L'autore, Georg Buchner
E così anche il laboratorio non-scuola Woyzeck, ha avuto termine con il debutto venerdì 28 maggio.
Per la storia di Woyzeck, vi rimando a questo post: http://almacattleya.blogspot.com/2010/02/cambiamento-testo-woyzeck.html
Io, come tutte le ragazze del laboratorio, tranne quella che faceva Marie, ero una delle dottoresse terribili con Woyzeck, la loro cavia a cui vengono somministrati di continuo i piselli e furiose contro di lui quando venivamo sgridate dal dirigente sanitario per qualcosa andato storto. Nessun sentimento umano era contemplato in queste dottoresse e Woyzeck era proprio in balia senza alcuno appiglio per scappare.
E' stata dura, per le nostre guide Alessandro Argnani, Michele Bandini e Roberto Cascioli soprattutto, perché il testo di Buchner è frammentato come se fossero ricordi di sogni (l'elemento onirico è presente) e cercare di prendere il testo secondo una prospettiva è stato impegnativo.
All'inizio si pensava di inserire nel circo delle bestie (e io ero una di quelle) con l'imbonitore, ma poi si è preferito dare più importanza al lato medico senza nulla togliere a Woyzeck, Marie, il tamburmaggiore e il capitano.
Non bisogna dimenticare che Buchner stesso era un medico e lesse tutte le perizie psichiatriche sul vero Woyzeck. Inoltre ci furono altri due casi simili e Buchner si documentò per trarre materiale sul suo testo, rimasto incompiuto per la morte dell'autore nel 1837.
Abbiamo seguito fedelmente il testo prendendo le battute e giocando con tutto il contesto.
Un'altra scena impegnativa da rappresentare era stata quella del circo. C'erano due scene: una che era la presentazione dove sono comparsa anch'io in veste di danzatrice del ventre (preciso che sono un'autodidatta) e l'altra in cui c'era il vero circo in cui noi dottoresse indossavamo maschere di cavallo che ci coprivano tutto il viso (e dentro puzzavano un casino!).
Noi dottoresse eravamo quasi sempre presenti come delle apparizioni minacciose che incutevano timore in Woyzeck ossessionandolo.
Woyzeck, come dice lui stesso, è uno di quei poveracci che non seguono la virtù, ma la natura.
Credo che uno dei meriti di Georg Buchner sia stato di dare una complessità totale nella caratterizzazione dei personaggi e non facendo solo figurare Woyzeck come la povera vittima. Non ci sono state risate grasse e aperte dagli spettatori solo risatine un po' soffocate. Lo spettacolo era a momenti grottesco e ad altri cinico.
Forse aiutato dal fatto che è tratto da una storia vera, il testo stesso sembra essere veritiero tanto da poter impressionare lo spettatore. Nel finale, la scena dell'omicidio, dei bambini molto piccoli si sono messi a piangere.
P.S.: Una cosa che mi ha piacevolmente sorpreso dall'inizio del laboratorio era questo legame tra la bestialità. l'animalità dell'essere umano e l'aspetto sublime e poetico. Chissà perché :)