Che arte sarebbe stata senza l'apporto delle muse? Non parlo delle figure mitologiche, ma di donne in carne e ossa che sono servite da modelle e anche più ai pittori e non solo.
Come vi avevo già accennato qui verso la fine, vi avrei parlato di Elizabeth Eleanor Siddal detta Lizzie (Londra, 1829 - ivi, 1862)
Di umile famiglia, notata da Walter Howell Deverell quando faceva la sartina, presto conobbe gli altri Preraffaelliti.
Aveva una bellezza sospesa, malinconica, quasi rapita da qualcosa, lei fu la modella principale della Confraternita soprattutto di Dante Gabriel Rossetti, co-fondatore del movimento artistico e suo marito, ma posò per altri pittori.
Due anni fa fu realizzato da Marco Tagliapietra un graphic novel biografico su di lei, edito dalla 001 Edizioni, ed è un'ottima occasione per conoscerla, per scoprire alcune cose di lei.
copertina del fumetto
il quadro dal quale è stata presa la copertina, la celeberrima Ofelia di John Everett Millais, 1851-1852
Per fortuna che esistono i doodle di Google sennò non mi sarei mai accorta che oggi, 21 ottobre 2011, sarebbe stato il centenario della nascita di Mary Blair (nata Mary Robinson).
Forse alcuni di voi non la conoscono. Neanch'io la conoscevo fino a qualche anno fa da quando ho visto un contenuto speciale del dvd di Cenerentola della Disney.
Infatti, è lei che dovete ringraziare se gran parte dei film d'animazione della Disney (ovviamente parlo per quelli vecchi) hanno uno stile sognante.
Lei si occupava dell'arte concettuale ovvero la fase preliminare per la realizzazione del film. Fondamentale è saper cogliere l'atmosfera, la più adatta per il film, che poi durerà per tutto il tempo.
Ci sono libri che si leggono nell'infanzia e rimangono per sempre.
Al di là degli ovvi, anche se meritevoli, Pinocchio, Il Piccolo Principe (anche se quest'ultimo l'ho scoperto un po' più tardi ovvero alle superiori), ce n'è uno al quale sono particolarmente affezionata.
Si intitola Lo stralisco ed è di Roberto Piumini (Edolo, 1947).
Edito per la prima volta nel 1987, io lo lessi in quarta elementare ovvero 5-6 anni dopo.
E' un libro che tuttora conservo con tutte le annotazioni fatte a scuola. Non solo l'abbiamo letto, ma io e tutta la classe abbiamo anche visto uno spettacolo teatrale tratto da questo romanzo.
Poco fa l'ho riletto dopo tanto tempo e mi sono sentita volare.
l'illustrazione di Cecco Marianello che fà da copertina
La storia, ambientata nella città turca di Malatya racconta dell'amicizia tra Sakumat, un pittore "...non giovane ma nemmeno anziano: aveva l'età in cui gli uomini saggi sanno stare in amicizia con se stessi, senza perdere quella degli altri..." e un bambino di undici anni Madurer.
Purtroppo il bambino soffre di una malattia che gli impedisce di stare all'aperto. Deve stare sempre al chiuso e lui non ha mai visto, dal vero, alberi, fiori, il mare, insomma il mondo esterno. Inoltre le mura in cui vive sono chiuse, senza nemmeno una finestra.
Suo padre, il burban Ganuan, ovvero il signore della regione ambientata, fa contattare il pittore per chiedergli un lavoro: dipingere le mura.
Ed è proprio con questa promessa che Sakumat e Madurer non danno vita solo, con la pittura del primo e l'immaginazione dell'altro, a dei paesaggi, ma anche a delle autentiche avventure dove ci sono combattimenti di pirati e altro, provando a immaginare quello che non si vede.
Non solo danno vita, ma compiono l'atto di "...aggiungere il resto della vita..."
-ATTENZIONE SPOILER:
Purtroppo la malattia di Madurer lascia poco scampo, ma alla fine lui muore sereno perché dopo tutto è "...sente una una stanchezza felice...".
