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mercoledì 20 dicembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (quarta parte)



Prima parte
Seconda parte
Terza parte



Sabato 16 e domenica 17 dicembre, ultimo weekend del Teatro Accademia Marescotti per il 2017


Sabato è incentrato sulla voce, prima con Valentina Cortesi cantante e insegnante di canto, e poi con Alessandra Frabetti, attrice e insegnante teatrale.
La prima ora è dedicata alla respirazione con Valentina Cortesi e all'inizio ci fa vedere un video delle corde vocali di un soprano lirico, vedendo così come si aprono quando sono rilassate, quando prende respiro e come vibrano quando si canta.


Valentina Cortesi
La foto è stata scattata durante il secondo weekend

giovedì 14 dicembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (terza parte)


Make art not war 


Prima parte
Seconda parte


Due giorni interi con Ivano Marescotti sabato 9 e domenica 10 dicembre.
Due giorni dove si sono presentate le scene che sarebbero poi portate nello spettacolo finale.
Si impara facendo e osservando.
Si impara vedendo che cosa non funziona.





Perciò frasi possono essere ripetute quando ce n'è bisogno
Frasi come:

- Sedersi (dove non sia strettamente necessario) è autolimitante;
- Quando si fanno delle azioni come mangiare, bere ecc... sempre meglio farlo per davvero e non facendo finta;
- Non si fa un'azione in modo didascalico. Bisogna innanzitutto sentirla;
- Le battute nascono dalle azioni e non il contrario;
- Se si sbaglia, è il personaggio che sbaglia non chi lo interpreta;
- La direzione dello sguardo, così come dei gesti, deve essere chiara e precisa, mai vaga;
- Rispondere sempre alle 5 W (Who? Where? When? What? Why?) anche quando si tratta di comparse che in realtà sono personaggi essenziali e tutti quelli che compaiono sono protagonisti della loro vita in quel preciso momento.


Frasi utili non solo a chi sono dirette, ma a tutti perché può sempre capitare di incappare in quello sbaglio che non deve essere visto come un voto scritto con la penna rossa, ma come un'occasione di rivedersi

venerdì 24 novembre 2017

Un fiore per ogni ferita (Post per il 25 novembre)


Fiori, piccoli bottoni fragili della natura eppure... Ci sono fiori capaci di sbocciare in condizioni che potrebbero essere impossibili.
Dopo una violenza, si vorrebbe ritornare a come si era prima ma tutto questo è un'illusione. 
Lasciare spazio alla bellezza, al piacere e anche all'amore, soprattutto per sé.
Non succederà subito senza dubbio così come un fiore ha bisogno del suo tempo per sbocciare.
Ricongiungersi a sé, fare che quei fori della mappa strappata dell'anima diventino luoghi dove questi fiori possano attecchire con pazienza e tenacia.
Combattere non vuol solo dire stringere i denti, sferrare i pugni all'aria, far divenire di sangue gli occhi.
Combattere vuol dire anche guardare le proprie ferite, quelle cicatrici interiori che deturpano e poi accarezzarle, accoglierle.
Quanto tempo ci vorrà non lo so, dipende da ognuno. Ci potranno essere rallentamenti, passi indietro, ancora rabbia (che non va negata) ma alla fine il proprio giardino sboccerà e la vista sarà da mozzare il fiato.






foto di Guy Tal, prese da qui



giovedì 23 novembre 2017

Caccia al film

Da diverse settimane, Cannibal Kid di Pensieri cannibali e Mr. James Ford di White Russian chiedono nella loro rubrica delle uscite cinematografiche della settimana la collaborazione di altri blogger per rinverdire la loro rivalità e questa volta è toccato a me!
Sarò in grado di non patteggiare troppo per l'uno o per l'altro e di essere all'altezza del compito?



Flatliners – Linea mortale





Quindi stavolta tocca a me.
Sì.
D'accordo ma tu chi sei? Cannibal o Ford?




Alma: E cominciamo subito con una botta di vita, con i protagonisti che vogliono ritornare dalla morte. Perché? Rimanere vivi dopo la visione di alcuni film non è più valido? Dite che vedere questo film equivale a ritornare dalla morte? Forse Cannibal è più disposto a rischiare visto che ci sono Ellen Page e Nina Dobrev, ma ricorda: i benefici iniziali li dovrai pagare poi con gli interessi.

Cannibal Kid: Alma va subito a segno e dimostra di conoscermi bene. Guarderò questo film principalmente per Ellen Page e soprattutto per Nina Dobrev, ma non solo. Sono anche incuriosito dal confronto tra questo sequel/reboot e il film originale, un semi-cult anni '90, e in quanto semi-cult anni '90 probabilmente detestato da Ford che in quel periodo ha subito ingenti traumi. Peccato solo che, oltre al film nuovo, devo ancora recuperare quello vecchio e il tempo stringe!
Ford: non ho mai amato particolarmente il sopravvalutato originale anni novanta - il decennio cult di Cannibal del resto è il più sopravvalutato del Novecento - e questo remake pare riuscire nell'impresa di essere di gran lunga peggiore. Passo volentieri la palla al mio antagonista, mentre consiglio Alma di evitarlo come la peste.


