sabato 19 giugno 2010
venerdì 18 giugno 2010
Morto Josè Saramago, premio Nobel nel 1998
Traccio un solco per terra, in riva al mare:
e la marea subito lo spiana.
Così è la poesia. La stessa sorte
tocca alla sabbia e alla poesia
al via vai della marea, al vien-vieni della morte.
Purtroppo è morto all'età di 87 anni, per un malore nella sua casa nelle Canarie, José Saramago, unico scrittore portoghese ad aver vinto, nel 1998, il premio Nobel per la scrittura.
Ieri una signora mi stava raccontando di Cecità, uno dei suoi romanzi, e manifestava apertamente la sua meraviglia e il suo amore per il libro che si apre con un evento normale che viene sconvolto nella sua quotidianità. Mi era stato consigliato anche per trarre degli spunti per il mio monologo L'eretica e, leggendo il riassunto su Wikipedia, mi ero stupita di alcune coincidenze verso questo libro che non avevo mai letto.
Proprio adesso apprendo della sua morte.
Teneva un blog, un quaderno come lo chiamava, tradotto anche in italiano (http://quadernodisaramago.wordpress.com/) dove scriveva anche della sua avversione verso Berlusconi e per questo fu molto contestato così come con la Chiesa avendo riscritto il Vangelo con il suo punto di vista assolutamente razionale e per il suo sostegno verso i palestinesi ricevendo così l'accusa di antisemita.
Un altro grande signore se n'è andato.
Silenzi
Oggi non era giorno di parole,
con mire di poesie o di discorsi,
né c'era strada che fosse nostra.
A definirci bastava un solo atto,
e visto che a parole non mi salvo,
parla per me, silenzio, ch'io non posso.
Modificato
martedì 15 giugno 2010
Non-scuola (esito finale)
Ormai ho finito il percorso della non-scuola. La non-scuola, tra le tante cose, scaccia via ogni complicanza psicologica e non ha la pretesa di insegnare teatro però io ho assimilato tantissimo forse perché la voglia di imparare era molta oppure perché avevo già capito che il teatro sarebbe stata una parte della mia vita.
Ma ora, avendo soprattutto fatto il mio spettacolo L'eretica (non vi preoccupate che posterò il filmato), questo percorso si sta trasformando in qualcos'altro.
Ora elencherò qui il titolo dello spettacolo, il titolo originale e il vero autore dove leggere queste mie esperienze:
Ma ora, avendo soprattutto fatto il mio spettacolo L'eretica (non vi preoccupate che posterò il filmato), questo percorso si sta trasformando in qualcos'altro.
Ora elencherò qui il titolo dello spettacolo, il titolo originale e il vero autore dove leggere queste mie esperienze:
1) Schwab tratto da Le presidentesse di Werner Schwab;
2) Gli uccelli tratto dal testo omonimo di Aristofane;
2) Gli uccelli tratto dal testo omonimo di Aristofane;
3) Kindergarten tratto da Giochi di famiglia di Biljana Srbljanovic;
4) Ritornerò e sarò milioni tratto da Spartacus di Howard Fast;
5) Il fantasma della Libertà tratto da testi vari di Heiner Muller;
6) Il sogno del Vecchio Maggiore tratto da La fattoria degli animali di George Orwell;
7) Affresco Moreschiano tratto da Merda e luce di Antonio Moresco
8) Improvvisata a Castiglione tratto da Il Tartufo e Don Giovanni, entrambi di Molière;
9) Lisistrata tratto dal testo omonimo di Aristofane;
10) Come ci piace tratto da Come vi piace di William Shakespeare;
11) Woyzeck tratto dal testo omonimo di Georg Buchner.
Si può dire che ci sono vari generi, vari autori e anche varie epoche.
Non potevo avere una palestra migliore.
4) Ritornerò e sarò milioni tratto da Spartacus di Howard Fast;
5) Il fantasma della Libertà tratto da testi vari di Heiner Muller;
6) Il sogno del Vecchio Maggiore tratto da La fattoria degli animali di George Orwell;
7) Affresco Moreschiano tratto da Merda e luce di Antonio Moresco
8) Improvvisata a Castiglione tratto da Il Tartufo e Don Giovanni, entrambi di Molière;
9) Lisistrata tratto dal testo omonimo di Aristofane;
10) Come ci piace tratto da Come vi piace di William Shakespeare;
11) Woyzeck tratto dal testo omonimo di Georg Buchner.
Si può dire che ci sono vari generi, vari autori e anche varie epoche.
Non potevo avere una palestra migliore.
P.S.: Oggi sono andata a Rimini ad ascoltare la presentazione dell'ultimo libro di Eugenio Barba ovvero Prediche dal giardino. E' stato un piacere ascoltarlo. Mi ricorderò di questo giorno per sempre.