Sakumet ritorna nella sua casa dopo più di un anno dalla sua partenza e dopo aver rifiutato altre commissioni, decide di diventare un pescatore.
Ecco cosa ho scritto allora a stampatello nel libro: Il finale è commovente non triste perché Madurer è sereno e noi dobbiamo rispettare il pensiero e le convenzioni (immagino volessi scrivere "convinzioni") del nostro amico. Sakumat non vuole più dipingere perchè con Madurer aveva espresso il massimo della sua capacità creativa, un'esperienza irritibile (ovviamente intendevo "irripetibile").
Il libro è a lieto fine.
-FINE SPOILER
Che cos'è lo stralisco del titolo?
E' una pianta luminosa "...Splende nelle notti serene. E' una specie di pianta-lucciola, capisci? Noi adesso non la vediamo splendere perché è giorno. Ma di notte illumina il prato..." (cit. di Madurer).
Lo stralisco è un'apparizione brevissima, non è al centro di tutto il libro eppure ha un'importanza fondamentale. Quale? La lascio scoprire a voi.
Spero di avervi emozionato, di avervi indotto a leggerlo se non l'avete già fatto oppure di farvelo riportare alla memoria se invece ne avete avuto il piacere e inoltre che anche voi trovaste i propri orizzonti.
Hayao Miyazaki ha fiducia nei bambini, nella loro capacità di vedere l'invisibile, vedere oltre le apparenze, nel loro criterio, ed è per questo che lui, con lo Studio Ghibli, ha dedicato così tanti film ad essi.
Ora non dirige più però collabora e nel film Arrietty, tratto dalla serie di libri fantasy Gli sgraffignanoli (The Borrowers)di Mary Norton e da cui è stato tratto nel 1997 il film I Rubacchiotti ha firmato la sceneggiatura. La regia è di Hiromasa Yonebayashi, suo animatore in film precedenti. Questo è un bene che lo Studio Ghibli continui, che forma nuovi autori, che il messaggio continui.
Ogni suo film è un evento poiché ha uno stuolo di appassionati (come me) che vanno a vedere ogni suo film, ma dietro tutto questo c'è un motivo: il mondo di Miyazaki non si scorda tanto facilmente. Non perché è un mondo estraneo a noi, ma perché lo mostra in tutta la sua meraviglia, l'incanto che lo pervade (non a caso un saggio dedicato a Miyazaki s'intitola L'incanto del mondo, ed. Il Principe Costante). Ed è con questa caratteristica che vengono descritti gli "eroi", persone normali, a volte appartenenti a quei "status sociali" considerati deboli ovvero donne, anziani e ovviamente i bambini.
Inoltre è un'autentica emozione vedere ancora i disegni dipinti a mano, come quelli di una volta.
Cosa sono quei colori finti che ci sono adesso? A voi danno emozioni? A me no.
Ho avuto quasi l'impressione, a volte, di vedere dei quadri impressionisti, per quella delicatezza, quella soffusità che a volte si percepisce. Altre volte quel mondo colpiva per la minuziosità dei dettagli come se fossero cose vicine a noi, palpabili.
Le avventure di Arrietty, piccola prendi-in-prestito, e della sua controparte umana, Sho, un ragazzino con problemi cardiaci sin dalla tenera età, come le altre dello Studio Ghibli, scorrono con naturalezza e non è una storia che ha azione o chissà cosa, ma ha la poesia. Ovviamente c'è anche un cattivo, ma è caratterizzato in modo che si possa riconoscere anche tra le persone a noi vicine.
Molti altri lo diranno che i film dello Studio Ghibli sono poetici, ma non è che sia una frase fatta. E' così e basta e anche questa, una storia semplice senza troppi intrighi, ma non per questo "infantile".
C'è davvero l'anima in questi disegni.
