mercoledì 6 aprile 2016

Mostra "I volti e la storia" di Biagio Piccolo a Ravenna

Qualche giorno fa sono stata contattata via e-mail da Alessandra Maltoni per chiedermi una collaborazione e io sono sempre emozionata in ciò.
Dice di aver visto il mio blog e che le piacerebbe un mio interessamento al suo Centro Servizi Culturali (qui la sua pagina FB) informandomi anche di una mostra in via Massimo d'Azeglio, 2.
Bene, ci incontriamo.
Mi fa sapere che ha letto la mia intervista fatta alle libraie della libreria Momo.
Tutto ciò mi riempie di orgoglio e le chiedo di parlarmi di questo Centro che ha.
Mi risponde che l'ha aperto proprio da poco dopo varie esperienze nella didattica e il suo intento è creare una scuola privata con corsi sulla cultura e sulle lingue.
Intanto, si prodiga anche nella presentazione di eventi e mostre come a questa che mi ha invitato.
Entrare è stato come essere accolta dal colore.

































Colore, colore, come se non esistesse altro, dato in una maniera prorompente e mi trovo davanti una persona molto gentile, a modo.
Rimango affascinata da questa intensità anche perché un po' mi riconosco.
Non faccio fatica a immaginarlo mentre dipinge.
Dopo aver parlato con Alessandra Maltoni, mi presento al pittore ovvero Biagio Piccolo, un signore napoletano che ha poco più di 70 anni.
Mi racconta la sua vita e cercare di riassumerla qui sarebbe impresa ardua. 
Comunque si potrebbe dire una vita segnata da diverse mancanze sia fisiche che emotive.
Ma alla vista di quel colore c'era qualcosa che mi suggeriva "Okay, ma ci deve essere dell'altro."
E posso dire che si tratta di generosità e fiducia, qualità che lungo la sua vita gli sono state ampiamente riconosciute.
Si potrebbe discutere ampiamente di come alcuni quadri abbiano un tocco di Picasso (anzi sembra lo stesso pittore che dice A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino), di come ci possa essere qualche traccia di astrattismo russo o di fauvismo ma così si perde di vista lui, la sua persona e in realtà questi dipinti sono un inno alla vita, ai suoi cambiamenti, a una voglia incrollabile di vivere anche quando si tratta di affacciarsi all'angoscia.
Lungo l'esplorazione rimasi colpita da un quadro.
Purtroppo non l'ho potuto fotografare perché era sotto un arco che quasi faceva da grotta al quadro oscurandolo un po' e in più il colore predominante è il nero. Si tratta, come poi mi ha spiegato, di una rappresentazione sua e proprio in quel momento sentiva angoscia. Guidato da quell'emozione, dipinse una raffigurazione di lui da vecchio (il titolo dell'opera è appunto Il vecchio) con sopra un cappello bianco.
Sembra una maschera (più avanti mi dirà che ha lavorato molto nella commedia dell'Arte mostrandomi movenze da Arlecchino di uno spettacolo scritto nel 1400), una maschera amara come quella che si vede qua sotto.





Guardandola mi sembra di vedere una colata di colore che sgorga dal suo occhio destro.
Se sia stato voluto o no, non so eppure se prima il colore era netto come una presenza specifica e chiara, con la sua musica, qui abbiamo uno sfondo che potrebbe ricordare un paesaggio in mezzo alla nebbia.
Ma anche di fronte a un quadro dai colori vividi sembra nascondersi qualcosa.




In questo quadro sono raffigurate tre teste e mi diceva che si tratta di un fatto che non si può raccontare a parole. Anche una persona generosa ha dei suoi spazi, delle sue stanze dove desidera che non siano oltrepassate.
Rispetto il suo volere e rimango stregata da quel fiore a destra, un bocciolo di rosa.
Capisco perfettamente quando si tratta di dipingere per esorcizzare un evento traumatico (ne ho parlato qui) e vedo questo bocciolo che si apre, che si innalza come un'onda o come una scia profumata, un respiro colorato.
Il dolore, l'angoscia ci sono, anche di fronte al non sapere che cosa succederà in futuro, di fronte a un passato che sembra perseguitare ma poi c'è la vita che non è solo una bastarda, che ci accompagna e ci avvolge col suo colore/calore.


La mostra di Biagio Piccolo si trova in via Massimo d'Azeglio, 2 e chiude l'8 aprile quindi consiglio a tutti i miei concittadini di venire, di lasciarvi avvolgere anche voi da questi quadri, di parlare con Biagio.
C'è il mattino dalle 10.30 alle 13 e il pomeriggio dalle 17 alle 20.

4 commenti:

  1. Grazie, per la spontanea e positiva recensione alla personale dell'artista Biagio Piccolo. A. Maltoni Centro Servizi Culturali

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  2. Mi sarà impossibile essere alla mostra, ma queste opere hanno catturato la mia attenzione. Complimenti all'artista!

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Grazie per i commenti

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