12) Gran concerto dell'Università di Ravenna tratto da Tingeltangel di Karl Valentin
Aggiornamento 2 aprile 2011: Inserito anche l'ultimo laboratorio non-scuola, il dodicesimo
13) Teste tonde teste a punta tratto dal testo omonimo di Bertolt Brecht
Aggiornamento 13 novembre 2013: Aggiunto un nuovo laboratorio del quale non ho ancora parlato e andato in scena nell'aprile del 2012.
13) Teste tonde teste a punta tratto dal testo omonimo di Bertolt Brecht
Aggiornamento 13 novembre 2013: Aggiunto un nuovo laboratorio del quale non ho ancora parlato e andato in scena nell'aprile del 2012.
lunedì 14 giugno 2010
Bright Star
Sono appena tornata dal cinema. Per il mio compleanno sono andata a vedere con una mia carissima amica compagna di pensieri, il film Bright Star di Jane Campion.
la foto da cui è tratta la locandina
Attendevo questo film da mesi, da quando ne avevo sentito parlare, ma la programmazione slittava. Ora finalmente l'ho visto e ne sono rimasta rapita e incantata.
Bright Star (trad. Fulgida stella) è, innanzitutto, il titolo del poema di John Keats (interpretato da Ben Whishaw) verso la sua musa, Fanny Brawne (Abbie Cornish) ed è proprio il loro breve amore a essere raccontato sullo schermo.
i due attori, Abbie Cornish e Ben Whishaw
Trama: ATTENZIONE SPOILER
Londra, 1818. Fanny Brawne è una ragazza a cui piace ballare e cucirsi da sola vestiti a volte stravaganti e incontra John Keats. Purtroppo il giovane non sta vivendo un bel periodo (suo fratello è ammalato di tubercolosi e il suo poema Endymion è stato stroncato dalla critica) e Fanny gli saprà stare vicino. Seguono lezioni di poesia e incontri sempre più vicini. Per John Keats è amore all'istante, ma è frenato dalla sua condizione economica che non gli permettono neanche di fidanzarsi e quindi sarà costretto di andare all'Isola di Whight col suo amico Charles Brown per cercare ispirazione, ma sarà proprio l'amore, ricambiato, verso Fanny a ispirarlo. Purtroppo questa ispirazione durerà poco: John Keats si ammala di tubercolosi come suo fratello (successivamente morto) e il resto della famiglia (morti anche loro). Sarà costretto a lasciare Londra per soggiornare a Roma viste le condizioni di salute e cercando di trarne vantaggio da questo cambiamento climatico, ma qui lui morirà, a soli 25 anni, lasciando Fanny in stato di shock. Il film finisce con lei che si taglia i capelli, si veste di nero e passeggia nel loro giardino recitando appunto Bright Star. Le scritte in sovraimpressione informano che Fanny non dimenticherà mai John Keats né si toglierà il suo anello e che John Keats muore convinto di essere un uomo fallito e ora viene considerato tra i più importanti poeti romantici.
Londra, 1818. Fanny Brawne è una ragazza a cui piace ballare e cucirsi da sola vestiti a volte stravaganti e incontra John Keats. Purtroppo il giovane non sta vivendo un bel periodo (suo fratello è ammalato di tubercolosi e il suo poema Endymion è stato stroncato dalla critica) e Fanny gli saprà stare vicino. Seguono lezioni di poesia e incontri sempre più vicini. Per John Keats è amore all'istante, ma è frenato dalla sua condizione economica che non gli permettono neanche di fidanzarsi e quindi sarà costretto di andare all'Isola di Whight col suo amico Charles Brown per cercare ispirazione, ma sarà proprio l'amore, ricambiato, verso Fanny a ispirarlo. Purtroppo questa ispirazione durerà poco: John Keats si ammala di tubercolosi come suo fratello (successivamente morto) e il resto della famiglia (morti anche loro). Sarà costretto a lasciare Londra per soggiornare a Roma viste le condizioni di salute e cercando di trarne vantaggio da questo cambiamento climatico, ma qui lui morirà, a soli 25 anni, lasciando Fanny in stato di shock. Il film finisce con lei che si taglia i capelli, si veste di nero e passeggia nel loro giardino recitando appunto Bright Star. Le scritte in sovraimpressione informano che Fanny non dimenticherà mai John Keats né si toglierà il suo anello e che John Keats muore convinto di essere un uomo fallito e ora viene considerato tra i più importanti poeti romantici.
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Il tema dell'amore segnato dalla malattia di uno dei due è forse uno dei temi più abusati nella storia della letteratura e del cinema, ma qui abbiamo di fronte una storia vera meravigliosamente narrata dalla regista neozelandese. Il rischio era quello di incorrere in una storia banale e già vista, ma Jane Campion è stata brava nel dirigere questo film in maniera asciutta e a dargli il suo respiro, quello delle stagioni e della natura. Infatti, il film è contraddistinto da un'atmosfera bucolica che circonda l'amore dei due ragazzi.
