana -/linee, forme, nidi/ le mani costruiscono/ gli occhi aperti/ i Dieghi compassionevoli/ lacrime intere/ tutte sono molto chiare/ Cosmiche verità/ che vivono senza suoni./ Albero della Speranza/ mantieniti saldo.
(ultima parte di un documentario in spagnolo)
Frida Kahlo morì il 13 luglio 1954.
Diego Rivera non poté credere che la sua moglie, la sua compagna e la sua amante potesse morire e per farlo rassenerare, per dimostrargli che Frida era davvero morta, i medici le tagliarono la pelle e non uscì sangue. Le tagliarono anche la giugulare e uscirono poche gocce. A quel punto Diego si rassegnò.
Un amico di Frida Kahlo, Andres Iduarte le dedicò queste parole al funerale:
Frida è morta. Frida è morta. La creatura brillante e piena di volontà che, quando eravamo giovani, riempiva di luce le aule della Scuola nazionale preparatoria è morta... Un'artista straordinaria è morta: avvertita nello spirito, generosa nel cuore, sensibilità fatta carne, amore per l'arte fino alla morte, intima del Messico in vertigine e in grazia... Amica, sorella del popolo, grande figlia del Messico: tu sei ancora viva... Tu continui a vivere...
Otto giorni prima di morire, Frida Kahlo scrisse nel suo ultimo quadro con una vernice rosso sangue il suo nome, la data, il luogo cioé Coyoacan, Messico e in maiuscolo scrisse: VIVA LA VIDA.
- Frida Kahlo era nata nel 1907, ma visto che si considerava a tutti gli effetti figlia della Rivoluzione Messicana, amava riportarne nei suoi dati l'inizio della Rivoluzione ovvero il 1910.
- Frida Kahlo era un miscuglio di popoli: i suoi nonni materni Jakob Heinrich Kahlo e Henriette Kaufmann Kahlo erano ebrei ungheresi di Arad (l'odierna Romania), emigrati in Germania dove il padre di Frida, Wilhelm, nacque nel 1872 ed emigrò in Messico a 19 anni cambiando il suo nome in Guillermo. La madre, Matilde Calderon y Gonzales era la prima di dodici figli della cattolica Isabel Gonzales y Gonzales, figlia di un generale spagnolo, e di Antonio Calderon, un fotografo di origini indiane nativo di Morelia, città capoluogo dello stato messicano del Michoacan nel Messico centrale.
- Nei primi suoi dipinti, si può ritrovare come firma nei quadri Frieda Kahlo con il nome alla tedesca, ma quando Hitler andò al potere, decise di firmarsi Frida Kahlo.
- Il tipico costume che Frida amava indossare era quello delle Tehuana, le donne di Tehuantepec nello stato messicano di Oaxaca.
Fonte: Frida di Hayden Herrera, il libro da cui è tratto il film del 2002 diretto da Julie Taymor.
Complimenti Elena, questo è senza dubbio il tuo post più bello. L'hai scritto con molta passione e si sente tutto l'entusiasmo che provi per questa straordinaria pittrice messicana. Purtroppo non ho visto il film della Taymor, perciò non posso darne un giudizio, però mi interesserebbe approfondire la questione dei rapporti fra Frida Kahlo e i surrealisti, in particolare con André Breton. Nel film appare anche lui? E cosa dice nei suoi diari a proposito di Breton? So che in generale non si considerava una vera surrealista, perché come dici te nel tuo post Frida Kahlo sosteneva di dipingere la sua realtà, non i suoi sogni. Però sarei curioso di conoscere i suoi rapporti con Breton e anche la sua seconda moglie, Jaqueline Lamba, anche lei pittrice e amica di Frida. Sai dirmi qualcosa di più in merito?
RispondiEliminaGrazie mille.
RispondiEliminaTi rispondo subito: André Breton trovava magnifico e surrealista il Messico con i suoi colori, la sua flora... Ma a Frida Kahlo non piaceva per niente Breton: trovava irritante, pretenzioso e noioso il suo voler teorizzare tutto e il suo stilar manifesti. Invece diventò subito amica intima con Jacqueline perché la trovò molto vicina a lei soprattutto come intelligenza e anche come spirito ribelle.
Breton dal canto suo, era stregato da Frida e dai suoi dipinti ed è stato proprio lui a spingerla a fare la mostra a Parigi, ma anche qui non fa una bella figura con Frida poiché non aveva organizzato perfettamente la mostra e come ho scritto, i quadri erano stati fermati alla dogana. A Frida non piaceva che questi artisti teorizzavano su tutto, ma poi non facevano nulla di pratico.
Ho portato la storia di Frida anche all'esame scritto dell'ammissione all'Accademia di Belle Arti e avevo preso 27/30. Ero tra i pochi ad aver preso di più in quell'esame.
Che bel post, adoro Frida Kahlo!
RispondiEliminaHo visto una bellissima mostra a Berlino lo scorso maggio: disegni, dipinti fotografie e perfino abiti e gioielli della pittrice!
Non mi meraviglia affatto che Frida avesse affascinato anche Elsa Schiaparelli, i suoi abiti tradizionali, le sue acconciature e i suoi gioielli erano semplicemente incantevoli!
Mostra a Berlino? Mi fai venire un'invidia pazzesca.
RispondiEliminaFrida sapeva incantare chi aveva attorno con la sua sola presenza.
Ciao, complimenti per questo post nel quale mi sono imbattuta per caso!
RispondiEliminaGrazie infinite. Ritorna quando vuoi, sei la benvenuta mia omonima.
RispondiEliminaMolto intenso, sto per scrivere un pezzo sulla donna e Frida ne sarà il comune denominatore spero che verrai a leggerlo per commentarlo!
RispondiEliminahttp://meditazionidiunfalsomagro.blogspot.com/
frant
Lo farò senz'altro
RispondiEliminaHighly descriptive blog, I liked that a lot.
RispondiEliminaWill there be a part 2?
My page ; desativar comentarios wordpress
Thank you very much. I don't think it will be a part 2.
RispondiEliminaComplimenti per il post. Io ho scritto da poco un post su Frida nel mio blog in merito a un cosplay che ho fatto di lei. E' arrangiato ma è stato divertente farlo e poi la Kalho è un idolo per me.
RispondiElimina