martedì 13 gennaio 2015

La libertà nel disegno

Che squillino le trombeeeeeee!!!!!
Sono felicissima e supergasata perché, dopo tanto diverso tempo che non prendevo una matita oppure la prendevo e facevo uno scarabocchio mosso e incompleto, ho fatto un disegno!!!!
Il brutto è che non riesco neanche a postarlo perché lo scanner non va (uffa!!!) ma sono così felice!!!
E vi dirò: sembra che alla fine il disegno non ne sia mai andato. E' come se fosse rimasto silenziosamente accanto a me se non addirittura dentro.
E che dire?
Il disegno è il mio primo amore. E' stata la mia prima forma di comunicazione. Il primo modo che avevo da bambina per dire "Ci sono anch'io.".
E dal disegno è nato il mio amore per le immagini.
E' stato come una chiave per un mondo che mi ha aiutato innumerevolmente volte.



Così ho scritto il 28 dicembre tutta esaltata su Facebook.
Curiosi di vedere il mio schizzo?
Eccolo







Non sarà perfetto come disegno, ma dopotutto gli schizzi non hanno bisogno di essere perfetti.
Sono come delle impressioni, semi che stanno per nascere e hanno la stessa forza e potenza di un germoglio che perfora l'asfalto.
A volte quando si vuol fare di uno schizzo un disegno completo e finito, è difficile mantenere nel disegno la stessa freschezza dello schizzo.
Nel farlo mi sono sentita libera come una bambina, libera di giocare e non c'è niente di meglio di uno sguardo fanciullesco per fronteggiare un blocco.
Anzi, io lo chiamo blocco però magari non è così. 
Forse qualcosa in me è in procinto di nascere e io non sono in blocco, ma forse in attesa come gravida di qualcosa.
Mentre disegnavo, sentivo come se il disegno fosse una presenza vicina a me.
Come se ci fosse una guida accanto a me.
Sarà questa donna nata chissà dove ad essere la mia guida?
Può darsi.
E dove sta guardando?
Cos'è che ha visto?
Alcuni misteri rimangono tali nel disegno.
Comunque sono davvero felice e ringrazio un mio caro amico per aver fotografato il mio disegno così che io possa farlo vedere.


mercoledì 7 gennaio 2015

Per Charlie Hebdo

Vorrei sfogarmi, vorrei stare lì e gridare.
Ma preferisco il silenzio.
Non per omertà, ci mancherebbe, ma perché è già stato fatto troppo rumore.
A partire dagli spari?
Oh no, credo da molto prima.
Ogni volta che si parla di satira e di Islam, c'è sempre qualcuno che ride e dice "Ahahahah, non avete il fegato per dire qualcosa contro gli islamisti e Maometto. Non avete le palle."
Ed oggi sapete bene cosa sia successo.
La sede di un giornale satirico di Parigi è stata attaccata da terroristi.
Ecco, li chiamerò così.
Terroristi.
Senza aggiungere altro.
Alcune volte mi sono scontrata con più e più persone sul fatto che l'Islam non sia solo quello che fanno vedere, quello che preferiscono far vedere.
In quello che hanno fatto, non ci trovo nulla di differente di chi ha commesso attentati terroristici qui in Italia e all'estero e non solo in nome di Allah.
Come ho visto per esempio poco fa su Facebook, si stanno dedicando diversi fumetti a tutte quelle persone (finora riconosciute) che sono morte.
Alcuni dicono anche che quei fumettisti se la sono cercata.
Anche Falcone e Borsellino si sono cercati la morte?
Non mi sembra un paragone azzardato.
Anche tutti quelli che hanno dato la loro vita per la libertà (e non le libertà) se la sono cercata?
Ogni regime, ogni associazione terroristica sa bene quanto l'immagine sia importante, quanto facilmente può essere diffusa e così come le parole possono scardinare.
Ogni persona che cerca di mettere in dubbio qualcosa è pericolosa, ma ci sono gli estremisti e non.
La libertà di opinione include anche l'ascolto.
Come hanno scritto alcuni, non cediamo alla violenza, alla furia cieca.
Intanto questo è un giorno di lutto e non solo per Parigi, per la Francia.
Spero che questo mio post non sia visto come una cosa trita e ritrita.
Lo faccio perché come disegnatrice mi tocca, ma anche come essere umano.

