Avete presente quei bambini e ragazzi che a scuola disegnavano su tutto, sui libri di scuola, sui banchi, a ricreazione, in ogni momento della lezione, anche quando l'insegnante spiegava?
Io ero esattamente così.
Disegnavo praticamente su tutto. Non ne potevo fare a meno.
Disegnavo a casa, disegnavo quando ero via, disegnavo quando ero ricoverata.
Disegnavo sempre.
Poco dopo mezzanotte di oggi, scopro che oggi è la Giornata mondiale del Disegno e non posso fare a meno di ricordare di cosa sia il disegno per me.
Diverse volte ho ricordato qui sul blog che per via della dislessia, e anche perché ho cominciato a parlare tardi, le parole erano un problema per me.
Com'è vivere quando si fa fatica a parlare di ciò che si sente?
Avete presente quando non riuscite ad esprimere un vostro sentimento perché non riuscite a trovare le parole? Il punto è che per me la questione riguardava anche le più semplici cose, anche quelle banali.
Spesso si sottovalutano queste cose proprio per la loro banalità, ma quando vengono sottratte, si capisce che tanto banali non lo sono, ma vengono percepiti così perché sono normali.
Anche la normalità...
Molte volte sento che è disprezzata, viene chiesto che cosa sia normale.
Io penso che sia normale tutto ciò che ci viene con naturalezza, senza pensarci, anche quotidianamente e non è detto che ciò lo sia anche per altri.
Per me era diventato normale disegnare tutti i giorni perché grazie al disegno potevo comunicare e non solo.
Da bambina avevo l'impressione di essere lasciata sola e al buio. Anzi, non era un'impressione.
Disegnare era come fare luce attorno a me dicendo "Guardate.". Disegnare era come dire "Guardate che ci sono anch'io."
Disegnare era come fare luce attorno a me dicendo "Guardate.". Disegnare era come dire "Guardate che ci sono anch'io."
Vedevo che agli altri piaceva e questo mi spingeva sempre di più, ad andare avanti, a disegnare ancora di più.
Ora non disegno tanto più come prima e mi manca.
Per diversi motivi, non ce la faccio. Però sono fiduciosa: nella mia vita e sin da bambina mi sono dovuta confrontare con altre sfide oltre a questa di cui vi racconto e alla fine sono sempre qui.
E poi, il disegno è entrato in me.
Tracciare un pensiero, un'immagine, vedere che si espande, gli occhi disegnano col movimento un'idea e poi seguirla.
Questa è la luce che una semplice matita, come una bacchetta magica, mi ha insegnato ed io per questo, commossa, dico grazie.
Tre anni fa ho trovato questo disegno fatto quando avevo tre anni
Mi sono subito commossa quando l'ho visto perché di disegni fatti quando ero bambina,
non ce sono praticamente quasi più.