lunedì 20 novembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (seconda parte)



Prima parte


Sabato 18 novembre
La campanella suona per i ventiquattro allievi del TAM (Teatro Accademia Marescotti) e in questa giornata si è finito di vedere i monologhi di coloro che erano rimasti fuori la settimana scorsa.
Si chiede la presenza di un'altra persona, una comparsa, ma quando due persone sono in scena, anche se una ha un ruolo minore rispetto ad un altro, non esistono ruoli da sottovalutare.
A differenza del cinema, dove vengono usati molto spesso comparse per fare passanti, nel teatro tutti coloro che sono in scena hanno il loro ruolo, la loro storia. In quel preciso momento, chi è in scena, anche una comparsa, è un protagonista.
Inoltre, diversamente da un personaggio principale, chi ha poche scene, in special modo se ne ha una, ha poche chance di arrivare agli spettatori e se le sbaglia non può recuperare. Così si può anche voler portare a dimostrare a tutti i costi la propria bravura, ma questo porta ad esagerare.
Quindi anche una comparsa non deve essere sottovalutata così come chi ha un ruolo minore.
Non ci si deve sentire più o meno importanti dal quantitativo di battute che si ha. Non si recita con gli altri per competere, per dimostrare così il proprio valore. 


giovedì 16 novembre 2017

Teatro Accademia Marescotti (prima parte)


Sabato 11 novembre, si riparte.

Dopo aver concluso il 100 ore con Marescotti (qui il primo post), alcuni componenti dei due gruppi più altri nuovi sono riuniti insieme in un'unica classe (in tutto 24), quella del TAM (Teatro Accademia Marescotti) e stavolta non vede solo l'attore romagnolo come insegnante, ma altri lo accompagneranno.
Oltre a lui, c'è Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante de Il Circolo degli Attori, ad occuparsi del corpo, Alessandra Frabetti, attrice e insegnante di recitazione, che si occuperà di dizione, Gianfranco Tondini, attore che già aveva aiutato per gli intermezzi tra una scena e l'altra nel 100 ore, per il rapporto con il testo e l'insegnante e cantante Valentina Cortesi per l'uso della voce.




lunedì 11 settembre 2017

Conferenza stampa del Teatro Accademia Marescotti

L'11 settembre alle 13 si è tenuta la conferenza stampa del Teatro Accademia Marescotti, chiamato anche il TAM, alla definitiva sede del Circolo degli Attori in via Sergio Cavina, 9 sotto il portico della Coop di Via Faentina.
Dopo il "100 ore con Marescotti" (qui la prima parte), che per 8 week-end ha impegnato due classi con l'attore romagnolo Ivano Marescotti realizzando infine uno spettacolo, ora si è giunti alla presentazione ufficiale della scuola.

Alla conferenza stampa hanno partecipato in ordine la direttrice operativa del Circolo degli Attori Deda Fiorini, l'attore e direttore artistico del Circolo degli Attori (nonché insegnante al TAM) Cristiano Caldironi, Ivano Marescotti, l'attore e insegnante al TAM Gianfranco Tondini, il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l'assessora alla Cultura Elsa Signorino.
Il tutto viene coadiuvato da Patrizia Cevoli, che si occupa dell'ufficio stampa del Circolo degli Attori ed è anche allieva del TAM



in primo piano: Gianfranco Tondini, Deda Fiorini, Cristiano Caldironi,
Ivano Marescotti, Michele de Pascale, Elsa Signorino


giovedì 6 luglio 2017

110 anni di Frida Kahlo

Frida Kahlo, la storpia... Frida Kahlo e l'incidente.
Quando si parla di lei, sembra che non esista altro così come il suo grande amore Diego Rivera e l'essere continuamente tradita da lui.
Se si guarda tutto ciò, si potrebbe solo vedere una vittima ma così non è.
Con una testarda voglia di vita, ha voluto ribadire la sua esistenza.
Il fantasma della morte la accompagnava e lei ha voluto renderla colorata.
Diceva di non essere una surrealista perché non dipingeva i suoi sogni, ma la sua realtà.
La ferita non viene decorata, ma esaltata anche con un sapore narcisistico.
Non bisogna dimenticare poi la sua amata cultura messicana e lei diventa una dea arcana con un viso quasi inespressivo nei suoi dipinti, una maschera che non impedisce agli occhi di fissare il suo interlocutore, richiedendogli la massima attenzione.

La prima volta che ho visto un suo dipinto è stato diversi anni fa, alle superiori, in un giornale molto prima del film con Salma Hayek, ma è grazie al film se ne parlava.
Questo è il dipinto, L'amoroso abbraccio dell'universo, realizzato nel 1949



giovedì 22 giugno 2017

Storie di ispirazioni

C'è una blogger di nome Anna Bernasconi (qui il suo blog) che mi segue e a me piace vedere i suoi lavori di pirografie, le sue foto.
Ebbene qualche giorno fa mi fa sapere che da tre foto condivise da me su Pinterest, si è sentita ispirata per un suo lavoro.
La mia felicità è grande e quando mi fa vedere le tre foto "incriminate", le rispondo "Saranno processati per delitto di ispirazione."