Meriti del film sono ovviamente i costumi, ma ciò che mi hanno colpito ancora di più sono la fotografia, molto raffinata
che riesce a rendere l'erotismo una scena dove il vento attraversa la finestra e gonfia la sottoveste dell'attrice Abbie Cornish (come potete vedere nel trailer, ma se vedrete il film capirete meglio) e con richiami ai dipinti dell'epoca; e la musica dove ci sono interventi vocali e soprattutto un duetto vocale tra un uomo e una donna dove le voci sembrano rincorrersi gioiosamente tra di loro. Anche la recitazione dei due attori sembra essere in linea con il film e non sembrano per niente stonare anzi sembrano farne parte come ogni elemento. Tutto sembra essere in armonia.
Una cosa a cui si deve tenere conto è la lentezza del film, ma è una cosa voluta e assomiglia a quei libri che hai bisogno di leggere ogni passo attentamente proprio come quelli di poesie e sarà proprio una poesia ad accompagnare i titoli di coda lasciando tutti noi spettatori in un silenzio sacro.
Curiosita: Non è la prima volta che Ben Whishaw interpreta un poeta. Infatti nel 2007 interpreta Arthur Rimbaud nel film Io non sono qui, ispirato alla figura di Bob Dylan.
Aggiornamento 8 gennaio 2013:
Sto riguardando in questo momento il film e inserisco la poesia di John Keats Bright Star, quella che dà il titolo al film ed è dedicata a Fanny Brawne
Bright star, would I were stedfast as thou art–
Not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature’s patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth’s human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors–
No–yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow’d upon my fair love’s ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever–or else swoon to death.
(Traduzione di Mario Roffi, Einaudi)
Aggiornamento 8 gennaio 2013:
Sto riguardando in questo momento il film e inserisco la poesia di John Keats Bright Star, quella che dà il titolo al film ed è dedicata a Fanny Brawne
Bright star, would I were stedfast as thou art–
Not in lone splendour hung aloft the night
And watching, with eternal lids apart,
Like nature’s patient, sleepless Eremite,
The moving waters at their priestlike task
Of pure ablution round earth’s human shores,
Or gazing on the new soft-fallen mask
Of snow upon the mountains and the moors–
No–yet still stedfast, still unchangeable,
Pillow’d upon my fair love’s ripening breast,
To feel for ever its soft fall and swell,
Awake for ever in a sweet unrest,
Still, still to hear her tender-taken breath,
And so live ever–or else swoon to death.
Oh fossi come te, lucente stella,
costante - non sospeso in solitario
splendore in alto nella notte, e spiando,
con le palpebre schiuse eternamente
come eremita paziente ed insonne
della natura, le modbili acque
nel loro compito sacerdotale
di pura abluzione intorno ai lidi
umani della terra, o rimirando
la maschera di nuova neve che
sofficemente cadde sopra i monti
e sopra le brughiere, no - ma sempre
costante ed immutabile posare
il capo sul bel seno maturante
del mio amore e sentire eternamente
il suo dolce abbassarsi e sollevarsi,
per sempre desto in una dolce ansia,
sempre udire il suo tenero respiro
e vivere così perennemente -
o svenire altrimenti nella morte.
(Traduzione di Mario Roffi, Einaudi)
Ritratto di William Hilton
sabato 12 giugno 2010
Mondo fatato
Foto scattate stamattina alla Pineta di Lido di Classe.
La lingua di un drago
Cintura di Orione
martedì 8 giugno 2010
COME SI PUO' FAR CHIUDERE UN TEATRO?
SCUSATE IL TONO ALTERATO (FATE FINTA CHE VI STIA PARLANDO) MA TUTTO CIO' E' ASSOLUTAMENTE INCONCEPIBILE.
INSOMMA COME SI PUO' FAR CHIUDERE UN TEATRO? COME SI PUO' DICO?!
Allora il teatro Duse di Bologna, il Teatro della Pergola di Firenze e il Teatro Valle di Roma potrebbero essere chiusi perché l'ETI (Ente Teatrale Italiano) non è incluso (così si legge nel sito: http://www.enteteatrale.it/index.php/Istituzionale/Notizie/appello-a-sostegno-delleti.htm) nelle 232 enti, fondazioni e istituti culturali "definanziati", ma non soppressi e l'ETI è l'unica associazione a livello cultura a essere soppresso.