giovedì 1 gennaio 2015

Buon inizio di Anno Nuovo con Aulonia

E stanotte, dopo che tutti i botti hanno cessato di far rumore, sono andata al computer e ho scritto un nuovo capitolo per Aulonia (leggi qui)
Anzi per Zoe perché, ricordo visto che è passato un po' di tempo, Aulonia è rinata stavolta in forma umana al 100% senza aver un solo ricordo di quello che era.
Reincarnazione?
Credo sia molto di più di questo.
Alla fine non credo sia un caso se io abbia scelto il buio per inaugurare il nuovo anno.
Innanzitutto l'incontro col buio era già da tempo che pensavo di scriverlo.
All'inizio inizio pensavo al buio come a una sorte di bestia gigante con la quale Zoe facesse amicizia. 
L'avevo pensata come se Zoe "riconoscesse" nel buio la bestia.
Alla fine, dettata anche da questa notte che ricordo è (era) anche la notte delle fate (spero non si siano spaventate per i troppi botti :D ), ho preferito che l'incontro fosse più semplice.
Tempo fa avevo espresso dei miei pensieri, anzi dei miei dubbi, riguardo al fantasy.
E dire che a me piacciono le fiabe (ma và?) e il mondo fantastico.
Una contraddizione? Boh.
Comunque vi espongo quale è il mio rapporto col fantastico.
Sin da bambina mi sembrava che alcune cose fossero diverse da come me le raccontavano, ma quando ero io a raccontarle a loro venivo subito presa in giro.
E io ero interdetta perché mi dicevo "Perché ridete? Io lo vedo. E' lì. Non me lo sto inventando."
Ve ne accorgerete meglio dalla prossima puntata (che non sarà fra una decina di mesi ;) )
Da queste basi concrete parte il mio mondo immaginario e continua ancora adesso.
Per questo non faccio fatica a vedere in questo mondo il fantastico perché di questo stesso mondo si nutre.
Almeno questo è quello che mi riguarda.
Se anche voi desiderate condividere il vostro rapporto con il fantastico, ne sarei felicissima.

Comunque, alla fine ho pensato alla notte per reintrodurre Zoe e non solo perché è figlia della Luna ma anche perché il buio rappresenta l'ignoto e in un anno appena cominciato credo che l'ignoto faccia la sua bella figura.


Detto questo, io ed Aulonia/Zoe vi auguriamo un felicissimo anno nuovo pieno di fiducia anche verso l'ignoto.





P.S.: La foto non è stata fatta stanotte, ma a fine dicembre 2009.
P.P.S.: Il fatto di sentirsi protetti dal buio è dovuto perché io stessa da bambina mi sentivo così. Comunque anche se ci possono essere dei dettagli autobiografici, non è che tutti lo siano.
P.P.P.S.: Per qualche motivo, il post di Aulonia è segnato il 31 dicembre mentre l'ho scritto verso le 4 di mattina. Misteri di Blogger.

martedì 30 dicembre 2014

Costruire o creare? Un augurio per il 2015

Un testo anonimo della Tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano e il loro spazio risulta limitato dalle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere ma, allo stesso tempo, gli permette di vivere una grande avventura.
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perché nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera.

(da Brida di Paulo Coelho)


Il 28 novembre c'è stata la seconda parte dell'Urban Pub Cabaret (qui potete vedere la prima) e il tema questa volta era Costruire.
Mentre nella prima puntata si parlava della Libertà, qui si "costruiva" lo spettacolo man mano che si stava andando avanti con Cristiano Caldironi che conduceva lo spettacolo e accanto a lui Mauro Benedetti in veste da critico. (qui potete vedere le foto realizzate da Sara Tantaro)
Ebbene, come l'altra volta, io ho realizzato un dipinto durante lo spettacolo e ho voluto trasformare, per quanto mi riguarda, Costruire in Creare.
Ecco il mio dipinto.