Ecco le tre immagini


di Ota Janecek



di Paul Ziska



di Claudia Moeckel (qui la foto per intero)



Ed ecco ciò che lei realizza:



Le bolle vanno verso il sole o dal sole provengano?
Ogni senso che si vuol dare è giusto.
Della realizzazione, Anna Bernasconi realizza questo post dove mi cita e tutto ciò mi rende orgogliosa perché poi le immagini non sono mie. Io le ho inserite su Pinterest ma non mi appartengono come è giusto che sia.
Inoltre ciò che mi rende orgogliosa è il titolo ovvero Riscoprire come si gioca e io adoro il momento del gioco, attività spensierata e allo stesso tempo presa molto sul serio dai bambini.
Tutto parte dal gioco e il riscoprire a giocare può portare ad esplorare nuove vie, nuovi modi.
E' come se dentro ci fosse quella spinta che dal gattonare, la stessa elevazione ci porta a stare su due piedi. Poi a cadere e ancora a rialzarci perché c'è una meta da raggiungere.


Grazie mille Anna di avermi reso partecipe. Grazie infinite.





P.S.: Metto questa nota a livello preventivo.
Qui non si tratta di plagio. Se vedete lei ha preso più elementi per realizzare la sua opera e in questo caso si può dire che si è ispirata per poi combinarli
Sarebbe stato un plagio se ne avesse preso uno solo.
Inoltre questo non vuol dire che lei non sia originale perché si rifà ad opere già realizzate. Tutta l'arte è un lavoro derivativo. Non c'è un'arte originale al 100% se appunto per originale intendiamo un'arte che è stata creata per prima.
Anche gli artisti più originali, più creativi hanno preso da altri, combinandoli e mettendoci del proprio.

venerdì 16 giugno 2017

La carica delle 101 bacheche di Pinterest



Ebbene sì: 101 bacheche.
No, non ho intenzione di stracciare nessun record.
Diciamo che se c'è qualcosa che mi interessa, mi chiedo: "Perché no?" e il più delle volte la risposta è "Perché sì."
Pronti a partire?
Ma prima, ecco gli altri post.
Non è necessario che li vediate tutti adesso.


Il magico meraviglioso mondo di Pinterest
Un anno con Pinterest
Benvenuta 50esima bacheca di Pinterest
5000 (e più) pin su Pinterest
Due anni con Pinterest
10.000 pin: tutte le mie board di Pinterest (prima e seconda parte)
3 anni con Pinterest


E ora via con le bacheche realizzate dopo l'ultimo post.
Come ho sempre fatto, sono inserite in ordine alfabetico.
Le immagini sono scelte da me.


Artemis/Selene/Hekate


Sulla luna avevo già realizzato questa bacheca dove ci sono immagini, (dipinti e foto), indicazioni astrologiche e  informazioni scientifiche su questo satellite argentato.
Alcune delle immagini ritraevano le dee (alcune anche di altre culture) e così ho pensato di realizzare una bacheca dove le tre dee erano assieme.
Proprio per non favorirne nessuna (ogni fase ha la sua importanza), ho inserito un'immagine che racchiudesse le tre dee e quindi un pensiero alla Fanciulla (Artemide), alla Madre (Selene) e alla Crona (Ecate).



venerdì 2 giugno 2017

Romeo e Giulietta. Forse de Il Circolo degli Attori

Romeo e Giulietta. Forse, spettacolo ispirato da William Shakespeare, riscritto da Davide Allevi e diretto da Christian Amadori
Con questa opera scespiriana, dopo Audizioni per Molto rumore per nulla e P.d.P (acronimo per Pene d'amor perdute), si è concluso il 30 maggio Il Circolo degli Attori
Come rendere appetibile una storia, una tragedia che la stragrande maggioranza conosce, anche se forse non l'ha mai vista?
Magari alcuni dettagli non si sapranno per esempio che Paride, il promesso sposo di Giulietta, viene ucciso da Romeo davanti alla cripta dei Capuleti, però comunque si conosce la sostanza.
Poi sull'amore di Romeo e Giulietta si potranno avere opinioni discordanti.
Di certo è qualcosa che tocca.
Nel titolo del nostro spettacolo c'è quel Forse.
Che cosa vorrà dire?
Si fa o non si fa Romeo e Giulietta?
Certo che si fa ma l'abbiamo tradita.
Tradita, per modo di dire.
Anzi, non tanto tradita.


Quando si pensa a Romeo e Giulietta, vengono in mente i due giovani amanti (prossima ai quattordici anni lei e poco più grande, forse sedici anni, lui)



di Frank Dicksee, 1884


Ma il fatto è che qui Romeo e Giulietta sono due adulti.
Questo cambiamento di età comporta anche un cambiamento tra le relazioni dei personaggi.
Già in passato si era realizzato un film dove i due protagonisti erano chiaramente degli adulti ovvero Giulietta e Romeo del 1936 diretto da George Cukor.
Ecco lo spezzone di dove si incontrano





I due protagonisti sono interpretati da Leslie Howard (noto soprattutto per aver interpretato Ashley Wilkes in Via col vento) e Norma Shearer. Rispettivamente avevano, al momento in cui il film è uscito, 43 e 34 anni. Si vede troppo che non sono giovani e anche se avessero voluto fare una versione in cui Romeo e Giulietta erano più grandi, non potevano recitare come fossero due ragazzi adolescenti.
Chi è adulto si affaccia a un nuovo amore con intenzioni diverse rispetto a un fanciullo.
Un adulto può anche "incretinirsi" (in senso affettuoso) per l'amore ma rimane comunque un adulto.
Un altro importante cambiamento è il fatto che la storia sia ambientata durante gli anni '70, questo anche un po' per tenere conto del linguaggio arcaico, anche se molte frasi sono state ridotte, cambiate mantenendo però lo spirito.

