mercoledì 4 marzo 2015

Il proprio frammento di arcobaleno

Non so come chi mi legge, mi percepisce.
Alcuni mi ringraziano e mi sento io di ringraziarvi piuttosto.
Cerco sempre di avere uno sguardo aperto, di scrivere qui post incoraggianti, ma non è che sia immune a periodi cupi.
Anzi, il fatto di avere questo sguardo è anche perché so di avere questi periodi cupi e adesso so che non sono eterni.
Per esempio, dopo alcuni giorni cupi, stamattina vedo questo
le tre foto sono state prese da Pinterest




Quale meraviglia per me.
Memore di attimi d'incanto, mi sento in quell'istante rinata come se avessi avuto un respiro rivitalizzante.
Poi ho ripensato a una cosa che ho saputo qualche mese fa.
Magari la cristalloterapia non è nelle vostre corde e ci sta, ma qui sto parlando di qualcosa che c'è.
Avete presente quando dentro il quarzo ialino vedete l'arcobaleno?







Mi è stato spiegato che l'arcobaleno si forma perché il quarzo presenta delle fratture interne e potete immaginare che cosa si crea quando il raggio di sole colpisce questa frattura.
Non sempre gli arcobaleni sono visibili. Anzi, il più delle volte li si deve cercare e non è che tutti i quarzi presentino queste fratture.
Questi arcobaleni possono presentarsi in tutte la famiglia dei quarzi (come l'ametista) ma viene considerato molto il quarzo ialino (chiamato anche cristallo di rocca).
Quando mi è stato detto di questi cristalli con l'arcobaleno, ho subito pensato a noi, a quali "fratture" serbiamo.

E il pensare al cristallo, mi fa subito pensare a Giacomo di cristallo di Gianni Rodari.
Lessi il racconto alle medie e rimasi stupita dall'immagine del libro: mi sembrava davvero che spargesse luce


Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l'aria e l'acqua. Era di carne e d'ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente.
Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.
Un'altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca.
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri.
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.



Ecco, queste immagini alla fine mi rincuorano e spero servano anche a voi.
Qualunque cosa succede, non dubitate neanche un attimo del frammento di arcobaleno che avete dentro di voi.
Magari potete immaginare com'è, dov'è che si forma ecc...
Ma l'importante è che lo senta e sta a tutti noi illuminarlo
E poi magari di espanderlo proprio come fa Giacomo.



Nota Bene: Qui non sto parlando ovviamente dei Bambini Cristallo e Arcobaleno. Da quello che alcuni avranno capito leggendo i miei post, l'esoterismo mi interessa più che mai ma tutto ciò che è segnato come New Age mi insospettisce un po'. Diciamo che è un argomento molto più ampio di quello che potrei scrivere adesso.

6 commenti:

  1. Mio fratello crede nella cristalloterapia e nelle Orgonite. Ne fa di tutti i tipi e li regala agli amici.
    Ne ho anch'io una in camera. Io ci credo? Mah chissà...

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  2. Ciò che infatti ho voluto (e cercato) scrivere era una cosa effettiva. Quando mi hanno detto di questa cosa delle fratture interne al cristallo e del suo successivo arcobaleno (cosa che può capitare di vedere anche a chi non crede nella cristalloterapia ;) ) ho subito a noi "umani".
    Poi volutamente mi sono fermata qui anche perché non sto giudicando chi ci crede e chi non ci crede.
    L'importante è che le cose vengono sentite e non affidarsi solo ai libri

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  3. Molto bella la storia di Gianni Rodari, non la conoscevo.
    Io non credo nella cristalloterapia (mi conosci, lo potevi immaginare) ma gli arcobaleni sono ugualmente belli.

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  4. La bellezza degli arcobaleni è universale ^_^

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  5. L'arcobaleno deve essere la mia immagine originaria (Jung la sapeva dannatamente lunga, secondo me...).
    E' vero, esiste, ma non si tocca e non si prende, esiste solo in determinate condizioni e si vede solo dopo un acquazzone di quelli violenti eppure (o forse proprio per quelll) e' cosi bello... Poi svanisce sempre.
    Io me lo sono anche tatuato per averlo sempre, ma certo non e' possibile possederlo... Alla fine dell'arcobaleno dicono ci sia una pentola di tesori, ma nessuno ci puo' arrivare veramente
    Si, penso proprio che Jung la sapesse lunga

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  6. Mi ricorderò sempre di un fatto.
    Un giorno vidi un arcobaleno intenso e sentii un nonno raccontare al proprio nipote, un bambino piccolo, com'è formato l'arcobaleno.
    Il bambino interruppe il nonno dicendo che voleva andare là, dall'arcobaleno.
    Che l'immagine dell'arcobaleno ti accompagni.

    P.S.: Preferisco Jung a Freud.

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Grazie per i commenti

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