Perché ho voluto cambiare il tema?
Di certo non per ribattere su qualcosa.
Inoltre a noi pittori (eravamo in tre) era lasciata molta libertà di esecuzione.
Quindi ho pensato a che cosa mi suonasse meglio e appunto ho pensato alla parola "creare" perché sì mi sento più una creatrice che una costruttrice.
Ovviamente quando intendo creatrice, dietro non c'è assolutamente un significato religioso.
Inoltre quando penso alla parola creare, non per forza deve entrarci l'arte.
Il fatto è che la parola costruire mi fa pensare sì a un progetto, ma lo sento talmente schematico nel quale niente possa toccarlo.
Lo sento come qualcosa di rigido.
Ecco, io preferisco il guizzo di imprevedibilità, l'inatteso che non vuol dire solo rovina.
Preferisco vedere cosa altro c'è oltre a quello che ho in mente avendo uno sguardo laterale, ampio.
E poi creare... E' come dare vita a qualcosa che andrà avanti e che ispirerà ancora.
Inoltre la modifica è qualcosa con la quale non si può combattere.
Basta vedere le costruzioni reali.
Possono crollare, qualcun altro le modifica, ci va sopra, possono essere distrutte e i luoghi abbandonati diventano un ricettacolo per piante di diverso genere.
In pratica il controllo al 100% a lungo andare può rivelarsi un'illusione.
Ma il fatto del creare ci porta nel territorio dell'incerto e allora si pone una questione fondamentale.
Ormai da qualche mese, a volte scrivo che se qualcuno mi chiedesse se sono ottimista o pessimista, io risponderei: "Fiduciosa."
Ovviamente questo non esclude che possano capitare avvenimenti che ci facciano sentire male.
Non sono così ingenua da pensare che la fiducia sia come uno scudo, che io non soffra ma alla fine mi accorgerò, come è successo di recente, che anche quando la situazione sembra stagnante, in realtà qualcosa si sta muovendo, ma al momento non lo percepivo.
Piano piano in me si fa maggior consapevolezza e visto che la vita non è un percorso lineare, qualche volta ci sarà qualche battuta d'arresto.
Forse farò anche qualche passo indietro, ma appunto sono fiduciosa e confido.
Quindi nonostante tutte le battute d'arresto, tutte le delusioni avute, confido nel creare perché sapete molte delle cose che mi sono successe (come appunto Il Circolo degli Attori) non le avevo mai messe in conto.
Sono avvenimenti che mi sono capitati senza che io ci avessi pensato, senza averci fatto un progetto.
Sono avvenimenti che ho accolto e che sono entrati nella mia vita.

Vi lancio un enorme augurio per il 2015 con questa frase che ho scritto dietro il quadro:
"Crea e sii spontaneo nel farlo."





Qualsiasi sia il tuo campo, sii sincero.


Un bacio a tutti voi.


P.S.: Ovviamente, quando parlo della bellezza degli imprevisti, non parlo di persone che non sono sincere e oneste e aspettano l'ultimo minuto per dire la loro.
Questo, non solo nel campo dell'arte, è una cosa inaccettabile.



sabato 27 dicembre 2014

Intervista impossibile a Teodora nel 1998/1999

Se lo avete notato, nel mio blog troverete diverse interviste che ho fatto. Ad artisti, blogger, youtuber... Non importava chi erano o cosa facevano nel campo dell'arte o altro.
Se avevo piacere di fargli o farle un'intervista, lo chiedevo e via.
Pensate che questa cosa dell'intervistare fosse una cosa recente?
E invece no.
Stanotte stavo cercando due libri di Gianni Rodari (uno dei numi tutelari della mia infanzia) e invece cosa ho trovato?
Un fascicolo intitolato "Noi e l'ambiente" fatto in seconda superiore.
Ognuno della classe aveva un compito e la professoressa di italiano me ne ha dato uno ovvero intervistare Teodora.




di Jean Joseph Benjamin Constant

mercoledì 24 dicembre 2014

Il dono dei magi, di O. Henry

La prima volta che seppi di questo racconto fu con una trasposizione animata.