Il testo è stato riscritto da Davide Allevi portando le modifiche necessarie, cercando di mantenere il linguaggio arcaico ma non troppo.
Lo spettacolo sarebbe stato diretto da lui ma poi ha accettato un lavoro in Spagna quindi è arrivato Christian Amadori. Non si è trattato di un addio questo, ma di un arrivederci.
Prima delle prove, Christian Amadori ci ha spiegato il linguaggio di Shakespeare. Non ci sono sottotesti, ciò che viene detto è quello che si vuol dire. E' come avere il petto aperto, lo stomaco aperto. Tutto viene fatto risuonare, anche con brutalità.
Avere a che fare con il teatro scespiriano è impastarsi le mani direttamente con le debolezze umane (e così le forze), anche quando si tratta di commedie.
Inoltre le opere scespiriane sono visive. C'è un pensiero dopo un altro. Anzi, c'è un'immagine dopo un'altra nelle frasi di Shakespeare.
Vi racconterò lo spettacolo grazie alle foto realizzate da Chiara Roncuzzi e Deda Fiorini, rispettivamente insegnante e direttrice operativa del Circolo.
Le foto si distinguono perché quelle di Deda Fiorini hanno a destra la data e l'orario.
Molte sono state fatte durante l'ultima prova.
Inoltre ci saranno anche le musiche e le canzoni usate per lo spettacolo.
Ascoltatele, soprattutto se non le conoscete, perché sono un aiuto in più per godersi lo spettacolo.


Ora possiamo cominciare.



lunedì 22 maggio 2017

Wassily Kandinsky: i colori come suoni

Wassily Kandinsky, pittore russo, nato a Mosca nel 1866 e morto a Neuilly-sur-Seine nel 1944, viene ricordato soprattutto per il suo contributo nell'arte astratta (per vedere sue opere, andate pure su Artsy), ma non solo.
Il colore, usato nella loro forma pura, ha assunto un carattere particolare.


Nel 1911, dopo aver ascoltato a Monaco il Quartetto di archi n°2 di Arnold Schönberg, Kandinsky realizza il dipinto, la trasposizione grafica di ciò che ha sentito.






Impression III (Concerto)


martedì 9 maggio 2017

Recitare di fronte a nessuno: lo spettatore e l'attore



foto trovata su Google



Immagino abbiate sentito dell'attore che ha recitato anche se non c'era nessun spettatore.
Se così non è, vi invito a leggere questo articolo.

La tensione prima che lo spettacolo incominci è forte e ognuno ha i suoi riti scaramantici personali per esorcizzare. Inoltre, soprattutto se si tratta di uno spettacolo che tiene impegnato più attori, se ne fanno assieme alcuni.
Qui l'attore Giovanni Mongiano aveva un monologo.
Posso solo provare a immaginare che cosa voglia dire sapere che non c'è nessuno a vederti, ad ascoltarti o anche l'amarezza e forse anche il senso iniziale di sconfitta.
Non so, io non ho vissuto questo.

giovedì 27 aprile 2017

Perché disegno...

Avete presente quei bambini e ragazzi che a scuola disegnavano su tutto, sui libri di scuola, sui banchi, a ricreazione, in ogni momento della lezione, anche quando l'insegnante spiegava?
Io ero esattamente così.
Disegnavo praticamente su tutto. Non ne potevo fare a meno.
Disegnavo a casa, disegnavo quando ero via, disegnavo quando ero ricoverata.
Disegnavo sempre.
Poco dopo mezzanotte di oggi, scopro che oggi è la Giornata mondiale del Disegno e non posso fare a meno di ricordare di cosa sia il disegno per me.
Diverse volte ho ricordato qui sul blog che per via della dislessia, e anche perché ho cominciato a parlare tardi, le parole erano un problema per me.
Com'è vivere quando si fa fatica a parlare di ciò che si sente?
Avete presente quando non riuscite ad esprimere un vostro sentimento perché non riuscite a trovare le parole? Il punto è che per me la questione riguardava anche le più semplici cose, anche quelle banali.
Spesso si sottovalutano queste cose proprio per la loro banalità, ma quando vengono sottratte, si capisce che tanto banali non lo sono, ma vengono percepiti così perché sono normali.
Anche la normalità...
Molte volte sento che è disprezzata, viene chiesto che cosa sia normale.
Io penso che sia normale tutto ciò che ci viene con naturalezza, senza pensarci, anche quotidianamente e non è detto che ciò lo sia anche per altri.
Per me era diventato normale disegnare tutti i giorni perché grazie al disegno potevo comunicare e non solo.
Da bambina avevo l'impressione di essere lasciata sola e al buio. Anzi, non era un'impressione.
Disegnare era come fare luce attorno a me dicendo "Guardate.". Disegnare era come dire "Guardate che ci sono anch'io."
Vedevo che agli altri piaceva e questo mi spingeva sempre di più, ad andare avanti, a disegnare ancora di più.
Ora non disegno tanto più come prima e mi manca.
Per diversi motivi, non ce la faccio. Però sono fiduciosa: nella mia vita e sin da bambina mi sono dovuta confrontare con altre sfide oltre a questa di cui vi racconto e alla fine sono sempre qui.
E poi, il disegno è entrato in me.
Tracciare un pensiero, un'immagine, vedere che si espande, gli occhi disegnano col movimento un'idea e poi seguirla.
Questa è la luce che una semplice matita, come una bacchetta magica, mi ha insegnato ed io per questo, commossa, dico grazie.



