E adesso posso permettere alla stanchezza di avermi così come a quella malinconia di venire dopo che ho concluso gli spettacoli teatrali. Penserò a quei lunedì e giovedì sera senza più incontri e prove. E nonostante ciò, sono felice.
Si dice che ci sono poche cose sicure nella vita. Io posso dire che quando mi esprimo con il teatro, coi miei compagni di avventura (ai quali ringrazio fortemente così come tutti coloro che vengono a vedermi) sento autenticità e verità. E potrebbe sembrare strano considerando che il teatro è visto come un mondo di finzione. Questo però visto dal di fuori perché ci vuole un enorme sincerità con se stessi e permettere anche ai quei lati in ombra, anche a quei sentimenti cosiddetti cattivi, di uscire.
Possiamo trasformare le nostre brutture, la nostra vergogna in pura bellezza.
E tanta, tanta merda per coloro che ci saranno domani allo spettacolo finale.
Così ho scritto venerdì 27 dopo che il 26 ho recitato in uno spettacolo (assieme a quello del 23)
Due spettacoli diversi, due ruoli diversissimi tra di loro che mi hanno anche permesso di esplorare nuovi lati della mia capacità teatrale.
Prima, un po' di dietro le quinte.
Dal 23 al 28 maggio (pausa il 27), al Tamo di Ravenna si è tenuta una rassegna teatrale dove ogni giorno c'era uno spettacolo diverso fatto dal primo, secondo, terzo anno del Circolo degli Attori più due Urban Officina dove i ragazzi erano mischiati.
Il 23 alle 21, il terzo anno (dove ci sono anch'io) ha inaugurato con due spettacoli ispirati dalla Commedia dell'Arte (ne avevo già parlato qui in occasione del Carnevale)
Gli spettacoli erano basati su due canovacci ideati da Roberto Guidobaldi intitolati Amore e Destino e La follia dello Zanzi (Zanzi non è il nome di una maschera, ma il cognome di uno dei nostri componenti, Paolo Zanzi)
Io ero nel primo e facevo lo Zanni, il servitore.
Ecco a voi un po' di foto-cronaca grazie alle foto di Chiara Roncuzzi, l'aiuto regista, che gentilmente mi ha concesso di pubblicarle qui.
Amore e Destino viene presentato da Rita Lugaresi che in questo spettacolo ha un doppio ruolo, quello del presentatore e del Capitano Matamoros (nome ideato da lei stessa)
Pubblico rispettabile, sono arrivati a voi i guitti
Già nel suo monologo sono presentate domande come Siamo noi che formiamo il nostro destino o stiamo solo procedendo verso di esso?
E l'amore in relazione al destino?
Spetta solo guardare lo spettacolo
Ed eccomi qua.