Ero bambina e l'ho visto tramite una videocassetta dove c'era anche La Piccola Fiammiferaia
Quindi mi ha fatto ripiacere scoprirlo da grande.


sabato 20 dicembre 2014

Onore a te Cervo





di Nicolas Le Boulanger


Onore a te Cervo.
Creatura schiva e dai passi leggeri come la silenziosa neve.
Gli alberi ora si mostrano esattamente come le tue possenti corna.


martedì 16 dicembre 2014

Qual è il libro che avreste voluto leggere da bambini?

Oggi, chattando con un'amica, alla fine le ho parlato di un certo libro linkandole il mio post e quando l'ho riletto, queste mie frasi hanno continuato a risuonare ancora in me, limpide ovvero
"Che cosa posso dire?
Che l'ho abbracciato, ho abbracciato il libro ritornando quella bambina malfatta che ero, perfettamente malfatta, che arrivava sempre tardi sulle cose, che non capiva, che si sentiva un'aliena, perfettamente diversa, estranea agli altri.
Ho pensato che se avessi avuto questo libro nella mia infanzia, mi sarei sentita rincuorata, non mi sarei sentita fuori posto.
E' come se volesse dire "Non ti preoccupare. Non c'è niente che non va in te."
Ed è riuscito a parlare con me anche adesso che sono cresciuta."
 
 
Di quale libro sto parlando?
De I cinque malfatti di Beatrice Alemagna


(ne ho parlato qui)


 
 
E voi, quale libro che avete letto in tempi recenti avreste voluto leggerlo da bambini?
Indicatemi quale e perché.

(Può essere qualsiasi libro, di narrativa, di illustrazione, ecc... Qualsiasi libro che avete letto adesso e che siete sicuri vi sarebbe servito quando eravate bambini.)


sabato 13 dicembre 2014

A piedi nudi


Non ho bisogno dei tacchi per elevarmi.
Quando posso cerco di togliere le scarpe e muovere i piedi e le dita.
Amo cercare nuovi modi di camminare, farli danzare.
E se percorri una stanza squadrata o rettangolare, puoi rifare il giro camminando all'indietro, senza voltare la testa per vedere dove vai, perché i piedi sanno già istintivamente quando c'è l'angolo. (uno degli esercizi fatti nella danza butoh)
Amo sentire coi piedi nudi il terreno, l'erba, il mare... tutto il mondo che ci circonda e sentire il legame che ho con energie primordiali.
E poi sul palco e nei templi è usanza avere i piedi nudi perché, in entrambi casi, si ha contatto con il principio della creazione.




Florence and The Machine


idem





E non importa se si formeranno calli e vesciche.
Magari mi rallenteranno, ma di certo non fermeranno la mia danza.




 Isadora Duncan


martedì 9 dicembre 2014

Vita, vita mia


di Ryan McGinley



Vita, vita mia, che pulsi incessantemente, che fremi come se tenessi in mano una farfalla.
Lo sento quel continuo vibrare come una piccola scintilla che mi fa il solletico, che mi fa ridere anche se tutto continua a crollare.
Vita, dolce e crudele, che fai crollare finte certezze, armature fatte di pensieri.
Ti danno della matrigna solo perché non sei come gli altri desiderano, ma tu vita sei fedele solo a te stessa.


Chi sei vita?
Sei il tempo che va dalla nascita alla morte? Una loro compagna?
O sei molto di più?






Che cosa sono quelle entità che sembrano strapparti l'anima?
Ma l'anima ha la capacità di guarirsi se glielo permettiamo.



Oh, vita, vita mia cercherò il tuo senso...


Vivendoti


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