Tre anni fa ho trovato questo disegno fatto quando avevo tre anni
Mi sono subito commossa quando l'ho visto perché di disegni fatti quando ero bambina,
non ce sono praticamente quasi più.

martedì 25 aprile 2017

Mostra di illustrazione di Paolo Domeniconi a Ravenna e intervista

Sabato 22 aprile c'è stata alla Libreria Momo di Ravenna l'inaugurazione della mostra con le illustrazioni di Paolo Domeniconi tratte da Nino e Nina, scritto da Bruno Tognolini ed edito da Giunti Editori, che vede due bambini (appunto Nino e Nina) attraversare i mesi e così le stagioni.
Ecco alcune di queste illustrazioni




martedì 18 aprile 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (ottava parte: il mio monologo)


di Debora Penazzi, una mia amica


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte
Settima parte


Il 9 aprile alle 21 al Teatro Comunale di Cesenatico c'è stato lo spettacolo finale del laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti, organizzato da Il Circolo degli Attori di Ravenna.
Volevo aspettare prima di realizzare questo post.
Volevo avere anche le foto dei miei compagni così da fare un post unico, ma poi ho pensato che sarebbe venuto troppo lungo.
Quindi, in attesa di quelle foto, finalmente posso svelarvi il mio monologo.

Si tratta di Era un ragazzo di Blanche da Un tram che si chiama desiderio. scritto da Tennessee Williams nel 1947.

Ecco il testo che avevo preso in considerazione, trovato qui.

Quando avevo 16 anni, mi innamorai di un ragazzo. Ma così di colpo, e in un modo così pieno, totale! E' come se all'improvviso tu accendi un faro nella penombra, così si trasformò il mondo per me! Ma ero sfortunata. Fu un inganno. Lui aveva qualcosa di diverso, una sensibilità, una mollezza, delicatezza, che non era da uomo, ... Lui cercò aiuto da me. Ma io non sapevo...Io non capii niente ... Sapevo solo di volergli un bene immenso. . . Poi, poco dopo il matrimonio, scoprii tutto. Nel modo più tremendo. Entrando in una stanza che credevo vuota... c'erano due persone a letto... il ragazzo che avevo sposato e un uomo più anziano che da anni era il suo amico... il suo amante. Dopo di che, facemmo finta di niente. Tutti e tre, quella sera stessa, andammo fuori a divertirci, a ballare, e per tutta la sera giù a ridere, a bere, a ballare, a ballare. Ballammo, ballammo tanto! Poi ad un certo punto, nel mezzo del ballo, senza potermi frenare, mi era scappa o detto "ho visto, ho visto tutto... mi fai schifo!". Allora il giovane che avevo sposato si staccò da me e scappò via. Qualche momento dopo, uno sparo! Corsi fuori, tutti corsero fuori, gridavano "Alan! Alan! Il giovane Grey!"… S'era infilato la rivoltella in bocca, e sparato, tanto che il cranio gli era schizzato via.!... E allora il faro che s'era acceso sul mondo, si spense di nuovo e mai più per un solo istante da allora, ha brillato...

martedì 21 marzo 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (settima parte)



Ivano Marescotti con Chiara Roncuzzi,
insegnante de Il Circolo degli Attori e in questo laboratorio assistente


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte
Sesta parte

Penultimo appuntamento questo di sabato 18 marzo e domenica 19.
La tensione si fa sentire.
Si faceva sentire anche prima, ma ci stiamo avvicinando sempre di più al giorno dello spettacolo (il 9 aprile a Cesenatico) e abbiamo l'8 ancora per reincontrarci e lavorarci.
Ma anche così non ci si dimentica di divertirci, di ridere assieme e sì, si è creata una bella complicità.
Indipendentemente dai nostri percorsi, da quello che desideriamo fare, si è creato un buon collante.
E' sempre un piacere poi vedere lo sbocciare di una persona. La si vede nel suo splendore, anche nella sua fragilità che sul palco può diventare una straordinaria bellezza.
Buttarsi, spingersi un po' più in là, non accontentarsi dei passi fatti, ma sapere che si può andare avanti.
E' importante che tra le persone di un corso nasca fiducia.
Anche la persona più talentuosa si rivela debole se non prova fiducia nei suoi compagni, se pensa che gli altri siano lì per rubare il suo posto, per togliergli la luce del palcoscenico.
Alla lunga, quella persona si spegne. Non è capace di andare avanti.
Dopo questa premessa, vi parlo delle due giornate.

