Di solito ai colori vivaci e brillanti si dà tutto ciò che di positivo c'è al mondo (vitalità, gioia, allegria...) e invece ai colori scuri tutto ciò che ci possa essere di terribile (tenebre, morte...). Ma sarà davvero così?
Questa unilateralità di pensiero, il voler dare un solo senso ad un colore non mi piace e credo sia tipica dell'essere umano. Ma così ci si dimentica che di tanti lati e strati è fatto il mondo così come le persone e anche i colori.
Prendiamo ad esempio il bianco. E' davvero così innocente? Forse vi sembrerò controcorrente, ma non credo che il bianco sia un colore davvero calmo. Anzi, se potessi identificare il bianco con una persona, mi sembra quasi una di quelle che nascondono la loro vera natura sotto una parvenza di buone maniere e di gentilezze, ma il loro scopo è quello di cancellarti subito. Perché il bianco cancella tutto quello che gli è attorno. Credo che il bianco bisogna saperlo dominare per riuscire ad avere la sua luminosità.
E il nero. E' davvero così brutale? Forse, ma mi pare che si nasconda come quelle persone ritrose che non vogliono mai farsi notare però tu avverti la loro presenza e, per qualche strano motivo, ti affascinano perché in loro vedi molto più di quello che sembra.
Naturalmente queste sono mie sensazioni. Bisogna andare oltre le convenzioni, non restare fossilizzati su ciò che sappiamo già. Dubitiamo, andiamo alla scoperta perché così attiviamo il cervello e il mondo esterno non sembrerà così monotono.
che carino questo post. molot interessante. io, per esempio, non amo molto il bianco, specialmente nei vestiti, e credo di avere davvero pochi capi di questo colore. mi piace molto come scrivi!
RispondiEliminati ringrazio molto per essere passata e grazie mille per i tuoi complimenti. passa pure quando vuoi. sei la benvenuta
RispondiEliminaQuesta tua riflessione sui colori, soprattutto sul bianco, mi ha portato alla memoria un capitolo di un libro che lessi diversi anni fa. Tu dici: "Prendiamo ad esempio il bianco. E' davvero così innocente? Forse vi sembrerò controcorrente, ma non credo che il bianco sia un colore davvero calmo". Cara Alma, il primo scrittore che si accorse dell'orrore mistico e quasi indicibile che può causare il bianco fu Herman Melville, e scrisse appunto queste sue riflessioni sul bianco nel quarantaduesimo capitolo del suo romanzo più famoso: Moby Dick. Il capitolo si intitola: 'La bianchezza della balena' e sono nove pagine dove Melville, come in un saggio, riflette sulla stranezza e l'inquietudine che, al contrario di quanto pensi la gente, il bianco può ispirare. Melville scrive:'Era la bianchezza della balena che sopra ogni altra cosa mi atterriva' e prosegue cercando di analizzare queste sue sensazioni in un capitolo-saggio. Non posso trascriverti il capitolo qui, ovviamente, e t'invito a leggerlo perchè è davvero fondamentale per chi sia interessato, come te, ad una 'fenomenologia dei colori'.
RispondiEliminaQuesti ultimi post, il contesto, i colori, il loro differente significato mi riportano al modo con cui percepiano la realtà intorno e che muta secondo la prospettiva, lo stato d'animo, il momento.. Quell'innocenza che hai descritto così bene in un altro post ci permette forse di "vivere" l'essenza del "colore" o la ricchezza della "realtà intorno".. Il nero ed il bianco li associo istintivamente allo yin e yang .. i due opposti che in ogni cosa coesistono.. e la tua riflessione arricchisce il concetto.. La luminosità" del bianco emerge forse proprio quando si comprende che nel bianco coesiste l'opposto.. Il nero in questo momento e nella lettura del tuo post mi trasmette commozione e profondità.. un "andare a fondo di se stessi" anche nella "ricerca" dell'altro..sicuramente se ne esce arricchiti..
RispondiEliminaGrazie!