Dieci anni fa gli Stati Uniti d'America si resero conto di non essere più al sicuro.
Io ero a casa di mia nonna, stavamo guardando la tv quando il programma (non ricordo quale) venne interrotto per dar spazio all'attentato. Vedemmo in diretta.
Non si è al sicuro neppure in quello che viene considerata la nazione più potente del mondo.
Se c'è stato un complotto, se i servizi segreti sapevano tutto e hanno taciuto non so come non so in caso di altre congetture.
In dieci anni il mondo è cambiato e nei paesi occidentali si fa largo una guerra silenziosa soprattutto nei confronti di quelli che vengono dalle vicinanze dell'entroterra "colpevole".
Sono cambiati i modi di approcciarsi, molti sono diventati più sospettosi e si ha paura di un ennesimo tentato.
Non solo in quell'attentato sono morte delle persone, ma anche alcune nostre certezze.
Alcuni vedono questo giorno come il presagio di qualcosa di terribile.
Io preferisco lasciarvi con alcuni passi tratti da Il Profeta di Kahlil Gibran, un libanese.
Kahlil a 15 anni
Autoritratto con Musa di Kahlil Gibran, 1911 ca.
Non sono in ordine come nel libro, ma ho voluto tracciare un percorso.