sabato 11 marzo 2017

Farfalle eterne compie 8 anni

Ebbene sì, oggi il mio blog compie otto anni.
Il mio primo post era intitolato Eccomi qua con i miei lavori con solo tre disegni e senza nessuna scritta, neanche di presentazione.
In questi anni è capitato che alcuni non erano d'accordo con quello che scrivevo (come per il post sull'Iperrealismo) e ho sempre accettato di buon grado pareri contrari quando vengono esposti con il dovuto riguardo.
A volte mi sono ricreduta io stessa su alcune mie convinzioni e non ho mai nascosto ciò (per esempio in Polline - Una storia d'amore)...
A volte ho ripreso mano a dei post perché mancava qualcosa, perché mi sono resa conto che avevo sbagliato nel riportare alcuni dati oppure perché un video non andava più.
In questo ultimo caso, ho messo giornate intere per sostituire tutti i video di Youtube che sono stati cancellati e faccio il tutto con piacere, anche quando si tratta di post vecchi di qualche anno.
Non mi piace pensare che appena pubblicato un post, questo sia lasciato andare senza più alcuna cura.
Vedo il blog come qualcosa di "vivo" o che almeno io lo faccia vivere e poi non mi sembra giusto soprattutto per chi lo legge la prima volta.
Negli anni scorsi avevo affrontato anche questioni di politica che poi ho abbandonato perché mi sono resa conto di stare troppo deragliando.
Anche se si tratta di un blog eclettico, non mi piace pensare che lo sia troppo.
Inoltre con il passare degli anni ci sono meno sfoghi.
Uno sfogo è qualcosa di veloce, uno scatto ma se lo si scrive, rimane.
Quindi a volte mi sono detta, E' necessario che io lo scriva? Questo post sarà valido per me anche dopo che è passato del tempo? e Ci sono altre maniere per esprimere ciò che dico?
L'essermi iscritta a Facebook quasi quattro anni fa mi ha portato a inserire lì alcune considerazioni ma è anche vero che alcuni stati su Facebook sono diventati poi dei post qui nel blog.
Ciò che mi dispiace è che per moltissimi miei post non ci sia neanche un commento come sta succedendo recentemente.
Di sicuro non voglio costringere nessuno, così come non desidero la pietà e può anche capitare che ci siano post migliori di altri.
Mi fa piacere realizzarli, fare del mio meglio anche se questo vuol dire metterci delle ore.
A volte mi è capitato di cancellare quello che avevo scritto oppure di dimenticare di salvare ed ecco tutto il lavoro sparito come niente. Ma fa niente, sbollisco un attimo e poi ricomincio.
Vi chiedo di continuare a seguirmi e sappiate che i vostri commenti sono ben accetti.
Grazie mille per il tempo che dedicate al mio blog, ad ogni mio singolo post augurandovi un'esplosione di energia e vita con questo mio dipinto intitolato La Grazia.




Grazie infinite.



mercoledì 8 marzo 2017

Poesia al bar

Come foglia d'acero
attorno a me
tace la campagna
rami spogli di alberi arsi
piangono foglie
a terra sparse.
In fondo al tuo giardino
tra piante e aromi antichi
una brezza muschiata
come carezza mi coglie
e il respiro si scioglie.
Il rosso vermiglio
di un ultimo rosa
come tuo dono
mi avvolge, penetra
nutre e mi conforta
l'amata vite
il vecchio muro
abbraccia.

La poesia si intitola Come foglia d'acero ed è stata scritta da Angela Triossi, vincitrice dell'ultima edizione del concorso nazionale "Poesia al bar".



Ravenna, sala consiliare dicembre 2016, premiazione sesta edizione del concorso.
Prima classificata Angela Triossi di Ravenna. Alessandra Maltoni moderatore, Assessore Cameliani rappresentante Comune Di Ravenna. il concorso è Patrocinato da Comune di Ravenna

martedì 28 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (sesta parte)


Ivano Marescotti e a destra Chiara Roncuzzi, insegnante de Il Circolo degli Attori


Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte
Quinta parte


Mancano due fine settimana in cui ci si incontra, poco più di un mese.
Si entra sempre di più nel vivo del saggio finale, esplorando le diverse possibilità, mostrando le scene e capendo che cosa non funziona.
La tensione c'è, ma contemporaneamente ci si diverte come se stessimo giocando.
Questo non vuol dire che non prendiamo sul serio quello che faremo sul palco. Anzi, tutt'altro.
Lo prendiamo tanto sul serio che ci divertiamo.
Può sembrare un controsenso, un paradosso? Può darsi, ma vedete non bisogna pensare che il divertimento sia qualcosa di fine a se stesso, almeno non qui.

venerdì 24 febbraio 2017

Di acqua sono fatta (video)

E così oggi ho pubblicato un nuovo video nel mio canale Youtube




musica: Reflections di MK2
qui per vedere il quadro completo e la sua realizzazione