Vi lascio con la canzone di Arrietty cantata dalla cantante e musicista bretone Cécile Corbel che si è occupata anche della colonna sonora. La sua storia è un po' particolare: lei stessa aveva inviato un cd di prova allo Studio Ghibli dicendo di come la sua musica fosse stata influenzata dai film di Miyazaki e fu scelta. (fonte: wikipedia).
e l'ha cantata anche in italiano
I'm fourteen years old I'm pretty
Un'energica piccola lady
Sotto al pavimento sto
Da sempre una prendimprestito
A volte son 'happy', a volte sto giù
Vorrei incontrare qualcun
Con il vento tra i capelli miei
Vorrei stare a fissare il cielo
Un fiore a te vorrei venire a portar
Là fuori tutto un altro mondo c'è
Guarda le farfalle volteggiare!
È solo me che stanno ad aspettar...
Così niente può mai cambiare
Nel mio piccolo mondo personale
Non che lo detesti o che
Ma a proposito di te
Di più, di più io vorrei saper
Tristezza e felicità vengono sempre
In coppia mischiate fra lor
Con il vento tra i capelli miei
Vorrei stare a fissare il cielo
Un fiore a te vorrei venire a portar
Là fuori tutto un altro mondo c'è
Guarda le farfalle volteggiare!
E' solo te che stanno ad aspettar...
Allo splendere del sol
circondata da mille fiori
Insieme a te i giorni vorrei passar
Così sentendo nel mio cuor...
in un mondo del tutto nuovo
A modo mio vado a vivere
A volte qualcosa di incredibile succede per davvero.
Aggiornamento 22 gennaio 2013:
Ecco una video-recensione breve e ironica del film.
Chester A. Bum è un personaggio interpretato da Doug Walker ossia Nostalgia Critic.
Se andate a vedere altre recensioni di Chester A. Bum, vedrete che si assomigliano per il modo di fare e per l'ironia che può piacere o no.
E così ieri sono andata a vedere il film Jane Eyre diretto da Cary Joji Fukunaga.
Così come per Bright Star mi sono sentita condotta in un mondo estraneo, ma comunque vicino.
Sebbene in questi ultimi 50 anni ci sia stata la liberalizzazione del sesso, sono nate anche altrettante nevrosi e soprattutto a volte manca la passione.
La letteratura romantica impazza, letteratura ambientata in luoghi dove di giorno è tutto un gioco di sguardi, di parole, di accenni sottili e invece di notte irrompe il fiume abbattendo le dighe delle convenzioni.
Ora invece cosa ci rimane?
C'è più passione amorosa in un film come in Jane Eyre che in molti film ambientati ad oggi.
E attenzione non sto parlando di smancerie soltanto per farsi notare, ma di autentiche parole e gesti.
Ma la passione la mettono anche i protagonisti: Mia Wasikowska (già vista nel deludente Alice in Wonderland di Tim Burton e posso ben vedere che la ragazza sa recitare) nel ruolo di Jane Eyre e Michael Fassbender in quelli del signor Rochester.
I film in costume sono considerati tra quelli più difficili da recitare perché c'è un altro linguaggio, un altro modo di comportarsi, di muoversi e tutto questo viene dipeso dalle convenzioni sociali e dagli abiti indossati. A queste condizioni, ogni esagerazione viene subito notata.
Anche i comprimari recitano spinti dalla verità delle parole.
Ovviamente per passione non intendo niente di spinto, ma di qualcosa di emotivamente coinvolgente ed essa viene sostenuta da un senso estetico raffinato sia nelle fotografia sia nelle musiche di Dario Marianelli, giovane compositore italiano già vincitore del Premio Oscar per Espiazione senza dimenticare i costumi (non a caso è un film in costume)
Il cognome del regista tradisce origini giapponesi e non si esclude che abbia messo un po' di gusto nipponico nel film.
Inoltre nel film c'è anche posto per un sottile senso di paura, quella che prova Jane Eyre nella casa piena di segreti del signor Rochester.