MA CHE BELLO! ELIMINIAMO LA CULTURA PERCHE' TANTO E' SUPERFLUA, VERO? PERCHE' TANTO LA CULTURA ADESSO LA SI VEDE IN TELEVISIONE CHE E' LA STESSA COSA, NO? QUINDI ELIMINIAMO LA CULTURA, L'ARTE DEVE ESSERE PROIBITA PERCHE' TANTO IL TEATRO E' INUTILE! (così si chiama la serata di solidarietà al Teatro Duse che ci sarà domani per cercare di scongiurare la chiusura.)
Firmate anche voi l'appello (lo potete trovare nel link).
Femminile/Maschile?
Cari ragazzi/e,
questa vuole essere una critica a me stessa e a come ho impostato il blog.
Come forse qualcuno avrà notato, nelle tag compare "donne", ma non "uomini".
Adesso non voglio dare l'impressione di quelle che dicono: "Gli uomini, tutti meschini e screanzati che pensano solo a quello." e altri stereotipi del genere.
Con la tag "donne" volevo appunto dare spazio alle donne che nell'arte (mondo fino a un secolo fa maschilista e credo che su questo non ci piove) però adesso siamo lontani da quei tempi, credo, anche se c'è, in alcuni casi, da faticare, ma ormai è la prassi se vuoi sfondare e va bene così. Anzi mi sembra anormale, e anche sospetto, il contrario.
Ecco, tutto questo discorso preparatorio per dire che cambierò la tag "donne" con "personalità" perché alla fin fine è questo che conta: avere personalità, di sicuro molto più importante del sesso, maschile o femminile che sia.
Spero che così i lettori maschi siano contenti, ma soprattutto spero che così le donne si sentano davvero alla pari con gli uomini. Mi rendo conto che il mio blog è solo una piccolissima traccia, ma visto che questa traccia è uno spazio, io cerco di riempirlo avendo cura di questo microcosmo appunto sperando che anche nel macrocosmo qualcosa cambi.
Scusate se ho divagato e spero di essermi fatta capire.
Grazie a tutti voi.
P.S.: Per quanto riguarda invece le donne dipinte, le ho messo sotto la tag "creature". In questo modo renderò pari le mie creature disegnate, dipinte, fotografate e filmate.
Aggiornamento 1 settembre:
Ho deciso di sostituire "personalità" con il più vago "artisti vari". Sarete voi a stabilire se hanno o no personalità.
Aggiornamento 1 settembre:
Ho deciso di sostituire "personalità" con il più vago "artisti vari". Sarete voi a stabilire se hanno o no personalità.
Confessione di una bambina
Continuano le dichiarazioni, confessioni dei miei quadri e adesso è il turno di Bisogno d'amore, uno dei miei quadri più apprezzati.
Chiede solo di essere ascoltata.
Chiede solo di essere ascoltata.
Potete vedere qui il quadro per intero, anche se ho dovuto tagliarle un po' le gambe per motivi di spazio.
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lunedì 7 giugno 2010
Work in Progress
Parlo tanto di teatro, ma di certo non ho dimenticato la pittura.
Ieri ho dipinto questo. Non è ancora finito e se devo dire la verità non so bene esattamente cosa sia. Il fatto è che ho lasciato che i colori si propagano senza seguire un senso logico. E poi le cose possono cambiare ancora appena lo riprendo in mano.
Ma a voi che impressioni dà questo quadro? Se volete, dite pure.
P.S.: Naturalmente posterò il quadro appena finito.
martedì 1 giugno 2010
Morta ieri la scultrice Louise Bourgeois
Lutto nel mondo dell'arte.
Purtroppo è morta ieri a New York alla veneranda età di 98 anni per problemi cardiaci, la scultrice Louise Bourgeois.
Nata nel 1911 si formò come scultrice all' Ecole des Beaux Arts di Parigi, la sua città natale e sbarcò a New York nel 1938 ottenendo la cittadinanza americana nel 1951. Influenzata dal surrealismo, iniziò a specializzarsi alla lavorazione del metallo realizzando delle installazioni. Iniziò ad avere successo più avanti partecipando alla Documenta del 1983 e alla Biennale di Venezia nel 1993 diventando sempre di più una delle artisti viventi più quotate.
Nelle sue sculture-installazioni, la sessualità viene trasfigurata, soprattutto il sesso maschile e la maternità viene raffigurata come un ragno con al centro una testa femminile e in particolare la scultura chiamata Maman: un ragno di circa 9 metri con lunghe zampe che ha sotto il ventre una sacca di marmo bianco con 26 uova che, come dice la critica, ci si trova davanti a una figura ambivalente "...di una maternità possente e inquietante, ma anche il simbolo di un femminile che unisce umano e bestiale, bellezza e mostruosità, mitologia delle origini e visioni di un cammino futuro." (Lidia Curti, La voce dell'altra. Scritture ibride tra femminismo e postcoloniale, Meltemi Editore, 2006, pag. 36)
link: http://www.women.it/oltreluna/vocidiartiste/louise.htm (per avere più informazioni)
fonte: wikipedia
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