Era da un po' che non pubblicavo i video dove sono i miei video a parlare, vero? (qui li potete sentire e vedere tutti).
L'ultimo risale a quasi quattro anni fa.
Per chi non sa cosa siano questi video, si tratta di alcune mie opere (per la maggior parte dipinti) dove io "presto" la voce. Non si tratta di spiegare come sono fatti, ma sono loro che si raccontano.

venerdì 17 febbraio 2017

I consigli di Amleto sulla recitazione

William Shakespeare scrisse Amleto tra il 1600 e il 1602, consegnando così al mondo intero uno dei testi teatrali più significativi, non solo nel teatro, e rappresentati.
Ma quello su cui mi voglio focalizzare è l'assoluta modernità dei consigli che Amleto sta dando agli attori, all'inizio della seconda scena del terzo atto, su come interpretare i personaggi della rappresentazione teatrale L'assassinio di Gonzago che presenta molte somiglianze a ciò che il fantasma di suo padre, il re Amleto, gli ha confidato e scoprire se tutto ciò è vero.
(testo preso qui)



Actors before Hamlet di Władysław Czachórski, 1872-1875


Amleto
(Al primo attore)
La tirata, ti prego, devi dirla
come l'ho pronunziata io a te,
sciolta, in punta di lingua. Se la urli,
come fan tanti nostri attori d'oggi,
sarebbe come affidare i miei versi
alla bocca del banditore pubblico.
Non trinciar troppo l'aria con la mano,
così, gesticola invece con garbo;
giacché pure nel mezzo della piena,
della tempesta, e potrei dir nel vortice
della passione devi mantenere
sempre quel tanto di moderazione
che le dia una certa compostezza.
Ah, mi ferisce fino in fondo all'anima
quando ascolto un robusto giovanotto
imparruccato che riduce a brani
un discorso d'amore, lacerandolo,
per rintronar gli orecchi alla platea,
che capisce soltanto, la più parte,
oscure pantomime e gran baccano.
Metterei alla frusta quel gaglioffo
che ti fa un forzato Termagante,
e un Erode più Erode del reale.
Evitalo, ti prego.

Primo attore
Sì, vostro onore, ve lo garantisco.


martedì 14 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (quinta parte)

Prima parte
Seconda parte
Terza parte
Quarta parte


Si avvicina sempre di più lo spettacolo finale. 
Questa volta ad essere portati sono i pezzi che poi si porteranno in teatro. Dalla volta scorsa, alcuni sono cambiati e si è lavorato sempre su diverse intenzioni, modificando le scene, introducendo nuovi elementi.
Questo comporta anche una modifica di ciò che si era prefissati.
Perciò è importante non affezionarsi alle scelte precedenti e modificare i propri ritmi secondo le nuove impostazioni.
All'inizio non sembra facile ma provando e riprovando, adattandosi ai nuovi cambiamenti, si nota poi come anche il nostro corpo cambia.
A proposito di corpo, sabato mattina è cominciato con un allenamento tenuto dal direttore artistico del Circolo degli Attori, Cristiano Caldironi.
All'inizio si è lavorato sul diaframma sentendo il cambiamento della voce quando ci si stacca dal terreno con un salto.
Poi sui sette crescenti livelli di energia.
La camminata neutrale è rappresentata dal terzo livello dove non ci sono preoccupazioni.
Il primo e il secondo livello sono raramente usate e se per la prima ci siamo stesi per terra e ci svegliavamo, per la seconda c'era l'alzarsi con lentezza 
Il quarto livello è l'allerta per avere una maggiore sicurezza (quinto) passando ai livelli sei e sette.
Al sesto si chiedeva di scegliere un'emozione tra rabbia e gioia e poi al settimo lo scoppio totale, che sia voglia di ammazzare o amare.
Ovviamente non ci può essere un'energia zero (se non si interpreta un morto in scena) anche perché qui non si intende un'energia solo fisica, ma anche emotiva. Persino se si deve stare immobili, per esempio mentre si ascolta qualcuno, la presenza è costante e in questo si rafforza l'altro che parla.
L'intenzione di uno che parla ad un altro è differente da uno che parla con se stesso.
Dopo aver esplorato i vari livelli, Cristiano Caldironi ce li ha detti in successione varia quindi da uno stato di esplosione totale si può passare a uno di rallentamento anche perché i livelli sei e sette (soprattutto l'ultimo) non sono molto duraturi nel tempo.
Infine a ritroso così se prima i due livelli energia rappresentavano il risveglio e l'alzarsi, al contrario rappresentano l'essere feriti (secondo) e il momento poco prima di morire (primo).



Galata morente, copia da un originale del III a.C.