Il regista stesso affermò che nelle 20 edizioni cinematografiche del film questo aspetto veniva lasciato in secondo piano. Eppure non bisogna mai dimenticare l'ambiente della storia e qui abbiamo un luogo ostile, freddo in più mesi dell'anno, con una natura quasi rocciosa che sboccia solo in primavera.
Non ho letto il libro e presto colmerò questa lacuna, ma soprattutto spero che lo leggeranno le ragazze di oggi, le stesse che leggono Moccia&company perché la storia di questa ragazza orfana, non necessariamente di una bellezza straordinaria (anche se io l'ho trovata più luminosa di tutte quelle dame impastricciate), dotata di un'intelligenza acuta, capace di grandi sogni e di non mentire a se stessa possa far parte del bagaglio culturale di quelle che hanno come modelli quelle della tv.
E' una speranza.
P.S.: Da parte mia l'ho trovato quasi un film inattaccabile anche se ho avvertito una mancanza ovvero la poca presenza di Bertha Mason interpretata da Valentina Cervi. Forse leggendo il libro noterò più incongruenze.
Il racconto che segue non è di mia invenzione, ma mi è arrivato attraverso un'e-mail ed è dedicato alla Giornata degli Indignados che si terrà questo sabato a Roma.
LA CRISI DEGLI ASINI
Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca.
Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato.
Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate.
Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte.
Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.
E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre 2011 (Giornata internazionale
degli indignati) ... e fate circolare questa storiella....
Fine del racconto e speriamo anche di questa situazione.
Ravenna 8 ottobre 2011 (ieri praticamente) Notte d'Oro.
A parte le polemiche (quelle ci saranno sempre), queste occasioni possono farti scoprire autori che fino a un momento fa non conoscevi ed è il caso di questa artista ilana Shafir nata a Sarajevo nel 1924 quando allora c'era la Jugoslavia.
Durante l'occupazione nazista, ha visto sterminare delle famiglie, ma lei e la sua famiglia sono scappati.
Nelle sue opere c'è proprio l'amore per la vita, un mondo così ricco e vivo che è un piacere guardarlo.
A voi lascio la visione del filmato che ho fatto:
Scusate la qualità, ma avendo perso la mia ultima telecamera (mannaggia!), ho dovuto arrangiarmi con la prima. Ho cercato di andare il più lenta possibile per mostrarvi i dettagli. Spero mi possiate perdonare.
La mostra è stata realizzata nel portico interno della Biblioteca Classense ed è stata realizzata, come molte altre manifestazioni, in occasione per Ravenna Capitale 2019.
Steve Jobs è morto. Beh, ormai credo che lo sappiate tutti perché la notizia ha fatto il giro del mondo da stamani.
Alcuni dicono che ha perso la battaglia con la malattia. Ma io non credo proprio o almeno è un uomo che ha vissuto.
Adesso non mi interessano le sue invenzioni, ma l'uomo.
Mi auguro che anche tutti voi siate affamati e folli, ma soprattutto mi auguro che vi rendiate conto che state vivendo solo nel momento in cui sapete di star morendo.
E' stato citato quando ho parlato delle Streghe, delle Ninfe, ha aiutato Psiche.
Di chi sto parlando?
Ma naturalmente del semidio greco dei boschi Pan.
Pan adagiato di Peter Paul Rubens, 1610 ca.
mosaico pavimentale di origine romana, 138-192 d.C.
Questa fotografa l'ho scoperta solo qualche mese fa, ma me ne sono innamorata subito.
La fotografia era proprio agli albori, non erano passati neanche 50 anni dalla sua scoperta e la sperimentazione stava prendendo atto.
Si può forse dire che Julia Margaret Cameron sia la prima fotografa donna ed amava ritrarre le donne. Amava ritrarre.
L'epoca vittoriana, con la sua atmosfera sognante e rarefatta, impregnava le foto di questa artista. Sono quasi creature imprendibili, quasi evanescenti come fossero delle apparizioni quelle qui ritratte.
Anche molti personaggi illustri si sono lasciati fotografare da lei come potrete vedere.