Foto di energia due, ognuno con una diversa intenzione e immagine:


al tavolo Chiara Roncuzzi, insegnante del Circolo degli Attori

martedì 7 febbraio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (quarta parte)


io durante il monologo che ho portato
foto di Chiara Roncuzzi, insegnante del Circolo degli Attori


Prima parte
Seconda parte
Terza parte


Siamo giunti al quarto weekend, a metà del percorso.
Si avvicina sempre di più la data dello spettacolo finale e quindi ci è stato chiesto di pensare a cosa portare, di cercare autonomamente.
Essendo da sola e avendo difficoltà nell'incontrare gli altri ragazzi se non durante il corso (alcuni vengono da fuori Ravenna), ho pensato ad un monologo.
Ho chiesto aiuto a Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante del Circolo degli Attori, e mi ha saputo consigliare un monologo che alla fine porterò nello spettacolo. Per questo non vi rivelo di che si tratta perché vorrei parlarvene dopo che è stato fatto lo spettacolo.
Nello spettacolo non reciteremo tutti assieme, Ci saranno scene a due, a tre, anche a quattro forse e monologhi. Avremo pochi minuti a disposizione, ma questo non vuol dire che non siamo partecipi.
E' come una squadra di calcio. Ogni giocatore tocca la palla per pochi minuti oppure no ma questo non vuol dire che non si è giocato (in inglese e in altre lingue la parola che indica giocare e recitare è la stessa)
Sabato 4 si inizia con un'ora di riscaldamento tenuta da Cristiano Caldironi (ricordo che questo laboratorio è organizzato proprio da Il Circolo degli Attori) dove noi, per tutta la stanza, camminavamo tenendo ben in mente che non ci dovevano essere spazi vuoti. Questo per noi rappresentava il sottotesto, qualcosa da tenere in mente anche durante le diverse microazioni.
Infatti ad un battito di mani, ci era chiesto di avere un'emozione, prima la risata, poi la rabbia, poi la tristezza, l'amore.


martedì 31 gennaio 2017

La magia nell'ordinario

Sono sette anni che ho pubblicato il mio primo video su Youtube e mi piace ricordarlo.






Non soltanto perché con questo ho cominciato a pubblicare video su Youtube (anche se c'è da dire che non aggiorno il mio canale molto spesso: il mio ultimo video, per ora, risale ad ottobre 2016), ma perché mi ricorda qualcosa di importante: la magia nell'ordinario.

Per vedere la magia, per stupirsi, non c'è bisogno che succeda qualcosa di straordinario. 

Non c'è bisogno che venga annunciato.

Anche la cosa più piccola e ordinaria può custodire una traccia di magia.
Un dettaglio che si coglie, che ci cattura lo sguardo (se lasciamo che questo venga catturato) ed ecco che il tempo sembra farsi eterno. Non perché dura per sempre, ma perché siamo in quel momento e il tempo sembra non esistere più.

Per questo vi lascio con altri miei video:




(una scatola di scarpe fucsia e fluorescente può mandare luce se toccata dai raggi solari. Qui con la canzone The voice delle Celtic Woman)




(all'ombra degli alberi quando ecco, una folata di vento improvvisa)


Questi sono solo alcuni due di questi video.
Non si tratta ora di voler guardare il mondo sempre in attesa di qualcosa, con occhi spalancati perché così si vede meglio come se la magia dovesse comparire da un momento all'altro perché non ce n'è bisogno: la ricerca potrebbe essere fuorviante.
Anzi, permettiamoci di contemplare e basta, senza stare troppo a pensare alle questioni della vita.
Lasciamo che questi momenti fioriscano dentro di noi.
Lasciamoci andare abbandonando la testa.

lunedì 16 gennaio 2017

Laboratorio teatrale 100 ore con Ivano Marescotti (terza parte)


al tavolo Cristiano Caldironi, direttore artistico e insegnante del Circolo degli Attori,
e Ivano Marescotti mentre si guardava una scena


Prima parte
Seconda parte


Sabato 14 e domenica 15 gennaio c'è stato il terzo weekend del laboratorio teatrale 100 ore di Ivano Marescotti organizzato dal Circolo degli Attori.
Per sabato si doveva portare una delle scene che erano proposte da testi come L'orso di Anton Cechov, Il Calapranzi di Harold Pinter, Chi ha paura di Virginia Woolf? di Edward Albee e Classe di ferro di Aldo Nicolaj. 
Io ho scelto una scena tratta da L'orso.
Questo dramma, composto da un solo atto, parla di Elena Ivanovna Popova rimasta vedova e perciò ha giurato di restare chiusa in casa e di non frequentare più nessun uomo. Accanto a lei c'è il suo fedele servitore Luka che cerca di sbloccarla da quella situazione, ma niente. Un giorno arriva improvviamente l'ex ufficiale di artiglieria Smirnov che richiede di riscuotere un debito contratto con il marito di lei.
Ed è proprio di quest'ultima situazione, ossia l'arrivo di Smirnov, che si basa la scena in questione con il rifiuto di lei perché in quel momento non ha soldi e l'insistenza dell'ex ufficiale. Inoltre proprio in quel giorno sono passati esattamente sette mesi dalla morte del marito e non si sente disposta a discutere di questioni finanziarie.

venerdì 13 gennaio 2017

Sugli album delle fiabe e sulle illustrazioni

Sì, sono ancora viva anche se non ho pubblicato niente finora.
Perciò, per farmi perdonare, e sperando di fare una cosa lieta, inserisco qua, in ordine alfabetico, i link di tutti gli album delle fiabe che ho creato nella mia pagina FB L'antro della fiaba assieme a un'illustrazione dell'album.



A oriente del sole a occidente della luna



di Kay Nielsen